«È fondamentale garantire gli stessi diritti a tutti i cittadini italiani, a partire da quello alla salute. In Calabria gli over 65 sono cica il 27% della popolazione. Per i pensionati, e non solo per loro, sono essenziali l’efficienza della sanità pubblica e delle politiche sociali sul territorio, così come l’integrazione socio-sanitaria, prevista per legge, ma in Calabria inattuata». È quanto ha dichiarato Cosimo Piscioneri, reggente regionale di Pensionati Cisl Calabria, nel corso del Consiglio generale della Fnp Cisl Calabria.
«Pensiamo soprattutto alle aree interne – ha detto ancora – che sono in uno stato di abbandono, spesso con servizi di guardia medica a intermittenza, con politiche sociali carenti o inesistenti, con gravi disagi per le persone non autosufficienti e le loro famiglie, con servizi di trasporto pubblico non programmati sulla base delle esigenze dei più anziani, ma solo di studenti e lavoratori. Anche in un recente tavolo di confronto presso la Regione Calabria, come Fnp Cisl abbiamo evidenziato, insieme alle altre sigle dei sindacati dei pensionati, che senza finanziamenti i piani di intervento non possono funzionare e rimangono parole vuote. Noi – ha detto ancora Piscioneri – siamo e saremo presenti nei luoghi istituzionali del confronto a tuti i livelli di governo del sistema sanitario e delle politiche sociali, portando con chiarezza le nostre ragioni, in attesa di segnali concreti di miglioramento delle prestazioni, ma anche pronti ad altre azioni se questi segnali non giungeranno in tempi brevi».
Per il segretario nazionale, Emilio Didonè, «gli anziani sono una risorsa e lo saranno sempre di più in prospettiva del loro aumento».
«L’Italia – ha proseguito – è uno dei paesi più “vecchi” del mondo. Si prevede che nel 2065 gli over 65 raggiugeranno il 33%. La legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane deve diventare lo strumento efficace per affrontare la sfida demografica, e di prevenzione per aspirare quanto più possibile a un invecchiamento attivo in salute. Il tema “invecchiamento” deve uscire dall’approccio di “emergenza e costo” con cui lo affrontano le istituzioni e i governi. In Italia è quanto mai necessario proseguire nel percorso tracciato, adeguare e finanziare la legge approvata che a regime regoli opportunità e criticità dell’invecchiamento della popolazione, come avviene in altri Paesi europei».
«La nostra generazione – ha proseguito Didonè – ha conosciuto la longevità che è diventata un fenomeno di massa, con una vecchiaia di 20-30 anni ancora tutta da inventare. Le famiglie, mentre diventano sempre più “strette”, con la riduzione del numero di figli, diventano anche sempre più “lunghe”, con tre o quattro generazioni al loro interno. Sempre più spesso figli unici sono chiamati a prendersi cura dei loro genitori, dei figli, e anche dei nipoti. Si tratta di un fenomeno in crescita ovunque. Come farà un figlio unico a seguire adeguatamente uno o più genitori? Dove troverà le risorse necessarie, terminati gli eventuali risparmi della famiglia?».
«Solitudine e isolamento – ha sostenuto il Segretario nazionale dei Pensionati Cisl – sono le vere e proprie bombe sociali che vanno controllate e possibilmente disinnescate. Il fenomeno della solitudine degli anziani è in crescita, ma isolare gli anziani non fa che aumentare anche la solitudine degli altri: la mancanza di rapporti intergenerazionali fa sì che, ad esempio, i giovani vengano privati della grande lezione che viene proprio dagli anziani di questa generazione: vecchi che in gioventù conobbero gli orrori della guerra».
«Non possiamo e non vogliamo dimenticare sacrifici e rinunce dei nostri genitori. Escludere oggi i vecchi dal circuito sociale – ha concluso Didonè – condanna tutta la società, ma soprattutto le giovani generazioni, a un appiattimento sul presente, che non ha memoria del passato e, di conseguenza, senza visione del futuro».
Il prof. Carlo De Rose, docente di Sociologia e ricerca sociale e di Ricerca sociale applicata nell’Università della Calabria, è intervenuto ai lavori con una comunicazione sulle politiche sociali nella regione, con riferimento alla condizione degli over 65. La questione centrale oggi – ha detto tra l’altro – non è tanto sulle misure e sulla cornice normativa a favore degli anziani, ma sulla loro reale attuazione, demandata ai territori». ù
«C’è sicuramente un problema che riguarda l’organizzazione – ha aggiunto – come anche le risorse e, soprattutto, la loro cattiva gestione: basti pensare alla sanità, se un anziano su quattro rinuncia a curarsi. Ma la preoccupazione nasce ancora di più se si guarda ai divari territoriali, allo spopolamento, alle tendenze demografiche, all’età media in aumento su cui la politica dovrebbe intervenire, anche attraverso l’integrazione degli immigrati. Non esistono politiche sociali adattabili a qualsiasi contesto, ha detto ancora il Prof. De Rose: abbiamo necessità di affiancare al welfare pubblico processi di autopromozione che nascano dal basso, senza contrapposizioni artificiali tra giovani e anziani».
La presidenza dell’incontro è stata affidata alla Segretaria confederale della Cisl calabrese, Rosaria Miletta secondo cui, «per cambiare le cose, di fronte alle difficoltà che riguardano nella nostra regione la condizione degli anziani e non solo – ha detto tra l’altro intervenendo durate i lavori – sono necessarie volontà e competenza».
«La formazione è fondamentale, come l’esperienza della Cisl dimostra. Siamo sulla buona strada – ha concluso – e dobbiamo con determinazione andare avanti nel confronto con le istituzioni e nel perseguire l’obiettivo della coesione sociale».
Il dibattito ha visto interventi dalle diverse aree della Calabria, dove la Fnp e la rete dei servizi Cisl sono punto di riferimento per moltissimi anziani e per le loro famiglie. (rcz)