Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha effettuato un sopralluogo al Planetario “Giovan Battista Amico” per verificare le condizioni della struttura e dell’attrezzatura ottica e meccanica, dopo gli atti di vandalismo perpetrati all’interno del Planetario in più occasioni, l’ultima delle quali nella prima settimana del mese di maggio.
Assieme a lui, gli ingegneri informatici-planetaristi Angelo Mendicelli e Vincenzo Ragusa e alla dottoressa Angela Zavaglia, ricercatrice in astronomia e Direttore scientifico del Parco astronomico “Lilio” di Savelli, in provincia di Crotone.
Si è proceduto ad una ricognizione sommaria dei danni sofferti dalla struttura e dalla strumentazione ottica. Sarà necessario, però, un nuovo sopralluogo con gli esperti e i tecnici della Zeiss, l’azienda tedesca fornitrice della strumentazione. Si ricorda che il Planetario “Giovan Battista Amico” monta uno Starmaster Zmp della Zeiss, unico in Italia e tra i migliori d’Europa, capace di proiettare nella cupola fino a 4000 stelle.
Il Caruso, nel ringraziare gli esperti che lo hanno affiancato durante il sopralluogo, ha fermamente sottolineato che «la volontà dell’Amministrazione comunale è non solo quella di far ripartire il Planetario “Giovan Battista Amico”, ma anche di farlo diventare un’eccellenza per le sue caratteristiche strutturali e tecnico/strumentali a livello nazionale ed europeo. Avevamo registrato già la disponibilità dell’Università della Calabria, alla quale guardiamo con interesse, nell’ottica della sinergia istituzionale già sperimentata in altre occasioni, come per l’arrivo nel centro storico dei corsi di scienze infermieristiche, anche per il riavvio del Planetario quale polo attrattore della scienza e della conoscenza».
«E, proprio in virtù di queste considerazioni – ha proseguito – non rinunceremo a far sì che l’Università della Calabria giochi un ruolo di guida scientifica per il territorio, proponendosi ancora una volta per la progettazione e la realizzazione di un innovativo piano delle attività scientifiche del Planetario di Cosenza».
A proposito degli episodi di vandalismo di cui è stato fatta oggetto la struttura, Caruso li ha aspramente condannati definendoli «un deprecabilissimo accanimento nei confronti di un bene pubblico che andava rispettato e salvaguardato, ma l’inciviltà umana non ha confini e spesso dà prova della sua smisurata ferocia».
Al termine del sopralluogo è stato constatato che la struttura ha bisogno anche di interventi esterni e a questo proposito il primo cittadino non ha escluso di valutare attentamente l’esecuzione delle opere e «se dovessero emergere delle difformità rispetto alle realizzazioni previste, che potrebbero essere state effettuate non a regola d’arte – ha detto il sindaco – l’Amministrazione potrebbe rivalersi sulle imprese esecutrici».
«Il Planetario – ha ricordato – ha funzionato da ottobre 2019 fino a febbraio 2020. Il modello di gestione sperimentale che era stato sbandierato si interruppe per l’arrivo del Covid e della pandemia. Prima dell’avvento del covid si tennero una serie di lezioni-spettacolo per le scuole con i dottorandi del Dipartimento di fisica dell’Università della Calabria. Mentre, di sera, si alternavano i docenti dello stesso dipartimento, insieme a professionisti, sia interni che esterni. Un gruppo di lavoro, di cui hanno fatto parte anche gli ingegneri Mendicelli e Ragusa e la dottoressa Zavaglia, le cui attività erano concentrate anche nel week-end».
«Il Planetario si era candidato a diventare un prezioso strumento di attrazione per le scuole e ancora oggi, nonostante la chiusura, continuano ad arrivare richieste di scolaresche che intendono prenotare le visite guidate. L’auspicio – ha concluso Franz Caruso –è che dopo la verifica delle condizioni in cui versano le strumentazioni, si possa studiare, con l’aiuto anche di chi oggi è venuto con me a rendersi conto dello stato dell’arte del Planetario, un piano di ripartenza che gli restituisca dignità, facendolo diventare realmente un fiore all’occhiello della città e di tutta l’area vasta cosentina, oltre che della Calabria e dell’intero Mezzogiorno d’Italia». (rcs)