di SANTO STRATI – Se credete ai sondaggi (che qualche volta ci azzeccano pure) va tenuto in seria considerazione quello della System Data commissionato dal Quotidiano del Sud e pubblicato oggi dal giornale calabrese. Secondo i dati, la differenza tra la Santelli (centro-destra) e Callipo (area dem) è giusto di qualche punto, mentre gli altri due contendenti (Aiello, 5Stelle e Tansi, Tesoro di Calabria) sono rispettivamente tra l’8 e il 12% per l’esponente grillino e il 15-19% per l’ex capo della protezione civile calabrese. Per la cronaca, i numeri della Santelli – secondo questo sondaggio – si posizionano tra il 35-39% contro il 33-37% di Callipo. Diversa la situazione sul fronte della popolarità e della fiducia: Callipo sopravanza in entrambe le indicazioni: 77% contro il 65,2 come popolarità e addirittura raddoppia nell’ambito della fiducia: 47,9% contro il 24,2. L’indagine è stata fatta su un campione di 1158 aventi diritti al voto estratti casualmente dalle liste elettorali, con tecnica CATI, quindi ha un suo apprezzabile rigore scientifico, nella valutazione delle intenzioni di voto, ovviamente, che si vuol dare a un sondaggio a 15 giorni dalle consultazioni.
Abbiamo assistito, anche di recente, in tv, a clamorose sconfessioni nelle previsioni e la spiegazione è abbastanza semplice: la scarsa sincerità degli intervistati, che non sempre dichiarano effettivamente quello che in realtà pensano quando c’è ancora qualche settimana davanti alle elezioni. Negli exit poll è diverso, perché si chiede di ripetere il voto (fuori delle urne) per soli fini di sondaggio.
Se permettete la franchezza, questo genere di sondaggi non ci hanno mai convinto, pur nella consapevolezza che la statistica è una cosa molto seria. Men che meno ci convincono in questo caso, conoscendo i calabresi e la Calabria. Ma non è questo il punto. La nostra regione ha bisogno di una svolta in termini di innovazione e di cambiamento: in qualunque schieramento c’è un bel pò di aspirazione all’innovazione, ma insieme c’è il cosiddetto “usato sicuro” che fa fine e non impegna, ma soprattutto porta voti. La vera sfida, se vogliamo, viene dalla lista civica di Carlo Tansi, che però tradisce la frettolosità delle scelte e la troppa “incompetenza” di numerosi candidati, che non hanno e non hanno avuto il tempo di far conoscere idee e progetti, e la lista del prof. Francesco Aiello, “indipendente” grillino che si trova a combattere una guerra fratricida al suo interno. Il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra (che sosteneva la necessità di non presentarsi a queste elezioni) ha dichiarato pubblicamente che se ne tiene fuori. La metà dei pentastellati che hanno votato contro la scelta di Aiello – senza dichiararlo – sono pronti al “fuoco amico” e anche per il docente torinese il tempo gioca a suo sfavore.
Callipo insiste sulla sua autonomia dal Partito democratico e sulla totale libertà di scelta sulla squadra che, ove venisse eletto, andrà a formare: temiamo che l’ottimismo dell’imprenditore vibonese non tenga conto delle tante anime che popolano l’area dem, in grado di scatenare, se necessario, anche qui un fuoco amico che diventerà suicidio assistito, salvo ad avere garantite posizioni che il buon Callipo non intende concedere.
Sul fronte centro-destra, invece, appianate per ovvie ragioni di opportunità le roventi dichiarazioni tra l’ormai ex Mario Occhiuto e la Santelli, si tratterà di vedere il peso specifico che ognuna delle sei liste sarà in grado di esprimere. Ieri a Botricello e poi a Crotone, mangiando, in una delle sue tante folcloristiche uscite a favore di selfie, pane e nduja, Salvini si è detto convintissimo della vittoria, sia in Calabria che in Emilia. Ma quanto voti raccoglierà la Lega in Calabria? È questo il vero punto politico delle elezioni del 26 gennaio: riusciranno i neo-colonizzatori del Nord a conquistare i calabresi? Sembra difficile, guardando i candidati: non ci sono grandi nomi con sostanzioso bagaglio di voti, né personaggi in grado di sostenere – senza trattenere la risata – le idee sudiste di Salvini. Tant’è, ma indubbiamente con sei liste (dove figurano tanti “profughi” del centrosinistra illuminati dal sole destrorso) qualche vantaggio in più la Santelli ce l’ha. Si tratta di capire, nel caso della conquista di Germaneto da parte della deputata cosentina, se il risultato del voto ci consegnerà un consiglio regionale sovranista o moderato, se l’astro crescente di Giorgia Meloni farà sentire in maniera considerevole il suo peso a Palazzo Campanella, o se, invece, l’area dei centro-destra, quella moderata, di cui peraltro è espressione la Santelli, mostrerà di avere i numeri per governare senza eccessi di conservatorismo acuto.
Gli obiettivi per chiunque vinca, sono pressoché uguali: sanità, trasporti, lavoro e lotta alla burocrazia. Si tratta di capire il modo con cui il futuro presidente vorrà affrontare i problemi e quale sarà la terapia adottata. Non c’è tempo, la Calabria rischia di perdere l’ultimo treno per lo sviluppo e la crescita, l’ultimo treno per l’Europa, in cui grandissima parte dei calabresi perbene, crede. Ma se quindici giorni vi sembrano pochi, ricredetevi: in due settimane può, ormai, capitare di tutto e di più. A vincere o perdere, ricordiamoci, sarà la nostra terra. Quindi, niente pigrizia e mettiamo da parte l’insofferenza per la politica, quella politica che non c’è più: andiamo a votare. (s)