La consigliera regionale Amalia Bruni ha chiesto al sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, di trovare una sede alternativa per le sezioni territoriali delle Associazioni Ens (Ente Nazionale Sordomuti) e Uici (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), in quanto devono liberare i locali per i lavori di riqualificazione nei locali su Corso Nicotera in cui svolgono le loro attività.
«Una probabilità che, se concretizzata – ha aggiunto – andrà ad incidere negativamente sulla vita delle famiglie che da quelle realtà associative ricevono da anni supporto e servizi fondamentali. Una eventualità che la politica lungimirante e una amministrazione capace devono assolutamente evitare».
Per la consigliera dem, infatti, «il Comune ha il dovere politico, e morale, di prendere provvedimenti tempestivi e concreti per affrontare questa emergenza e garantire la continuità dei servizi essenziali offerti dalle associazioni Ens e Uici».
«Se davvero nell’arco di un mese le associazioni Ens e Uici dovranno liberare i locali che da diversi anni ospitano le loro attività su Corso Nicotera, per consentire i lavori di riqualificazione dell’immobile, il sindaco Mascaro e la sua Giunta devono trovare una soluzione alternativa – ha evidenziato Bruni –. La possibilità di riqualificare e mettere in sicurezza questa struttura attraverso un finanziamento ministeriale è sicuramente una opportunità che l’Amministrazione comunale doveva cogliere, ma non a discapito delle associazioni che in quei locali operano da anni, nella quotidianità della vita di persone con disabilità e famiglie che spesso dipendono da questi presidi per una buona qualità della vita».
«L’Amministrazione comunale non può non considerare i disagi che le sezioni territoriali di Ens e Uici dovranno affrontare rimanendo senza uno spazio fisico dove svolgere le proprie attività – ha concluso Bruni –. ‘La politica è un gioco corto con una visione a lungo termine’, diceva Franklin D. Roosevelt: il sindaco Mascaro avrebbe già dovuto mettere in conto la necessità di prospettare soluzioni alternative, e garantire risposte adeguate alle associazioni coinvolte». (rcz)