di SANTO BIONDO – La sentenza della Corte di cassazione sul “caso Miramare” chiude una vicenda giudiziaria e politica durata due anni e, soprattutto, restituisce alla città il sindaco democraticamente eletto dai cittadini reggini.
Ora la città ha bisogno di un colpo di reni, ha bisogno di un’amministrazione, nel pieno dei propri poteri. Di un’amministrazione che sia capace di dedicarsi a recuperare il tempo perduto che dia a Reggio Calabria la speranza in un futuro migliore.
Prima del ritorno alle urne ci sono due anni per portare a compimento questa sfida. Non sarà facile, la città sta invecchiando, i suoi giovani si stanno allontanando in cerca di una posizione professionale certa, gli indicatori economici la relegano agli ultimi posti delle classifiche stilate dagli istituti di statistica, il gap con il resto del Paese si allarga sempre di più e, di certo, sono tanti i ritardi che ancora aspettano di essere colmati.
Siamo convinti che, in questo delicato tornante della storia di Reggio Calabria, ci sia bisogno di ritrovare una serena comunità di intenti finalizzata esclusivamente al bene delle reggine e dei reggini, l’unico bene che deve informare l’azione di chi ha scelto, chiedendo il consenso popolare, di mettersi al servizio della città.
Solo questo potrò consentire alla città di affrontare l’importante sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di trovare una soluzione alla cronica e conclamata insufficienza di personale, di vincere la partita determinante della programmazione dei fondi europea 21/27.
Per questo crediamo sia determinante riavviare, con grande slancio, il dialogo con le parti sociali considerando lo stesso per quello che rappresenta: un valido motore propulsivo per le scelte future della crescita della città.
Un dialogo sociale che deve essere calendarizzato, informato e di merito, perché la città non può perdere questa opportunità anche alla luce della nuova Legge di bilancio che pare sottrarre ai comuni risorse importanti, così come rischia di allargare le marginalità e favorire la crescita della povertà.
In questa fase così delicata, quindi, è di fondamentale importanza esercitare la giusta sorveglianza sociale per trasformare queste risorse in opportunità di crescita, con l’obiettivo di contrastare le enormi diseguaglianze fra il Nord ed il Sud del Paese e fra le regioni del Mezzogiorno che sono state segnalate dall’ultimo rapporto dell’Istat.
È importante, infine, mantenere alta l’attenzione sul progetto scellerato di autonomia differenziata sul quale non bisogna abbassare la guardia, perché questa norma, nell’intenzione di chi la pensata, non ha alcun intendimento finalizzato a mettere in atto una perequazione fra le parti più ricche e quelle più povere della società ma, al contrario, tenderebbe ad amplificare le stesse tracciando un solco insuperabile fra chi sta meglio e chi sta sempre peggio. (sb)
[Santo Biondo è segretario regionale di Uil Calabria]