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L'OPINIONE / Roberto Marti: Il Sud non ha bisogno della Bolkestein, c'è la risorsa spiagge

L’OPINIONE / Roberto Marti: Il Sud non ha bisogno della Bolkestein, c’è la risorsa spiagge

di ROBERTO MARTI – È assurdo constatare come le diverse interpretazioni che in sede giudiziaria stanno emergendo, in questi giorni e ancora in queste ore, sull’applicazione della Direttiva Bolkestein rischiano di far saltare la stagione turistico-balneare alle porte. Non è ammissibile. È improcrastinabile che il Governo e il Parlamento si riappropriano della dignità del proprio ruolo, nel caso sollevando anche la questione del conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale.

In Italia e particolarmente nel meridione l’applicazione della disposizione europea non è necessaria e sicuramente non è urgente dal momento che la risorsa spiagge non è scarsa. C’è e ci sarà tempo e modo per rivedere le geometrie delle concessioni e quel tempo non è sicuramente adesso con l’estate imminente.

In un contesto contraddistinto da un quadro giurisprudenziale del tutto incerto e a tratti incompleto, appare chiaro quanto logico che il riordino del settore debba essere preceduto dal completamento dell’attività istruttoria sulla reale scarsità della risorsa spiaggia.

Si tratta di una necessità ritenuta fondamentale dal legislatore italiano che, approvando l’emendamento a mia prima firma, presentato al Decreto Milleproroghe, ha istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un tavolo tecnico che si è  occupato proprio di effettuare questa ricognizione partendo dai dati in possesso del Ministero Infrastrutture e Trasporti e affinando le modalità che porteranno alla definizione dei criteri per la determinazione della scarsità della risorsa e che ad oggi dall’esito lapalissiano: l’Italia non ha bisogno di applicare la Bolkestein.

Ecco perché oggi è quanto mai necessario ed urgente intervenire con una norma che garantisca la continuità delle aziende che operano nel settore turistico ricreativo sulle coste demaniali marittime e metta al riparo i sindaci da eventuali responsabilità legate ad una oggettiva situazione di incertezza, permettendo così di continuare l’interlocuzione avviata con la Commissione Europea per giungere finalmente al riordino del settore.

La politica deve riappropriarsi del proprio ruolo, assumendosi le responsabilità delle proprie scelte. E in questo la Lega ha sempre affrontato le vertenze, nate dalle giuste rivendicazioni degli operatori economici italiani, a testa alta e senza paura. La difesa dell’interesse nazionale di un settore strategico, come quello del turismo balneare che vale circa 6 punti percentuali del Pil, può spingere il legislatore – conclude Marti – a disciplinare la materia e a difendere la propria scelta di diritto, fino anche alla Corte di Giustizia europea, organo super partes rispetto agli interessi legittimi dei singoli Stati membri che fanno parte dell’Ue. (rm)