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Pietra Cappa a San Luca

San Luca, il sindaco Bartolo scrive alle Istituzioni per valorizzare la Vallata delle Grandi Pietre

Valorizzare il patrimonio naturalistico ambientale rappresentato dalla Vallata delle Grandi Pietre. È questo l’appello del sindaco di San Luca, Bruno Bartolo, alla Regione Calabria, alla Soprintendenza dei Beni Archeologici di Reggio Calabria e al Mibact.

Un appello che il primo cittadino, ad un anno dalla sua elezione, ha deciso di fare alle Istituzioni per esporre alcuni «dei problemi principali che, in questo momento, preoccupano tutti e quanti hanno a cuore le sorti del patrimonio culturale e archeologico del nostro territorio».

L’obiettivo, infatti, è il «recupero dei manufatti esistenti di rilevanza attrattiva per il contesto locale, valorizzando finanche la promozione di itinerari storico-religiosi e di percorsi naturalistici. Pertanto, in tale sede si richiede la possibilità di un’adeguata previsione economica che consenta la valorizzazione del patrimonio naturalistico ambientale rappresentato dal Parco Nazionale d’Aspromonte».

«Tutto questo enorme patrimonio artistico e culturale – ha concluso il sindaco Bartolo – può e deve rappresentare un valore aggiunto per la qualità della vita, per la ricchezza individuale e collettiva e anche per la propria redditività di impresa. Pertanto, per la parte di propria competenza, voglio provvedere, innanzitutto, alla messa in sicurezza dei siti interessati che rappresentano un grande patrimonio artistico-culturale, nonché il loro recupero».

Il nome della Vallata delle Grandi Pietre «deriva – ha spiegato il primo cittadino – dalla presenza di numerosi monoliti, il più grande conosciuto dei quali è Pietra Cappa e al quale si affiancano Pietra Longa, Pietra Stranghiò, le Rocce di Febo e Pietra Castello. Quest’ultima è, in realtà, un agglomerato di enormi rocce, alcune delle quali particolarmente imponenti, il cui nome deriva, secondo le poche fonti disponibili, sia dalla posizione arroccata, sia dalla forma, dia dall’effettiva presenza di ruderi di un castello risalente, sembra, al periodo bizantino».

A Pietra Castello, tra le altre cose, che fu definita da Corrado Alvaro ‘un dito puntato al cielo’, «sono state ritrovate delle monete bizantine – ha spiegato il primo cittadino – il cui ritrovamento attesterebbe, con ragionevole certezza, la datazione biazantina (395-1453 d.C.) dei resti della fortezza. Attualmente, tali monete sono conservate al Museo di Reggio Calabria».

Altro luogo di interesse, è Pietra Cappa, è la collina isolata più alta d’Europa con i suoi 140 metri di altezza con un’estensione di circa 1 ettaro, un tempo frequentato dai monaci Basiliani, che avevano, in questo luogo, edificato le loro chiese-grotte, le rocce di San Pietro e creato insediamenti rupestri dove si rifugiavano nei momenti di intensa meditazione.

Da non dimenticare, la Chiesetta di San Giorgio, di cui rimangono pochi ruderi che, un tempo, era punto di riferimento per i monaci che vivevano come eremiti nei dintorni, che si riunivano per le funzioni liturgiche e l’abbazia normanna di San Nicola di Butramo, la cui fondazione risale, secondo alcuni documenti, al 1906. (rrc)

In copertina, foto di Cammini d’Italia