di FRANCO BARTUCCI – Proficuo incontro, presso le Terme Luigiane, dove i legali della Sateca hanno incontrato i lavoratori con cittadini del territorio e rappresentanti del mondo dell’informazione, per dare comunicazioni sull’acuirsi della controversia con le Amministrazioni comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese.
Attraverso i suoi avvocati, Ivan Incardona ed Enzo Paolini, l’azienda ha illustrato la propria posizione sui motivi dell’interruzione delle trattative con i Comuni e le drammatiche prospettive che – così stando le cose – si delineano per l’imminente e le prossime stagioni, anche alla luce delle azioni giudiziarie in corso. La problematica è di estrema importanza per l’intera regione Calabria, a causa dell’impatto fortemente negativo che avrà sull’occupazione e sull’indotto di tutto il comprensorio, oltre che sull’offerta dei servizi al gran numero di curandi delle Terme Luigiane.
Nell’ultimo incontro, hanno spiegato i legali della Sateca, le amministrazioni comunali, mutando la linea di ragionevolezza sino a qualche giorno prima tenuta, ed espressa ripetutamente nei precedenti accordi siglati dinanzi al Prefetto di Cosenza – secondo cui la gestione temporanea chiesta a Sateca avrebbe dovuto proseguire fino alla definitiva conclusione della procedura di selezione e subentro del nuovo soggetto gestore – hanno inteso imporre una data ultimativa dell’accordo con la società termale. La data come noto indicata dai Sindaci veniva fissata inderogabilmente al 30 novembre 2021, indipendente dall’effettivo subentro di un nuovo subconcessionario per le acque termali.
I due legali hanno ribadito che la Sateca non ha potuto aderire a tale richiesta rilevando che, qualora alla scadenza del 30 novembre 2021 non dovesse essersi conclusa l’articolata procedura di individuazione e subentro del nuovo gestore, l’attività termale si interromperebbe automaticamente, con gravissime ripercussioni sulla certezza dei posti di lavoro e con drammatici effetti sulla sopravvivenza stessa dell’azienda e dell’indotto di tutto il territorio. La Sateca si è dichiarata, infatti, in crescente difficoltà ad operare in continua situazione di incertezza, senza poter chiudere accordi con tour operator, ottenere finanziamenti da istituzioni e operatori bancari e così via. Manterrà comunque fede all’impegno di restituzione volontariamente assunto con i Comuni, riconsegnando anche lo stabilimento San Francesco.
«In una situazione così drammatica, prendendo atto della irragionevole ed irremovibile pretesa dei Sindaci, i quali dovranno assumersi la responsabilità dei gravissimi pregiudizi che ciò comporta in termini sociali ed economici – hanno evidenziato i due legali della Sateca – non si può che auspicare l’immediato intervento del soggetto titolare delle acque termali, la Regione Calabria, sinora apparsa silente ed indifferente nonostante le numerose richieste di impegno da parte di personale, sindacato e azienda».
L’incontro, al termine della presentazione dei contenuti della controversia da parte dei due legali, si è caratterizzato per dei qualificati interventi da parte dei partecipanti che hanno auspicato la soluzione della controversia, anche stimolando una maggior crescente mobilitazione di tutti i 250 lavoratori, che vedono gravemente minacciato il proprio futuro. Particolarmente incisivo è stato il discorso di don Massimo Aloia, parrocco delle Terme; come anche quello dell’ing. Rodolfo Trotta, che da tempo segue la questione, come pure quello della consigliera di minoranza del Comune di Acquappesa, Sandra Ricco; mentre Gerardo Calabria, rappresentante della Cisl, che si occupa della vicenda da molti anni, ha programmato una serie di iniziative da intraprendere con il personale se non ci sarà risposta all’ennesima richiesta di incontro rivolta alla Prefettura di Cosenza.
L’assenza e il silenzio della Regione sono stati sottolineati da molti degli intervenuti. Ha concluso Dante Ferrari, amministratore delegato della Sateca, che ha spiegato come la questione relativa alla subconcessione, insieme alla crisi innescata dal covid ed al taglio del budget dello scorso anno, facciano intravedere un futuro sempre più nero e un serio rischio per la prossima stagione.
L’assemblea si è sciolta con la constatazione che la questione è stata portata nelle mani degli organi giudiziari; ma che il silenzio della Prefettura di Cosenza , rispetto alla richiesta d’incontro presentata dal segretario Gerardo Calabria, del sindacato Cisl, ed ancor più assordante quello della Regione Calabria nella persona del presidente f.f. Nino Spirlì e dell’assessore Fausto Orsomarso, spingerà i lavoratori ad adottare delle manifestazioni di protesta a breve scadenza. (rcs)