di LUIGI STANIZZI – Avvistati i famigerati granchi blu a Cropani Marina e, doverosamente, se ne dà notizia. La foce del torrente “Scilotraco di Rocca” è invasa da questi granchi alieni, che forse hanno già fatto incetta di uova di rana e di quasi ogni altra forma di vita fluviale. Naturalmente in direzione della foce sono pronti in agguato, anche in mare, a dare la caccia a pesci, granchi locali e telline che di fatto quest’anno sembrano quasi scomparse dall’area.
Il granchio raffigurato nella foto è stato catturato proprio nello specchio di mare antistante la foce del torrente Scilotraco di Rocca, fiumara divenuta ormai, purtroppo, una discarica abusiva “a cielo aperto” nonostante l’encomiabile impegno del sindaco di Cropani, Raffaele Mercurio, che cerca di sensibilizzare la cittadinanza ad essere più civile e alle giornate ecologiche organizzate dallo stesso primo cittadino, mirate alla pulizia del greto per limitare i danni ed evitare che una massa enorme rifiuti di ogni genere (anche speciali!) finisca in mare. Come purtroppo avviene da anni, nel disinteresse quasi assoluto delle tante sedicenti associazioni ambientaliste locali e, soprattutto, regionali. E nonostante le denunce giornalistiche delle più importanti testate.
Ci si attende la stessa sensibilità da parte del nuovo sindaco di Sellia Marina, Walter Placida, per la pulizia del torrente oltre che dell’area del depuratore che in un tristissimo passato da non dimenticare, purtroppo ha anche sversato la fogna nella fiumara e, quindi, in mare. Come rappresentato, sempre in passato, dai proprietari dei terreni limitrofi. Fenomeno che non deve mai più ripetersi per non attentare alla salute pubblica, soprattutto dei tanti bambini (e adulti e anziani) che frequentano la spiaggia di Sena.
Ma ora per l’inquinamento del torrente le pubbliche amministrazioni non hanno responsabilità, di fatto sono colpevoli responsabili i cittadini incivili che gettano direttamente le buste di rifiuti nel fiume! E poi pneumatici, lavatrici rotte, plastica, oli esausti, pezzi di motori, vetro, mattonelle, tubi, muretti di cemento, scarti di cantiere, cavi elettrici. Veramente di tutto. Com’è possibile? Come può un cropanese o uno di Sellia Marina fare questo? Incredibile! Ma vero. Neanche nelle realtà più sottosviluppate del pianeta. Forse, e senza forse, sarebbe il caso di installare delle telecamere per individuare e sanzionare questi selvaggi inquinatori, ignoranti e senza scrupoli. Andrebbero fulminati, oh scusate il refuso, filmati e sanzionati in modo durissimo. Con le piogge abbondanti i rifiuti arriveranno in mare.
Capitolo a parte meriterebbe il fiume Crocchio, dove nei mesi scorsi denunce di inquinamento purtroppo sono state incautamente sottovalutate (chissà perché!), e dove alla foce si avverte un fetore nauseabondo. E i sindaci interessati, particolarmente e dichiaratamente sensibili all’ambiente, dovrebbero preoccuparsene e certamente di fatto se ne preoccupano per il bene comune Cropani-Botricello con azioni concrete.
Un altro grande granchio blu, che si aggiunge ai già notevoli problemi del Medio Jonio, è stato avvistato di fronte al lido Balneare dell’Hotel Triton di Sellia Marina. Stessa cosa ieri pomeriggio al Lido Balneare Be Beach ex Lido di Hana, a Cropani. Le segnalazioni sul granchio blu sono d’obbligo, perché rispondono alla domanda: Cosa fare se ci si dovesse imbattere in questo ospite indesiderato?
Risposta degli esperti: «La prima e più importante, a maggior ragione se ci si trova in un posto dove il granchio blu non è mai stato avvistato, è fare la segnalazione alla Capitaneria di Porto o all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), che invieranno sul posto degli esperti per tutti i rilievi di rito. La diffusione del granchio blu è stata così esplosiva, nell’ultimo decennio, che ha iniziato ad arrecare danni particolarmente ingenti alle colture di molluschi come cozze, vongole e ostriche, ma anche a gamberi, anguille e altri pesci. Sono del resto predatori voraci che catturano tutto ciò che è a tiro delle loro formidabili chele. Si stimano danni potenziali per decine e decine di milioni di Euro e dimezzamento della produzione di vongole, a causa della sua presenza».
E noi, doverosamente, anche in questo caso facciamo la segnalazione attraverso la stampa più attenta e sensibile, nella speranza che le Istituzioni preposte intervengano e non facciano “orecchie da mercante”. Se il territorio viene abbandonato a se stesso anche dalle istituzioni preposte, non rimane più neanche un barlume di speranza per la nostra terra di Calabria.
«Capitaneria di Porto e Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – aggiungono gli esperti – sono responsabili per la gestione e il monitoraggio delle specie marine non indigene, come il granchio blu. La collaborazione attiva infatti può contribuire a proteggere gli ecosistemi marini italiani. Il granchio blu (Callinectes sapidus) è una specie aliena, originaria delle coste dell’America settentrionale, che sta facendo parlare molto di sé negli ultimi anni in buona parte dell’Europa, Italia compresa. Nonostante non rappresenti una minaccia diretta per l’uomo, la sua presenza nei nostri mari è motivo di preoccupazione per l’impatto che sta avendo sugli ecosistemi locali. Questi crostacei possono alterare significativamente la biodiversità marina e compromettere le attività umane legate alla pesca e all’acquacoltura. Ci sono alcune cose che assolutamente non dovresti fare se ti imbatti in un granchio blu. Prima di tutto, non ignorare l’avvistamento. Anche se potresti pensare che un singolo granchio non rappresenti una minaccia significativa, la presenza di un esemplare può essere indicativa di un’invasione più ampia. Può deporre un numero di uova compreso tra 700.000 e 2.100.000 a seconda delle dimensioni delle femmine, anche pochi individui in breve tempo possono dare vita a una colonia estremamente numerosa. Pertanto, è essenziale che la segnalazione venga effettuata senza esitazioni».
E noi, doverosamente, l’abbiamo fatta. (ls)
[Luigi Stanizzi è giornalista professionista e fondatore e Presidente del Premio Mar Jonio]