di UGO BIANCO – La Corte Costituzionale con la sentenza 4 del 11 gennaio 2024, pubblicata sulla GU 1ª serie speciale numero 3 del 17 gennaio 2024, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 51 comma 3 della legge n. 388/2000 (Legge finanziaria 2001). Sotto la lente dei giudici è finita l’esclusione della proroga al 31 dicembre 1993 del termine per maturare l’anzianità di servizio ai fini del raggiungimento della maggiorazione Ria (retribuzione individuale di anzianità).
Per affrontare il tema, credo sia necessario partire dal contesto normativo di riferimento, caratterizzato da numerose tappe legislative utili a comprendere meglio il verdetto dalla sentenza citata. Con l’ultimo contratto dell’ex comparto ministeri, reso operativo dal Dpr 44/1990, è prevista una maggiorazione della retribuzione individuale di anzianità (Ria) con importi differenti a seconda della qualifica funzionale e dal periodo di lavoro svolto. Si parte da un importo base, riferito a un minimo di 5 anni di servizio al 1 gennaio 1990 o alla fine dell’efficacia contrattuale definita al 31 dicembre 1990. Nel caso di carriere costituite da 10 a 20 anni di servizio, l’importo raddoppia o persino quadruplica.
Nel 1992, il decreto legge n. 382, stabilì che il termine ultimo per maturare il beneficio non era più il 31 dicembre 1990, ma bensì il 31 dicembre 1993. Gli effetti di tale proroga, da un lato fecero aumentare la platea dei lavoratori interessati, ma di contro divenne incontenibile il numero di ricorsi presentati a fronte delle poche risorse economiche disponibili. Tant’è che il legislatore corse ai ripari con la legge 388/2000 per stabilire il blocco della maggiorazione Ria nel triennio 1991/1993.
Nel corso degli anni, in un clima di incertezza normativa, i dipendenti pubblici, spinti dal desiderio di vedersi riconosciuto il diritto negato, aprirono numerosi contenziosi. La maggior parte di essi si conclusero con il pronunciamento dei giudici a favore dei ricorrenti. Ma arriviamo allo scorso 11 gennaio, quando a fare chiarezza è la sentenza della Corte Costituzionale n° 4. Essa rappresenta un punto di svolta significativo nella legislazione pensionistica italiana, in particolare per quanto riguarda il riconoscimento della maggiorazione RIA al personale in servizio dei Ministeri che ricade con gli anni di servizio nel triennio 1991/1993, come stabilito dal D.L. 384 del 1992. (ub)
[Ugo Bianco è presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]