Le Associazioni Ambientaliste unite nell’alleanza per il mare hanno incontrato l’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio, dove sono state chieste risposte in merito al funzionamento e all’efficienza degli impianti di depurazione costieri, ai progetti e i finanziamenti in corso, ai controllo sugli stessi depuratori e sulle altre possibili fonti inquinanti quali fiumi, canali e torrenti, al ruolo dell’Arpacal e delle altre autorità addette alla vigilanza sul territorio e, soprattutto, cosa aspettarsi per la prossima stazione estiva.
Hanno partecipato all’incontro Roberto Laprovitera di Italia Nostra Alto Tirreno, Nadia Gambilongo dei Giardini di Eva, Francesco Cirillo del Comitato ambientale Diamante e Cirella, Giorgio Berardi della Lipu regionale, Fabio Spinelli del WWF Calabria Citra, Rocco Trifilio dell’ Ass. Artemis, Giovanni Peta del Comitato Ambientale Presilano, che hanno chiesto, anche, se sugli impianti di depurazione possono essere installati dei campionatori per un controllo telematico da affidare all’Arpacal, se si poteva rivedere il master plan regionale sull’erosione costiera sentito anche l’Assessore ai lavori pubblici competente.
L’assessore De Caprio ha avuto modo di spiegare che tutta la progettazione per gli interventi, finanziati a seguito della procedura di infrazione comunitaria per violazione della Direttiva 91/271/Cee, con sentenza di condanna per i ritardi nella realizzazione di efficienti sistemi di depurazione delle acque reflue urbane, era stata fatta in maniera astratta, non aderente alla realtà, per cui sono stati approntati subito dei progetti integrativi in modo tale che, con ulteriori risorse aggiuntive, si potrà uscire dalla procedura di Infrazione Comunitaria.
La richiesta di finanziamenti aggiuntivi è stata presentata al Cipe e, nelle prossime settimane, i comuni avranno ulteriori risorse per superare quegli aspetti che impedivano l’uscita della procedura di infrazione. Si tratterebbe di un insieme di lavori che darà frutti velocemente. Alcuni depuratori, a seguito di detti lavori, andranno in esercizio anche a giugno, altri poco dopo.
L’assessore De Caprio ha dichiarato che, ragionevolmente, fra due anni avremo un mare pulito in Calabria perché «gli interventi integrativi sono piccoli di dimensione e, quindi, non c’è bisogno di attività che durino più a lungo. In un anno se si lavora bene si realizzano le opere perché sono quasi tutti interventi inferiori a 500 mila euro, però certamente i comuni hanno bisogno di supporto per l’espletamento rapido delle gare».
L’ Assessore ha anche specificato che, secondo quanto appreso dai sindaci, il motivo principale dell’inquinamento e della pessima gestione degli impianti di depurazione è causato dalla mancata separazione delle acque bianche dalle acque nere in quasi tutti i comuni della regione. Per cui, è stata presentata una richiesta di finanziamento di 266 milioni di euro sul Recovery Fund, ed il ministro della Transizione Ecologica avrebbe compreso benissimo l’importanza della questione. Si dovrebbe intervenire, in tal modo, su tutti i comuni della Regione Calabria, facendo sì che i depuratori non traciminino ogni qualvolta la portata è cinque volte superiore a quella prevista.
Per i controlli sugli impianti di Depurazione e sugli altri fattori di rischio (fiumi, ecc), l’assessore ha evidenziato che con 800 chilometri di costa e con l’ingente superficie delle spiagge, l’Arpacal riesce ad effettuare soltanto 1/3 della propria attività, a discapito anche dei controlli sulla depurazione in quanto le dotazioni finanziarie dell’Ente sono di circa 15 milioni di euro a fronte del 36 previsti dal DPGR 137/2002.
La questione è stata posta presso il Ministero della Salute, in quanto il finanziamento dell’Arpacal è legato al Sistema Sanitario Regionale attualmente commissariato dal Governo Centrale. Per quanto riguarda il controllo telematico dei depuratori con i campionatori, ne saranno attivati almeno una cinquantina sui depuratori più sensibili e sicuramente prima della stagione saranno collegati.
Sulla sicurezza e sui controlli sui fiumi interessati da scarichi abusivi, ma anche dagli scarichi degli impianti di moltissimi depuratori dei comuni interni, l’assessore ha affermato che è stato fatto un lavoro particolarmente attento, e sul Recovery Fund sono stati richiesti 140 milioni di euro per fare i Contratti di Fiume su tutte le aste fluviali, in modo che saranno fiumi controllati con piste ciclabili e dove non sarà più possibile scaricare. Il fiume sarà un corridoio di sviluppo naturalistico dove i cittadini saranno a contatto con la natura. La Calabria sarebbe l’unica regione ad aver fatto una richiesta del genere sui contratti di fiume e di costa.
L’assessore, infine, ha stigmatizzato che in Calabria non ci sono controlli e che questo è stato presentato al Ministro degli Interni. La Calabria non ha una polizia regionale e le associazioni fanno bene a denunciare alle autorità l’insicurezza e l’assenza di controlli sulle coste e sui fiumi, ed ha dichiarato: «Io insieme a voi in maniera costruttiva l’ho rappresentato, continuerò a farlo, non mollate, continuate a segnalare ed a denunciare l’assenza di forze deputate al controllo perché è incredibile ed inaccettabile, però è la realtà».
«L’Alleanza per il Mare – si legge in una nota – e tutte le Associazioni che la compongono, prendono atto delle dichiarazioni dell’assessore e continueranno a svolgere non solo l’attività di segnalazione e di denuncia che hanno sempre svolto, ma, in questa fase soprattutto, anche l’attività di attento monitoraggio e di controllo su tutto quanto, in merito alla questione in particolare della depurazione, viene annunciato dalla Regione , dai comuni e da altri soggetti istituzionali, facendo presente a tutti che i nostri referenti sono i cittadini che hanno il diritto, come più volte abbiamo affermato, ad avere un mare pulito. La verificheremo a partire dalla prossima stagione estiva. (rcs)