L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Incomprensibile battaglia per Dop o l’Igp

di GIACOMO SACCOMANNOAffollatissimo incontro presso la biblioteca Comunale di Brancaleone per spiegare la situazione e per cercare di riprendere il dovuto percorso intrapreso dai produttori di Bergamotto. Però, “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”: Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata!

Dalla relazione del presidente del Comitato, Rosario Previtera, è emersa una situazione veramente aberrante: nel momento in cui l’Igp ha ottenuto, nella data del 12.12.2023, l’approvazione del disciplinare da parte del Ministero dell’Agricoltura, si è fatto di tutto per bloccare l’atto finale dell’assemblea e per completare il riconoscimento dell’Igp! E su cosa poi? La presentazione della richiesta Dop da parte del Consorzio di tutela del Bergamotto, presieduto da Ezio Pizzi, che risulta incompleta e senza la documentazione necessaria e, quindi, allo stato, inaccoglibile.

E cosa dire poi dello strano cambio di idea del direttore del dipartimento Agricoltura della Regiona con una semplice lettera che non rispetta i canoni del diritto amministrativo? Ed, ancora, le furvianti ed inveritiere affermazioni che la Dop sarebbe stata approvata in pochi mesi, quando invece bisogna ricominciare tutto da capo e, quindi, necessitano oltre 2 anni! Ed allora? Cui prodest?

Le risposte potrebbero essere tante e, quindi, limitiamo queste a quelle più evidenti: a) il Consorzio, che opera da oltre 20 anni, non ha mai pensato alla Dop per la semplice ragione che ottiene importanti contribuzioni pubbliche e stabilisce il prezzo dell’essenza, obbligando, allo stato, gli agricoltori ad accettare importi che spesso non coprono nemmeno le spese anticipate; b) vi è un mercato dell’essenza che dinnanzi ad una possibile utilizzazione un certo quantitativo, invece smercia partite dieci volte superiore; c) il Comitato ha una rappresentanza univoca e superiore a quella, quasi, inesistente del Consorzio, con oltre 500 associati e più di 800 ettari di bergamotteti nell’area vocata, che comprende più di 50 comuni; d) non è assolutamente vero che la Dop sia migliore dell’Igp e che possa essere riconosciuta in pochi mesi, non essendoci, tra l’altro, nella domanda presentata dal Consorzio la necessaria documentazione e quello che maggiormente colpisce gli studi universitari che avrebbero dovuto supportare il percorso di ricerca basilare per l’approvazione.

Ma non è finita qui! È fondamentale che si raggiunga al più presto il risultato del riconoscimento per evitare che l’importante “nicchia” calabrese possa essere superata da altri territori, che si stanno fortemente attrezzando. Ricordiamo soltanto che con il bergamotto di Reggio Calabria la Francia è riuscita a creare un importante mercato di utilizzazione del frutto realizzando “Bergamote(s) de Nancy Igp”, con zona di produzione che comprende i dipartimenti Meuse, Meurthe et Moselle, Moselle, Vosgi, nella regione Lorena. Si legge nel sito dell’associazione quanto segue: “La Bergamote de Nancy IGP rappresenta uno dei principali impieghi gastronomici dell’essenza di bergamotto, frutto dalle origini antichissime, attualmente coltivato in Italia in una delimitata area geografica della regione Calabria e tutelato dalla denominazione d’origine protetta dal 1999. Il suo potere antisettico e antibatterico fa sì che la Bergamote de Nancy Igp sia apprezzata anche per il suo potere disinfettante”.

Ebbene, concludendo, non si comprendono gli strani interessi -anche se possono intuirsi- di coloro che stanno tentando, in tutti i modi, di bloccare il riconoscimento dell’Igp, ma quello che, invece, si chiede, a gran voce, è di fare chiarezza, specialmente da parte di coloro che dovrebbero essere terzi e avere a base solamente l’interesse dei territori e delle comunità locali che vedono sfumare un sogno, già realizzato in altri territtori.

A questi soggetti la Lega non può che chiedere ampia chiarezza e la verifica delle carte esistenti in modo trasparente e al di fuori di possibili interessi diversi e portati avanti, forse, da lobby, che non hanno nulla a che vedere con chi sacrifica la propria vita sui campi per poter sostenere la propria famiglia. (gs)

[Giacomo Saccomanno è commissario regionale della Lega]

A Brancaleone l’assemblea pubblica dei bergamotticoltori contro il boicottaggio del Bergamotto di RC

Domani pomeriggio, a Brancaleone, alle 17.30, nella Biblioteca Comunale, si terrà la terza assemblea pubblica di protesta dei bergamotticoltori contro «la scelta del presidente della Regione, Roberto Occhiuto e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, di boicottare l’approvazione ministeriale dell’Igp Bergamotto di Reggio Calabria».

Anche in questa occasione, il Comitato dei bergamotticoltori reggini insieme a Copagri Calabria, Liberi Agricoltori-Anpa, Conflavoro Agricoltura, Nuova Unci Calabria, Usb Lavoro Agricolo ed altre sigle, chiamano a raccolta gli agricoltori a sostegno del “Comitato promotore per l’Igp Bergamotto di Reggio Calabria” presieduto da Rosario Previtera che, ormai, ha superato i 500 associati per più di 800 ettari di bergamotteti interessati nell’area vocata.

Giuseppe Falcone del Comitato dei bergamotticoltori reggini ha spiegato come «distribuiremo e divulgheremo il disciplinare Igp ascoltando anche le impressioni degli agricoltori e soprattutto ancora una volta renderemo pubbliche tutte le criticità del percorso della DOP grazie alla documentazione ufficiale disponibile; un percorso che ormai è chiaro essere irrealizzabile in quanto carente sotto tutti gli aspetti documentali e burocratici, considerando anche il fatto che l’iter istruttorio non è mai stato intrapreso dal Ministero».

«Siamo sempre più convinti – ha proseguito – che la querelle in atto sia stata orchestrata per far si che non si ottenesse né la DOP né l’IGP con il preciso scopo di conservare alcuni interessi consolidati e mantenere la situazione tal quale come è da decenni, naturalmente a discapito degli agricoltori e della filiera bergamotticola. Dopo la prossima assemblea pubblica prevediamo di organizzare una grande manifestazione alla Cittadella se la situazione dovesse rimanere in stallo».

«Non possiamo essere vittime di spot elettorali e di equilibri eventuali riguardanti le prossime elezioni europee – ha ribadito –. Auspichiamo infatti che in tempi stretti il governatore Occhiuto e l’assessore Gallo si ravvedano di fronte alla situazione di blocco ormai nota a tutti la quale rende sempre più ridicolo quello che anche fuori dalla Calabria viene definito “il caso bergamotto”. Ci dispiace che diverse istituzioni siano state prese in giro e se ne siano rese conto solo adesso e che risulta loro difficile ammetterlo: ma si può sempre con onestà intellettuale riparare a favore delle centinaia di aziende del reggino coinvolte».

«Confidiamo nel nuovo direttore generale del Dipartimento agricoltura  – ha detto ancora – e nella recente apertura da parte del presidente Occhiuto verso l’ipotesi di approvare l’Igp e procedere subito dopo all’eventuale trasformazione in Dop quanto gli studi e le ricerche necessarie esisteranno. L’ottenimento del marchio di qualità Igp ha subìto forti ritardi causando danni non indifferenti ai bergamotticoltori a causa della inutile querelle imbastita dal Consorzio della essenza Dop denominato “Consorzio di tutela del Bergamotto”, dalla Camera di commercio e da due associazioni di categoria che a quanto pare non hanno mai visionato il Disciplinare viste le gravi carenze e criticità emerse che rendono la Dop inapprovabile dal Ministero».

«Appare incredibile – ha concluso – che chi dovrebbe tutelare gli interessi degli agricoltori a tutti i livelli in realtà agisca al contrario solo per non ammettere gli errori commessi. Farebbero più figura a fare ammenda. Gli agricoltori se ne sono accorti e noi contribuiremo a far emergere la verità». 

Al Cosmoprof di Bologna il Bergamotto di Reggio Calabria conquista il pubblico

Il Bergamotto di Reggio Calabria ha conquistato il pubblico nazionale e internazionale, nella giornata di apertura del Cosmoprof, la più importante fiera mondiale dedicata alla cosmetica e alla bellezza di Bologna.

Grande interesse ha riscosso il Cosmotalk Bergamotto di Reggio Calabria. Il tesoro olfattivo del Made in Italy, moderato dalla giornalista Loredana Linati, direttore di Imagine, la prima rivista trade di profumeria. 

Un racconto approfondito sulle tante sfaccettature di un’eccellenza italiana della profumeria, utilizzata dai migliori maestri profumieri per le loro creazioni e presente praticamente nella quasi totalità dei profumi, e arricchito dal contributo appassionato del maestro profumiere Francois Demachy, grande estimatore del Bergamotto di Reggio Calabria, ingrediente immancabile nelle sue creazioni, entrate nella storia della profumeria mondiale.

Un racconto che ha visto tra i protagonisti il Presidente della Camera di commercio Antonino Tramontana, che, nel suo intervento, si è soffermato sull’importanza del Bergamotto di Reggio Calabria, quale simbolo identificativo del territorio, trattandosi di un luogo esclusivo di produzione di questo frutto con caratteristiche non replicabili altrove.

«Per le sue caratteristiche di unicità il Bergamotto di Reggio Calabria – ha evidenziato Tramontana – è diventato un attrattore territoriale, come dimostra il successo dell’evento “Bergarè” promosso dalla Camera di commercio e la cui edizione 2024 è già in fase di organizzazione; e proprio grazie alla sua esclusività esso rappresenta un’importante filiera produttiva, caratterizzata peraltro da una particolare vitalità degli operatori, alcuni dei quali hanno avviato una significativa attività di export del prodotto».

Dal palcoscenico del talk, l’attenzione del pubblico si è poi spostata sull’installazione audiovisiva che l’Accademia del Profumo ha ospitato con grande visibilità e risalto presso il proprio stand, realizzata dalla Camera di commercio con il supporto del Comune di Reggio Calabria e del Consorzio di tutela del Bergamotto di Reggio Calabria.

Una mostra che ha proiettato i visitatori in un percorso esperienziale alla scoperta del Bergamotto di Reggio Calabria, culminato con l’immersione nei sapori unici delle preparazioni a base di bergamotto, come marmellate e miele che hanno arricchito la degustazione di formaggi locali. Grande l’apprezzamento per il cocktail “Amaranto”, perfetto mix tra bergamotto, vino rosso, soda al bergamotto e soda, inserito nel menu di “Tradizioni reggine”, l’iniziativa promossa dalla Camera di commercio per valorizzare la gastronomia tipica del territorio. (rrm)

Copagri Calabria: Concludere iter ministeriale per riconoscimento Igp a Bergamotto di Reggio Calabria

Copagri Calabria ha ribadito l’importanza di «concludere l’iter che ha visto l’approvazione ministeriale del Disciplinare di produzione, tramite la dovuta convocazione della Riunione di pubblico accertamento» e, proprio per questo, assieme  ad altre sigle sindacali, Copagri Calabria ha già scritto agli uffici preposti del Masaf e al ministro Lollobrigida.

«Perdere o procrastinare un obiettivo tanto atteso e ormai raggiunto, ovvero l’IGP per il Bergamotto di Reggio Calabria che è la certificazione di qualità più opportuna per un agrume, appare oggi paradossale oltre che costituire un vero e proprio danno nei confronti dei bergamotticoltori», ha ribadito il presidente, Francesco Macrì.

«Soprattutto perché  – ha concluso – ad un percorso già concluso con relazioni tecniche e scientifiche, attestate da una documentazione impeccabile, si contrappone la richiesta del dop carente in moltissime parti e con pericolose prescrizioni»

La Confederazione, poi, in merito agli articoli di stampa pubblicati negli ultimi periodi inerenti al percorso di valorizzazione del Bergamotto di Reggio Calabria e alla querelle inerente all’ottenimento dell’Igp e alla presentazione della Dop, si tiene a rettificare che Copagri Calabria e Copagri provinciale sono a favore dell’Igp e sostengono tale percorso così come dichiarato ufficialmente  il 28 febbraio unitamente ad altra associazione sulle quattro associazioni datoriali presenti alla riunione indetta dal presidente Occhiuto presso la Cittadella regionale». (rcz)

L’OPINIONE / Ezio Pizzi: Basta litigi, il territorio sia unito per riconoscimento Dop a Bergamotto di Reggio

di EZIO PIZZI – Se andremo tutti uniti per ottenere questo riconoscimento Dop ci riusciremo in pochi mesi perché ne abbiamo la possibilità e abbiamo anche la volontà politica espressa dalla Regione Calabria. Il territorio ci aiuti, stiamo tutti dalla stessa parte, senza ulteriori prese di posizione che non servono.

Voglio ringraziare, pubblicamente, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per l’illuminata e coraggiosa interpretazione della dinamica di riconoscimento del marchio di tutela del Bergamotto di Reggio Calabria e perché, come ogni buon padre di famiglia ha deciso, senza remore, la strada migliore per tutti. Chi oggi deve gestire le sorti della nostra terra non può avere tentennamenti o dubbi. Nel caso del bergamotto, Occhiuto ma anche l’assessore Gianluca Gallo e tutta la governance amministrativa regionale, hanno sinceramente voluto incidere con un contributo fondamentale per portare a termine il percorso istituzionale più lineare e più veloce, oltre che quello più significativo per il prodotto.

Il Consorzio che, negli ultimi mesi, aveva scelto la strada del silenzio per non assecondare ulteriori polemiche, nonostante sia “forte” anche nei numeri degli iscritti (ben oltre 500), si ritiene estremamente soddisfatto per i tanti interventi che stanno pubblicamente appoggiando il cammino della Dop. Oltre ad Occhiuto, alla politica regionale ed ai parlamentari calabresi, forte è il consenso del Presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria Antonino Tramontana, del Rettore dell’Università “Mediterranea” Giuseppe Zimbalatti, dei Presidenti delle Confederazioni agricole Borruto (Cia), Basile (Coldiretti), Canale (Confagricoltura) e Lentini (Copagri) che hanno ribadito, in modo unitario, l’auspicio che il frutto fresco di bergamotto sia insignito del marchio Dop.

Ma anche tutto il resto del mondo agricolo e chi, come ad esempio il professore Vincenzo Montemurro che, negli ultimi 12 anni, è stato un protagonista ed autorevole divulgatore scientifico delle proprietà salutistiche del bergamotto di Reggio Calabria.

Senza dimenticare il compianto professore Franco Romeo che mi ha introdotto come relatore a diversi convegni nazionali e internazionali di cardiologia ad illustrare le proprietà del nostro agrume strettamente legato al territori. E ancora, l’associazione ambientalista “Fare Verde” che ha qualificato l’attuale azione.

Siamo di fronte ad un “risveglio delle coscienze” con la società civile, i tantissimi produttori che non hanno mai smesso di dare forza alle nostre scelte, le Istituzioni e moltissimi cittadini che, oggi più di ieri, devono (e dobbiamo) unirci, senza altre polemiche, tutti insieme per raggiungere un grande, enorme, risultato per il nostro amato e identitario agrume. (ep)

[Ezio Pizzi è presidente del Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria]

Camera di Commercio, Mediterranea e agricoltori uniti per il riconoscimento Dop del Bergamotto di RC

Al Bergamotto di Reggio Calabria sia riconosciuto il marchio Dop. È la ferma presa di posizione del presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Antonino Tramontana, del Rettore dell’Università Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti e delle Confederazioni agricole Borruto (Cia), Basile (Coldiretti), Canale (Confagricoltura) e Lentini (Copagri) espressa nel corso di un recente incontro.

La ragione di tale posizione, espressa dai componenti del tavolo per il riconoscimento del marchio Dop per il frutto fresco del bergamotto già dal lontano 2019, è semplice: il riconoscimento della Dop è l’unico in grado di garantire la massima tutela dell’agrume nella sua globalità al fine di valorizzarne tutti i derivati, legando indissolubilmente il prodotto al proprio territorio in tutte le fasi della produzione; nonché il solo in grado di agevolare la nascita di una filiera produttiva d’eccellenza.

La normativa vigente della Dop stabilisce che debba essere comprovato non solo un legame tra storia, tradizione, “reputazione” o caratteristiche del prodotto e l’origine geografica, bensì che debba sussistere un legame tra la qualità, le caratteristiche del prodotto e lo stesso ambiente geografico di produzione.

Un legame, quest’ultimo, non sempre presente e dimostrabile nei prodotti tutelati, soprattutto nei prodotti agricoli, ma che nel caso del bergamotto è accertabile in quanto le caratteristiche qualitative richieste dal disciplinare sono legate proprio all’areale di produzione, come provato negli anni dai numerosi studi condotti anche dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria che ha condiviso il percorso di tutela attraverso il riconoscimento Dop.  

In altre parole, sarebbe limitativo puntare ad un riconoscimento basato solo un elemento, ad esempio di notorietà, e non ambire invece alla maggior tutela della Dop, trattandosi di un prodotto dalle peculiarità uniche, anche rispetto ad altre produzioni analoghe.

Il “Bergamotto di Reggio Calabria”, le cui qualità aromatizzanti costituiscono l’elemento identitario, qualificante e caratterizzante dell’agrume reggino, è già meritatamente protagonista nei mercati nazionali e internazionali. Oggi è dovere delle Istituzioni e delle Associazioni di categoria (ovvero gli organismi deputati a rappresentare i produttori) credere fermamente che le caratteristiche di unicità ed inimitabilità dell’olio essenziale debbano essere riconosciute anche al frutto. 

Tale risultato, se raggiunto, produrrà un enorme vantaggio competitivo per l’intera filiera anche in termini di crescita delle quote di mercato, considerato che tutte le fasi produttive dovranno svolgersi nella zona geografica di riferimento della produzione. 

L’iter di estensione anche al frutto della Dop esistente è stato seguito dalla Camera di Commercio fin dall’inizio, accompagnando i principali attori, ossia i produttori, per tutte le fasi procedimentali, che come dichiarato recentemente dal Governatore Occhiuto e dall’Assessore regionale Gallo dovrebbe concludersi in sei mesi.

Il mondo agricolo e produttivo, che doverosamente e, soprattutto, orgogliosamente rappresentiamo, potrà contare sul prosieguo del nostro impegno in questo percorso di dignità e sviluppo a favore dell’intera filiera agricola e delle attività di trasformazione. (rrc)

REGGIO – Al via i lavori per il Giardino delle Esperidi a San Giovanni di Pellaro

Sono partiti i lavori per realizzare il Giardino delle Esperidi a San Giovanni di Pellaro, un parco botanico che vuole celebrare il Bergamotto di Reggio Calabria e gli altri agrumi dell’area Mediterranea.

Si tratta di un progetto innovativo, finanziato dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, con i fondi React-Pon Metro, che punta alla creazione di un’area verde destinata alla coltivazione ed allo studio di alcuni frutti identitari del territorio reggino.

Il sindaco Falcomatà, assieme ai consiglieri comunali delegati ai Parchi e Giardini, Massimiliano Merenda, ed allo Sport, Giovanni Latella, ha fatto visita al cantiere dove un bergamotteto di proprietà dell’Ente diventerà una distesa verde in cui studiare, conoscere, approfondire o semplicemente apprezzare i colori ed i profumi di una vasta gamma di alberi d’agrume. Oltre alle specie di bergamotto già esistenti, infatti, verranno messe a dimora una moltitudine di varietà di mandarino, limone, lime, pomelo, pompelmo, chinotto e arancio tra una fitta sequenza di siepi e piante ornamentali.

«Un’oasi verde», l’ha definita il sindaco Falcomatà riflettendo su come «l’amministrazione comunale stia continuando il percorso, intrapreso da tempo, di valorizzazione del Bergamotto di Reggio Calabria proprio in una fase in cui è forte il dibattito intorno alle tutele da assegnare al nostro “oro verde” attraverso il riconoscimento del marchio Igp o Dop».

«Ampliamo un bergamotteto – ha spiegato Giuseppe Falcomatà – realizzando il “Giardino delle Esperidi”, un vero e proprio parco pubblico tematico orientato alla valorizzazione delle biodiversità grazie alla creazione di un agrumeto polispecifico in cui promuovere le filiere connesse al frutto tipico reggino. In una seconda fase, lo spazio si presterà ad ospitare iniziative con finalità didattiche, sociali e culturali attraverso la rivalorizzazione di alcuni immobili da adibire a centro studi e ricerca sulla storia straordinaria del Bergamotto di Reggio Calabria o esclusivi punti ristoro».

«Le piante d’agrume che verranno messe a dimora – ha proseguito il sindaco – saranno davvero di ogni tipo, seguendo una filosofia precisa che aiuterà a comprenderne l’importanza delle diversità quale fonte di assoluta ricchezza. Il “Giardino delle Esperidi” rientra fra i progetti realizzati attraverso i fondi Pon Metro – React Eu, seguiti dal consigliere Massimiliano Merenda, dal Settore Ambiente e dal dirigente Giuseppe Richichi. A loro va il mio ringraziamento».

Per il consigliere Merenda, questa attività «racchiude molteplici aspetti positivi che vanno dalla rigenerazione urbana dei luoghi, alla tutela e valorizzazione ambientale fino alla promozione e salvaguardia delle specificità agrumicole del nostro territorio». «Quest’area di San Giovanni di Pellaro – ha detto Merenda – diventerà un giardino popolato da alberi di ogni specie. Verrà creato un campo scuola, grazie al lavoro del settore Ambiente ed alla collaborazione con l’Università “Mediterranea”, dove studenti e studentesse potranno visitare e conoscere i nostri agrumi».

«L’intervento – ha concluso – finanziato all’interno del React Eu, risponde appieno alle linee d’indirizzo dell’amministrazione Falcomatà che promuove e rilancia la cultura botanica mantenendo fede alla vocazione dei luoghi ed alle tradizioni incarnate dai nostri preziosi agrumi». (rrc)

LA GUERRA DEL BERGAMOTTO DI REGGIO C.
SU DOP (DA ISTRUIRE) E IGP (APPROVATA)

di SANTO STRATI – Quando scopriranno i reggini (ma vale per tutti i calabresi) che il tempo dei guelfi e ghibellini è finito? Ogni giorno, qualsiasi pretesto è buona per fare lotte intestine, tra i capoluoghi, i borghi, le piccole realtà rurali o cittadine. Al centro di tutto la gelosia e l’invidia e l’impossibilità di essere felici del successo del vicino, che in realtà dovrebbe invece significare motivo di orgoglio per l’intera comunità. Tant’è, c’è sempre qualcosa su cui litigare, dimenticando che solo facendo rete questa terra potrà trovare crescita e sviluppo: bisogna smetterla con le “Calabrie” (di antica memoria) e pensare in modo unico in nome e per conto della Calabria e dei calabresi.

L’ultima guerra, in ordine di tempo, riguarda il Bergamotto di Reggio Calabria. un’unicità mondiale, non una tipicità – attenzione! – che cresce solo lungo la fascia jonica reggina. La “guerra” riguarda il marchio di qualità che dovrebbe contraddistinguere il re degli agrumi: Dop  (denominazione di origine protetta) o Igp (Indicazione geografica protetta)?

C’è un confronto, per ora solo di dichiarazioni, tra il Consorzio del Bergamotto, guidato dall’avv. Ezio Pizzi, che difende l’esigenza che il marchio Dop  (allo stato attuale fino a oggi attribuito esclusivamente all’olio essenziale) sia esteso anche al frutto, e il Comitato spontaneo dei coltivatori dell’agrume, molti dei quali rappresentano storiche e consolidate aziende che coltivano, raccolgono e commercializzano non solo l’essenza ma anche i frutti.

Questi ultimi avevano fatto richiesta al Ministero delle Politiche Agricole di ottenere l’indicazione geografica protetta (Igp) per il Bergamotto di Reggio Calabria, preoccupandosi di salvaguardare la zona vocata con uno specifico disciplinare che – di fatto – impedisce di utilizzare “finti” bergamotti cresciuti in maniera avventizia in Sicilia e in altre parti della Calabria. Questi bergamotti, secondo il parere scientifico, non contengono le qualità specifiche del “vero” Bergamotto di Reggio Calabria. In altri termini, peggio della Settimana Enigmistica, il Bergamotto reggino conta “innumerevoli tentativi di imitazioni” ma il microclima e le particolari condizioni del territorio gli hanno conferito caratteristiche salutari uniche, certificate da una corposa letteratura scientifica. Anticolesterolo naturale e antiglicemico, per citare solo qualcuna delle proprietà nutraceutiche di questo straordinario agrume che tutto il mondo ci invidia e di cui l’industria profumiera non può fare a meno.

Il 90% dei profumi che si producono al mondo ha bisogno dell’olio essenziale del Bergamotto di Reggio Calabria: i francesi che sono i maggiori produttori di profumo hanno provato, molti anni fa, a produrre sinteticamente l’essenza, ma è stato un fiasco totale. Così come hanno provato i cinesi, ma anche coltivatori di Calabria e Sicilia di far crescere l’agrume nei propri territori. L’albero, in qualche caso, ha attecchito, ma i frutti sono risultati di scarsissima qualità, come se mancasse qualcosa, l’elemento principe (l’aria di Reggio?) e la scienza ha accertato che non sono confermate le qualità protettive dell’agrume “originale”, ovvero di quello che cresce nella fascia vocata (da Villa San Giovanni a Monasterace).

La disfida sembra una beffa: da un lato c’è il conferimento da parte del Ministero dell’Igp (mentre la pratica della Dop  va ancora istruita) e viene a mancare la conferma e l’accettazione da parte della Regione del marchio, con un inaspettato ribaltamento delle posizioni.

L’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo alla notizia del conferimento dell’Igp aveva espresso soddisfazione, ma il Presidente Occhiuto ha preso in mano la vicenda e ha bocciato la pratica, a sostegno del Consorzio che vuole la dop, ignorando la volontà e le aspettative di centinaia di coltivatori favorevoli all’Igp. Coltivatori che oggi si recheranno davanti al Consiglio regionale per esporre il proprio disappunto.

In realtà, c’è un retroscena che non si può sottacere. Quando è stata approvata in via preliminare l’Igp dal Ministero, Occhiuto ha convocato le parti (chi voleva la Dop e chi accettava la Igp) tentando di trovare un punto di incontro: missione impossibile e posizioni di discutibile intransigenza da entrambe le parti, da cui è derivato il blocco della Regione sulla delibera di approvazione dell’Igp. La lettera preliminare del Ministero indica la necessità di sottoporre a pubblico accertamento la richiesta di Igp: poiché era prevedibile l’opposizione del Consorzio si rischiava di finire davanti al Tar, con il conseguente blocco da parte di Bruxelles fino all’esito finale della probabile vertenza giudiziaria.

«Il mio Presidente – ha detto a Calabria.Live l’assessore Gallo – mi ha detto che di fronte al rischio di perdere un importante riconoscimento era opportuno prendere una decisione apparentemente impopolare. Occhiuto porterà avanti ed è convinto di ottenere in sei mesi la Dop dal Ministero. Qual è il riconoscimento di tutela migliore? Quando abbiamo ottenuto la Dop per il Cedro di Santa Maria del Cedro – dice Gallo –  ho pensato che anche per il Bergamotto di Reggio Calabria fosse necessario pensare ad avere la denominazione di origine protetta.

«Dopo vent’anni persi in discussioni, ci siamo trovati con l’approvazione dell’Igp quando, l’Università Mediterranea e i principali rappresentanti degli agricoltori hanno avanzato la richiesta di estendere la Dop dell’essenza al frutto. Abbiamo studiato la cosa a Bruxelles ed è fattibile.

«Il rischio, approvando la Igp, era che, a fronte del dovuto dibattito pubblico, la lotta con i fautori della Dop si inasprisse e finisse in tribunale: questo significherebbe, ove accadesse, che Bruxelles bloccherebbe qualsiasi pratica in attesa dell’esito giudiziario (e sappiamo i tempi della giustizia civile…). Allora la scelta che può sembrare insensata, in realtà, tradisce un autentica attenzione al territorio reggino, sia da parte mia che del Presidente Occhiuto. Viste le produzioni di bergamotto siciliane e pugliesi che potrebbero insidiare la qualità nell’autentico Bergamotto di Reggio Calabria era necessario stoppare la pratica Igp e mandare avanti (con le rassicurazioni sui tempi che Occhiuto ha certamente preteso da Roma) la denominazione protetta. Basterà – secondo Bruxelles – una semplice modifica del disciplinare dell’essenza per estendere la tutela Dop  anche al frutto. Quindi, bisogna avere fiducia nelle scelte della Regione e smetterla di litigare, per il bene  di questa terra».

È davvero così importante la differenza tra Dop  e Igp? Secondo il Consorzio guidato dall’avv. Pizzi il marchio Igp è dequalificante e cita, a conforto della sua tesi, i grandi marchi che sono contraddistinti dalla dop: Parmigiano reggiano, la mozzarella di bufala campana o il Prosciutto di Parma. Hanno scelto la Dop  – afferma l’avv. Pizzi – il Cedro di S. Maria del Cedro o la liquirizia di Rossano per qualificare e valorizzare il prodotto, dunque perché non pretenderlo per il Bergamotto di Reggio Calabria?

La prima assemblea dei Comitato spontaneo di 307 produttori che si è tenuta domenica a Roghudi – a favore dell’Igp – ha confutato la tesi che la Dop sia meglio dell’Igp, sostenendo che sarebbe una sciocchezza, adesso che l’istruttoria è chiusa a favore del marchio Igp rinunciarvi in attesa della nuova istruttoria relativa alla denominazione protetta.

Chi ha ragione, il Consorzio o il Comitato?

Col sostegno della Camera di Commercio di Reggio e dell’Università Mediterranea, oltre che dei rappresentanti di Confagricoltura, Coldiretti  e altre categorie, il Consorzio lo scorso autunno aveva presentato a Reggio l’iniziativa per estendere al frutto la Dop già esistente sull’essenza. Una posizione chiara, dichiaratamente contro il Comitato spontaneo di 307 coltivatori, che faceva forza sulla necessità di tutelare la lavorazione da riservare esclusivamente nell’area vocata. Piccolo particolare: nel disciplinare dell’Igp approvato dal Ministero dell’Agricoltura è specificamente indicato che coltivazione, raccolta e successive lavorazioni devono essere condotte esclusivamente nel territorio, con esclusione di qualsiasi eventuale accorgimento spesso utilizzato ai danni dei consumatori. Si comprano le clementine in Sicilia o si importano dalla Tunisia e si lavorano, per esempio, nel territorio di Corigliano (Igp): il consumatore non conosce l’origine e immagina siano frutti maturati nell’area  geografica protetta. Un po’ come avviene per il capretto sardo Igp che in realtà viene, molto più spesso di quanto si possa immaginare, allevato e macellato altrove e poi commercializzato come se provenisse dalla Sardegna

Nel caso dell’Igp del Bergamotto di Reggio Calabria, approvata dal Ministero, questa pratica (ingannevole e da condannare) non è fattibile: «Possono ottenere la denominazione “Bergamotto di Reggio Calabria IGP” – si legge al punto 8.1 del disciplinare – solo i bergamotto prodotti, condizionati e confezionati nell’area di riferimento… poiché i frutti destinati al consumo fresco e alla trasformazione devono essere lavorati in prossimità della raccolta e dei luoghi di raccolta». Quello di cui il Consorzio aveva fatto il suo punto di forza.

Stesse indicazioni che emergono nel disciplinare della Dop. Quindi, se veramente, in sei mesi Occhiuto riesce a farsi dare la Dop, bisogna convenire che la scelta di stoppare la “contestata” Igp non è poi così peregrina. L’intento dovrebbe essere quello di salvaguardare non gli interessi di singoli, bensì della Città Metropolitana di Reggio (che con l’esportazione dell’essenza incide in misura notevolissima sul pil regionale) e dell’intera regione. L’obiettivo è quello di valorizzare con un marchio di qualità il Bergamotto di Reggio Calabria. Dop o Igp, scelga la Regione e se ne assuma la responsabilità: qualunque azione di distrazione (tipo causa civile da parte del Comitato contro il Consorzio farebbe seri danni a tutta la Calabria. Non credo ce lo possiamo permettere. (s)

A Roghudi in più di 150 all’Assemblea sulla problematica della filiera bergamotticola

Sono stati più di 150 i partecipanti all’Assemblea indetta dal Comitato Spontaneo dei Bergamotticoltori reggini per discutere della problematica della filiera bergamotticola  e dell’inversione della scelta regionale che chiede di fermare l’Igp a favore degli interessi di poche persone ovvero della proposta Dop.

All’incontro, svoltasi all’Access Point di Roghudi, partecipato agricoltori, trasformatori, sindaci, consiglieri metropolitani, associazioni di categoria, il Comitato promotore dell’Igp “Bergamotto di Reggio Calabria”,  hanno affrontato varie tematiche anche grazie ai numerosi interventi. È stato illustrato, inoltre, il disciplinare dell’Igp ed è stato spiegato perché non c’è differenza tra il valore della Dop e dell’Igp e come il Disciplinare dell’Igp prevede che tutte le fasi della filiera dalla coltivazione alla trasformazione e non una, si svolgano all’interno dell’area vocata dei 50 comuni.

È stato esposto tutto l’iter dell’Igp dalla presentazione del 2021 fino all’approvazione di dicembre da parte del ministero. Quindi, è stato introdotto il tema del blocco da parte della Regione il 28 febbraio col ritiro del parere favorevole di tre anni prima, e i dubbi sono emersi visto che  in data 20 febbraio lo stesso Dipartimento Agricoltura scriveva all’Unci Calabria che la Regione aveva operato alacremente per l’ottenimento dell’Igp e che nulla aveva in contrario alla Riunione di Pubblico accertamento, ultima fase di ratifica dell’Igp.

È emerso, inoltre, che a gennaio il Ministero ha sospeso l’iter della Dop considerandolo non utile vista l’approvazione dell’Igp dalla triennale istruttoria. Ecco la necessità dunque di un intervento apparentemente risolutivo da parte del governatore ma contro la volontà degli agricoltori e del territorio. Tra gli interventi quello di Giuseppe Mangone, presidente regionale di Ampa-Liberi agricoltori Calabria, di Giuseppe Arone di Copagri Calabria, del consigliere metropolitano Giuseppe Marino, di sindaci ed assessori del territorio e di numerosi bergamotticoltori.

È emerso che un gruppo di potere e finte rappresentanze sindacali non tutelano la base agricola e non tollerano che qualcun altro possa prendere le redini della tutela, quella vera in questo caso del bergamotto. Le conclusioni sono state tratte da Giuseppe Falcone e Aurelio Monte, organizzatori dell’evento, tutti i presenti hanno dato disponibilità a partecipare alla protesta dei trattori di domani pomeriggio in occasione del Consiglio regionale.

«Gli agricoltori – si legge in una nota – vogliono interloquire con il governatore e l’assessore gallo che essendo cosentini probabilmente non hanno la piena conoscenza delle vere dinamiche  e degli attori del territorio e vogliono chiedere informazioni sull’inversione ad “u” della Regione Calabria rispetto all’Igp ormai obiettivo ottenuto». (rrc)

L’OPINIONE / Ezio Pizzi: Perché il Consorzio è contro l’igp e vuole la Dop (Denominazione protetta)

di EZIO PIZZI – Il bergamotto di Reggio Calabria è stato riconosciuto DOP già dal 2001, accettare oggi un riconoscimento per il frutto come Igp sarebbe dequalificante per un prodotto che merita quel grado di valore che solo i prodotti più pregiati, le cosiddette eccellenze italiane, meritano.

Un grosso merito, infatti, va riconosciuto, anche,  a tutti gli Enti che hanno sostenuto e sostengono senza mezzi termini questa iniziativa convinti che sia l’unica e la migliore percorribile per garantire un futuro sempre migliore al bergamotto di Reggio Calabria ed ai suoi produttori: La Camera di Commercio che, come promotore, ha coordinato gli incontri e i lavori, l’Università degli studi Mediterranea, le Organizzazioni di categoria Confagricoltura, Coldiretti, Copagri Provinciale, Stazione sperimentale, Consorzio del bergamotto e Unionberg Op.

Provate a chiedervi o meglio ancora farvi spiegare perché il parmigiano reggiano, il grana padano, la mozzarella di bufala campana, il prosciutto di Parma hanno scelto come marchio per la propria tutela quello Dop. È stato affermato molto superficialmente che per i prodotti ortofrutticoli è preferibile il marchio Igp, anche questo non risponde al vero, si vadano a vedere nel settore dell’ortofrutta quanti e quali sono i prodotti tutelati a marchio Dop. C’è da chiedersi anche come mai i produttori Calabresi sia per il Cedro di S. Maria del cedro che per la Liquirizia di Calabria abbiano scelto il marchio Dop piuttosto che quello Igp per la loro valorizzazione e qualificazione.

La risposta è semplice, con questo marchio (Dop), si garantirebbe per ora e per sempre, non solo la territorialità ma anche il rispetto dei metodi di produzione, grazie a cui si ottiene un prodotto inimitabile al di fuori dell’area vocata. Riteniamo che questa sia la massima aspirazione ed ambizione di ogni produttore di bergamotto che potrebbe nel corso degli anni vedere riconosciute nuove Igp per il frutto prodotto in Sicilia piuttosto che in Puglia ma mai una nuova Dop che adoperi il termine Bergamotto la cui origine e storicamente dimostrabile solo in quella ristretta fascia Jonica della Citta Metropolitana di Reggio Calabria.

Quale prodotto costituisce un legame identitario maggiore con il proprio territorio di origine, storicamente e culturalmente riconosciuto, più del bergamotto di Reggio Calabria? Possibile che nessuno capisca che c’è qualcosa di strano, senza demonizzare le opinioni di nessuno, secondo noi produttori costituisce un dato innegabile, che la tutela mediante un marchio Dop sia assolutamente quella più appropriata per garantire e meglio tutelare il prodotto. Attenzione anche ai facili proclami circa i tempi di ottenimento del marchio Igp che dal Comitato promotore venivano considerati come molto brevi e quasi scontati, non tenendo in alcuna considerazione che l’approvazione Ministeriale avrebbe solo costituito un primo passo, che avrebbe dovuto consolidarsi con una adunanza pubblica, senza opposizioni, e solo successivamente sottoposta al parere della Commissione Agricoltura a Bruxelles, che in presenza di una Dop preesistente avrebbe, quasi sicuramente, rigettato la pratica o quanto meno prolungato l’iter con tempistiche non più prevedibili, certamente di alcuni anni.
Per il Consorzio l’allargamento della tutela al frutto di bergamotto di Reggio Calabria richiesta già dal mese di agosto 2023, è molto più semplicemente ottenibile sia in termini temporali che di fattività, mediante la semplice modifica del disciplinare esistente per la Dop, da circa venti anni, nel quale viene allargata la tutela oltre che all’olio essenziale anche al frutto e ai suoi derivati, che ripeto, potranno fregiarsi del marchio Dop alla stregua delle migliori eccellenze italiane. A queste determinazioni i produttori sono giunti mediante i numerosi contatti avuti con esperti in materia agroalimentare a livello comunitario, con interlocuzioni Ministeriali e Regionali.
Ma la chiave di volta è stata quella dell’acquisizione di documenti forniti dalla Commissione agricoltura a Bruxelles la quale ha fornito suggerimenti sul percorso più rapido e lineare da seguire per l’allargamento della tutela già esistente per l’olio essenziale sia al frutto che ai suoi derivati. Percorso- dice Ezio Pizzi- già intrapreso nel mese di agosto che senza intralci potrebbe giungere al suo recepimento nel giro di pochi mesi. Comunque con tempi più brevi e senza gli ostacoli ai quali fisiologicamente sarebbe andata incontro un nuovo riconoscimento come quello dell’Igp. Queste motivazioni hanno indotto la Regione a ritenere che la Dop estesa anche al frutto sia la strada unica per meglio sostenere l’economia e lo sviluppo del territorio interessato alla produzione del bergamotto di Reggio Calabria. Oggi chi veramente è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità è proprio il produttore che intende conferire il maggiore valore aggiunto al suo prodotto e non chi da commerciante del prodotto con interessi confliggenti con il produttore, da buon imprenditore, pensa ad un proprio e giusto ritorno economico.
Ed infine ci si chiede come sia possibile che i produttori storici di bergamotto di Reggio Calabria si siano dimenticati come solo 12 anni fa il prezzo del bergamotto fosse di 18 euro al Q.le, e che si fosse sottoposti a tutte le vessazioni da parte di chi commercializzava il prodotto. Come dimenticare chi ha lavorato per ottenere il riconoscimento come agrume, il lancio dell’utilizzo del frutto fresco nei mercati, gli studi condotti per il riconoscimento delle proprietà salutistiche che hanno aperto la strada alla commercializzazione anche del succo di bergamotto, il cambio dei parametri Iso che erano aggiornati al 1998 e ormai non più rappresentativi dei valori reali e delle caratteristiche chimico fisiche stesse del Bergamotto. Di lavori e di azioni intraprese a favore del bergamotto se ne potrebbero ancora citare tante.
Proprio in considerazione di tutto il lavoro fatto e, soprattutto, dei risultati ottenuti che sono noti a tutti di cui è difficilmente smentibile la paternità. Un compatto e numeroso gruppo di “produttori di bergamotto” che ha sempre agito per il raggiungimento degli indiscutibili risultati ai quali si è arrivati. Dove erano questi soggetti che oggi si ergono a difesa del bergamotto o, meglio, che hanno fatto fino ad oggi. (ep)
[Ezio Pizzi è presidente del Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria]