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L'OPINIONE / Gregorio Corigliano: Calderoli spacca il Paese e abbandona il Sud

L’OPINIONE / Gregorio Corigliano: Calderoli spacca il Paese e abbandona il Sud

di GREGORIO CORIGLIANO – Davvero non cambia nulla per il Sud e per il Paese con il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata? Ed allora perché si fa, verrebbe da chiedersi. La verità, a stare attenti e a leggere le carte con sufficiente attenzione è che non cambia solo per il Sud, ma per tutto il Paese. Come è stata concepita, la riforma consentirà di fatto la nascita di 20 repubbliche autonome con evidenti regole differenti. Come dire che si tornerà allo Stato preunitario fatto di staterelli, uno diverso dall’altro.

E quel che altrettanto conta è che ci saranno leggi e regolamenti diversi per ogni regione, che potrebbe pure non chiamarsi Regione, a questo punto, ma Repubblica autonoma della Calabria, per esempio. Con Sigla ReACal, tanto per dire. Per differenziarla dalla Re.A.Pi. E le amministrazioni locali ne soffriranno anche loro le conseguenze o gli effetti perversi, perché i sistemi amministrativi saranno profondamente differenti. E gli imprenditori che devono investire in Calabria o in Lombardia? Ognuno avrà a che fare con legislazioni diverse. Ed i medico, anche loro. Gli stipendi saranno uguali in tutto il Paese, come dice la Meloni, in tutta la nazione? Certo che no. Ed a quel punto, se già lo è oggi, figurarsi quando il ddl sarà legge.

Ci sarà pure una Regione, o uno staterello, che paga di più o no? Certo, ed allora medici e paramedici scapperanno là! Ed i docenti, la stessa cosa. Ognuno andrà dove si guadagna di più, se per andare da uno Stato all’altro non ci vorrà il passaporto. Calderoli mette le mani da dentista avanti e dice che ci saranno i Lep. Se questi saranno come i Lea, staremo freschi. Già scappano oggi per il Nord, se non per l’estero, come pure sta avvenendo. E quindi i cittadini non saremo tutti uguali, o no? Come sarebbe possibile garantire a tutti i meridionali il tempo pieno a scuola, come succede per ogni famiglia settentrionale, senza i finanziamenti adeguati. E questi vanno avanti, con leggerezza e col sorriso sulle labbra, tanto chi vivrà, appunto, vedrà. Perchè si dice che si tratta di autonomia differenziata. Forse perché saranno “valorizzate” le differenze ambientali, storiche e culturali delle regioni?

E se la Calabria, come scriviamo tutti i giorni, è la cenerentola del Paese, col ddl sarà addirittura la badante del Paese. Al Nord, infatti, è concentrata la produzione industriale vera e propria dell’Italia, e con la differenziata, avrà maggiori benefici! O no?  E la meraviglia è che parlamentari del Sud, e politici meridionali, hanno votato a favore. Come si fa? A me pare, come dice il Laboratorio civico, un abominio. E le voci di quanti dicono niet a Calderoli sembrano vox clamans nel deserto di un Pese che sta vivendo, una mutazione che più radicale non si può. Un sussulto di coscienza dei politici calabresi e meridionali viene auspicato, ma ad oggi, il segno di vita è assai flebile. Daranno un segno? Forse, quando, probabilmente sarà troppo tardi.

Come per la Zes, la zona economica speciale la cui riforma, a parere di uno che se ne intende, come il presidente della Puglia Emiliano, porterebbe ad una riedizione della Cassa per il Mezzogiorno. E perché l’ex presidente della Corte costituzionale De Siervo parla di riforma precaria ed impugnabile in modo agevole? Perdono tutti i cittadini italiani con il ddl Calderoli: Certo, dice De Siervo, si rischia un periodo di insicurezza e di tensioni tra Regioni più forti e regioni più deboli. Ecco perché gli oppositori parlano di decreto spacca Italia, con un Nord potente ed un Sud misero ancor di più.

Eppure c’è stato un periodo in cui si parlava di abolizione delle Regioni o di rivisitazione delle stesse, a distanza di mezzo secolo dalla loro istituzione ed invece adesso non solo non si cambiano in maniera più efficiente con l’esperienza acquisita, ma addirittura si peggiorano. Ecco perché, se dovesse passare definitivamente, come passerà, non resta, detto adesso, che impugnare di fronte ai Barbera ed alla Consulta, perché viene violato l’attuale assetto unitario ed a perdere non sarà solo Calderoli, al quale non credo interessi molto, ma tutti gli italiani. E Poi, piangere il morto, come diceva l’antico detto, sempre attuale, saranno lacrime perse. E l’incorreggibile Kociss sarà sempre vivo e vegeto ma non tornerà più a occuparsi molari e premolari. (gc)