;
Anastais

RIZZICONI (RC) – Il Consiglio regionale approva mozione sull’eccidio di Rizziconi del ’43

Ha espresso grandissima soddisfazione il consigliere regionale di Io Resto in CalabriaMarcello Anastasi, per l’approvazione, in Consiglio regionale della Calabria, della mozione da lui stesso presentata sull’eccidio di Rizziconi.

«Era doveroso che il Consiglio regionale onorasse la memoria delle vittime dell’Eccidio di Rizziconi, l’unica strage nazista in Calabria avvenuta il 6 settembre del 1943» ha detto Anastasi, ringraziando «i colleghi consiglieri per la sensibilità che hanno dimostrato, approvando nella seduta di ieri la mozione da me presentata. Era importante rendere omaggio ai martiri calabresi (17 morti e oltre 60 feriti) della pagina più buia della storia dell’umanità».

«La mozione approvata dalla massima Assemblea legislativa calabrese – ha proseguito Anastasi – impegna la Giunta regionale a farsi portavoce delle istanze della città di Rizziconi presso le Istituzioni competenti affinché venga riconosciuta la meritata onorificenza per la città supportando le richieste portate avanti dal Consiglio comunale di Rizziconi in sinergia con le associazioni del territorio, in particolare i Lions. Oltre a ciò, con il supporto di atti, studi e relative fonti, l’Eccidio di Rizziconi va inserito nei programmi scolastici relativi all’occupazione nazista in Italia, accanto a tutti gli altri avvenimenti tristemente noti di quel periodo».

«Si tratta di una strage – ha commentato Anastasi – ancora senza alcun colpevole, perpetrata al solo scopo di vendetta, per cui nessun ufficiale ha mai pagato. Una ferita ancora aperta ma avvolta finora da un inspiegabile velo di silenzio, nonostante grazie all’impegno di studiosi e storici delle più rinomate università italiane e delle associazioni, come il “Comitato 6 Settembre 1943”, nel 2016 sia stato sottoscritto un protocollo dai governi italiano e tedesco che riconosce l’Eccidio di Rizziconi come unica strage nazista in Calabria, inserendola nell’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia». (rrc)