di FRANCO BARTUCCI – Dopo l’accensione della lampada votiva a San Francesco nel Santuario di Paola, il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, ha accolto l’invito d’incontrarsi questo pomeriggio con i lavoratori delle Terme Luigiane, visitando anche lo stabilimento “Therme Novae”.
«Sono molto dispiaciuto per come stanno andando le cose. Il braccio di ferro non serve a nessuno. Tutto quello che potrò fare sarà a favore del vostro lavoro e delle vostre famiglie». È quanto ha detto il presidente Spirlì, incontrando i lavoratori al suo arrivo sul piazzale antistante l’ingresso dello stabilimento termale costruito dalla società Sateca.
«Siamo impegnati a trovare tutte le soluzioni possibili per difendere la vostra vita e il vostro lavoro. Non voglio che questi propositi rimangano solo parole, ma devono cambiare alcuni atteggiamenti. In questa fase serve calma. Quando al tavolo del confronto manca una parte, vuol dire che è mancata la comprensione reciproca. La mia mortificazione per questa situazione non basta. Mi auguro che si possa trovare una soluzione al più presto».
Nel visitare lo stabilimento ed il Parco Acquatico, Spirlì ha espresso parole di grande apprezzamento per le due strutture e come sono organizzate, dicendo che: «Sarebbe un peccato mortale tenerle chiuse e non operative per il bene dei curanti e dello stesso indotto che vi gravita attorno durante la stagione termale».
Una visita molto apprezzata dai lavoratori che continueranno a dar vita alla loro azione ed impegno verso l’appropriazione del lavoro per come sostenuto nello slogan organizzativo dell’occupazione simbolica. Tutti si aspettano che le componenti politiche presenti in Consiglio regionale si facciano sentire con interventi appropriati e a sostegno della ricerca della soluzione migliore, per come ha dichiarato lo stesso presidente Spirlì durante la sua visita, che porti alla riapertura della stagione termale a partire dal prossimo 1 luglio per come stabilito dai provvedimenti governativi, situazione Covid permettendo.
Una visita che ha denudato le responsabilità dei due sindaci invitandoli a cambiare atteggiamento: «Quando al tavolo del confronto – ha detto il presidente Spirlì – manca una parte, vuol dire che è mancata la comprensione reciproca. Mi auguro che si possa trovare una soluzione al più presto».
Serviranno queste parole ai sindaci Rocchetti e Tripicchio? Loro stessi due giorni fa attraverso le pagine del quotidiano Gazzetta del Sud, hanno detto che comprendendo la delicatezza e le preoccupazioni dei lavoratori era opportuno sollecitare, nel rispetto reciproco, soluzioni mirate a trovare soluzioni all’insegna della legalità, della trasparenza, e di tutte le normative attualmente in vigore».
Bene, questa per loro è una occasione per abbandonare posizioni di forza ed aprirsi al confronto per dare continuità lavorativa ai lavoratori con l’apertura della nuova stagione termale e soprattutto tranquillità ai 22mila curanti che credono nei benefici delle prestazioni sanitarie che vengono erogate negli stabilimenti di queste Terme da primato calabrese. Non servono gli annunci che sono stati fatti oggi attraverso i social che annunciano il ricorso a vie legali nei confronti del consigliere regionale Pietro Molinaro che ha invitato il dirigente Generale del Dipartimento Lavoro, Sviluppo Economico, Attività Produttive e Turismo della Regione Calabria, dott. Roberto Cosentino, ad avviare un accertamento di sussistenza dei motivi di decadenza della concessione nei confronti dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese.
C’è solo tempo di sedersi a un tavolo e trovare il giusto accordo nel rispetto sì delle popolazioni che risiedono nei due comuni, la cui grande maggioranza attende non conflitti, ma dialogo costruttivo per il loro bene e non solo. Attraverso il dialogo costruttivo e la comprensione possono maturare buone cose per il bene delle Terme e dell’intero territorio che vi gravita attorno. (fb)