La festa dell’8 settembre a Macchia di Casali del Manco

di ANNA MARIA VENTURAÈ un “Paese” fatto di tanti borghi, Casali del Manco. Alcuni più grandi, altri piccoli, come dei presepi arroccati alle pendici dell’altopiano silano. Tutti con la loro storia di bellezza antica, che affonda nel Medioevo le origini. La storia parla di antichi Casali, sorti al tempo dell’occupazione saracena della seconda metà del X secolo, quando gran parte della popolazione di Cosenza, dai Saraceni saccheggiata e messa a fuoco, cercò rifugio nelle campagne. Si pensa, tuttavia, ad un’origine più antica, precedente la nascita di Cristo, come testimonierebbe il rinvenimento di un sepolcreto di età prevolgare in contrada Morelli.

Del resto, anche chi ne colloca l’origine tra il 975 e il 986 parla, per alcuni borghi, di “ripopolamento”. In effetti, l’ubicazione di villaggi tra i 400 e gli 800 metri sul livello del mare è fenomeno conosciuto in tutta l’area del Mediterraneo, spiegabile con la necessità di sfuggire alla malaria, che interessava le zone sotto i 400 metri e di trovare il foraggio per le bestie. Comunque sia, scongiurato il pericolo delle invasioni turche e iniziata la ricostruzione di Cosenza, non vi fu il riflusso verso la città e i Casali rimasero, dando vita ad una storia autoctona e a tradizioni secolari, che non si sono perdute, anzi sono diventate stili e valori di vita.

E ciascun borgo, piccolo o grande che sia, conserva una sua identità culturale e un patrimonio di usanze, di cui gli abitanti sono orgogliosi e gelosi. E proprio le tradizioni antiche fregiano di bellezza e dignità i volti di donne e uomini, che sembrano provenire da remote lontananze, eppure vivono nel presente e con grande consapevolezza si proiettano nel futuro. In questo territorio calabro sono ancora molti i giovani, che rimangono a parlare di futuro, a costruirlo, attraverso la costituzione di cooperative, miranti a promuovere sul territorio un turismo sostenibile e un’economia “green”. Nel 2017 questi borghi si sono riuniti dando vita a Casali del Manco, una realtà municipale giovane, dinamica, che guarda al futuro.

Il Comune è stato istituito attraverso la fusione dei comuni contigui di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta. Siamo nel cuore del Parco Nazionale della Sila e della riserva della biosfera Mab UNESCO. L’ho definito il “Paese dei borghi” perché oltre ai cinque principali, comprende innumerevoli frazioni. Nel nuovo emblema civico è raffigurato un albero fiorito costituito da un unico fiore centrale a cinque petali, al di sotto del quale si trovano dodici fiori più piccoli. Il tronco centrale simboleggia l’unità del nuovo comune ricordandone la creazione avvenuta col processo di fusione di cinque comuni rappresentati dai petali della rosa, mentre i dodici fiorellini sono simbolo delle altre frazioni. 

Mi sono rimaste impresse, per avere avuto la possibilità e la fortuna di conoscerle durante l’infanzia, oltre i cinque principali comuni che si sono fusi, le frazioni di Feruci, Verticelli, Cribari, Scalzati, Magli, Macchia. Tutte suggestive, con casette attaccate le une alle altre, quasi a proteggersi ed a nascondersi nei vicoli stretti, antichi palazzi nobiliari, chiese dignitose ed austere. Ed il profumo dei fiori sui davanzali delle finestre che si mescolava a quello di pietanze condite con pomodoro fresco e basilico, che si cucinavano nelle case. E tanta gente affollava le viuzze e le piccole piazze, nelle ore del pomeriggio e della sera. Le donne sedute su sedie di paglia, che si portavano dalle case, a chiacchierare sui fatti della giornata, gli uomini seduti in piazza sull’immancabile lungo sedile in pietra o cemento, che accoglieva tutti, a parlare di raccolti e di vendemmia, ma anche di politica. E ragazzi adolescenti che passeggiavano e bambini che si rincorrevano. Era facile spostarsi anche a piedi da un piccolo borgo all’altro.

Specialmente nei giorni di festa, quando si portavano le Madonne in processione e la sera si esibivano le varie orchestrine. Era forte il senso di appartenenza ai propri valori identitari. Ogni piccolo borgo aveva la sua festa patronale, la sua Madonna o Santo protettore, anche la “cuccia”, piatto tipico, veniva preparata in occasione delle feste patronali, in periodi dell’anno diversi da borgo a borgo.  I Borghi Casalini rappresentano autentici ‘forzieri’ di radicate tradizioni popolari che conservano intatto il loro antico fascino e rappresentano un elemento identitario di particolare valore. La sfida che gli amministratori locali devono lanciare e vincere è quella di portare avanti un progetto identitario di comunità, nel quale fare emergere un’identità comune di bellezza, storia, saperi e religiosità, pur nel rispetto e nella salvaguardia delle identità culturali caratteristiche di ogni borgo.

Proprio la religiosità è il valore forte nel quale si identifica tutta la comunità casalina, al di là di ogni  campanilismo. La fede che si coagula e abbraccia tempo e spazio ridà valore ai luoghi della spiritualità. Un sentimento di fede che ha radici antiche in una spiritualità che si è diffusa a macchia d’olio nel tempo e nello spazio, nelle tante chiese, chiesette e monasteri, attraverso feste e processioni in cui, per un processo di osmosi, si sono mescolati uomini, donne, bambini vestiti a festa, dei tanti paesi e frazioni, fino a poco tempo fa appartenenti a Comuni diversi e oggi amministrativamente fusi in Casali del Manco. Corollario di questo pensiero è che far confluire il valore identitario della fede, radicato nel popolo casalino, verso il culto del Santo Patrono,   San Giovanni Paolo Secondo, attraverso feste religiose, varie manifestazioni di culto e , perché no, anche un Parco a Lui dedicato, come quello della “Bellezza” presentato a Lappano e intitolato a Santa Gemma Galgani, contribuirebbe ad accrescere il senso di appartenenza al territorio e a promuoverne una fruizione condivisibile da un più vasto numero di persone..

L’idea su cui fondare un progetto identitario di comunità non fa esclusivamente capo alle permanenze fisiche, ma incorpora valori di memoria, tradizioni locali, forme anche simboliche di appropriazione del territorio e i modelli sociali collettivi che le sottendono. In definitiva le diverse modalità secondo le quali gli abitanti vivono i luoghi. 

A questo proposito mi piace rievocare, come è rimasta nella mia memoria, la festa dll’8 Settembre, che si tiene tutt’ora a Macchia, dedicata alla Madonna Delle Grazie. Macchia è uno dei borghi di Casali Del Manco, fra i più piccoli, i più spopolati, eppure fra i più belli e antichi. 

   La si aspettava per tutta l’estate, la festa della Madonna, preceduta dalla Novena, che iniziava, appunto nove giorni prima, annunciata dal suono delle campane. Era un affrettarsi per i vicoli, con il rosario in mano, per ritrovarsi nella Chiesa di S. Andrea Apostolo, a recitare le rituali preghiere e i canti che la memoria aveva cristallizzato. E poi il giorno della festa. Si veniva svegliati dal suono dei tamburi, che attraversavano le strette viuzze mentre il cuore si riempiva di una sensazione particolare, come se quel giorno dovessero verificarsi gli eventi tanto attesi o realizzarsi i sogni di una vita.

Sul tavolo della cucina dell’antica casa si serviva la “cuccìa”, che era stata appena sfornata dal forno del paese, con gli straccetti colorati intorno ai recipienti di creta, per evitare la confusione con altri, quasi tutti identici. Poi la cerimonia della vestizione con mamma e sorelle. I vestiti erano stati confezionati per l’occasione e mai indossati fino a quel momento. Tutto doveva essere perfetto. Si usciva al suono della campana che annunciava la Messa. Ricordo che facevo fatica a farmi strada fra la folla, meno male che la strada per la Chiesa era breve. E poi dovevo essere fortunata a trovare un posto a sedere fra i banchi. Gli occhi sempre rivolti alla statua della Madonna, vestita di azzurro e oro, mi sembrava che i suoi occhi penetrassero i miei oppure mi seguissero se cambiavo posizione.

A Lei confidavo le mie paure di bambina, le mie ansie di adolescente, le preoccupazioni per i miei studi, per i miei esami universitarì, a Lei raccomandavo i miei figli, una volta diventata mamma. Da Lei ritorno ancora ogni anno, il giorno della festa, da qualunque parte del mondo mi trovi, per scambiare i nostri sguardi, per essere ancora una volta rassicurata sul cammino della vita, E poi la processione, la statua portata a spalla per le strade del paese, i canti intonati lungo il cammino. E le case allora con le porte tutte aperte, con coperte di seta alle finestre, e la Statua che sostava ad ogni uscio. Ora le case sono chiuse, La Madonna passa senza fermarsi. Eppure la gente c’è ancora per le strade del paese in questo giorno di festa, ma solo per questo giorno, poi va via, non apre più nemmeno le case, che già da tempo mostrano i segni dell’abbandono. 

E allora si parta da questa religiosità così intensa, così profonda, da essere valore identitario in tutti i borghi di Casali Del Manco, ciascuno con la sua Madonna, il suo santo Patrono, i suoi tamburi e la sua “cuccìa”, per giungere alla consapevolezza che tale religiosità fa parte del patrimonio storico e ambientale su cui la comunità può fondare la sua identità sociale. La valorizzazione del patrimonio storico, culturale, religioso crea coscienza collettiva dell’intero territorio ambientale, accrescendone il ruolo identitario. Sono convinta che il ritrovarsi accomunati dalla fede gratifichi la comunità, che la riscopre come componente della propria specificità culturale e dunque come riferimento del proprio sentimento identitario. (amv)

CASALI DEL MANCO (CS) – Approvato il Regolamento per applicazione imposta di soggiorno

Il Consiglio comunale di Casali del Manco ha approvato il Regolamento per l’applicazione dell’imposta di soggiorno.

Su proposta della Consigliera comunale di maggioranza con delega ai tributi avv. Emma Orrico, l’Assise comunale ha approvato, all’unanimità, con il voto favorevole  anche dei gruppi di minoranza “Spazio e Futuro” e “Progetto Casali del Manco”, il Regolamento per l’applicazione dell’imposta di soggiorno, istituito ai sensi del D.lgs. 14 marzo 2011 n.23 per quanto disposto dall’art. 4 recante “disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale”,  trovando larga convergenza ed unità di intenti.

La Consigliera comunale delegata avv. Emma Orrico introducendo il punto all’ordine del giorno  ha sottolineato la vocazione turistica del territorio del Comune di Casali del Manco ed in particolar modo delle aree montane in esso ricadenti e di come, in particolar modo, le località di Lorica, Silvana Mansio, Croce di Magara, Sculca, etc. siano diventate importanti mete del turismo montano calabrese, sia estivo che invernale. 

«La ragione che ci ha mosso – ha sottolineato la Orrico – è che i flussi turistici rappresentano, difatti, una importante risorsa per la crescita economica dell’intero territorio ma comportano, allo stesso tempo, spese aggiuntive a carico del Bilancio comunale per quanto concerne la manutenzione complessiva del territorio e l’erogazione di adeguati servizi pubblici locali. Pertanto, gli introiti derivanti dall’imposta di soggiorno concorreranno a finanziare investimenti in adeguati servizi pubblici e idonei interventi finalizzati alla valorizzazione del territorio, in special modo montano, nonché alla conservazione e valorizzazione del patrimonio comunale, con l’obbiettivo di determinare una politica della ricettività turistica e assicurare al contempo gli equilibri di Bilancio».  

Specificatamente, come da impegno della sindaca Francesca Pisani e dell’Amministrazione comunale tutta, il gettito derivante dall’applicazione dell’imposta concorrerà finanziare interventi in materia di turismo, previsti nel Bilancio di previsione del Comune di Casali del Manco, oppure ancora interventi in attività di manutenzione del verde pubblico, trasporti locali, sostegno alle strutture ricettive, fruizione e recupero di beni culturali, storici, sportivi ed ambientali. 

La scelta compiuta, con l’introduzione del Regolamento per l’imposta di soggiorno, ha sostenuto con soddisfazione il Sindaco Pisani, anche per l’unanime condivisione dell’intero consesso, «rappresenta pure un importante segnale di impegno teso ad uniformare, a Lorica, la gestione dell’imposta di soggiorno rispetto alla scelta effettuata dall’Amministrazione di San Giovanni in Fiore che già da tempo la aveva introdotta». (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Parte la campagna di ascolto nei territori

Lunedì 26 giugno partirà la campagna di ascolto, iniziativa itinerante che ci porterà a fare tappa in tutte le località. «Un percorso all’interno dei nostri borghi dedito a dar voce ad ogni singolo abitante, alle nuove generazioni, a tutti coloro i quali vorranno sentirsi cittadinanza attiva – dice il sindaco Francesca Pisani – L’obiettivo di questi appuntamenti è confrontarsi sulle diverse problematiche e sulle potenzialità del nostro territorio. Ognuno potrà offrire riflessioni e spunti, con la presa di coscienza secondo cui non è più possibile demandare ad altri le scelte da compiere.

Continua Pisani: «Dobbiamo promuovere un modello di sviluppo sociale, economico, ambientale, in cui ogni individuo possa godere di uguali diritti e opportunità. Entrare nella dimensione politica, sociale, culturale, economica ed essere cittadinanza attiva è possibile, perché attraverso la partecipazione e la condivisione si può contribuire in maniera positiva allo sviluppo e al benessere delle nostre comunità».(rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Eventi di sensibilizzazione per la Giornata mondiale del rifugiato

Il Comune di Casali del Manco, titolare dei Servizi di Accoglienza “Gran Burrone” per Minori Stranieri non Accompagnati e “Lorien” per Famiglie Richiedenti Asilo, in occasione della “Giornata Mondiale del Rifugiato”, che quest’anno ha come slogan “Agire l’accoglienza”, ha organizzato per il 25 giugno, in località Serra Pedace, una serie di eventi finalizzati a sensibilizzare sul delicato tema dell’accoglienza e dell’integrazione.

Nel corso della giornata, sono previsti una serie di momenti finalizzati alla riflessione ed al coinvolgimento della comunità, sull’importanza di essere parte attiva nei percorsi di inclusione attiva.

All’iniziativa parteciperanno le associazioni del territorio, a testimonianza di un lavoro di rete che nel corso degli anni ha garantito percorsi di solidarietà reale e partecipata, in favore di tanti bambini e famiglie che da oramai otto anni accogliamo nella nostra Comunità. (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Il 17 aprile si presenta il cortometraggio “Esisto ma non vivo”

Lunedì 17 aprile, a Casali del Manco, alle 12, alla Biblioteca comunale, sarà presentato Esisto ma non vivo, il cortometraggio sociale sulla sessualità secondo il punto di vista di un ragazzo con disabilità, prodotto da Creatività Automatica e diretto da Marco Martire.

«Un tentativo originale e ambizioso di affrontare i pregiudizi che accompagnano l’esistenza di chi è affetto da disabilità, con l’obiettivo di generare maggiore consapevolezza rispetto a tale condizione, dando una voce proprio a chi in prima persona si trova ad affrontare i problemi della disabilità», hanno avuto modo di annunciare i protagonisti del progetto. Il corto è stato realizzato dall’associazione cinematografica “Creatività automatica” e diretto da Marco Martire (anche presidente della stessa) con la preziosa assistenza di Caterina Misasi (aiuto-regista), affermata attrice professionista. Esso è tratto da un’idea di Davide Carpino, giovane attore cosentino con disabilità, che interpreta il protagonista della storia. Le scene del cortometraggio sono state girate nella provincia di Cosenza: teatro Rendano, cinema Andromeda, corso Mazzini, Casali del Manco.

L’autore della storia, Davide Carpino, attore della grande commedia teatrale in vernacolo Cosentino: “Conzativicci” ha deciso di impegnarsi in questa sua nuova esperienza cinematografica come protagonista (Dante), insieme ad Angela Ferlaino (Rossana), altra protagonista del corto, attrice del film “Valzer”, “Belle Da Morire” e “Fallo”. Mentre il giovane e talentuoso regista, Marco Martire, ha cercato di emozionare, tra cuore ed anima.

Alla conferenza stampa partecipano, oltre a tutto lo staff del corto, anche i sindaci di Casali del Manco, Stanislao Martire, e Spezzano della Sila, Salvatore Monaco, che hanno patrocinato l’evento. L’attesa maggiore, ad ogni modo, è poi rivolta alla proiezione al cinema Garden. Ci sarà da sorridere e pensare. “Esisto ma non vivo” colpisce direttamente i sentimenti.

Il cortometraggio sarà proiettato, poi, il 18 aprile a Rende, alle 21, al Cinema Garden. (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Successo per l’evento “Per la Pace e la Solidarietà, contro militarismo e razzismo”

Si è svolto, nei giorni scorsi, l’incontro sul tema Per la pace e la solidarietà, contro militarismo e il razzismo, promosso dalla Camera del Lavoro di Casali del Manco in sinergia con alcune Associazioni dell’area casalina.

Marco Caferro, responsabile della Camera del Lavoro, ha illustrato il significato dell’iniziativa, spiegando come « è come quella goccia d’acqua in ambiente desertico che accende  un filo di speranza, per un futuro di Pace e di Umanità».

«Un incontro – ha proseguito – per dedicare una spazio di riflessione, in piena consapevolezza e sensibilità  civica, orientato a tenere viva l’attenzione  verso una causa  rilevante, che non trova adeguate soluzioni: la Pace Mondiale e la cessazione dei focolai di conflitti sul Pianeta, a partire da quello Russo-Ucraino. L’inderogabilità di affermare la Pace è un Obiettivo primario, non più rinviabile».

Massimo Covello, presidente Anpi Presila “Eduardo Zumpano”, ha detto: «in primis la solidarietà e la vicinanza dell’Anpi Presila  per la immane tragedia di Cutro, a seguire  ha  parlato  sul conflitto in atto, una guerra infinita. Nessuno parla compiutamente di Pace ( che è la strada della soluzione di una guerra fratricida). Le conseguenze sono sempre più evidenti, con una prospettiva ancor più  insidiosa per il resto del mondo. Una condizione esasperante per tutti».

«Ecco perché – ha affermato il relatore – nessuno può restare estraneo, né far finto di nulla. Lavorare per la Pace, per l’affermazione dei Diritti Umani, per la cessazione dei conflitti in atto».

Il consigliere comunale di Casali del Manco, Pietro marasco, ha fatto un’ attenta considerazione sulla questione migranti e sulla guerra, facendo riferimento ad un «percorso di negoziazione per una Pace giusta e la cessazione dei massacri in atto sui rispettivi fronti caldi del conflitto», mentre Pietro Spadafora, ha brevemente illustrato due Progetti Sai,  in carico  al Centro Solidarietà Il Delfino di CS, in cui è coinvolta anche Marcella Gualtieri ( 1 – Minori stranieri non accompagnati – “Gran Burrone”; 2- Ordinario Nuclei Familiari “Lorien” – Casali del Manco CS). 

Al tavolo dei Lavori anche Francesca Pisani, assessore alle Politiche Sociali e Bilancio Comune di Casali del Manco. L’esponente della Giunta comunale casalina, ha porto il saluto dell’ Ente Locale ed espresso pieno assenso alla Iniziativa, per il significato e l’attualità del tema posto all’attenzione della pubblica opinione e dell’attento uditorio presente.

«Rispetto ad argomenti così  impegnativi e di estrema attualità – ha rilevato la relatrice – c’è la necessità di costituire sempre più una rete ampia di partecipazione ad ogni livello per far avanzare  voci e presenze per pervenire ad una Pace duratura  tra i Popoli e di serena stabilità geo-politica  nel mondo».

La deputata del M5S, Anna Laura Orrico, ha evidenziato come «”la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. Così affermava il ministro francese Robert Schuman mentre proponeva la nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio il 9 maggio 1950. Una citazione sempre pulsante di attualità – quella che ha voluto ricordare la Parlamentare del M5Stelle – formulata in quella circostanza per dare vita ad un progressivo sforzo di solidarietà e collaborazione che impedisse il ripetersi in Europa delle atrocità delle guerre che avevano devastato un intero continente e colpito drammaticamente molti altri».

«Molti sono i traguardi importanti raggiunti da questa istituzione – ha proseguito la parlamentare – tante però le sfide perse o non ancora affrontate adeguatamente. Tra queste c’è sicuramente la volontà di mettere in campo una strategia comune di politica estera in grado di affrontare le prove di un mondo sempre più globalizzato, connesso e sottoposto a grandi questioni come il cambiamento climatico, l’aumento delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali, l’allarmante  fenomeno migratorio». 

«Non c’è dubbio – ha aggiunto – che il conflitto russo-ucraino sia la conseguenza di questa mancata capacità dei Paesi europei di condividere una strategia comune nel campo della politica internazionale, indipendente dai classici blocchi che si stanno riproponendo con enorme forza in questo momento, una strategia in grado di tutelare sempre e comunque i diritti fondamentali delle donne e degli uomini che abitano questo continente così articolato in centinaia di sfumature culturali e identità storiche. L’Europa ha bisogno di una leadership forte, coesa e in grado di superare gli egoismi delle singole nazioni, altrimenti qualunque sforzo di unità economica e sociale sarà inutile davanti alla prepotenza delle questioni culturali e identitarie».

«L’augurio – ha concluso – è che tutti i leader europei si rendano conto che la pace si prepara con la solidarietà, il dialogo e la ferma volontà di abbattere le ingiustizie sociali garantendo a ciascun popolo le stesse opportunità per essere liberi e crescere nel rispetto delle diversità. C’è ancora molto da lavorare per costruire davvero un’unione di popoli e di culture che non sia solo un libero scambio di merci, e oggi dinnanzi ad una guerra che si consuma nel cuore della nostra Europa, tutto questo ritardo è ancora più evidente». (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Concluso il corso per tecnici di soccorso in pista

Nei giorni scorsi, negli impianti di risalita di Lorica a Casali del Manco, si è svolto il primo modulo del corso per l’ottenimento della qualifica che abiliterà “Tecnici di Soccorso in Pista” come disposto dal decreto legge 14 agosto 2020 n° 104 legge di conversione n° 126 del 13/10/2020.

L’addestramento, svolto alla presenza di un istruttore della Scuola Nazionale Tecnici di Soccorso Alpino (SNaTe) del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), ha riguardato il profilo tecnico del soccorso in pista e il trasporto dell’infortunato per mezzo della barella.

Il corso, che ha visto impegnati 8 tecnici appartenenti al Soccorso Alpino e Speleologico Calabria e 2 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Sicilia, è stato particolarmente impegnativo vista la peculiarità dell’attività che i tecnici andranno a svolgere sulle piste da sci a servizio degli sciatori.

Prossimo appuntamento sarà il secondo modulo che riguarderà il profilo sanitario e che sarà svolto alla presenza di Istruttori della Scuola Nazionale Medica Alpina (SNaMed) del CNSAS.

Doverosi ringraziamenti vanno all’Ente Parco Nazionale della Sila, ai Dirigenti delle Ferrovie della Calabria Srl per aver dimostrato, in modo concreto, di avere a cuore l’attività del Soccorso Alpino e, in particolare, al direttore di pista e agli addetti agli impianti di risalita di Lorica, per la fondamentale ed importantissima disponibilità dimostrata durante i giorni di corso. (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Concluse le selezioni per tecnici di soccorso in pista

Si è svolto, negli impianti di risalita di Locrica, le selezioni di accesso al corso Tecnico di Soccorso Piste, organizzato dal Soccorso Alpino e Speleologico Calabria sotto la supervisione istruttore nazionale della Scuola Nazionale Tecnici di Soccorso Alpino (SNaTe) del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.

Hanno preso parte alle selezioni 9 tecnici  appartenenti al Servizio Regionale Calabria e 3 tecnici provenienti dal Soccorso Alpino e Speleologico Sicilia.
A breve prenderà il via il corso che si svilupperà in 2 moduli, uno tecnico con la direzione di Istruttori della SNaTe (Scuola Nazionale Tecnici) ed uno di aspetto prettamente sanitario con Istruttori della SNaMed (Scuola Nazionale Medica Alpina).

Il corso darà la possibilità ai tecnici di ottenere l’abilitazione al soccorso su pista e ad operare nelle diverse società di impianti sciistici, così come disposto dal decreto legge 14 agosto 2020 n° 104 legge di conversione n° 126 del 13/10/2020.

«Doverosi ringraziamenti – conclude la nota – vanno alle Ferrovie della Calabria Srl per aver dimostrato, in modo concreto, di avere a cuore l’attività del Soccorso Alpino e, in particolare, al gestore e agli operatori degli impianti di risalita di Lorica, per la fondamentale ed importantissima disponibilità che hanno reso possibile lo svolgimento del corso mettendo a disposizione piste in perfetto stato». (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – È nata l’Associazione Fluviale Cardone Ets

Rendere realtà il Parco Fluviale del Cardone-Crati. È questo l’obiettivo della neonata Associazione Parco Fluviale Cardone Ets, guidata da Mario Imbrogno, a Casali del Manco.

L’intero iter procedurale si è svolto  con la preziosa assistenza assicurata dal Direttore del Centro Servizi Volontariato di Cosenza (CSV), Mariacarla  Coscarella e dalla Funzionaria Terzo Settore, Anna Carmagnola. Va ricordato il fattivo incontro in sede CSV-CS, per la definizione delle azioni da svolgere, cui vi hanno preso parte, per il Comitato Cardone: Mario Imbrogno, Fabio De Santis ed Enzo Pianelli.

Per il primo mandato, l’Organo di Amministrazione (o Consiglio Direttivo), che resta in carica per i successivi tre ( 3 anni),rinnovabili, previa indizione di Assemblea per il rinnovo delle cariche sociali,  è composto da 11 componenti. 

La designazione  viene di seguito indicata, unitamente all’attribuzione delle cariche:

Presidente – Mario Imbrogno; Vice  Presidente – Enzo Pianelli; Segretario – Italo Mario Sapia. Consiglieri: Marco Caferro – Massimo Covello – Maria Francesca Lucanto – Francesco Martucci – Aurelio Morrone  – Francesco Morrone – Fabio de Santis – Leonardo Spataro.

A tale importante ed attesa decisione si è pervenuti, all’unanimità, nell’ultima Assemblea degli iscritti costituenti del Comitato per la Valorizzazione della Valle del Fiume Cardone. (rcs)

Suggestioni e riflessioni intorno al Presepe artistico di Macchia a Casali del Manco

di ANNA MARIA VENTURA Visitare i presepi nel periodo di Natale non significa solo rispondere ad un richiamo spirituale, è anche un modo originale per vivere gli antichi borghi, scoprirne i vecchi mestieri, gustarne i sapori e respirare un’atmosfera d’altri tempi. 

Nel comune di Casali del Manco si trova la località Macchia, un piccolo borgo fondato nel decimo secolo d.C. Inserito tra i Luoghi del Cuore Fai 2018 ha il fascino fiabesco di una località fuori dal tempo. La sua suggestione paesaggistica è ancora più coinvolgente nel periodo natalizio, quando l’atmosfera del Natale, ricreata dal Presepe, enfatizza quello che è di per sé un “presepe vivente”. 

La tradizione presepiale a Macchia affonda le sue radici negli anni settanta con le timide rappresentazioni di presepi artistici, allestite nella chiesa madre da parte di Antonio Pace, un abitante del paese. Nel 1981 lo stesso, insieme a Tommaso Turco e Carlo Furgiuele,  macchitani doc, allestisce il primo presepe artistico in senso moderno, inserendo all’interno della rappresentazione effetti scenografici. Negli anni successivi, al gruppo si uniscono Salvatore Porco e Paolo Inglese, figli anche loro di Macchia. Viene messa in scena una rappresentazione fedele alle sembianze architettoniche del borgo.

Il presepe, collocato presso la chiesetta della Madonna delle Grazie, ebbe un grande successo, che aprì la strada alle successive rappresentazioni. Quello allestito nel 1988 fu premiato dalla regione Calabria con una medaglia d’argento e quello dell’anno successivo con una medaglia d’oro per meriti artistici e culturali. Dopo un periodo di quiescenza, i “Ragazzi di Macchia” ripresero nel 2008 la tradizione interrotta organizzando inizialmente delle mostre presepiali di artisti locali e nel 2011 e 2012 realizzarono due presepi artistici.  L’esigenza crescente di continuare la tradizione li mette in contatto con l’importante regista siciliano Rocco Chinnici, che, affascinato dal luogo, mette in scena nel 2013 il primo presepe vivente riuscendo ad ottenere un grande successo di pubblico e di critica, coronato con la bellissima vittoria nel concorso “Premio presepistico nazionale 20a ed. 2013/14” organizzato dall’Associazione – opera internazionale praesepium -amici del presepio- con sede in Sicilia a Geraci siculo. Nel 2014 nasce l’associazione culturale “Macchia antico borgo(Mab) sotto la presidenza di Carlo Furgiuele,  con la finalità di tenere vivo  e valorizzare  questo antico borgo. L’attuale Presidente dell’associazione MAB è Davide Serra. Rocco Chinnici realizzò altre due edizioni del presepe vivente. La quarta edizione nel 2016 fu affidata a Carlo Furgiuele, Antonio Pace e Salvatore Porco. Nel 2018 l’associazione MAB organizzò una mostra presepistica di artisti locali e nel 2019, con rinnovato entusiasmo, venne allestito un grande presepe artistico nella location dove è stato realizzato anche quest’anno ad opera dell’artista Carlo Furgiuele. 

In una piccola casetta, all’interno delle viuzze si trova l’opera realizzata interamente a mano. Dentro la stanza dove si trova il presepe lo spazio non è amplissimo, perché l’opera ne prende la gran parte ma c’è la possibilità di osservare questa proposta di interpretazione e trasposizione della natività. Quello che si comprende subito è la forte attinenza delle case, dei personaggi e dell’aspetto paesaggistico con la conformazione stessa di Macchia. 

L’AIParC Cosenza con grandissimo piacere e spirito di condivisione, il giorno 29 Dicembre, ha preso parte all’evento organizzato dall’associazione Mab e dall’amministrazione comunale di Casali del Manco: la visita al Presepe artistico di Macchia, sotto la guida esperta del maestro artefice Carlo Furgiuele. L’evento si è svolto nella suggestiva cornice del luogo che accoglie il Presepe, fatto di un esterno fra vicoli, una gradinata ed un portico, e di un interno, sede del Presepe, in una stanza a pian terreno di una vecchia casa. Hanno porto i saluti Davide Serra, Presidente del Mab, Tania Frisone, Presidente AIParC Cosenza, Francesca Pisani, Assessore Casali del Manco. Erano presenti il Vice Presidente Mab Giovanni Reda, Francesco Rovito, socio MAB, molti altri membri dell’associazione Mab e un pubblico numeroso di visitatori, richiamati dall’evento. Carlo Furgiuele, in maniera appassionata, ha spiegato il significato e il messaggio che con il suo presepe ha inteso trasmettere: «Ho voluto rappresentare le nostre cose, quelle che esprimono il nostro vivere quotidiano. In effetti la Sacra Famiglia non è in una grotta come si immagina di solito, ma sotto un arco di una casa. Viviamo un momento storico particolare, sospesi fra paura e incertezze, impotenti assistiamo ad una continua perdita di valori».

«Il presepe riavvicina le persone. Il presepe raggruppa, unisce. È un qualcosa che ci appartiene. Guardandolo penso alla pace. Il messaggio che voglio dare è mirato alla cessazione di ogni conflitto e forma di violenza, all’accoglienza ed alla solidarietà fra gli uomini, al rispetto dei diritti umani. Il significato di fondo è quello di riscoprire le cose belle che abbiamo perduto».

 Dopo i saluti è iniziata la visita al Presepe all’interno della casa. Uno spettacolo stupendo si è presentato agli occhi dei visitatori. Un paese in miniatura fatto di case, alberi, un fiume, personaggi della vita reale di quella società contadina ormai scomparsa. Un commento altamente poetico, espressione della sensibilità dell’artista Furgiuele, accompagnato da un sottofondo musicale, un gioco di luci e di ombre, a significare l’alternarsi del giorno e della notte, hanno reso magica la visione di un’autentica opera d’arte. 

L’evento, già di per sé suggestivo, è stato accompagnato dalle musiche e dai canti della tradizione natalizia eseguiti dal valente musicista Ferdinando Autiero.

È stata per tutti un’esperienza ricca e intensa. Il Presepe di Macchia ha sempre avuto il magico potere di riunire persone che il tempo e le vicende della vita hanno allontanato dal borgo. Il Santo Natale esercita un richiamo speciale che, come una brezza leggera, spinge chi vive in svariati posti, a ritrovarsi intorno al Presepe, come intorno ad un grande fuoco, ad intonare antiche canzoni, che sanno di Chiesa e di tradizione. Ma un altro miracolo compie il Presepe, oltre a quello sacro della Natività, che ogni anno si rinnova, riempie di persone le strade di Macchia, ormai quasi disabitata, nel centro storico. Dando ali al sogno di veder tornare la vita nel borgo, com’ era un tempo, che non è poi molto lontano, se ci sono persone che quella vita se la portano dentro per averla vissuta. 

Ogni passo, risalendo il paese, rivela angoli suggestivi, vecchie case chiuse da anni, antiche dimore con portali decorati, alcuni ormai in rovina. Dalle pareti delle case si può quasi immaginare la vita che si è svolta all’interno, ma, così come è oggi sembra quasi di camminare in un paese fantasma, c’è ancora qualche piccola attività commerciale, ma non è facile trovare case abitate e tanto meno persone in giro per i vicoli del borgo vecchio. Tuttavia ciò che rende unica Macchia è proprio questo suo fascino silenzioso, questo essere ancora angolo ricco di storia, di cultura, di arte e di tradizioni antiche. 

A questo punto mi piace allungare lo sguardo sui paesi abbandonati della Calabria, che rappresentano meglio di altre componenti il volto di una regione in lotta per inserirsi nel cammino della modernità, ma ancora aggrappata a valori e tradizioni di altri tempi. Dovremmo metterci tutti noi calabresi in marcia verso i luoghi abbandonati da decenni per scoprire la bellezza mai vista a due passi da casa, ma soprattutto per riuscire ad accendere una luce in un mare di buio, il buio dell’indifferenza e della superficialità. Certi luoghi vanno letti, capiti e poi raccontati e per questo ci vuole chi li sappia leggere e capire, trovando la forza di raccontarne le ferite e cosa le ha prodotte. A livello personale, Macchia mi coinvolge non poco, visto che qui è nato mio padre ed io stessa vi ho trascorso momenti felici e sereni della mia infanzia e adolescenza.

Il fascino dei colori delle estati assolate, gli odori degli orti, il vociare delle persone nei vicoli e nelle piazzette, il lento ma mai banale trascorrere del tempo, le persone che sono cresciute insieme a me, tutto mi porto dentro sempre, ovunque. E davvero sono una parte di me. Nel tempo, è stato proprio questo paese a darmi consapevolezza di “fare uscire fuori” quella parte di me che da sempre ha in mente di “fare e dire qualcosa” per questa terra fantastica che è la Calabria, poco conosciuta e valorizzata anche dal punto di vista turistico.

L’Italia presenta un elevato numero di paesi dell’interno abbandonati, villaggi fantasma ormai dimenticati, dove nessuno abita e nessuno torna, veri e propri borghi cancellati dalla geografia. In questo immenso spazio, la Calabria si configura come un’unica grande rovina, una rovina incompiuta, sinonimo di una terra in fuga, abbandonata e devastata.

Molti borghi, infatti, stanno scomparendo a causa dei terremoti, movimenti tellurici che hanno sempre interessato ed interesseranno anche in futuro la nostra terra. I terremoti radono al suolo interi borghi e questo per colpa dell’uomo che ha costruito precipitosamente i suoi “rifugi” senza ricordarsi che la crosta terrestre è costituita da placche in movimento su un mantello viscoso. E che dire di frane e smottamenti che si trascinano dietro come massi rotolanti case e persone. Quello che ieri ai locali e ai forestieri appariva troppo pieno, il paese dell’interno pieno di persone e animali, oggi è diventato praticamente vuoto. Spesso nei tanti villaggi dell’interno, quando muore una persona anziana o sola non si chiude solo una storia, si chiudono le storie, si chiude un’epoca, si chiude una casa, si estingue una famiglia, talvolta scompare un cognome.

Intere aree interne, negli ultimi anni, si sono spopolate non solo a causa di terremoti e altri disastri naturali, ma anche a causa dell’emigrazione, della nascita di paesi doppi lungo le coste, della mancanza di servizi, lavoro e vie di comunicazione adeguate e a causa dei difficili collegamenti con i centri maggiori. I luoghi calabresi che rischiano di essere completamente cancellati e dimenticati sono molti. In Italia, i paesi arroccati tra i monti sembrano quasi dei guardiani che sorvegliano dall’alto le valli e le marine. La Calabria è ricca di piccoli paesi presepe, di paesi svuotati, che tentano in ogni modo di aggrapparsi ai dirupi.

La storia dei paesi di Calabria abbandonati o in via di abbandono è una storia comune, una tragedia a volte annunciata, a volte improvvisa, collocata in un tempo puro che si riempie di macerie. Sarà poi il fluire del tempo a trasformare le macerie in rovine 

Nei luoghi abbandonati o in stato di semi-abbandono, la vita è andata via di colpo lasciando i suoi manufatti, i suoi oggetti quotidiani, dei segni sul territorio. Gli edifici hanno forme obsolete e sconquassate, sono scoperchiati. Le rovine produrranno inevitabilmente altre rovine. La vista delle rovine provoca allo stesso tempo pace e inquietudine, senso di precarietà, di distruzione, del trionfo della natura sull’uomo. 

Sono soprattutto i borghi rurali della nostra Calabria a vivere ormai di tre diverse istanze: un abbandono inarrestabile, lento e continuo, la nostalgia dei vecchi abitanti e un ritorno improbabile ma non impossibile. Forte è il senso d’identità dei vecchi abitanti, ma i ritmi, le esigenze e le mode della società attuale, votata alla tecnologia, al virtuale e alla velocità, non rendono possibile purtroppo il totale ripopolamento di un borgo rurale. Un progetto di riqualificazione delle strutture abitative potrebbe attrarre in un borgo disabitato quanti necessitano di un’abitazione (stranieri, contadini) ma si tratterebbe comunque di presenze effimere che non rendono luogo un paese.

I paesi possono dunque sprofondare nell’oblio e sparire, ma non i luoghi. Essi non muoiono anche quando ormai non è rimasta alcuna presenza umana, i luoghi continuano a vivere nel ricordo, nella memoria, sulla pagina scritta. Sono le persone che danno plasticità ad un luogo. I luoghi sono mobili, hanno una loro dimensione storica e temporale, sono sempre antropizzati e relazionali.

«Il luogo è ciò che di esso hanno fatto le persone che lo hanno abitato e che lo abitano, quelle partite e quelle che arrivano. Il luogo ha una storia. Il luogo ha un senso, ci sente, ci avverte […]. Il luogo dell’uomo ha a che fare con il tempo, con la memoria, con i ricordi, con l’oblio […]. Il luogo antropologico è abitato, umanizzato, riconosciuto, periodicamente rifondato dalle persone che di quel luogo fanno o si sentono parte» (Vito Teti, La restanza)

Un paese è ciò che tiene attaccato l’uomo ad un luogo, il segno fisico e tangibile, il composto materiale dove l’uomo lascia il segno del suo passaggio. Un luogo è invece elemento non fisico, che rientra nella sfera delle emozioni, delle relazioni e interazioni fra uomini appartenenti alla medesima comunità sociale e continua a vivere anche dopo la morte di un paese.

L’unico destino per tutti i piccoli paesi dell’interno, pare il medesimo: o lo spopolamento definitivo o lo stanziamento di immigrati o il ripopolamento da parte di turisti in alcuni periodi dell’anno. Ma non è questo che rende un luogo nuovamente un paese. Nei luoghi vivono le memorie, nei paesi le persone, quali però presenza costante e non effimera e vacanziera. I paesi richiedono presenza, i luoghi un paese vivo con una comunità umana attiva.

Il destino di un luogo è difficile da definire, non ci sono regole assolute che permettano di segnalarne un futuro. Tuttavia una politica amministrativa mirata a creare condizioni economiche ed opportunità lavorative per chi ritorna e vuole restare, arricchito di conoscenze ed esperienze maturate in altri luoghi, è la strada giusta per dare nuova vita ai paesi in via d’abbandono.

Anche in tal senso opera AIParC, attraverso il Parco filosofico “Alcmeone”, che ha, tra le sue finalità di studio e di ricerca, quella di offrire proposte concrete e fattive per la riqualificazione dei borghi.

Vogliamo augurarci che la visita di AIParC Cosenza al Presepe artistico di Macchia, estesa nella stessa serata agli altri presepi dei quattro rioni di Spezzano Piccolo di Casali del Manco, sia di auspicio all’affermarsi e al rafforzarsi, in questo meraviglioso territorio. di una concezione di vita vera, autentica, che guardi ad una modernità fondata sulla storia, le tradizioni e la cultura identitaria di cui sono ricchi i tanti borghi che compongono il “mosaico” di Casali del Manco. (amv)