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L'Università della Calabria che cambia pelle

L’Università della Calabria che cambia pelle

di FRANCO BARTUCCIIl complesso ristorazione, bar e mensa, del primo nucleo residenziale (maisonnettes), collocato ai piedi dell’ampia collina di Arcavacata; il complesso residenziale da cui si è partiti nel 1973 per la nascita dell’Università della Calabria, entro il prossimo mese di luglio avrà una nuova veste. Ciò è stato reso noto l’altra sera nel corso della cerimonia inaugurale del bar, attiguo alla mensa universitaria, collocato frontalmente l’aula “Umberto Caldora”, che ha assunto una nuova veste di fresca ristrutturazione.

A tagliare il nastro, presenti numerosi giovani studenti, docenti ed impiegati della stessa Università, con a capo la direttrice generale dell’Ateneo, Giancarla Masè, sono stati il Rettore Nicola Leone, ed il Pro Rettore, con delega al Centro residenziale, Patrizia Piro. Entrambi soddisfatti per quanto stava accadendo anche in funzione del fatto che il tutto avveniva, sia la festa di inaugurazione che la ristrutturazione del bar e della mensa attigua su impegni finanziari impiegati dalla Società “Vivenda”, titolare dell’appalto del servizio di ristorazione delle mense e bar dell’UniCal.

Se il Rettore Leone nel suo intervento fatto dopo il taglio del nastro dichiarava tutta la sua soddisfazione per quanto stava accadendo ricordando il suo periodo studentesco trascorso in una delle vicine maisonnettes, quale studente residente fuori sede, che lo portava alla frequentazione del bar; altrettanto si può dire che il Pro Rettore Piro, durante il suo periodo di studio e di intrattenimento con colleghe e colleghi del corso di laurea in ingegneria frequentava il complesso residenziale dell’Ateneo di Arcavacata.

Addirittura, in qualità di delegata del rettore Latorre per l’orientamento, promosse delle iniziative che rimarranno tra le esperienze più belle vissute da giovani studenti delle scuole superiori della Regione Calabria nel Campus universitario che avevano nel bar e nella mensa i loro ritrovi di ristorazione. Era quella una iniziativa che mirava a dare un approccio di conoscenza a giovani studenti, aspiranti universitari, della vita di studio e tempo libero nell’UniCal.

Questa è storia e non si può fare a meno di ricordare che il taglio del nastro augurale per l’ingresso nell’antico bar della mensa universitaria, ristrutturato e reso più bello, per chi ha vissuto l’esperienza del  primo taglio del nastro fatto nel 1975, rappresenta momenti di grande emozione pensando al tempo e al lavoro impiegato dal Rettore Andreatta, dal direttore amministrativo Mandolfino e da tutti coloro che vi hanno contribuito a livello amministrativo e tecnico, nell’assicurare questo complesso strutturale nei tempi giusti per dare un segno visibile ai giovani e alla Calabria  della nascita dell’Università della Calabria.

Se per l’edificio Polifunzionale, progettato dall’architetto Massimo Pica Ciamarra, furono investiti 950 milioni di lire, realizzato dall’Impresa Borini di Torino; per la Mensa con il suo bar ed il complesso delle prime sette maisonnettes, progettati dall’arch. Ezio Zacchiroli, di milioni di lire ne furono investiti bel 980, avendo come ditta costruttrice la De Lieto di Roma. Le opere furono appaltate in contemporanea e i lavori ebbero inizio nei mesi di aprile/maggio 1972.

La cerimonia inaugurale del “Maison Bistrot”, come lo definiscono oggi l’antico bar, dato la situazione internazionale in cui si trova oggi l’UniCal con 1300 studenti stranieri, buona parte dei quali residenti nelle maisonnettes, ci porta a fare questa riflessione anche perché capita nel cinquantesimo anniversario dell’inizio dei corsi di laurea di lettere, lingue, filosofia, matematica, chimica e scienze naturali, per come già evidenziato nei giorni scorsi in altri servizi.

A questi momenti di allegria e felicità registrati durante la cerimonia ufficiale non mi esimia dal ricordare e pensare a quel giorno del mese di febbraio 1978 quando alcuni studenti trovarono negli attigui bagni del bar e della mensa universitaria dei volantini con sopra scritto “Primi fuochi di guerriglia”, che inneggiavano all’attentato verificatosi il 2 febbraio al Centro Meccanografico della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania.  Una vicenda che a distanza di 46 anni ci mostra che con quell’azione inconsulta e grave si è dato il via alla conclusione di un “grande sogno” per come ci avevano consegnato i padri fondatori.

L’Università soffrì molto per quella mano inconsulta che depose nei bagni quei volantini dando il via ad un processo mediatico intenso e pesante, portando molti docenti ad abbandonarla e cosa ancora più grave, che vennero meno i finanziamenti e gli impegni politici verso la tutela del progetto nel rispetto di una legge della Repubblica Italiana, che aveva proprio nella residenzialità la caratteristica vincente ed innovativa. Ancora oggi non si conoscono gli autori di coloro che portarono quei volantini nei bagni della mensa e del bar dell’UniCal.  Se sono ancora viventi dovrebbero fare un profondo “mea culpa” per il danno arrecato a innumerevoli giovani e famiglie di questa amata Calabria, che aveva nel disegno dell’Università della Calabria una meta importante per il suo sviluppo. (fb)