«È stato un incontro cordialissimo nel quale il Papa ci ha accolto, ci ha ascoltato e ci ha raccomandato prossimità e attenzione alle problematiche del nostro territorio», quello avvenuto tra i Vescovi Calabresi e Papa Francesco, ha raccontato mons. Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria e presidente della Conferenza Episcopale Calabra a Radio Vaticana – Vatican News.
Un incontro – dove i vescovi hanno parlato della vita delle loro Diocesi e ripercorrendo temi cari al territorio e anche al Papa: migrazioni, giovani, lavoro e prossimità della Chiesa – avvenuto nell’ambito della Visita ad limina Apostolorium, che si articola in tre momenti: il pellegrinaggio ai sepolcri degli Apostoli Pietro e Paolo, l’incontro con il Pontefice e con i responsabili dei singoli Dicasteri della Curia Romana.
«Col Papa abbiamo potuto mettere in evidenza innanzitutto l’accoglienza, che non è un concetto ‘campato in aria’, è un’accoglienza puntuale – ha detto Morrone – pensiamo soltanto alla problematica degli immigrati. Parliamo di tutta la costa di questa regione: la costa jonica, poi quella tirrenica da Reggio Calabria fino a Crotone, dove un anno fa – ricordiamo – davanti alle coste di Cutro, un barcone pieno di migranti partito dalla Turchia si è ribaltato causando la morte di 94 persone, tra cui 35 minori».
«Ma “la Chiesa c’è – ha rimarcato monsignor Morrone a Vatican News – e seppur, in situazione di affanno e di difficoltà, le nostre Caritas ci sono state in quei momenti drammatici, e se non ci fossero state, penso che le nostre istituzioni avrebbero fatto acqua, diciamo così».
«In due ore intense – ha spiegato Morrone – abbiamo raccontato al Papa che come Chiesa stiamo lavorando nelle nostre realtà diocesane non per trattenere i giovani, perché i giovani devono essere liberi di fare esperienze, ma per riportare le tante eccellenze che sono fuori e che non hanno trovato spazio in Calabria». «Il nostro sforzo, continua l’arcivescovo di Reggio Calabria, consiste nel cercare di sostenere i progetti dei ragazzi, dare “loro gambe”: pensare globalmente e agire localmente».
«Il Papa l’ha fiutato!», ha detto monsignor Morrone, rivelando quanto «l’attenzione del Papa sia stata puntuale nel mettere in evidenza una particolare “fraternità” che c’è tra i pastori della Regione. Una “bella sintonia” che non significa assenza di problemi, ma camminare insieme, un aspetto “tra i più belli».
«Insomma – ha sottolineato il presidente della Cec – il Papa ci ha incoraggiati in questo cammino di fraternità, in questa unità da cui emerge la nostra unicità». Nel confermare nella fede la Conferenza Episcopale della Calabria, il Pontefice ha ribadito anche alcuni pilastri del suo magistero: la missione e la Chiesa in uscita.
«E su questo, noi, grazie a Dio – ha concluso – anche con il percorso sinodale stiamo camminando: ci sono tantissime belle realtà e soprattutto un’umanità che si palpa. Tra le parole che i vescovi calabresi riporteranno nelle loro comunità al termine della visita ad limina, sicuramente il “coraggio”. “Ecco, il Papa ci dice ‘coraggio, procediamo, andiamo avanti’. E questa sua forza ci sostiene: il Papa ci è vicino».
Sull’incontro è intervenuto anche mons. Claudio Maniago, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, sottolineando come il colloquio con Papa Francesco sia stato «raterno per certi aspetti, paterno per altri. Il Papa ci ha messi a nostro agio, ci ha accolti davvero come fratelli che condividono con lui l’importanza e il peso del cammino pastorale delle nostre diocesi, della Chiesa tutta».
«Abbiamo affrontato anche tematiche di tipo sociale – ha detto mons. Maniago – perché la nostra diocesi, le nostre diocesi e anche la nostra terra di Calabria vivono di sofferenze. Il Papa ha chiesto di avere una grande attenzione verso i giovani, per aiutarli in tutto e per tutto, perché possano rimanere o ritornare in questa terra, per non impoverirla ulteriormente, ma anzi per aiutarla ad avere futuro». (rrm)