Prosegue il calvario dei 7 mila tirocinanti calabresi, il cui problema non è stato menzionato nell’ultima seduta dell’anno del Consiglio regionale della Calabria.
«La piaga del precariato – si legge in una nota – è quel qualcosa che umilia e mortifica moralmente, soprattutto se a ciò si aggiunge il disinteresse nel trovare opportune soluzioni. In Calabria, una delle regione del Sud maggiormente martoriate in termini di problematiche di reale importanza, c’è il dramma onnipresente della mancanza di lavoro, ovviamente non per tutti, ma se sei un comune cittadino senza alcuna conoscenza di rilievo appartenente al mondo politico calabrese, quel pensiero di farla finita una volta per tutte con questa vita può diventare seriamente concreto».
È quello che pensano i circa 7.000 tirocinanti calabresi – prosegue la nota – che prestano quotidianamente servizio presso Enti Pubblici e Privati e Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact). Si tratta di persone manipolate a piacimento dal politico di turno soltanto per fini elettorali e pertanto usati come semplice bacino di voti. Anche l’ultimo consiglio regionale calabrese (29/12/2020) ha dimostrato la non volontà politica di trovare soluzioni (per essere più precisi non è stata spesa neanche minima parola) per questo non riconosciuto bacino di precari che oltretutto sono tirocinanti regionali nel senso che è stata la regione ad attivarli per coprire l’annosa carenza di personale in settori strategici dell’intero territorio calabrese».
«Ma l’attuale giunta regionale calabrese di Centro-Destra – prosegue ancora la nota – si è dimostrata madre-matrigna verso questi figli, ovvero i 7.000 tirocinanti calabresi, liquidando la questione con quel “Nun se po’ fà” (dopo avere inizialmente illuso queste persone e avanzando proposte di contrattualizzazione) rimettendo pertanto la questione all’attuale Governo centrale PD-M5S. A ciò si aggiunge anche il non interesse da parte delle attuali sigle sindacali calabresi (Uil,Cisl,Cgil), mai scese in piazza a favore di queste persone che attualmente si trovano senza prospettive di lavoro e molti con famiglie monoreddito».
«Deludente – continuano i tirocinanti calabresi – è stato anche l’operato dell”assessore al lavoro calabrese Fausto Orsomarso e del suo collega, cioè l’assessore con delega al Welfare calabrese Gianluca Gallo, che dai banchi dell’opposizione della precedente Giunta regionale calabrese Mario Olivero, palesavano soluzioni di qualsiasi genere verso la vertenza dei 7.000 tirocinanti calabresi, rinnegando poi il tutto con l’attuale Giunta regionale di Centro-Destra. Allo stato attuale, non esiste neanche progettualità o almeno un piano che garantisca una seppur minima prospettiva di lavoro per i circa 7.000 tirocinanti calabresi che non hanno neanche a loro favore una legge varata dalla Giunta regionale calabrese e nessuna considerazione da parte dell’attuale governo Pd-M5s in termini di legge di Bilancio».
«Pertanto – conclude la nota – attualmente i 7.000 tirocinanti calabresi navigano a vista, con l’unica colpa di avere intrapreso una via senza ritorno, quando forse era molto meglio restare disoccupati e morire dignitosamente di fame». (rrm)