25 settembre – La Calabria, oltre a essere culla di cultura, è anche “guardiana” di tradizioni e pratiche che vengono tramandate di generazione in generazione. Tra questi, c’è una pratica antica, custodita dagli abitanti Monterosso Calabro. Si tratta della tintura dei filati con la grafite, minerale presente in grande quantità nel paese del Vibonese, la cui montagna ospita l’unico giacimento d’Italia non ancora esaurito.
Questa arte, conosciuta da pochi ma non dimenticata dai suoi abitanti, in particolare dalle sue donne, è arrivata sulle passerelle del Green Carpet della Milano Fashion Week, con una delegazione composta da Antonio Lampasi, sindaco di Monterosso Calabro, dalla sua vice Maria Crispino, Lionella Morano, da Giacomo Puzzello e da Giuseppe Curigliano.
La delegazione è stata invitata all’evento, svoltosi al Teatro della Scala di Milano, per la grafite presente in alcuni vestiti presentati dalla Camera Nazionale della Moda, ed è stata premiata con l’ “Handprint Awards”, l’Oscar della moda ecosostenibile, per «aver mantenuto la memoria di un’antica pratica di tintura dei tessuti con la polvere di grafite proveniente dalla locale miniera ed utilizzata per secoli, prima che venisse soppiantata dalle tinture sintetiche».
«Esprimo piena soddisfazione – ha dichiarato il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio – per l’importante riconoscimento ricevuto dal Comune di Monterosso Calabro nel corso del Green Carpet Fashion Awards 2018, svoltosi alla Scala di Milano e curato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana».
«È un altro faro positivo – ha proseguito il presidente Oliverio – che si accende sulla Calabria, per fare tesoro del proprio bagaglio di tradizione e cultura. L’esperienza delle antiche tecniche tintorie, con l’uso di polvere di grafite riciclata proveniente da una antica miniera presente a Monterosso Calabro, è diventato il valore aggiunto individuato da un importante marchio internazionale di moda per elaborare un progetto ecosostenibile».
Le montagne del piccolo centro angitolano, già annoverato tra i venti borghi più belli d’Italia, sono conosciute per l’abbondanza di grafite, un minerale che la popolazione, fin dall’antichità, utilizzava per tingere i vestiti. L’operazione veniva prevalentemente utilizzata dalle donne, che raccoglievano il minerale in ampie vasche, dette “gurne”, precedentemente riempite con acqua piovana.
Il risultato era un composto denso di colore nero, che tingeva i tessuti grazie all’aggiunta di bucce di melograno, dall’ottimo potere adesivo.
Grazie alle tecniche tessili e tintori apprese a Monterosso, di recente la Wrad Living, azienda di moda ecosostenibile internazionale, ha prodotto la ti-shirt “Graphi-tee”, la prima maglietta al mondo realizzata con polvere di grafite riciclata, ed altri capi d’abbigliamento, ricevendo prestigiosi riconoscimenti a livello mondiale per il positivo impatto ambientale e sociale. (ams)