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cusumano e nasone

REGGIO – L’incontro dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere

Domani pomeriggio, a Reggio, alle 15.00, nell’Aula Quistelli dell’Università Mediterranea, un evento formativo che vedrà confrontarsi esperti nazionali, referenti di centri specializzati calabresi e della amministrazione penitenziaria.

L’evento è stato organizzato dall’Osservatorio regionale sulla violenza di genere in collaborazione con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Introduce Mario Nasone, coordinatore Osservatorio regionale sulla violenza di genere. A seguire, i saluti di Nicola Irto, presidente del Consiglio regionale, Massimiliano Ferrara, direttore DiGiEs dell’Università Mediterranea, Rosario Tortorella, provveditore vicario amministrazione penitenziaria.

Intervengono Giuseppina Maria Irrera, dell’amministrazione Penitenziaria della Calabria, di Isolina Mantelli di Mondo Rosa, Giovanni Lopez, della Casa di Nilla. Modera Laura Amodeo, psicologa. Le conclusioni saranno di Giovanna Cusumano, vice coordinatore Osservatorio regionale violenza di genere.

«Per contrastare la violenza sulle donne di bisogna intervenire anche sugli uomini» hanno dichiarato Mario Nasone e Giovanna Cusumano, rispettivamente coordinatore e vice coordinatore dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere.

Nasone e Cusumano sottolineano l’importanza di centri specializzati che prendano in carico il maltrattante, subito dopo la prima denuncia della vittima, perché «intervenire tempestivamente sulla persona adusa a perpetrare violenza, potrebbe evitare le conseguenze estreme del femminicidio».

«Le statistiche, infatti, ci raccontano – hanno proseguito Nasone e Cusumano – che prima dell’episodio mortale, la vittima aveva sporto varie denunce. Al femminicidio si arriva dopo un certo numero di denunce, ecco perché per prevenirlo è necessario che i violenti intraprendano un percorso di consapevolezza ed assunzione di responsabilità. È, pertanto, auspicabile la presenza sui territori dei cosiddetti CAM, centri specializzati al recupero degli uomini maltrattanti che, anche alla luce della recente normativa, non è infrequente vengono colpiti da misure cautelari».

«Ricordiamo, peraltro – hanno proseguito Nasone e Cusumano – che anche il periodo della reclusione deve servire al detenuto per riflettere sul comportamento deviante assunto e deve risultare un’occasione per sviluppare il senso di responsabilità dei danni provocati non solo alla vittima degli abusi, ma all’intero nucleo familiare, al fine di conseguire un adeguato reinserimento nella società. Questa esigenza si rende oltremodo necessaria, soprattutto in presenza di reati di pedofilia e violenza di genere. In questi casi, infatti, i dati di cronaca ci dicono che se l’autore di questi reati, non viene adeguatamente seguito e trattato, le probabilità di reiterare i reati sono altissime».

«Ma cosa si fa concretamente – hanno proseguito Nasone e Cusumano – oggi, nel nostro Paese per prendere in carico e curare i soggetti maltrattanti? Quali “rimedi” e strumenti prevede la normativa vigente? La recentissima legge detta ” Codice Rosso” prevede certamente interventi sul piano repressivo, ma siamo sicuri che basta la risposta repressiva? In Calabria allo stato esiste un solo centro per l’assistenza e la cura dei maltrattanti che si trova a Catanzaro. Poi abbiamo alcune carceri in cui si sperimentano programmi per i cosiddetti sex offenders, per i quali sono previste apposite sezioni detentive».

«Purtroppo, però, possiamo affermare – hanno proseguito Nasone e Cusumano – ragionevolmente che ancora mancano interventi organici e continuativi, soprattutto per coloro i quali hanno scontato la pena detentiva. Questi ultimi, infatti, una volta usciti dal carcere senza aver seguito dei corsi di recupero e per i quali non è prevista alcuna presa in carico da parte di servizi specializzati, tornano a rappresentare un vero pericolo per la loro famiglia e per se stessi».

«Per questo motivo – hanno concluso Nasone e Cusumano – per contribuire ad aprire una riflessione su questo tema l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere in collaborazione con l’Università Mediterranea, ha voluto programmare per il prossimo 8 novembre un evento formativo che vedrà confrontarsi esperti nazionali, referenti di centri specializzati calabresi e della amministrazione penitenziaria. Sarà una occasione per tutti gli attori istituzionali e dei servizi coinvolti per affrontare e lavorare anche su questo versante che richiede particolare competenze e sinergie». (rrc)

In copertina Mario Nasone e Giovanna Cusumano.