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L'OPINIONE / Franco Bartucci: A proposito dell'Alta velocità

L’OPINIONE / Franco Bartucci: A proposito dell’Alta velocità

di FRANCO BARTUCCIIl vecchio anno 2024 ci ha lasciato ma, attraverso i media, ci ha consegnato una straordinaria notizia che finalmente rende pregnante un vecchio progetto che riguardava lo sviluppo del nostro territorio con la realizzazione della cittadella universitaria sui territori dei comuni di Rende e Montalto Uffugo. Un progetto pensato da professionisti galantuomini e sognatori che come vedremo tra poco più avanti trova appagamento e saggezza nell’idea pensata della “Grande Cosenza”, quale area urbana unica attorno alla nascente Università della Calabria, perorata fin dal 1971 dal Rettore Beniamino Andreatta.

Ci riferiamo alla notizia diffusa dalla Rfi che informa di avere chiesto la pubblicazione nella Gazzetta Europea del bando di gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori di raddoppio della Galleria Santomarco sulla linea Cosenza-Paola, per un importo di 1,6 miliardi su un fabbisogno di 14 miliardi, solo per i primi due lotti, che risultano abbastanza strategici per l’area urbana di Cosenza. I lavori prevedono anche la realizzazione di una nuova fermata a Montalto Uffugo, cioè Settimo e il campus universitario, che nella intenzione diventerà la stazione di Alta velocità dell’area urbana.

Il tracciato ferroviario si svilupperà per 22,2 Km: la nuova galleria naturale Santomarco si estende per circa 17 km in sotterraneo, con configurazione a doppia canna e singolo binario, mentre i restanti 5,2 Km sono tratte all’aperto. La conclusione dei lavori è prevista per il 2030. In prossimità dell’imbocco della galleria lato Cosenza, nel comune di Montalto Uffugo, è prevista una nuova stazione con relativa viabilità di collegamento, al servizio del territorio e del polo universitario di Rende.

I territori interessati per tali lavori, così si puntualizza nella relazione, riguardano i Comuni di Paola, San Lucido, Rende, Montalto Uffugo, San Fili, San Vincenzo La Costa.  Potrebbero già questi comuni sulla base di questa importante opera legata all’Alta Velocità costituirsi in un’unica area urbana in funzione inoltre del completamento strutturale della cittadella universitaria rimasta tuttora tronca fin dal 2007 sulla collina di contrada Vermicelli di Arcavacata di Rende; mentre nel progetto ne estendeva la realizzazione dell’opera su un asse lungo 3 km e 400 metri lineari tra la Statale 107 Crotone/Cosenza/Paola e l’asse ferroviario Cosenza/Paola. con incrocio dell’altro asse ferroviario Sibari/Paola a Settimo di Montalto Uffugo.

Da questo quadro scaturisce l’urgenza, dato il persistere delle decisioni che dovranno essere prese circa il lotto del tracciato dell’alta velocità Praia/ Paola,  se debba essere all’interno lungo la costa tirrenica parzialmente vicino all’autostrada oppure quello sulla direzione Tarsia che si innesta nella trasversale Sibari Paola, di creare subito l’area urbana unica della “Grande Cosenza” in funzione dello sviluppo dell’Università della Calabria. Una città metropolitana a dimensione europea – era il pensiero del Rettore Andreatta –  punto di riferimento dell’area del Mediterraneo.

Un’area urbana unica incentrata sull’asse Montalto Uffugo, Rende, Cosenza capoluogo, con attorno l’insieme dei comuni che con la loro luminosità notturna ne fanno un insieme paragonabile alla grande Londra metropolitana. Anche questo concetto fa parte integrante della relazione tecnica che fu approvata dal Comitato Tecnico Amministrativo dell’Università della Calabria, con presidente il Rettore Beniamino Andreatta, nel momento in cui scelsero di collocare la sede della nascente Università a Nord di Cosenza tra il mese di giugno e luglio 1971. Tale scelta fu fatta in varie riunioni dell’Organismo tecnico amministrativo che si svolsero nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, presente il Sindaco Fausto Lio, quale componente dello stesso organismo, dedito, tra l’altro, a tutelare e salvaguardare il centro storico della città che fa parte integrante della “Grande Cosenza”.

Non più “Cosenza una e trina” di città unica, giustamente respinta dal referendum consultivo dello scorso 1° dicembre 2024, ma una “Grande Cosenza” caratterizzata dal suo nocciolo centrale come poc’anzi descritto e da un insieme di valori urbanistici diffusi sul territorio ben collegati e legati da un sistema viario, autostradale, ferroviario e di metropolitane veloci, tra l’UniCal e la città Bruzia; tra l’UniCal e Sibari, quale luogo di enorme valore storico archeologico; tra l’UniCal e la città di Castrovillari in fase di espansione con alle spalle il Pollino; tra l’UniCal ed il Tirreno con Paola e San Lucido, dove si guardava per creare un insediamento urbanistico universitario.

Il tutto avendo come centro si smistamento e collegamento la stazione ferroviaria testa di ponte del progetto dell’Università, collocata in località Settimo di Montalto (quella che Rfi definisce nel progetto di fattibilità quale stazione di Montalto per il Campus universitario di Rende), di cui agli elaborati tecnici architettonici di Vittorio Gregotti, vincitore del concorso internazionale insieme a quelli dell’arch. Tarquinio Martensson, nella parte relativa al complesso residenziale.

Quella stazione si  trova collocata su territorio di Montalto Uffugo, ma è parte integrante del progetto dell’Università della Calabria estesa sui territori di Rende e Montalto, ponendola nelle condizioni di essere parte integrante di quel disegno invocato ed auspicato dal Rettore Beniamino Andreatta della  “Grande Cosenza”, quale area urbana unica. In questi cinque anni di discussione sulla città unica abbiamo sempre sostenuto che il progetto era sbagliato per il non inserimento del comune di Montalto che si ispirava alla “Grande Cosenza” scaturita dalla nascita dell’Università della Calabria e tutto doveva essere in funzione del suo sviluppo.

Come oggi il tracciato giusto dell’alta velocità è quello Praia/Tarsia in quanto funzionale alla nascita della “Grande Cosenza” e della sua università come è stato spiegato bene dalla relazione del Comitato Tecnico Amministrativo (Cta), presieduto dal Rettore Beniamino Andreatta, che nel mese di luglio 1971 fece la scelta di collocare la nascente cittadella universitaria a Nord di Cosenza, che ne riproponiamo a seguire alcuni passaggi: “Le migliori opportunità per il nuovo insediamento universitario si danno nell’integrazione agli insediamenti del Cosentino, ai “casali”. Per quanto riguarda le proposte alternative di aree, nel documento si rileva che sono tutte relative alla fascia collinare della Sila Piccola o della Serra Paolana, caratterizzate dalle colture promiscue degli storici insediamenti umani – il paesaggio più umanizzato e integro – da riconquistare al suo futuro – che si possa ritrovare nelle Valli del Lara e del Crati. Sono tutte compatibili, in maggiore o minore misura, con i criteri enunciati e con l’immagine della Grande Cosenza.

Per assolvere tutti i compiti che avrà nel futuro, Cosenza deve sfruttare al massimo la sua posizione baricentrica nel Mezzogiorno, ottenendo, dal sistema dei trasporti, le relazioni efficaci che deve avere, a partire dai collegamenti ferroviari. I punti nodali – strutturali – della grande Cosenza sono nella confluenza della Valle del Settimo (sbocco della galleria ferroviaria Paola Cosenza in elaborazione) nella valle del Crati be lungo la Valle dell’Esaro, da Belvedere (e Diamante, in quanto più opportuno recapito delle ristrutturabili linee di trasporto dalla Valle del Sinni e dal Cilento) a Sibari…. A tal punto la strada pedemontana già proposta dai comuni a sinistra del Crati – se connessa direttamente e in quota con la Valle di Diano come già l’antica Popilia – assolve all’importantissima funzione di essere il tramite più interno tra i riqualificati insediamenti storici – da Cosenza a Castrovillari – che si connettono nella grande Cosenza. Ma perché allora – è riportato nella relazione come domanda – non farne una metropolitana (di elevate caratteristiche, veloce), perché il problema più difficile della grande Cosenza sarà quello del coprire distanze doppie delle normali in tempi di trasporto urbano?

Ne risulterebbe la possibilità di avere per tutti i comuni (anche Londra ha molti comuni in un’unica città) a sinistra del Crati una linea di trasporto collettivo (su rotaia che è quello di maggiore capacità oraria quando la domanda lo richiede o con l’autobus) che li serva per tutte le attività urbane – anche a livello metropolitano – e serva contemporaneamente quei parchi naturali che sono i boschi della Serra. L’autostrada del Sole che anch’essa sta nella logica della grande Cosenza li servirà fin quando non occorra raddoppiarla a mezza costa. Questa soluzione non contrasta con altre previsioni (già formulate) dalla pianificazione per lo sviluppo industriale e per lo sviluppo urbanistico di Cosenza e dei comuni contermini. Anzi, offre a quelle previsioni integrazioni e sollievo per la più prevedibile congestione. L’Università in futuro potrà meglio garantire le scelte più responsabili e coraggiose, ma oggi non può che offrire doverosi chiarimenti ai poteri che operino le scelte”.

Bando quindi alle proposte di sperimentazioni legate a forme di “unione” dei servizi, ma sedersi a un tavolo per costruire da subito la Grande Cosenza sulla base delle indicazioni che abbiamo fornito in questo servizio.  (fb)