di EMILIO ERRIGO – La Calabria inizia a riprendersi il maltolto a Saline Joniche. Un territorio costiero e un mare unici al mondo, violati, deturpati e abbruttiti, con due cattedrali in mezzo al verde, più verde che c’era!
Ricordo quando frequentavo quelle spiagge bianche come il latte fresco, un mare cristallino e un sole caldo gradevole.
L’imponente Capo dell’Armi, un promontorio alto a picco sul mare, dove sulla sommità svetta lo storico faro di Capo d’Armi, sicurezza lampeggiante dei naviganti.
A meno di due miglia da questi scorci di paradiso terrestre e marittimo, ancora incontaminati e isolati, felicità dei diportisti, bagnanti e dei subacquei, esistono immobili da diversi decenni, due triste realtà ambientali: i resti metallici e le opere costruite in cemento armato, brutti a vedersi in tutti i sensi, i beni industriali arrugginiti della ex Fabbrica della Liquichimica costruita a Saline di Montebello Jonico, realizzata con fondi pubblici e privati negli anni 70 e le opere mastodontiche inutilizzate e impattanti, di quello che doveva risollevare le sorti occupazionali della Calabria Jonica, le Grandi Officine Riparazioni delle Ferrovie dello Stato.
Ora quei luoghi un tempo simbolo dell’ambiente agricolo ricco di agrumeti, orteti e bargamotteti, sono dei veri e propri cimiteri di un disastro pubblico e privato, arrecato alla Calabria con il c.d. Pacchetto Colombo, con l’intento di anestetizzare il Popolo Calabrese, oramai pronto all’insurrezione popolare, in parte sfociata nei moti insurrezionali di Reggio, denominati “Boia chi Molla”, innescati dalla decisione affrettata della politica nazionale e regionale, di togliere senza pensieri a Reggio Calabria, la sede amministrativa e storica, del Capoluogo della Regione Calabria.
Andate su Google o sulla piattaforma e motore di ricerca You Tube e digitate Grandi Officine Riparazioni e Liquichimica Saline Joniche, vi renderete conto da soli quanti scempi ambientali e sperpero di ingentissime risorse pubbliche, fanno bruttissima mostra delle incompiute di Stato, su un tratto costiero un tempo di incomparabile bellezza, lungo oltre 5 km.
Si vedono chilometri e chilometri, di piloni a pochi passi dal mare e sovrastanti infrastrutture in cemento armato cadente con il ferro arrugginito i quali, vistosamente denotano i segni di incuria e inqualificabile spregio della cosa pubblica. Oggi le cose parrebbero che iniziano a cambiare passo amministrativo e politico, tanto è vero che il Governo ha deciso di intervenire e tentare di salvare il salvabile, manifestando la volontà di riqualificare il territorio di Saline Joniche.
Con il Decreto legge n.121 del 10 settembre 2021, art. 4, convertito in Legge n.156 del 2021, il Porto regionale di Saline Joniche è stato, considerato giuridicamente e commercialmente di interesse nazionale, e trasferito nelle competenze amministrative dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto. È di qualche giorno la notizia che le Autorità pubbliche competenti, alla presenza del Sindaco del Comune di Montebello Jonico, Comandante del Compartimento Marittimo di Reggio Calabria e il Presidente dell’AdSP dello Stretto Ing. Mario Mega, hanno sottoscritto il Verbale di Consegna demaniale ex art. 28 e 34 del C.N., del Porto di Saline Joniche e altre aree demaniali marittime ricadenti nel perimetro Portuale e Retroportuale.
Sono tantissimi i lavori e opere marittime che si renderanno necessarie e urgenti, per la messa in sicurezza e riattivazione funzionale del Porto, ora insabbiato è bloccato, che si spera tanto possa essere destinato al traffico commerciale, peschereccio, turistico, crocieristico e diportistico.
Il Porto di Saline Joniche è posizionato al centro del Mar Mediterraneo, potrebbe costituire un porto rifugio sicuro per i naviganti. Sarà sicuramente una vera manna venuta dal cielo per volontà di Dio Padre. Importante che tutti, dico tutti, si rendano conto che i miracoli economici hanno sempre bisogno di tanta fede e lavoro, altrimenti il nulla continuerà a regnare a Reggio Calabria e nei 97 Comuni metropolitani.
Contestualmente mi permetto in fede e diritto, di chiedere al Presidente della Regione Calabria, di voler sensibilizzare il Presidente del Consiglio e i Ministri competenti, a riqualificare l’ambiente costiero, dichiarato per la maggior parte, Siti di Interesse Comunitario, (SIC -D.M. Ministro Ambiente e del Territorio 25 marzo 2005 , ai sensi della Direttiva n. 92/43 CEE) che da Punta Sant’Agata, Punta Pellaro, Capo dell’Armi, arriva in quel che fu l’area della gioia di noi ragazzi e Giovani di Saline Joniche, decretando la completa bonifica e rimozione immediata in danno, delle diverse migliaia di tonnellate ferraglie arrugginite, situate all’interno e all’esterno delle infrastrutture industriali da oltre un trentennio abbandonate a se stesse e al degrado della Liquichimica e Grandi Officine Riparazioni delle Ferrovie dello Stato.
Il sole e la felicità possono così un giorno non tanto lontano, ritornare a splendere e leggersi negli occhi disorientati, tristi e rassegnati dei Giovani Calabresi di Saline Joniche e di Reggio Calabria.
[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, Generale della Guardia di Finanza in ausiliaria, docente universitario di “Management delle Attività Portuali” e “Diritto Internazionale e del Mare”]