A Corigliano Rossano al via la raccolta firme contro l’autonomia

A Corigliano Rossano domenica 28 partirà la raccolta firme per sostenere il referendum contro l’autonomia, promossa dal Movimento 5 Stelle della città.

Quello di domenica sarà un doppio appuntamento: alle10.30 gli attivisti allestiranno un gazebo a Rossano presso Sant’Angelo tra i lidi Gypsy e Lula Paluza; alle 19.30, invece, l’appuntamento è su Corigliano in Piazza Portofino a Schiavonea. Presenti al gazebo insieme agli attivisti, i deputati Vittoria Baldino ed Elisa Scutellà e la neo eletta consigliere comunale Lidia Sciarrotta.

«Vogliamo dare vita ad una grande e diffusa mobilitazione – hanno spiegato i pentastellati – per difendere l’unità del nostro Paese. Il tempo delle parole è finito. E’ ora di agire. Imposta dalla Lega, l’autonomia differenziata impatterà sulla garanzia di uguali diritti fondamentali tra tutti i cittadini quindi uguali servizi su sanità, istruzione, lavoro, ambiente ma anche e soprattutto di sviluppo economico».

«Come riportano alcuni dati – hanno proseguito – nel 2022 per ogni abitante dell’Emilia Romagna la spesa sanitaria pro – capite è stata di 2.495 euro mentre per un calabrese di 1.748 euro, che diventeranno 839 euro con l’autonomia differenziata. Andranno via migliaia di medici, infermieri e docenti in quanto nelle materie non Lep (livelli essenziali delle prestazioni) già chieste dalle regioni del Nord si possono differenziare gli stipendi fino a raddoppiarli con fondi regionali. In una regione come la Calabria che spende già 280 milioni per cure fuori regione saremo costretti a trasferirci al Nord per qualunque tipo di intervento».

«Con questa legge – hanno spiegato – pagheremo tutti le tasse ma non tutti avranno gli stessi diritti. A rischio con il diritto alla salute, anche il diritto all’istruzione, alla sicurezza sul lavoro, alla possibilità stessa di promuovere politiche industriali e di sviluppo capaci di creare lavoro stabile e di qualità. Scendiamo in piazza contro una legge che contrasta con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I 209 miliardi portati in dote all’Italia da Giuseppe Conte nel 2020 servono a colmare le distanze tra Nord e Sud, l’Autonomia invece le aumenta». (rcs)

L’OPINIONE / Angelo Sposato: Occhiuto impugni provvedimento e firmi per il referendum per autonomia

di ANGELO SPOSATO – La posizione del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto che chiede una moratoria per le intese regionali, in assenza di copertura finanziaria dei Lep, è apprezzabile ma non è un ripensamento sui danni che produrrà al Paese l’autonomia differenziata. È un semplice distinguo per evitare il dissenso popolare che sul tema è crescente anche in Calabria.

In queste ore c’è una grande voglia di partecipazione e di protagonismo dei cittadini che stanno firmando per il referendum per respingere questo tentativo di dividere il Paese e colpirne le sue fondamenta costituzionali. Se il presidente Occhiuto (che ha votato sì in conferenza delle regioni al progetto di autonomia differenziata) vuole essere coerente con la nuova posizione assunta, accolga le richieste delle opposizioni in consiglio regionale ed impugni il provvedimento con le altre regioni e firmi come cittadino calabrese il referendum abrogativo.

Altrimenti rimarrà solo una semplice distinzione che non produrrà alcun atto concreto e nessun atto politico. (as)

[Angelo Sposato è segretario generale Cgil Calabria]

Il Pd Calabria: Occhiuto assuma una posizione coerente sull’autonomia

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, la smetta «di fare melina e assuma una posizione coerente con le sue dichiarazioni pubbliche sull’autonomia». È quanto hanno chiesto i consiglieri regionali del Partito Democratico, sottolineando come «destano profondo imbarazzo e inquietudine le dichiarazioni rilasciate dal governatore della Calabria Roberto Occhiuto ai microfoni di Sky».

«Il presidente ha spiegato come il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata passerebbe a grande maggioranza al Sud, perché i cittadini non condividono l’impianto penalizzante della normativa. Non solo», hanno aggiunto i dem, sottolineando come «Occhiuto dice anche che anche al Nord la legge non avrebbe consensi in grado di sovvertire tale andamento, in quanto anche i cittadini delle regioni settentrionali avrebbero altre priorità, sanità e sicurezza tra le altre, prima delle questioni legate all’autonomia. E allora perché la nostra ppa sul referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata non è stata portata in Consiglio regionale e calendarizzata in Commissione soltanto all’ultimo giorno utile?».

«Non è consentito al governatore – hanno detto ancora i consiglieri dem – di prendere per i fondelli l’opinione pubblica con dichiarazioni contro l’autonomia differenziata e atti amministrativi e politici a suo favore. Se è vero quello che dice pubblicamente, Occhiuto sia coerente e faccia arrivare la nostra ppa immediatamente in Consiglio regionale e la voti insieme a noi. Altrimenti scelga la strada del silenzio e si assuma le responsabilità di avere avallato una riforma che affosserà definitivamente il Sud». (rcz)

Osvaldo Napoli risponde a Occhiuto: Sull’autonomia il Governo rischia di frantumarsi

di PINO NANOOsvaldo Napoli, classe 1944, nato a Torino ma di origini calabresi, sindaco di Giaveno per quattro mandati, tra il 1985 e il 2004, nel 1994 aderisce a Forza Italia. Nel 2001 è deputato alla Camera nelle liste di Forza Italia nel collegio di Giaveno e riconfermato poi nel 2006. Viene rieletto alla Camera dei deputati nelle file del Popolo della Libertà durante la XVI Legislatura. Nel dicembre 2010 è Vicecapogruppo del PdL alla Camera.

Nel febbraio 2013 si ricandida alla Camera dei deputati al sesto posto della lista PdL nella Circoscrizione Piemonte 1, ma il PDL ottiene soltanto tre seggi e lui rimane fuori dal Parlamento. Nel 2013, dopo lo scioglimento del PdL, aderisce alla nuova Forza Italia rifondata da Silvio Berlusconi. Eletto sindaco di Valgioiei nel 2009, nel 2011 diventa presidente facente funzioni dell’Anci al posto di Sergio Chiamparino appena eletto sindaco di Torino. Nel maggio 2014 viene rieletto Sindaco di Valgioie, incarico dal quale si dimette nel maggio 2016 per candidarsi sindaco a Torino. 

Il 5 giugno 2016, alle elezioni comunali di Torino raccoglie il 5,31% che gli valgono l’elezione in Consiglio Comunale. Dal 17 marzo 2022, dopo aver lasciato il gruppo parlamentare di Coraggio Italia, aderisce alla componente parlamentare del gruppo misto di Azione di Carlo Calenda. Suo fratello, Vito Napoli, era stato prima di lui sottosegretario di Stato alle Attività produttive, uomo chiave del gruppo di Forze Nuove che in seno alla DC faceva riferimento a Carlo Donatt Cattin.

-On. Napoli, parliamo di Autonomia Differenziata. «Non ho alcun pregiudizio sull’autonomia differenziata. Il ddl Calderoli, che non è uno ‘spacca Italia’, è stato migliorato grazie a Forza Italia, ma è una legge che andava maggiormente approfondita». Dopo le dichiarazioni del presidente della Regione Calabria, che cosa si può aggiungere? 

«Faccio solo notare, per chi non lo sapesse, che Roberto Occhiuto non è soltanto il presidente della Regione Calabria ma è anche il vicesegretario di Forza Italia. Delle due l’una: o Roberto Occhiuto ha bocciato l’autonomia in dissenso dal suo segretario, oppure la sua stroncatura del ddl Calderoli ha il pieno sostegno di Antonio Tajani. E questo, lo capisce anche un bambino, apre un problema politico rilevante nella maggioranza e nel governo».

-Voi di Azione Calenda da che parte state?

«Nel merito del provvedimento, noi di Azione abbiamo espresso critiche puntuali e argomentate rispetto alle quali non abbiamo ricevuto nessuna risposta dal governo. Faccio due esempi: il nucleo centrale dell’autonomia è il finanziamento dei Livelli essenziali di prestazione, meglio conosciuti come Lep. Sanno i lettori la cifra prevista dal governo per finanziare i Lep? Glielo dico io: è zero». 

-È sicuro onorevole di quello che ci dice?

«Le ripeto, zero euro! Zero euro per finanziare quei servizi che dovrebbero garantire uniformità di trattamento al cittadino di Milazzo e a quello di Belluno. Altro elemento decisivo: il superamento della spesa storica, vale a dire quel meccanismo che ha visto nel corso del tempo le Regioni del Nord avvantaggiate rispetto a quelle meridionali. Bene, il ddl sull’autonomia, per essere davvero efficace e credibile, avrebbe dovuto prima stabilire le risorse per superare un’asimmetria finanziaria in certi casi notevole, e dopo, ma solo dopo, aprire il negoziato con le singole Regioni per vedere su quali materie non Lep si poteva concedere l’autonomia».

-Immagino che il giudizio sul decreto Calderoli sia del tutto negativo per voi?

«Mi lasci dire che il ddl Calderoli è pieno di assurdità. Ma lei immagina una Regione che ha il suo assessore al commercio estero? Ma chi ci legge, pensa che in uno Stato federale come gli Stati Uniti ci sia il segretario al commercio estero nello Stato di Oklahoma o del Nebraska o del Wisconsin? Il provvedimento Calderoli non spacca l’Italia, fa meglio: disintegra lo Stato unitario. E vuole sapere che cosa meglio attesta l’esistenza di uno Stato unitario? La campanella della scuola. Quando la campanella della scuola suona alla stessa ora in tutte le scuole, dalle Alpi alla Sicilia, quello Stato esiste».

-E sempre andata così?

«Assolutamente no. Non so se qualcuno ricorda un particolare. Il primo e finora unico governo che ha finanziato l’autonomia differenziata è stato quello di Mario Draghi. Sì, Draghi è riuscito a reperire risorse per 4 miliardi da destinare agli asili. Dopo di lui, il governo che doveva cambiare l’Italia non ha trovato un euro bucato da destinare alle spese non Lep. Passano i mesi, e il governo Meloni si rivela sempre più un esecutivo tutto chiacchiere e distintivo».

-Mi pare il suo un giudizio impietoso onorevole?

«Il punto vero è che il provvedimento sull’autonomia come quello sul premierato si sono rivelati per quello che sono, vale a dire specchi per le allodole. Dovevano mostrare bandiera prima del voto europeo e hanno agitato quel due provvedimenti pensando di prendere qualche voto in più. Il gioco è riuscito a Meloni, ha sbattuto il muso, invece, Matteo Salvini. E oggi Forza Italia presenta il conto a entrambi». 

-Cosa le fa credere questo?

«Non sottovaluterei la stroncatura di Licia Ronzulli al decreto-legge sulle liste d’attesa, altro provvedimento bandiera senza un centesimo che non sposta di una virgola il dramma di milioni di italiani in attesa di un’indagine diagnostica. Provi Meloni a chiedere agli italiani se sono più ansiosi dell’autonomia differenziata o del premier eletto direttamente da loro oppure di fare una risonanza magnetica entro pochi giorni, pagando solo il ticket senza svenarsi in qualche struttura privata. La verità è che dopo 20 mesi di governo il centrodestra ha perso ogni connessione con i problemi reali degli italiani». (pn)

 

Il sindaco di Cinquefrondi Michele Conia:« Firmate per referendum contro l’autonomia»

«Dobbiamo scongiurare questo scenario, per questo ogni firma è preziosa. Contro l’autonomia differenziata noi abbiamo firmato, ora tocca a te! La tua firma… la ferma». È quanto hanno dichiarato Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi, e Fausto Cordiano, presidente del Consiglio comunale di Cinquefrondi, ribadendo l’importanza della raccolta firme per il referendum abrogativo per l’autonomia.

Il sindaco Conia, tra l’altro, ha rivendicato, con orgoglio, che avendo intuito i gravi rischi per la democrazia e la vita economica e sociale del Paese, Cinquefrondi è stato il primo comune in Italia che, nel dicembre 2018, ha adottato una delibera contro l’attuazione del federalismo fiscale e nell’aprile successivo ha avviato il ricorso contro il sistema di perequazione del Fondo di solidarietà comunale, invitando gli altri comuni a fare altrettanto e raccogliendo 600 adesioni. Inoltre, insieme ad altri sindaci calabresi, ho sottoscritto l’appello “Una sola Italia” per chiedere alla Regione Calabria di impugnare la Legge n.86 davanti alla Corte Costituzionale».

Inoltre, presto sarà possibile firmare online: «A breve – ha spiegato Conia – sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale il Dpcm che illustrerà il funzionamento della piattaforma pubblica e gratuita per poter firmare on line referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare. La consegna delle firme in Cassazione avverrà il 30 settembre in modo che si possa celebrare il referendum nella prossima primavera».

Per Cordiano «la partita decisiva si giocherà sul quorum. Infatti il prossimo obiettivo sarà quello di portare al voto più della metà degli aventi diritto, cioè più di 25 milioni di italiani e italiane. Ma siamo fiduciosi non solo per l’entusiasmante successo riscosso ai banchetti per la raccolta firme ma anche per i risultati emersi da un recente sondaggio pubblicato su Repubblica nei giorni scorsi, ed elaborato dall’Istituto Noto Sondaggi, che stima che il 55% degli italiani è intenzionato a votare ed è contrario il 63% dei meridionali».

Il primo cittadino, poi, ha ricordato come «la Legge n. 86, meglio conosciuta come Legge Calderoli, crea inaccettabili discriminazioni, istituisce tanti stati regionali, ciascuno con le sue leggi e in competizione tra loro facendo venir meno il principio solidaristico e generando caos amministrativo, affogando in un mare di burocrazia. La nostra Cinquefrondi, libera e forte contro mafie e illegalità, da sempre luogo di partecipazione ed elaborazione politica, scende in campo per impedire una riforma che spacca il Paese, parcellizza i diritti e acuisce le insopportabili diseguaglianze che insistono nella nostra società, per contribuire a spezzare quel patto anticostituzionale scellerato tra autonomia differenziata e premierato».

«Una riforma – ha continuato Conia – costituzionalmente eversiva, che fa strame dell’articolo 3 della Costituzione, smantella il sistema pubblico di protezione sociale, con una ricaduta drammatica sulla vita delle persone. Nella mia audizione del 14 marzo scorso in Commissione Affari costituzionali della Camera, nell’ambito dell’esame del Ddl Calderoli, ho ribadito con coerenza e profonda convinzione le motivazioni per cui vada portata avanti la lotta iniziata nel 2018, rimarcando con fermezza la contrarietà al disegno di legge sull’Autonomia differenziata. Sanità, scuola, contratti, giustizia, ambiente, beni culturali, trasporti, saranno diversificati per regione di residenza, privatizzando i servizi, smantellando scuola e sanità pubblica, aumentando le ingiustizie, calpestando la Costituzione. Inoltre il testo è impraticabile anche sotto il profilo finanziario, dal momento che servirebbero, come ha ribadito la Svimez, almeno un centinaio di miliardi di euro per finanziare i Lep».

«Si tratta di un inaccettabile progetto secessionista, di una legge sbagliata che spacca il Paese, che istituzionalizza povertà e disuguaglianze, tradisce la Costituzione ed esautora il Parlamento – ha aggiunto Cordiano – senza dimenticare che, una volta ratificate dal Parlamento, le intese governo-regione avranno durata decennale e non sono reversibili, se non per un recesso da parte delle regioni stesse». (rrc)

Il presidente Occhiuto: Auspico che Governo faccia moratoria per l’autonomia

«Il mio auspicio è che ora il governo faccia una moratoria, cioè eviti di approvare delle intese con le Regioni, anche sulle materie non Lep, fino a quando non sarà superata la spesa storica». È quanto ha detto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, intervenendo a Start su TgSky24, ricordando come «non ho alcun pregiudizio sull’autonomia differenziata. Il ddl Calderoli, che non è uno ‘spacca Italia’, è stato migliorato grazie a Forza Italia, ma è una legge che andava maggiormente approfondita».

«Ci sono alcune materie, come quelle non soggette ai Lep – ha aggiunto – per le quali si potrebbero fare da subito delle intese. Su questi temi, invece, serve un surplus di riflessione per capire se ci possano essere ricadute negative per le Regioni del Mezzogiorno. E poi ho contestato il metodo: una legge di questo genere doveva essere maggiormente metabolizzata dal Paese, invece è stata approvata di notte e di fretta, facendola sembrare ancora più divisiva rispetto a quello che è».

«Nessuno mette in discussione il fatto – ha proseguito – che l’autonomia fosse un punto del programma di centrodestra, ma c’è modo e modo di fare le cose. Nel testo, l’ha fatto inserire Forza Italia, è previsto che le intese sulle materie Lep si possano fare solo dopo aver finanziato i fabbisogni, vale a dire dopo aver trovato le risorse per assicurare a tutti i cittadini italiani, sia di Crotone che di Vercelli, gli stessi diritti. Siccome queste risorse ancora non ci sono, aver approvato una legge con queste modalità forse poteva essere evitato».

«Quando in Conferenza delle Regioni – ha detto ancora – ho sostenuto che era giusto avviare il dibattito sul ddl Calderoli, l’ho fatto perché ritenevo che questa legge fosse quasi come un treno, con un primo vagone che era quello dell’autonomia differenziata e un secondo vagone con il superamento della spesa storica».
«Mi pare che oggi – ha concluso – sia arrivato in stazione soltanto il primo vagone, mentre per il secondo siamo ancora a ‘caro amico». (rrm)

GIRIFALCO (CZ) – Si è costituito il Comitato contro l’autonomia

A Girifalco è nato il Comitato contro l’autonomia differenziata e a sostegno del referendum abrogativo, di cui fanno parte i rappresentanti locali delle associazioni e dei partiti che hanno costituito il comitato nazionale.

Sarà avviata, da subito, l’attività di raccolta firme e saranno organizzati momenti di riflessione ed informazione pubblica per fermare una legge che spacca il Paese e crea tante piccole periferie penalizzando il Sud e impoverendo le nostre già precarie condizioni.

È intenzione del comitato cittadino supportare la campagna di raccolta firme per contribuire a raggiungere celermente le firme utili a presentare il quesito abrogativo in Cassazione, permettendo così agli elettori di esprimersi per dare una sonora bocciatura al disegno di autonomia differenziata.

Firmare e sostenere i referendum significa difendere la Costituzione Repubblicana e l’Unità Nazionale, non avevamo certo bisogno in questo periodo storico di dividere il Paese che è già fragile e frammentato.

Il primo banchetto sarà attivo già nella giornata di oggi, dalle 18 alle 21 sulla centralissima via Antonio Migliaccio, davanti la sede del Movimento 5 Stelle. Saranno presenti i componenti di tutte le associazioni tra i quali dirigenti della Cgil Calabrese e dell’Arci. (rcz)

L’OPINIONE / Giuseppe Nucera e Matteo Olivieri: Autonomia una grande opportunità per la Calabria

di GIUSEPPE NUCERA E MATTEO OLIVIERISono trascorsi soltanto pochi giorni dalla promulgazione della legge sulla autonomia differenziata, e dalla stampa apprendiamo che la Regione Veneto ha subito chiesto al Governo l’attribuzione delle materie concorrenti secondo quanto previsto dall’art. 117 della Costituzione. La richiesta iniziale prevede nove ambiti, tra i quali si leggono alcuni notevoli come la delega ai rapporti internazionali, il commercio con l’estero e la protezione civile, la previdenza complementare e integrativa. Ad essi se ne aggiungeranno in futuro altri 14, non appena verrà sciolta la discussione riguardante i Livelli Essenziali di Prestazioni.

Con questa mossa il Veneto rompe gli indugi e si candida a diventare un modello da seguire per le altre regioni italiane. E la Calabria? Dopo il dietrofront del Presidente Occhiuto, che in meno di un anno è passato dal ricoprire il ruolo di patriota della autonomia differenziata a quello di talebano nel suo stesso partito, la Calabria si trova dinanzi ad un bivio: stare a guardare alla finestra quello che fanno gli altri oppure prendere atto che l’autonomia differenziata è ormai legge e quindi vale forse la pena provare a metterla a frutto con intelligenza a vantaggio dei calabresi?

Gli ambiti per i quali la legge concede autonomia alle regioni sono molti ma alcuni sembrano scritti apposta per la Calabria, considerata la presenza di numerose comunità di calabresi nel mondo e le tante potenzialità ancora inespresse della nostra terra. Tra l’altro, il Presidente del Veneto Luca Zaia ha invitato al gemellaggio con una regione del Sud e la Calabria potrebbe raccogliere tale invito per esempio lavorando gomito a gomito sul rilancio del settore termale o forestale, che sono ambiti di competenza regionale, e tanto in Veneto quanto in Calabria rappresentano due voci molto importanti del turismo, della tutela della salute e in futuro – si spera – anche della formazione tecnica e professionale.

Ma la sfida del decentramento (che è innanzitutto decisionale e riguarda la possibilità di prendere in mano il proprio futuro!) include anche la possibilità di creare aziende di credito a carattere regionale o enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Riportare dopo tanti anni in Calabria un istituto di credito a carattere regionale, che investa nella crescita del territorio o nel ritorno di cervelli in fuga come parte del proprio mandato, potrebbe certamente ridare nuova linfa alle filiere agroindustriali della nostra regione ed impedire il drenaggio di risorse che annualmente lascia la nostra regione per essere investita altrove.

Ovviamente già esiste la società finanziaria Fincalabra, ma è indubbio che le possibilità offerte dalla autonomia differenziata consentirebbero di andare oltre il perimetro di azione della azienda in-house, che ora è limitato per lo più alla gestione dei fondi comunitari, ma che in un prossimo futuro potrebbe ampliarsi fino a diventare un vero e proprio collettore del risparmio dei calabresi nonché un fondo di investimento destinato allo sviluppo di settori industriali strategici per la Calabria, sull’esempio di quanto fa Cassa Depositi e Prestiti a livello nazionale.

Siamo convinti che l’autonomia differenziata possa rappresentare la scintilla in grado di far scattare nuovamente nei calabresi l’orgoglio di appartenenza, e per questo motivo riteniamo che il tempo sia maturo per avviare una discussione seria e non dogmatica sull’argomento, utile soprattutto a scardinare la mentalità assistenziale che ancora prevale in molte aree della nostra Calabria. (gn e mo)

[Giuseppe Nucera e Matteo Olivieri sono rispettivamente presidente del Movimento La Calabria che Vogliamo ed già presidente di Confindustria RC ed economista]

Irto (PD): Calabria ultima regione nei Lea

Il senatore del Pd, Nicola Irto, ha evidenziato come «l’ultimo  report della Fondazione Gimbe, la Calabria è l’ultima regione d’Italia per i punteggi Lea e nel 2022 è andata peggio che nel 2021», confermando «che l’autonomia differenziata è lo strumento della Lega per spaccare il Paese nei diritti e nei servizi, a partire da quelli essenziali, con la sorda, cieca e irresponsabile complicità di Fratelli d’Italia e Forza Italia».

«Tenuto conto del nuovo sistema di misurazione dei Lea, nel complesso la Calabria – ha proseguito il parlamentare – ha fatto registrare un arretramento di 24,74 punti, nel 2022 rispetto al 2021. Quanto potrà tacere, adesso, il governo regionale calabrese?».

«Sulla scorta dei dati elaborati da Gimbe, risulta, peraltro, che sono molto gravi – ha detto Irto – le criticità della Calabria e del Sud in generale riguardo agli screening oncologici e al livello di vaccinazione dei bambini. Il report, inoltre, fotografa una classifica degli adempimenti Lea che ha sei regioni del Nord in cima, mentre le regioni del Sud occupano le posizioni peggiori».

«Questi numeri ci dicono in maniera impietosa che l’autonomia differenziata è la più grave ingiustizia che sia mai stata concepita nella storia Repubblicana e che – ha concluso il senatore Irto – è imperdonabile giustificarla, sul piano politico, con la menzogna oppure con il silenzio permanenti». (rp)

Il Consiglio di Anci Calabria delibera l’istituzione di una commissione consultiva per l’autonomia

Sarà istituita una Commissione consultiva e di studio sull’applicazione della legge in materia di autonomia differenziata. È quanto è stato deliberato dal Consiglio di Anci Calabria, «in linea con le indicazioni dell’Anci nazionale noi 20 presenti sui 25 componenti del Consiglio, abbiamo scelto in piena unità di approfondire, tramite apposita Commissione consultiva, la concreta applicazione della legge sull’autonomia differenziata, di monitorarne gli effetti e di indicare tutti i necessari correttivi al Governo e al Parlamento, in modo che l’Anci Calabria sia protagonista attiva nell’interesse esclusivo delle comunità locali»», ha spiegato la presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro.

Dell’organo, poi, faranno parte l’avvocato amministrativista Oreste Morcavallo, l’avvocato Alfonso Rende, segretario generale della Provincia di Cosenza, l’avvocato Nicola Midonno, segretario generale della Provincia di Crotone, e l’avvocato Giorgio Vercillo, docente universitario di Diritto amministrativo.

«Abbiamo voluto confrontarci a modo –  ha chiarito la presidente dell’Anci Calabria – e trovare una linea comune riguardo alla legge sull’autonomia differenziata. Mi spiace che si siano assentati i sindaci di Cosenza, Crotone, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, che hanno deciso di non venire a discutere, rinunciando al confronto e al voto democratico sulle azioni da intraprendere».

«Nessuno – ha concluso Succurro – ha impedito a questi cinque colleghi, di cui rispetto la posizione pur non condividendola, di esprimere e far valere le loro idee nella sede del Consiglio dell’Anci Calabria. Il buon senso ci dice che, quando si diserta un appuntamento, ci si colloca nel torto». (rcz)