Presentata la 19esima edizione de I Tesori del Mediterraneo di Reggio

Dal 30 luglio al 4 agosto Reggio Calabria torna a essere scrigno de I Tesori del Mediterraneo, la sei giorni di sport, musica arte, enogastronomia, cultura, spettacolo, turismo organizzata dall’Associazione Nuovi Orizzonti della presidente Natalia Spanò.

La manifestazione, ormai storicizzata, oltre a mettere assieme tutto ciò che di bello, di positivo e di valore offre il nostro territorio riesce a creare una rete di sinergie che coinvolge forze dell’ordine, enti e istituzioni. Una manifestazione che cresce, grazie alla lungimiranza e al grandissimo lavoro portato avanti da Natalia Spanò, con Paolo Catalano, e con tutto il team di Nuovi Orizzonti. Una crescita tangibile e sotto gli occhi di tutti, basti pensare che al Premio letterario Apollo di quest’anno parteciperanno, non solo 11 case editrici calabresi, ma anche ben 12 siciliane.

Grande attesa anche per la punta di diamante della manifestazione: la Regata del Mediterraneo. I Tesori, dunque, un format tra i più ricchi del panorama eventi, ha portato le immagini della nostra città in tutta la Penisola e oltre, e ha racchiuso, tra le innumerevoli iniziative, tutto ciò che rappresenta il nostro territorio.

Anche quest’anno I Tesori, a cavallo tra i due mesi estivi, promettono di regalare momenti straordinari a cittadini e turisti.

Ancora le preziose collaborazioni con il MArRC, con l’Accademia di Belle arti, con l’università Mediterranea e con tutti quegli organismi, pubblici o privati, che contribuiscono alla crescita sociale o economica della nostra meravigliosa terra. (rrc)

 

 

AUTONOMIA, UN PASTICCIO CHE RISCHIA DI
PORTARE AD UN REGIONALISMO IMPAZZITO

di GIOVANNI MACCARRONEIniziamo a dire che il Titolo V, parte Seconda, della nostra Costituzione è stato già oggetto di un ampio processo di riforma, avvenuto mediante l’approvazione della legge costituzionale n. 3 del 2001 (contenente appunto «Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione» in GU n. 248 del 24 ottobre 2001).

La citata legge è stata approvata con una maggioranza inferiore a quella richiesta (maggioranza qualificata dei due terzi dei membri delle Camere) e per questo è stata sottoposta a referendum confermativo il 7 ottobre 2001, il quale si è concluso con esito favorevole all’approvazione della legge (il 64% dei votanti si è espresso per il sì) che è poi entrata in vigore il mese successivo. 

Il referendum – a cui partecipò solo il 34 per cento dei votanti – rappresentava il punto di arrivo di un lungo percorso, iniziato nel 1997, durante il primo governo Prodi, con una commissione bicamerale sul tema.

Due anni dopo, nel 1999 – il presidente del Consiglio era Massimo D’Alema – il lavoro della commissione era confluito in una proposta di legge.

L’approvazione del testo, infine, arrivò a marzo 2001 quando a Palazzo Chigi c’era Giuliano AmatoGrazie alla legge costituzionale n. 3/2001 è stato introdotto il terzo comma dell’art. 116 Cost., il quale prevede la possibilità che, con legge dello Stato, approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di un’intesa con la Regione interessata, possano essere attribuite alle Regioni a statuto ordinario «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia» nelle materie di competenza concorrente di cui all’art. 117, terzo comma, Cost., nonché in alcune materie di competenza esclusiva dello Stato (vale a dire organizzazione della giustizia di pace, norme generali sull’istruzione e tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali).

A seguito dell’introduzione della citata disposizione, a partire dal 2001, le Regioni a statuto ordinario possono ottenere, previa intesa con lo Stato, ulteriori competenze nelle materie circoscritte ai 23 ambiti di legislazione concorrente (art. 117, comma 3) oppure nelle tre materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato (art. 117, comma 2), ossia la giustizia di pace, le norme generali sull’istruzione e la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.

Per il trasferimento delle ulteriori funzioni necessita un’apposita legge dello Stato (approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti) e, soprattutto, il rispetto dei principi di cui all’art. 119 Cost.

Pertanto, in tale contesto rileva anche il tema di una corretta quantificazione delle risorse da attribuire alle Regioni richiedenti per le competenze aggiuntive in termini di spesa storica o di fabbisogni standard nel territorio regionale. 

Anzi, la determinazione delle risorse finanziarie, umane e strumentali da devolvere alle regioni per implementare le funzioni acquisite è tanto importante quanto la stessa attribuzione delle competenze, in quanto fase imprescindibile per giungere ad un effettivo funzionamento del regionalismo differenziato

Attualmente, per il finanziamento regionale le norme vigenti prevedono sistemi di compartecipazione al gettito maturato nel territorio regionale dell’imposta sui redditi delle persone fisiche e di eventuali altri tributi erariali e un fondo perequativo generale per i territori con minore capacità fiscale per abitante (art. 119).

All’indomani della riforma del Titolo V, e all’introduzione della previsione costituzionale relativa al cd. regionalismo differenziato, poche sono state le regioni che hanno avanzato proposte per richiedere «ulteriore forme e condizioni particolari di autonomia». Nessuno dei tentativi intrapresi, però, è giunto a compimento.

Si può dire, quindi, che la previsione legislativa sull’autonomia differenziata non ha ancora avuto alcun seguito. Sebbene, di recente, sia stata pubblicata nella gazzetta Ufficiale la legge 26 giugno 2024, n. 86 recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata ai sensi dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione.

L’art. 4 della legge da ultimo citato prevede espressamente che «il trasferimento delle funzioni, con le relative risorse  umane, strumentali e finanziarie, concernenti materie o  ambiti  di  materie riferibili ai Lep di cui all’articolo  3,  può essere  effettuato, secondo le modalità e le procedure  di  quantificazione  individuate dalle singole intese, soltanto dopo la  determinazione  dei  medesimi Lep e dei relativi costi e  fabbisogni  standard,  nei  limiti  delle risorse rese disponibili  nella  legge  di  bilancio… Il trasferimento delle funzioni relative a materie o ambiti di materie diversi da quelli di cui al comma 1, con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie, può essere effettuato, secondo le modalità, le procedure e i tempi indicati nelle singole intese, nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente, dalla data di entrata in vigore della presente legge».

Pertanto, prima di poter mettere in atto l’intera riforma andrebbe stabilita la spesa dei Livelli essenziali di prestazione e i relativi costi e fabbisogni standard che vanno garantiti su tutto il territorio nazionale. Cosa che, nei ventitrè anni trascorsi dall’approvazione della riforma costituzionale che ha introdotto l’autonomia, non è mai avvenuta.

E la centralità dell’opera di determinazione dei Lep in determinati settori è importante anche ai fini della piena attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La qual cosa è stata recentemente evidenziata dalla stessa Corte costituzionale, la quale, nella sentenza n. 220 del 2021, ha sottolineato come tale adempimento, da parte del legislatore, appaia “particolarmente urgente anche in vista di un’equa ed efficiente allocazione delle risorse collegate al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)”.

Ad ogni buon conto, occorre considerare che – come già evidenziato – le necessarie risorse finanziarie andranno determinate in termini di compartecipazione o riserva di aliquota al gettito di uno o più tributi erariali maturati nel territorio regionale, tali da consentire la gestione delle competenze trasferite o assegnate, in coerenza con quanto disposto dall’art. 119, quarto comma, della Costituzione.

Di conseguenza, l’attribuzione di nuove funzioni, determinerà sicuramente un aumento della pressione fiscale a danno, soprattutto, dei cittadini e delle imprese del Sud. 

Nelle regioni centro-settentrionali, l’incremento delle competenze nel loro territorio, attraverso l’incremento della quota di compartecipazione ai grandi tributi erariali, provocherà, invece, un incremento della spesa pubblica che andrà a tutto vantaggio dei cittadini di tali regioni dato che le entrate tributarie di tali regioni sono enormemente più elevate.

Per cui, nelle regioni del Sud, ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, potranno essere attribuite, non solo attraverso la compartecipazione al gettito maturato nel territorio regionale dell’imposta sui redditi delle persone fisiche e di eventuali altri tributi erariali, ma anche e soprattutto con il ricorso al fondo perequativo di cui all’art. 119 Cost. e comunque con un finanziamento pubblico ingente.

Il che, come è evidente, comporterebbe una inevitabile sottrazione di risorse importanti al bilancio dello Stato e un conseguente consolidamento dei conti pubblici a carico probabilmente alla restante parte del Paese, oltre che più in generale di contribuire a compromettere la garanzia dei diritti sociali, già messa a dura prova da un decennio di crisi.

A quanto sopra bisogna anche aggiungere che l’aggravio del divario Nord-Sud, e la definitiva perdita del residuo senso di appartenenza a una comunità politica unitaria da parte dei cittadini sembrano essere già dietro l’angolo

Sicchè, come giustamente è stato notato, il rischio è che con l’autonomia differenziata, da un regionalismo senza modello, si passi a un regionalismo impazzito, dove le Regioni speciali, che lamentano l’arretramento subito a seguito della riforma del Titolo V, si affiancherebbero a Regioni ordinarie di “tipo a” e Regioni ordinarie differenziate di “tipo b”, a loro volta differenziate tra loro, mentre l’assenza di una istituzione rappresentativa di raccordo al centro di questo dedalo di competenze differenziate, che già tante volte è stata lamentata dal 2001 in poi, diverrebbe a questo punto un elemento di ulteriore criticità dell’assetto istituzionale.

Insomma, un vero e proprio pasticcio all’italiana. In questo siamo diventati dei veri e propri campioni.

Di ciò se n’è accorto anche un esponente del Pd, Gianni Cuperlo, il quale ha riconosciuto che «nel 2001 si riformò il Titolo V pensando di togliere voti alla Lega. Fu un errore e gli italiani lo hanno pagato caro».

Mah. Speriamo bene. (gm)

A Palmi inaugurato il tiro a segno

di CATERINA RESTUCCIAIl 1° giugno alle 10.30 è partito il fischio di avvio per l’evento di inaugurazione del nuovo impianto di bersagli elettronici nello stand ad aria compressa del Tiro a Segno Nazionale di Palmi.

A fare il taglio del nastro e madrina della manifestazione è stata l’Ambassador dell’Unione Italiana Tiro a Segno e pluricampionessa mondiale Petra Zublasing.

La cerimonia ha goduto della presenza di numerose autorità tra le quali: l’avvocato Maurizio Condipodero, Presidente Regionale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, l’onorevole Giuseppe Mattiani, consigliere della Regione Calabria, l’avvocato Giuseppe Giordano, consigliere della Città Metropolitana di Reggio Calabria, l’avvocato Antonio Virgillito, consigliere del Comune di Palmi ed il dottor Giuseppe Foti, segretario regionale del Coni. 

L’installazione del nuovo impianto segna un passo importante per il Tiro a Segno Calabrese, che dimostra tutta l’attenzione e mette in evidenza tutto l’interesse da parte della Sezione di Palmi a promuovere e migliorare sempre più questa meravigliosa disciplina e lo sport in generale. L’Associazione Tsn Palmi ha mosso un ringraziamento accorato e singolare a Felice Gaudioso, che ha speso grandi energie e profuso tutto il suo impegno per realizzare un’opera così innovativa come l’installazione delle nuove linee elettroniche.

La grande e preziosa novità è non solo nell’installazione dei bersagli elettronici, ma anche e soprattutto nell’unicità e nella quantità importante di linee di tiro con il numero eccezionale di diciotto linee. Il Poligono di Tiro a Segno Nazionale di Palmi vanta così ben tre stand: a partire da uno di dieci metri, uno di venticinque e infine quello più lungo con cinquanta metri, che rimane essere l’unico di questa entità in tutta la Calabria.

Il gruppo sportivo di Palmi ha voluto porgere un grazie doveroso e significativo al Comitato Regionale Uits, che ha organizzato in contemporaneità all’inaugurazione un raduno promozionale, grazie al quale Petra Zublasing ha potuto seguire i ragazzi del tiro calabresi e siciliani accorsi insieme per l’occasione, trasmettendo la sua meravigliosa passione per questo sport.

A suggello del momento inaugurale non poteva mancare il ringraziamento a tutti i Presidenti delle Sezioni Tsn Calabresi, che hanno dimostrato sinergia, unione e confronto sano con la loro presenza in un contesto sportivo certamente d’elite e allo stesso tempo estremamente elastico per varietà di utenza e di gusti per le specifiche qualità sportive. (cr)

Lunedì a Roma si presenta il Moda Movie

Lunedì mattina, alle 10, nell’ aula Giulio Cesare, all’interno dello storico palazzo Senatorio, in piazza del Campidoglio a Roma, sarà presentata la 28esima edizione di Moda Movie.

Alla conferenza di lunedì, moderata da Nino Graziano Luca, conduttore Rai e storico presentatore del Festival, insieme al direttore artistico di Moda Movie Sante Orrico e all’addetto stampa Franca Ferrami, interverrà per i saluti istituzionali Mariano Angelucci, Consigliere comunale e Presidente XII commissione permanente Turismo, Moda, Relazioni Internazionali, seguito da Carmela Pace, presidente nazionale Unicef Italia, Eva Alessi, delegata del WWF, Giuseppe Santoianni, Presidente nazionale AIC – Associazione Italiana Coltivatori, Anna Aloi, operatrice e divulgatrice enogastronomica, madrina di Sapori Mediterranei. La conferenza sarà arricchita da una performance di moda durante la quale sfileranno capi delle stiliste Maria Rosaria Zicarelli di Cosenza, vincitrice di Moda Movie 2023, Rosa Allocca di Napoli, finalista a Moda Movie 2023 e Raffaella Pignataro di Roma; trucco e acconciature delle modelle saranno a cura di Hair Fashion (Valentina Moroni e Barbara Grasso per il trucco, Giulia De Bonis e Veronica D’Eramo per le acconciature).

Toccherà alla famiglia Barbieri occuparsi del momento di convivialità con la degustazione di prodotti di eccellenza della gastronomia calabrese messi a disposizione dalle aziende che aderiscono a Sapori Mediterranei, la filiera del gusto ideata e promossa dal festival che punta alla valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche calabresi offrendosi come vetrina per prodotti e aziende. ν

L’OPINIONE / Francesca Rina: Se la buona politica fa buona educazione

di FRANCESCA RINALa legge per l’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino ai sei anni approvata dalla Regione Calabria è il risultato di un lungo lavoro di studio, di riorganizzazione e revisione di quanto finora già prodotto (e anche di ciò che non lo è stato mai!), che approda a una visione nuova del sistema educativo e dei suoi processi. Una sfida di coraggiosa innovazione.

In veste di coordinatrice pedagogica, come membro del Consiglio del Gruppo nazionale Nidi e Infanzia e come delegata Anci, ho partecipato al tavolo regionale “0/6” coordinato da Anna Perani dirigente del settore Istruzione e diritto allo studio, condividendo la tensione ideale, filosofica e sociale che ha animato il progetto della nostra legge. Ho portato la mia esperienza professionale e umana con l’intento di contribuire a un percorso di cambiamento e di riscoperta di una materia che riguarda fino in fondo territori e comunità, bisogni e risorse: educazione e istruzione sono questioni focali per combattere povertà, emarginazione e sfruttamento e coinvolgere i più piccoli nella crescita e nella costruzione di una propria idea di mondo e di futuro. Un percorso armonioso garantito, quando si applica l’ascolto dell’altro come modello operativo: ascolto dei bambini come pure delle famiglie, soprattutto quelle più svantaggiate.  Così si supera quel senso di isolamento che spesso causa l’abbandono scolastico, fenomeno, rispetto al quale la nostra Regione vanta un preoccupante primato in Europa. 

Il nostro tavolo di lavoro 0/6 ha trovato nell’inclusione il senso di un nuovo sistema integrato d’istruzione, in quella fusione di talenti poliedrici, differenti, che dà spazio a ogni espressione, rafforzando le comunità educanti, anche in territori marginali. Abbiamo un estremo bisogno che i servizi educativi e la scuola rispondano alla necessità che la Costituzione conferisce loro: non luoghi di esclusiva trasmissione del sapere, ma di cura e di educazione alla cittadinanza, dando forma a una scuola democratica.

In questo lungo percorso di trasformazione, sancito dalla nuova legge, un ruolo fondamentale spetta a educatori e insegnanti impegnati in nuovi progetti pedagogici: il nuovo sistema integrato diventa luogo di confronto, di dialogo, di contaminazione e di ascolto. Così pensiamo si realizzi un’educazione di qualità, capace di colmare i divari territoriali, di contrastare l’abbandono scolastico e la povertà educativa. Un’educazione che promuova, inoltre, forme di cittadinanza attiva, solidale ed inclusiva, in cui le diversità di ciascuno siano vissute come opportunità di crescita e conoscenza. E che consenta di costruire una comunità educante partecipe, dialogica e responsabile, pronta ad affrontare con fiducia e motivazione le sfide e la complessità della nostra epoca.

La nuova legge per il sistema integrato d’istruzione, e il lungo percorso che l’ha preceduta, dimostrano che una buona politica – come quella avviata da Giusi Princi, vicepresidente della Regione Calabria – può fare una buona educazione. E molto spesso vale anche il contrario. (fr)

                           



REGGIO – L’incontro “Emily Dickinson: Sarei sempre più sola senza la mia solitudine”

Domani pomeriggio, a Reggio, alle 17.30, nella Sala San Giorgio della Chiesa di San Giorgio al Corso, si terrà l’incontro Emily Dickinson: “Sarei sempre più sola senza la mia solitudine”, organizzato dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria.

Aprono l’incontro gli interventi di don Antonio Cannizzaro, parroco della chiesa di San Giorgio al Corso e di Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria. Introduce Maria Quattrone, già Dirigente Scolastico del Liceo Classico “T. Campanella” di Reggio Calabria e, con il contributo di video proiezione, Silvana Comi, docente di Lingua e Letteratura Inglese, illustra attraverso una rilettura di Emily Dickinson (1830-1886), le opere e la vita evidenziando una personalità eclettica, capace di intuizioni senza tempo.

La Dickinson nei suoi scritti si sofferma sui temi della morte, della natura e della spiritualità. La poetessa americana ha vissuto gran parte della sua vita in isolamento, dedicandosi alla scrittura e alla ricerca della verità interiore. (rrc)

Una imbarcazione dei migranti diventa un progetto artistico

I frammenti di un barcone utilizzato in uno dei tanti viaggi verso le coste italiane è stato trasformato, da simbolo del dolore per l’abbandono della propria terra,  a messaggio di speranza di un nuovo inizio, grazie all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) e del Liceo artistico “M.  Preti/A. Frangipane” di Reggio Calabria.

Nei mesi scorsi ha, infatti, preso avvio tra le due Istituzioni un programma di collaborazione finalizzato  a valorizzare il tema dell’accoglienza umanitaria e quello della tutela ambientale in vista del Progetto  Civitas – un percorso di Educazione civica in rete con altre realtà scolastiche del nostro territorio,  promosso dall’ex Presidente della Corte d’Appello dott. Luciano Gerardi – che ha coinvolto vari Istituti  scolastici cittadini nell’evento finale tenutosi proprio di recente a Piazza Castello e nei locali messi a  disposizione dalla Corte d’Appello sul tema Costituzione. 

In particolare, Adm – cioè l’ente statale incaricato dello smaltimento delle imbarcazioni utilizzate  per l’immigrazione irregolare e alla bonifica ambientale per liberare fondali, coste e porti da tutto  ciò che costituisce una minaccia per la salute pubblica – ha aderito tramite la sua struttura regionale  alla richiesta avanzata dal liceo artistico reggino di avere pezzi di un barcone destinato alla  demolizione, al fine di realizzare alcune opere artistiche, legate alle buone pratiche civiche e ai  comportamenti virtuosi, per essere cittadini attivi e consapevoli. 

La Scuola, supportata da Adm Calabria, ha scelto di lavorare sull’articolo 9 della Costituzione che  tutela il patrimonio culturale in tutte le sue forme e, in quest’ottica, è stato scelto lo Stretto di  Messina come tema da approfondire in un dialogo tra la civiltà presente e quella classica: patrimonio  paesaggistico da conoscere, tutelare e valorizzare; luogo di scambi culturali nell’antichità; matrice  identitaria del nostro presente; “luogo” che accoglie chi viaggia per mare, offrendo un porto sicuro.  

Scopo altissimo dell’arte è “raccontare”, sensibilizzare, favorire riflessioni su aspetti della vita spesso  trascurati; la rappresentazione figurativa pittorica e scultorea proposta dagli alunni esprime  pienamente questo valore e rappresenta un germoglio visibile per accrescere il sentimento di pietà  che spesso la nostra società non coglie. Lo spirito che ha animato le varie opere creative dei ragazzi  esposte in Tribunale, molto apprezzate dai visitatori istituzionali e dal pubblico presente, non è stato  quello di raccontare la drammatica retorica della morte, ma una testimonianza di accoglienza che gli  abitanti delle nostre coste offrono a queste persone in fuga.  

Una realizzazione artistica dall’alto valore civico, che mira a scuotere le coscienze sui princìpi  fondanti di una civiltà democratica, in cui la solidarietà e il rispetto dell’altro sono un patrimonio  inalienabile per chi arriva e per chi accoglie. (rrc)