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Un treno delle Ferrovie Calabro-Lucane

Memoria storica: non dimentichiamo le antiche ferrovie locali in Calabria

di EMILIO ERRIGO – La naturale conformazione e configurazione della Regione Calabria, il clima, immersa nel Mar Mediterraneo per la maggior parte della sua estensione costiera marittima, per un totale di oltre 780 km, contornata dal mare per un’ampiezza pari dodici miglia marine (fronte mare), a partire dalla linea di normale (bassa marea) o dalle linee di base rette, consentono di disporre di una originalità geografica unica.

È bene ricordare per non perdere la memoria storica della nostra Regione Mediterranea, che dagli alberi di alto fusto, selezionati e tagliati, nei boschi della Sila, del Pollino e dell’Aspromonte, e dalle risorse minerarie scoperte sul finire del Seicento, presenti in enorme quantità, nelle tante miniere di ferro e acciaio pregiato, estratto e lavorato in Calabria, (lo sanno veramente in pochi in Italia), che proveniva la grande risorsa di legname, il ferro e l’acciaio necessario, rispettivamente, sia per la costruzione  dei grandi bastimenti a vela, piroscafi, imbarcazioni da pesca, navi per la Regia Marina da Guerra, cannoni , fucili, armi corte e lunghe, baionette, armi bianche di varie misure e qualità (Antica Fonderia e Fabbrica Armi Mongiana), capannoni industriali, cantieri navali, compreso il ferro acciaioso di altissima qualità e restenza, occorrenti per realizzare ponti in ferro, i binari ferroviari, che per la fabbricazione delle milioni di traversine in legno, molto resistenti alle intemperie e forti sollecitazioni, sulle quali venivano posizionati i binari delle linee ferrate. 

La Calabria protagonista sin dal fine Settecento e dall’inizio Ottocento, nella costruzione delle prime Ferrovie del Regno Borbonico, realizzate in Italia, (Napoli-Portici 1836/1839), altre opere ferroviarie e industriali belliche, vennero realizzate durante Regno delle due Sicilie. 

La seconda rete ferroviaria, fu completata in Calabria, nel 1866, per collegare gli abitati costieri e montani, allora presenti, tra la Città di Reggio Calabria e la provincia Jonica , fino alla Stazione marittima di Lazzaro a sud di Reggio. 

Poi a seguire furono costruite le altre numerose tratte ferroviarie e stazioni ferroviarie, indispensabili per collegare via strada ferrata, le numerose località del Regno di Re Ferdinando II delle due Sicilie.

Prima di allora in Calabria o nelle Calabria, si arrivava solo via mare, via terra a piedi, percorrendo antichi sentieri, o a dorso di Mulo.

Le Ferrovie Calabro-Lucane, furono progettate a fine ottocento e realizzate a partire dal primo 900. 

La rete ferroviaria assicurava i collegamenti a scartamento ridotto (bassa e bassissima velocità), tra tutte le Comunità costiere, tirreniche, adriatiche e joniche, a sud di Napoli, transitando per Salerno, Potenza, Bari, Taranto e tantissime località situate all’interno della Basilicata, Puglia e Calabria. 

Le Maestranze molto esperte, sia nella lavorazione del legno, che del materiale ferroso-acciaioso, perni, viterie e bullonerie necessarie, vennero individuate in Calabria. 

Pure dalla Calabria, proveniva in gran quantità, il carbone di faggio, utile per il funzionamento delle fornaci, cucine per i nobili e cucine per le mense delle Caserme Militari, delle macchine (motori), locomotive a vapore, fonderie e acciaerie del tempo.

Oggi molte o quasi tutte le tratte ferroviarie regionali e delle Ferrovie Calabro-Lucane e brevi tratte a gestione privata industriale, sono state dismesse e abbandonate sui luoghi, vera e propria offesa all’ambiente e alle popolazioni vicine.

Una rivalutazione e rivalorizzazione del trasporto leggero su ferro, riutilizzando e ammodernando gli antichi percorsi ferroviari, non sarebbe cosa inutile alla tanto auspicata e benefica, “Transizione Ecologica e Mobilità Sostenibile”, in Calabria, Basilicata e Puglia, a totale beneficio per le casse dell’erario, ambiente, turismo, salute pubblica, occupazione, ordine e sicurezza pubblica, delle Regioni Meridionali interessate.

La Calabria potrebbe beneficiare sia del trasporto locale marittimo porto-porto, che delle esistenti interconnessioni ferroviarie pubbliche e private, già Calabrò-Lucane, un beneficio in tutti i sensi e sotto ogni aspetto economico-finanziario-occupazionale e sociale.

Le esistenti reti ferroviarie tirreniche, alcune delle quali seguono la configurazione costiera marittima, che partendo da Napoli, giungono fino a Reggio Calabria e si interconnettono e proseguono, con la spettacolare rete ferroviaria Jonica, costituiscono una delle più belle osservazioni paesaggistiche costiere litoranee del mondo. 

Provate a visitare la Calabria ionica, scoprirete come si rimane incantati dalle più uniche che rare, bellezze paesaggistiche marittime e costiere della Calabria e dalla non meno bella e luccicante fascia costiera marittima della Sicilia. 

Cosi facendo, in attesa  che le mille e cinquecento promesse politiche si avverino, intanto, ci godiamo assieme alle amiche e amici turisti italiani e stranieri sempre più numerosi, (grazie a Dio) il mare, le spiagge e le realtà costiere, percorrendo via ferrovia leggera (Metropolitana Litoranea), tutta la costa e territorio interno della Calabria, poi se e quando, saranno mai realizzati l’alta è altissima velocità su ferro, nuovi e più funzionanti collegamenti via aerea, autostradali e costruito (?), il fantomatico Ponte sullo Stretto, noi cerchiamo di continuare a campare (vivere) di aria pura, buon vino e cibi genuini, sapientemente cucinati in Calabria. 

(Emilio Errigo è nato in Calabria, docente universitario di Diritto Internazionale e del Mare, e Consigliere Giuridico nelle Forze Armate)