Dal 21 al 25 settembre, a Rende, è in programma il V Meeting del Progetto Gene4olive, il progetto internazionale che vede coinvolti il Coi, Consiglio Oleicolo Internazionale, e 16 importanti Enti di Ricerca e Università.
Per l’Italia partecipano l’Università la Sapienza e il Crea con il suo Centro di Ricerca Olivicoltura Frutticoltura e Agrumicoltura . Il coordinatore per il Crea è il dott. Enzo Perri, dirigente di ricerca e direttore del Centro medesimo.
Rende, dunque, si candida a diventare il polo d’eccellenza dell’olivicoltura internazionale e, con l’evento dal titolo Alla ricerca di nuove varietà per l’olivicoltura di oggi e di domani, si parlerà di tutte le attività di ricerca orientate verso un’olivicoltura moderna e capace di superare le difficoltà che i cambiamenti climatici e le patologie emergenti presentano.
I cambiamenti climatici e le malattie emergenti minacciano la produzione olivicola mondiale. Le risorse genetiche dell’olivo esistenti potrebbero offrire risposte e soluzioni ai cambiamenti climatici, ma queste rimangono non sfruttate a causa del limitato sviluppo delle attività di pre-impianto e di selezione anche per l’assenza di collaborazione tra le banche del germoplasma e gli agricoltori/vivaisti. Sebbene il germoplasma olivicolo sia molto ricco e diversificato, solo il 5 % delle varietà di olivo presenti nel mondo viene sfruttato commercialmente.
Pertanto, le risorse genetiche dell’olivo rimangono non sfruttate e non utilizzate, semplicemente conservate nelle banche del germoplasma. Le varietà di olivo delle collezioni internazionali non possono rimanere “dormienti” ma devono essere valorizzate da azioni specifiche che le aiutino a diventare attive, esplorabili e trasferibili agli utenti finali.
L’olivicoltura del futuro ha bisogno di varietà capaci di far fronte alle condizioni ambientali e climatiche in continuo cambiamento, e di affrontare le nuove emergenze fitosanitarie, prima tra tutte Xylella fastidiosa. Gen4Olive vuole, attraverso una attività di pre-selezione, affrontare le sfide future e sviluppare una interfaccia intelligente per assicurare la disponibilità di informazioni affidabili per gli utenti finali” favorendo uno scambio di informazioni tra gli Stati custodi del germoplasma olivicolo affinché gli studi siano il più possibile approfonditi per superare le sfide che oggi viviamo anche in virtù dei cambiamenti climatici.
I produttori potranno avere a disposizione risorse genetiche di olivo più idonee a contrastare/mitigare i cambiamenti climatici in atto, capaci di mantenere un’elevata produttività grazie a una maggiore capacità di adattamento alle elevate temperature medie e alle ridotte risorse idriche e dotate di una maggiore tolleranza a stress biotici. La maggiore resilienza delle risorse genetiche selezionate consentirà anche di ridurre l’impatto ambientale del sistema produttivo e aumentare la sostenibilità economica dell’azienda riducendo i costi di produzione.
I consumatori potranno ritrovare un prodotto olio più salubre, di elevata qualità più adatto alle esigenze del consumatore attento. (rcs)