«Nei prossimi 10 anni verranno allocati al Sud oltre 200 miliardi di euro, un interventi unico nella storia unitaria del Paese». È quanto ha reso noto la sottosegretaria al Sud, Dalila Nesci, nel suo messaggio istituzionale nell’Assemblea elettiva del Cna, sottolineando che si tratta di «un’occasione che da meridionali, da calabresi, non possiamo mancare».
La sottosegretaria, infatti, ha ricordato come il Pnrr « rappresenta una rara occasione per il rilancio del Mezzogiorno, per la ripresa del processo di convergenza con le aree più sviluppate del Paese. In quest’ottica, il Pnrr non deve essere letto da solo ma unitamente a tutti gli strumenti delle politiche di coesione nazionali e comunitarie attivate: un ammontare di risorse finanziarie che solo per il Sud – tra Fondi strutturali 2021-2027, React Eu, Fondo Sviluppo e Coesione, e risorse nazionali per interventi strategici – supera i 120 miliardi di Euro».
«In aggiunta ed in complementarietà con le risorse finanziarie descritte – ha spiegato – il Piano investirà non meno del 40% delle risorse territorializzabili – pari a circa 82 miliardi – nelle otto regioni del Mezzogiorno, a fronte del 34% previsto dalla legge per gli investimenti ordinari destinati su tutto il territorio nazionale. A ciò si aggiunga che, nella suddetta quota Pnrr del 40% destinata al Sud – pari agli 82 miliardi anzidetti – non vengono annoverate le cosiddette “azioni di sistema” che, comunque, avranno una ricaduta positiva su tutto il territorio nazionale e dunque anche nel Mezzogiorno come ad esempio gli interventi del superbonus o gli incentivi della Transizione 4.0».
«Basti pensare, a titolo meramente esemplificativo – ha detto ancora – alle risorse complessivamente destinate fino al 2030 per la realizzazione di progetti ferroviari nella Regione Calabria che ammontano a più di 15 miliardi e, in particolare, all’AV/AC Salerno Reggio Calabria e al potenziamento della linea Ionica. Si pensi, altresì, alle risorse che il Pnrr destina al rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES), inclusa la Zes Calabria, al fine di rendere questo strumento un catalizzatore di investimenti, un volano di rilancio economico e sociale per il Sud. Si tratta in totale di 630 milioni di euro, previsti nell’ambito della Missione 5, Componente 3, del Pnrr, cui si aggiungono 1.2 miliardi di euro che lo stesso Pnrr – in particolare nella Missione 3, Componente 2 – riserva a interventi sui principali porti del Mezzogiorno».
«È, poi – ha proseguito Nesci – necessario sottolineare che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non è soltanto un programma di spesa ma di performance e quindi finalizzato al raggiungimento di obiettivi. Uno strumento nazionale grazie al quale il Mezzogiorno beneficerà di risorse ingenti ma anche di riforme come lo snellimento dei processi amministrativi, la semplificazione delle regole, la deburocratizzazione».
«Quando nel 2030 – ha detto ancora – ci guarderemo indietro non potremo avanzare la scusa che le risorse non erano sufficienti. Ogni livello decisionale – da quello centrale a quello regionale, dalla singola amministrazione comunale alle associazioni di categoria – sarà chiamato in questi dieci anni a collaborare ad uno sforzo comune: assumersi le proprie responsabilità per risollevare insieme il Paese».
«Ciò varrà ancor più qui, all’estremo Sud della Penisola – ha concluso – dove avremo la possibilità di relegare alla Storia quella che ancora oggi, al Nord, qualcuno chiama la “Questione Meridionale”». (rrm)