Al via il progetto “Pa.o.la” del Centro Calabrese di Solidarietà per le donne vittime di violenza

Si chiama Pa.o.la. – Pari Opportunità Lavoro il progetto finanziato dal Fondo di Beneficienza Intesa San Paolo e gestito dal Centro Calabrese di Solidarietà guidato dalla presidente Isolina Mantelli, dedicato alle donne vittime o potenziali vittime di violenza.

Tale progetto, infatti, permetterà a dieci donne vittime o potenziali vittime di violenza presenti nelle case rifugio o afferenti ai Centri Antiviolenza della provincia di Catanzaro, di iniziare oggi un corso di OSS (articolato in 13 moduli).

Un corso, quello affidato alla professionalità del CCS partito lunedì scorso, prevede una formazione teorica in aula di 550 ore, e 450 ore di tirocinio presso l’ospedale di Catanzaro e le strutture private.

«Puntiamo ad offrire un’opportunità formativa ed una qualifica spendibile nel mercato del lavoro – ha spiegato la coordinatrice del progetto, Katia Vitale –. Il mondo del lavoro, insieme a quello della formazione, rappresenta la via maestra per la costruzione di una democrazia paritaria: dare alle donne riconoscimento sociale e sostegno all’autorganizzazione permette loro di emergere come attori sociali ed economici ed influenzare e plasmare le politiche».

Il progetto si prefigge anche di migliorare le condizioni delle donne, rafforzandone il ruolo nel lavoro, porta anche a maggiori investimenti in istruzione dei propri figli. L’intervento mira a differenziare gli strumenti, tenendo in considerazione i bisogni espressi delle donne, attraverso una de-standardizzazione dei servizi, attraverso tre azioni previste: servizi integrati di presa in carico, orientamento, formazione e accompagnamento al lavoro, in grado di rimuovere tutti quegli ostacoli che si frappongono alla concreta possibilità di recupero dell’autonomia economica delle donne che terminano il percorso di fuoriuscita dalla violenza; elaborazione di strumenti innovativi di valutazione e convalida delle competenze informali con standard definiti in base all’indice di svantaggio delle beneficiarie; misure di conciliazione che permettano alle donne di armonizzare tempi di lavoro e tempi di vita, in particolare per coloro che hanno responsabilità di cura.

Il progetto è sostenuto dal “Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale”, costituito dai soci della Banca Intesa San Paolo che “in coerenza con i principi di responsabilità e di solidarietà nella relazione con la Comunità enunciati nel Codice etico” contribuisce allo sviluppo sostenibile “anche tramite la promozione di iniziative di solidarietà, ricerca, attenzione all’ambiente e alla cultura in genere”. (rcz)

CATANZARO – Presentata la terza edizione del “Villaggio delle Famiglie”

È stata presentata la terza edizione del Villaggio delle Famiglie, che prenderà il via mercoledì 29 giugno a Catanzaro.

Il progetto è finanziato dai fondi CEI 8×1000 di Caritas Italiana, voluto dalla Diocesi di Catanzaro-Squillace e gestito dal Centro calabrese di solidarietà, con la mission di favorire il confronto tra le famiglie, creare e consolidare relazioni autentiche, perseguire la solidarietà tra le famiglie, “cellule” fondamentali della società che possono crescere aprendosi agli altri.

Contenuti e obiettivi dell’estensione estiva di Tessere di Comunità sono stati presentati questa mattina nel corso della conferenza stampa, nella sede degli uffici amministrativi del Centro Calabrese di Solidarietà in via Lucrezia della Valle 106, alla presenza della presidente Isolina Mantelli, di Cristina Marino che si occupa del progetto, del responsabile del Settore Prevenzione, Claudio Falbo, e di Teresa Scavelli in rappresentanza della Caritas Diocesana.

Da mercoledì 29 giugno a mercoledì 27 luglio, dalle 17 alle 20, nel chiosco “Da Vito” in località Giovino – per rilanciare il proprio percorso di affiancamento e potenziamento del rapporto genitoriale e dell’intera comunità educante attraverso nuove attività – il “Villaggio delle famiglie” è pronto ad accogliere bambini, adolescenti, genitori, giovani coppie.

Una “diramazione estiva” delle attività che nei mesi autunnali e invernali, vengono realizzate con sapienza tessendo con cura e con pazienza, attraverso l’ascolto e il coinvolgimento emotivo, relazioni che dalle famiglie si allargano come maglie verso la comunità esterna, a partire da quartiere di Aranceto dove è ubicato il Centro sociale che ospita le attività curate dagli operatori del Centro Calabrese di Comunità.

Il “Villaggio delle famiglie “ospiterà al proprio interno delle aree tematiche per famiglie e bambini dai 0 ai 17 anni, che avranno a disposizione pedagogisti, sociologi, e psicologi per rafforzare le competenze educative dei genitori, mentre i bambini saranno seguiti da esperti qualificati come istruttori sportivi, animatori sociali e di prossimità, proprio per acquisire strumenti per gestire e affrontare lo stress accumulato in questi mesi, oltre che nella quotidianità delle relazioni familiari.

«Il nostro obiettivo è quello di riuscire a coinvolgere il più possibile tante famiglie per costruire insieme quella “comunità educante” di cui la Calabria ha bisogno. Queste iniziative vogliono essere il nostro contributo alla riduzione della differenza sociale – ha esordito la presidente Mantelli –, ma anche alla crescita di un sentimento di solidarietà tra le famiglie che a decine hanno aderito. In Calabria di questo si sente una forte necessità».

«Tessere di Comunità – ha esordito Cristina Marino – si rivolge alle famiglie perché crede fortemente nella potenzialità delle famiglie. L’intento, quindi, è proprio quello di creare famiglie più capaci di relazioni autentiche, significative e di rapportarsi all’interno, ma anche all’esterno”. Lo scopo del progetto, anche quest’anno è di “creare reti di solidarietà” tra famiglie. “E il Villaggio delle famiglie vuole avere questo significato e vuole dare modo, a tutte le famiglie della diocesi di avere dei momenti di confronto, di scambio, di incontro fuori dalle nostre case che a volte diventano luoghi chiusi, e mi permetto di dire soffocanti”.

“Quella con il CCS, attraverso questo progetto, è una collaborazione importante. Viviamo un momento delicato – sottolinea Teresa Scavelli della Caritas – le famiglie hanno perso un po’ l’orientamento, i genitori si sentono abbandonati e hanno la necessità di recuperare il senso della comunità e di ritrovarsi, anche di riappropriarsi della normalità che significa stare insieme e condividere Iniziative come queste vogliono essere concreto aiuto».

«Quando pensiamo al sostegno della Caritas, e vediamo il logo, pensiamo subito alla beneficenza pura, a famiglie bisognose. Invece è da anni che stanno, e noi con loro, costruendo strategie differenti – ha detto invece Claudio Falbo – . Tolstoj scriveva che famiglie felici sono un po’ tutte uguali. Non è del tutto vero: la felicità è un percorso, e questa iniziativa vuole consentire a chi vi partecipa, non solo chi vive nella diocesi visto che negli anni scorsi abbiamo visto anche gente residente fuori Calabria qui solo in nel periodo estivo, di percorrere un tratto condiviso di questo percorso». (rcz)

 

CATANZARO – Gli studenti dell’Umg presentano i project work al Centro Calabrese di Solidarietà

Gli studenti di Organizzazione e Gestione del Personale del Corso di Laurea Specialistica in Economia Aziendale e Management dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, al Centro calabrese di Solidarietà per illustrare l’esito delle attività di studio e ricerca che hanno avuto ad oggetto l’Ente no profit che dal 1986 opera nel campo dell’emarginazione giovanile, del recupero delle dipendenza patologiche e della protezione delle donne.

Il progetto svolto dagli studenti dell’Umg, rientra nell’ambito della 14esima edizione dei “Percorsi di Management, realizzato in collaborazione tra l’Associazione degli Industriali della provincia di Catanzaro e l’Università Magna Graecia, coordinato dal professor Rocco Reina, ordinario di Organizzazione aziendale, nell’ambito delle attività didattiche della Cattedra di Comportamento Organizzativo e Gestione del Personale del Corso di Laurea Specialistica in Economia Aziendale e Management.

Accompagnati dal professor Rocco Reina, docente di Organizzazione aziendale e dai giovani colleghi Anna Maria Melina e Walter Vesperi di UMG, gli studenti e le studentesse – che hanno lavorato divisi in tre gruppi – hanno illustrato l’esito degli studi, offrendo importanti ed interessanti riflessioni su punti di forza, opportunità ma anche criticità dell’operatività dell’Ente, alla presenza della presidente del Centro Calabrese di solidarietà, Isolina Mantelli, e di alcuni componenti del Comitato direttivo, oltre che del direttore amministrativo Vittoria Scarpino e di Assunta Cardamone che si occupa della Casa Rifugio “Mondo Rosa” oltre che della responsabile del Centro studi, Katia Vitale. Presente anche Pierluigi Monteverdi che si occupa di Tutoraggio e Consulenza economica per i giocatori d’azzardo.

L’obiettivo della comakership tra UMG e Confindustria Catanzaro – con l’input del presidente Aldo Ferrara e del direttore generale Dario Lamanna – è quello di avvicinare il mondo delle conoscenze e delle competenze sviluppate all’interno dei percorsi formativi universitari in campo economico-aziendale con quello esperienziale delle imprese del territorio.

La particolarità dell’edizione di quest’anno è stata proprio quella di aver scelto il Centro Calabrese di solidarietà – con il placet di Confindustria – quale oggetto dell’analisi selettiva sollecitata dal percorso progettuale di una “azienda-non azienda”, nel senso classico di organismo composto di persone e beni, diretto al raggiungimento di un fine economico.

«Questo progetto ha permesso agli studenti di passare dalla formazione d’aula alla vita reale: hanno potuto mettersi in gioco, si sono potuti confrontare con realtà concrete, come quella del Centro Calabrese di Solidarietà e, quindi, sono riusciti a focalizzare gli sforzi cognitivi del Corso in aula. È questo un dato imprescindibile per ogni Università, per ogni Ente che faccia della formazione e dell’apprendimento dei giovani la propria missione», ha affermato il professore Reina.

Importante, quindi, la collaborazione del Centro Calabrese di solidarietà che – come sottolinea ancora il professore Reina – «non si è voluto nascondere, ha voluto essere se stesso, permettendo che l’analisi degli studenti fosse libera, indipendente, come è giusto che sia e capace di dare un supporto e uno spunto di riflessione agli studenti e alle studentesse del corso».

Un risultato formativo importante, quindi, che potrebbe avere anche sbocchi lavorativi nel difficile contesto sociale ed economico locale, il cui esito rappresenta un invito concreto all’Università ed al sistema economico ed imprenditoriale nello sforzo che dovrebbe fare per assicurare ai ragazzi delle opportunità nella terra in cui studiano.

«Credo che l’Università dovrebbe ripensare non l’offerta didattica ma la modalità rispetto all’apprendimento e alla formazione dei giovani – ha concluso Reina – e fare più attività di questo tipo potrebbe essere un valore aggiunto per il territorio».

La presidente Mantelli, il direttivo, operatori e responsabili hanno accolto con gratitudine i suggerimenti offerti dagli studenti. «Hanno saputo cogliere lo spirito di servizio con cui lavoriamo sul territorio, tra difficoltà economiche e operative che non ci impediscono di mettere al centro della nostra mission la persona, uomini e donne, giovani e meno giovani che arrivano da noi perché si sono smarriti e hanno bisogno di essere sostenuti, risollevati – ha affermato la presidente Mantelli –. Ogni suggerimento volto a migliorare e finalizzare le nostre attività alla crescita del contesto in cui operiamo è una opportunità in più che offriamo alle persone a cui vogliamo stare vicini. Ringraziamo questi splendidi giovani, ragazze e ragazzi appassionati e volenterosi, oltre che preparati e competenti, che ci fanno ben sperare per il futuro». (rcz)

CATANZARO – Concluso il progetto “Rizoma” del Centro Calabrese di Solidarietà

Si sono concluse, con la premiazione degli studenti che hanno partecipato al concorso su bullismo e cyberbullismo, le attività del progetto RizomaRadici pedagogiche a supporto della resilienza minorile finanziato al Centro Calabrese di Solidarietà in partenariato con il Tribunale per i Minorenni di Catanzaro e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria dalla Regione Calabria.

Nei giorni scorsi, all’Auditorium del Centro di giustizia minorile per la Calabria di Catanzaro, si è svolta la manifestazione finale che ha visto la premiazione degli studenti degli Istituti Scolastici, accompagnati dai docenti referenti e dai Dirigenti, che hanno partecipato al bando di concorso (ultimo step del progetto) realizzando un’opera (poesia, video, foto, cartellonistica, musicale) sulle tematiche del bullismo e del cyberbullismo.

Le attività del progetto, finalizzato ad intervenire direttamente sugli attori (docenti e alunni) del sistema Scuola al fine di implementare una strategia comune per la diffusione della cultura della legalità con particolare incidenza sull’inclusione scolastica e sul contrasto del cyberbullismo, hanno visto protagonisti 85 docenti e circa 1035 studenti dei 25 Istituti Scolastici di primo e secondo grado della Regione Calabria che hanno dato disponibilità all’azione. I

n particolare a favore dei docenti, collegati da remoto, si sono erogate 5 sessione formative che hanno riguardato a) gli aspetti emotivi e comunicativi nella gestione del gruppo classe; b) i fattori di rischio e di protezione in età evolutiva; c) cyberbullismo e trappole del web; d) violenza di genere, bullismo omo e transfobico; e) la funzione pedagogica del TM di Catanzaro. Negli incontri con gli studenti sono stati affrontati, con modalità laboratoriale, le tematiche del bullismo, cyberbullismo, competenza emozionale e problem solving.

La manifestazione ha visto gli interventi dei relatori presenti al tavolo, coordinati dal responsabile di progetto Andrea Barbuto, tra i quali la Presidente del Centro Calabrese di Solidarietà (capofila della partnership) dott.ssa Isolina Mantelli, la Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catanzaro Teresa Chiodo, la Dirigente del Centro Giustizia Minorile per la Calabria Mirella Petrillo, la referente per la Regione Calabria Teresa Falcone, la referente per l’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria Maria Marino, il pedagogista del Centro Calabrese di Solidarietà Claudio Falbo e il giudice onorario minorile Valentina Pirrò.

I relatori hanno condiviso l’importanza della sinergia tra enti del privato sociale accreditati dalla Regione Calabria e Istituzioni che sono direttamente impegnati nel contrasto dei comportamenti devianti minorili e negli aspetti della prevenzione universale, indicata e selettiva, come da intervento della dott.ssa Falcone, al fine di innescare meccanismi virtuosi a favore dei minori in parte invischiati, come suggeriva la dott.ssa Chiodo, in situazioni di povertà educativa e di contro l’urgenza di innalzare il livello culturale e formativo degli stessi per sviluppare processi autonomi di crescita.

Accorgersi della propria zona d’ombra e superarla facendo scorgere le qualità che ognuno di noi possiede al fine di costruire quell’umanità che ultimamente sembra dimenticata è l’invito che, come un grido, la dott.ssa Mantelli urla alla platea dei giovani e dei professori presenti. Docenti e dirigenti che sono, secondo la dott.ssa Marino, pedine fondamentali attraverso le quali avviare innovazioni all’interno degli Istituti Scolastici che possono favorire la crescita degli studenti non solo in senso pedagogico.

E, ancora, la ricchezza del comparto emozionale che i ragazzi hanno mostrato negli incontri che l’equipe ha realizzato all’interno delle classi, dopo che agli stessi è stato – causa covid – negli ultimi due anni impedito di socializzare, come affermato dal dottor Falbo. E ancora l’importanza di scorgere e di tirar fuori le competenze anche da ragazzi che sono stati segnalati dall’A.G. per reati e sottoposti alla Messa alla Prova in ambito penale come ha sentenziato la dottoressa Pirrò e quindi la valenza della ricerca del rispetto e dei diritti civili conquista della società moderna e dei giovani come riferiva la dott.ssa Petrillo.

Gli Istituti Scolastici che sono risultati vincitori hanno ricevuto un assegno da 450 euro da spendere in materiale didattico. Ecco i nomi:

 IIS Margherita Hack di Cotronei: (Prof.ri referenti Luigina Grisi, MariaRita Frontera, Cesira Carvelli) –Guerrieri off line – video

IPSSEOA di Praia a Mare: (Prof. ri Barbara Trotta, Osso Federico, Palermo Georgia) – Insieme è meglio – video

ITS Galluppi di Tropea: (Prof. ri Domenica Rombolà, Domenica Davola, Vitina Pizzonia) – Mai più bullismo – video

Istituto Pertini-Santori di Crotone: (Prof. ri Guerra Maurizio e Vincenza Pellegrino) – Metamorfosi dell’io: la danza con l’altro – Quadro scultura realizzato su tela con gesso.

IIS “Enzo Ferrari” di Chiaravalle Centrale: Prof. Rosa Ranieri, Leania Condello) – Solitudine – Cartellone e poesia.

Liceo Fiorentino di Lamezia Terme: (Prof. Giampà Stefania e Carmela Fuoco) – Fai la scelta giusta – video. (rcz)

CATANZARO – Riparte il progetto “Spiagge Pulite 5”

Riparte, per il quinto anno consecutivo, il progetto Spiagge Pulite 5, che prevede il coinvolgimento di quattro volontari – ospiti del Centro Calabrese di Solidarietà – in un percorso di reinserimento di medio periodo in attività di tutela e monitoraggio della costa.

I volontari saranno impegnati nella pulizia dell’arenile e della Pineta adiacente, con rimozione dei rifiuti abbandonati dalle persone o a seguito di mareggiate. Le attività previste verranno effettuate nelle prime ore del mattino, per un totale di 5 ore giornaliere per sei giorni a settimana con turni di riposo e rotazione a seguito della sottoscrizione della convenzione tra la Cooperativa Sociale Eureka e la Si.Eco Spa.

L’Eureka è una Cooperativa Sociale a.r.l. di tipo A e di tipo B, costituitasi il 31 luglio 2002.

Tra gli obiettivi primari che si pone c’è proprio l’inserimento socio-lavorativo di persone svantaggiate con lo scopo di facilitare i processi di orientamento, di formazione professionale e di collocazione di soggetti in difficoltà nel mondo del lavoro. Inizialmente ha realizzato i propri scopi sociali attraverso attività produttive e integrazione lavorativa, ponendo particolare attenzione a persone che hanno vissuto esperienze di dipendenza e/o di emarginazione e hanno completato il percorso di recupero presso le strutture terapeutiche del Centro Calabrese di Solidarietà.

Successivamente, la Cooperativa ha esteso i suoi obiettivi a tutte le categorie di persone socialmente svantaggiate, mettendo i suoi servizi a disposizione delle strutture riabilitative presenti sul territorio, al fine di implementare la rete territoriale dei servizi e di rafforzare le potenzialità educative e di integrazione dell’intera comunità.

L’obiettivo primario del progetto che ha portato alla sottoscrizione della convenzione con la Si.Eco Spa è la salvaguardia dell’ambiente, puntando l’attenzione sul tema dell’inquinamento dell’ambiente marino che rappresenta una emergenza a causa soprattutto della plastica.

«I rifiuti presenti sulla spiaggia di Giovino sono costituiti da materiali di varia natura – si legge nella convenzione – che per via delle correnti marine attualmente si depositano in maniera cospicua. Gli obiettivi specifici del progetto, oltre alla cura del patrimonio naturalistico sono: inserire e professionalizzare persone svantaggiate per trasformare lo svantaggio in una risorsa da impiegare nel contesto turistico, ma anche promuovere comportamenti quotidiani più consapevoli nella cittadinanza». (rcz)

Gli studenti della specialistica in Economica e Management dell’Umg in visita al Centro Calabrese di Solidarietà

Gli studenti e le studentesse del corso di laurea specialistica in Economia Aziendale e Management dell’Università “Magna Graecia”, hanno fatto visita agli uffici amministrativi del Centro Calabrese di Solidarietà, il cui lavoro dedicato al recupero dalle tossicodipendenze e della protezione delle donne sarà al centro del progetto che svolgeranno nell’ambito dei percorsi di management.

Giunto alla sua 14esima edizione, il progetto è realizzato in collaborazione tra l’Associazione degli Industriali della provincia di Catanzaro e l’Università Magna Grecia, coordinato dal professor Rocco Reina, ordinario di Organizzazione aziendale, nell’ambito delle attività didattiche della Cattedra di Comportamento Organizzativo e Gestione del Personale del Corso di Laurea Specialistica in Economia Aziendale e Management.

L’obiettivo della comakership tra UMG e Confindustria Catanzaro – con l’input del presidente Aldo Ferrara e del direttore generale Dario Lamanna – è quello di avvicinare il mondo delle conoscenze e delle competenze sviluppate all’interno dei percorsi formativi universitari in campo economico-aziendale con quello esperienziale delle imprese del territorio.

Nell’ambito di questo progetto, gli studenti del Corso di Laurea Specialistica in Economia e Management – che hanno visitato il Centro Calabrese di Solidarietà accompagnati, oltre che dal professore Reina, anche dai professori Anna Maria Melina e Walter Vesperi – saranno chiamati a specifiche attività di studio e ricerca, in modo da permettere lo sviluppo di metodologie didattiche integrate con il sistema delle imprese del territorio, vivendo con loro e sfidandosi nella ricerca di opportunità e progettualità a ricaduta imprenditoriale.

La particolarità dell’edizione di quest’anno è proprio quella di aver scelto il Centro Calabrese di solidarietà – con il placet di Confindustria – quale oggetto dell’analisi selettiva sollecitata dal percorso progettuale di una “azienda-non azienda”, nel senso classico di organismo composto di persone e beni, diretto al raggiungimento di un fine economico.

«Le emozioni non possono essere analizzate dal punto di vista aziendale – ha affermato la presidente del CCS, Isolina Mantelli –. Ma l’analisi dei punti di forza e dei punti di debolezza di una realtà che ha bisogno della ‘tenuta economica’ per dare quante più risposte possibili alle donne, agli uomini, alle famiglie che vedono in noi un punto di riferimento, e un’àncora di salvezza, ci aiuta a costruire maggiori situazioni di certezza per tutte le persone che vogliamo aiutare. La nostra mission – ha detto ancora Mantelli – è l’obiettivo che sfugge le analisi economiche, scommettiamo nella costruzione di un’etica dell’economia».

A “raccontare” il Centro Calabrese di Solidarietà, con le storie umane e professionali, i percorsi, le sfide, la progettualità e il fine ultimo che è quello di tendere la mano a quanti hanno smarrito il proprio percorso e hanno bisogno di una seconda opportunità,  con la presidente Mantelli, sono stati alcuni dei responsabili dei settori in cui il Centro si articola (Claudio Falbo, Assunta Cardamone, Giorgia Ritrovato, oltre che la responsabile del Centro studi, Katia Vitale ed Emanuela Trapasso in rappresentanza dell’amministrazione, oltre che Pierluigi Monteverdi e Carmen Locandro che si occupano di Tutoraggio e Consulenza economica per i giocatori d’azzardo).

Gli studenti e le studentesse, quindi, hanno avuto un primo contatto diretto con il Centro Calabrese di Solidarietà scoprendo l’associazione di volontariato che opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, con particolare attenzione alla prevenzione, al recupero e al reinserimento sociale di soggetti con problematiche di dipendenza patologica. Fondato nel 1986, si è posto come servizio in risposta al fenomeno dilagante della tossicodipendenza nel territorio calabrese.

Aderisce alla F.I.C.T. (Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche) ed ispira il proprio lavoro educativo/terapeutico alla filosofia di Progetto Uomo ed al presupposto fondante che ogni uomo è sempre portatore di enormi potenzialità. Pone, pertanto, al centro dell’attenzione la persona nella sua totalità, i suoi bisogni esistenziali e le sue capacità di cambiamento.

Ha accreditato definitivamente con la Regione Calabria le sedi operative per la cura e la riabilitazione di soggetti con problematiche di dipendenze patologiche, ma ha ottenuto l’autorizzazione al funzionamento e relativa iscrizione all’Albo regionale della Casa Rifugio “Mondo Rosa” per donne vittime di violenza con o senza minori dalla Regione Calabria (Decreto n^ 17035 del 27/12/2019) ed Accreditamento Provvisorio. 9

Ha ottenuto dal 2006 la Certificazione di Qualità ISO-9001 rilasciato dal RINA. Dal 2016 ha ottenuto anche l’accreditamento definitivo della sede di Via Lucrezia della Valle n. 106 – Catanzaro per la Formazione continua e superiore e Formazione Continua e Superiore Utenze Speciali. È convenzionato con diverse Facoltà Universitarie per l’espletamento del tirocinio pre e post laurea. È convenzionato con il Ministero di Giustizia, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Ufficio Esecuzione Penale Esterna per l’accoglienza dei soggetti in regime di espiazione della pena di Lavori di Pubblica Utilità. Giusto per citare qualche esempio.

Ma il momento emotivamente più inteso, che ha consentito agli studenti e alle studentesse di scoprire l’intensità della missione a cui il CCS risponde, di cui parlava la presidente Mantelli, è stato il confronto con le storie di alcuni ragazzi ospiti della comunità terapeutica: chi erano, giovani e uomini in che si erano persi, e che oggi, hanno scoperto loro stessi, il valore delle regole, la solidità di un cammino che ogni giorno, non senza difficoltà li condurrà fuori dal tunnel dell’isolamento che li ha fatti smarrire. (dc)

CATANZARO – Presentato il “Controfiabe – 5 storie per ragazzi liberi e ragazze forti” realizzato dai bambini della Casa rifugio “Mondo Rosa”

È stato presentato, al Teatro Comunale di Catanzaro, il libro Controfiabe – 5 storie per ragazzi liberi e ragazze forti, realizzato dai bambini e dalle bambine ospiti della casa rifugio “Mondo Rosa” del Centro Calabrese di Solidarietà.

Raccontare per liberare i “cattivi pensieri”. Raccontare per crescere liberi da paure e stereotipi, per correre verso il futuro più leggeri e lontano dalla violenza e i suoi riverberi, per trovare al luce. E’ uno degli obiettivi del laboratorio di scrittura creativa ideato dal Centro Calabrese di solidarietà e destinato ai minori vittime di violenza assistita, ospiti della Casa Rifugio “Mondo Rosa” con l’obiettivo di sensibilizzare tutta la comunità contro gli stereotipi di genere. Il laboratorio che – grazie al progetto La storia di… dedicato al sostegno dei minori vittime di violenza assistita, degli orfani di crimini domestici e alle loro famiglie affidatarie e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per le Politiche della Famiglia) – ha portato alla realizzazione del volume per l’infanzia intitolato “Controfiabe – 5 storie per ragazzi liberi e ragazze forti”.

A moderare la presentazione, Francesco Passafaro, direttore del Teatro Comunale. Presenti, Isolina Mantelli, presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, Katia Vitale, responsabile Centro studi e formazione professionale del Centro Calabrese di Solidarietà, e Assunta Cardamone, responsabile della Casa Rifugio Mondo Rosa.

Un libro che nasce dalla toccante sensibilità delle bambine e dei bambini ospiti di Mondo Rosa, è stato illustrato da artisti contemporanei emergenti: Maria Valentini, Andrea La Chimia, Francesca Federica Curcio, Dario Bernardini, Giovanni Saladino, Vincenzo Rotundo.

«Grazie a questo progetto abbiamo lavorato per costruire una cultura diversa, perché se non abbattiamo questa cultura maschile dominante – ha affermato la presidente Isolina Mantelli – non usciremo mai dalla violenza sulle donne. Inoltre, come ci dimostra la guerra di questi giorni, avremo ancora violenze e stupri, almeno fino a quanto il maschio non imparerà la dolcezza del mondo femminile».

«Se riusciamo a venire fuori dalla violenza –ha aggiunto – noi riusciamo a dire che le donne hanno fatto un passo avanti nella cultura e soprattutto nella inculturazione del maschile. E questo significherà aprire scenari nuovi. Che non saranno scenari di guerra, ma di pace, di collaborazione. Penso che le donne possano insegnare nella loro vita questo: il fare spazio all’altro, e non distruggere l’altro per avere più potere. Mondo Rosa vuole fare qualcosa di più, non basta solo accogliere e affiancare le donne maltrattate, ci proponiamo di cambiare la cultura, perché solo cambiando la cultura si può superare la violenza. E allora perché non cominciare dai bambini piccoli? E basta con l’idea che ciascuna di noi aspetta un principe azzurro, che poi si trasforma in Barbablù, forse possiamo tutte diventare la Cristoforetti, chi lo sa, oppure Carla Fracci».

«Quando parliamo degli stereotipi di genere, così come della violenza assistita, trattiamo di fenomeni molto conosciuti, ma allo stesso tempo messi in ombra, quindi il nostro obiettivo – ha aggiunto Vitale – era proprio quello di diffondere la conoscenza del fenomeno cercando di attuare un cambiamento. La formazione è importante, per questo siamo stati entusiasti ed emozionati del finanziamento di questo progetto: il fenomeno della violenza assistita necessita che vengano ampliate le conoscenze e le competenze sul tema. I bambini hanno insegnato a noi quanto è importante esprimere se stessi nella propria libertà, senza aver paura di nessuno né di sentirsi diverso’».

«Il progetto nasce dall’idea di quello che noi viviamo quotidianamente con i bambini di Mondo Rosa – ha spiegato Assunta Cardamone –. Ospitiamo oltre alle donne vittime di violenza anche i loro figli, e in loro vediamo delle ferite sanguinanti, sulla loro pelle, quindi riuscire a attivare questi laboratori è stato puntare un faro su una violenza che è ancora molto nascosta, invece lascia delle ferite e delle tracce nel tempo, la nostra storia ce lo racconta. Violenza assistita che si accompagna agli stereotipi».

Controfiabe è a disposizione di chi vorrà contribuire con una offerta libera che sarà destinata ai bambini e alle bambine di “Mondo Rosa” nella sede del Teatro Comunale. Appello alla partecipazione all’iniziativa è stato rivolto anche a tutte librerie della città dove saranno distribuiti e messi a disposizione i libri. (rcz)

CATANZARO – Il rifugio Mondo Rosa del Centro Calabrese di solidarietà ospita due donne e una bambina ucraina

La Casa rifugio “Mondo Rosa” del Centro Calabrese di Solidarietà di Catanzaro ospita due donne e una bambina ucraine.

Le donne e operatrici di “Mondo Rosa”, manifestando la propria disponibilità ad ospitare profughe ucraine, hanno trasformano in un abbraccio di solidarietà quello che senza questi gesti di generosità potrebbe configurarsi semplicemente come un concetto astratto.

Nella Casa rifugio del Centro calabrese di solidarietà, dove si conoscono il dolore e la paura, ma anche il riscatto e la speranza, la rete di relazioni per “rinascere” diventa trama di protezione e coraggio da tessere ogni giorno, per sostenere le donne che hanno deciso di lottare per il diritto di essere libere, per sé e per i propri figli.

E oggi ha i colori della bandiera dell’Ucraina che ha dato il benvenuto alle gradite ospiti: oltre quella porta non solo alloggio e beni primari per la vita quotidiana, ma anche tanto sostegno da cui ripartire in sicurezza, senza perdere la speranza di tornare presto a casa. (rcz)

Al Centro calabrese di solidarietà la visita del direttore generale della Fondazione con il Sud, Marco Imperiale

Nei giorni scorsi, al Centro Calabrese di Solidarietà di Catanzaro ha fatto visita il direttore generale della Fondazione con il SudMarco Imperiale, che è stato accolto dalla presidente Isolina Mantelli, dalla direttrice amministrativa Vittoria Scarpino, dal componente del direttivo Gianni Merando) alla presenza di alcuni amministrativi e coordinatori di progetto (Katia Vitale, Emanuela Trapasso, Claudio Falbo, Andrea Barbuto).

«Quella al Centro calabrese di solidarietà – ha dichiarato – è una delle realtà più importanti tra quelle che sosteniamo. La visita alla struttura e agli suoi organismi direttivi è una delle tappe del tour che sto svolgendo nel Mezzogiorno: una grande opportunità di conoscenza e confronto perché non è solo Fondazione Con il Sud che sostiene gli Enti del Terzo, ma sono anche realtà come il Centro calabrese di solidarietà che ci danno la possibilità di andare avanti nella mission della infrastrutturazione sociale del Sud del Paese».

La Fondazione con il Sud è un ente non profit privato nato il 22 novembre 2006 dall’alleanza tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e del volontariato, per promuovere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno, cioè percorsi di coesione sociale e buone pratiche di rete per favorire lo sviluppo del Sud.

In particolare, la Fondazione sostiene interventi “esemplari” per l’educazione dei ragazzi alla legalità e per il contrasto alla dispersione scolastica, per valorizzare i giovani talenti e attrarre “cervelli” al Sud, per la tutela e valorizzazione dei beni comuni (patrimonio storico-artistico e culturale, ambiente, riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie), per la qualificazione dei servizi socio-sanitari, per l’integrazione degli immigrati, e in generale per favorire il welfare di comunità.

«Questa è l’occasione per fare il punto sui progetti ma anche per dare una maggiore visibilità nazionale ad Enti come il CCS e aiutare anche in qualche modo a fare rete nell’ambito delle organizzazioni che magari si occupano delle stesse tematiche valorizzando ciò che di buone viene fatto», ha aggiunto Imperiale che si è trattenuto piacevolmente con gli organismi direttivi e i responsabili di progetto in un articolato e utile confronto su contenuti e problematiche tecniche da approfondire legate alla progettazione.

«Siamo stati davvero orgogliosi di ospitare il direttore generale Imperiale. La sua visita ci ha dato l’opportunità di discutere dei punti di forza e delle criticità del nostro operato quotidiano – ha detto la presidente Mantelli –. Perché non è sempre facile impegnarsi e agire in maniera concreta per chi come noi è in prima linea sempre dalla parte di chi ha bisogno di una mano per tornare a sorridere, e ritrovare un futuro. Poter contare su Fondazione con il Sud ci fa sentire meno soli». (rcz)

Al via progetto “Centro per Uomini Maltrattanti” della Regione, Centro Calabrese di Solidarietà e Fondazione Città Solidale

È un progetto ambizioso quanto importante, quello realizzato dalla Regione Calabria in collaborazione con il Centro Calabrese di Solidarietà e la Fondazione Città Solidale, che vuole rafforzare i programmi di intervento di carattere preventivo e di trattamento per uomini maltrattanti o potenziali nel territorio.

Si tratta del Centro per Uomini Maltrattanti, che vuole potenziare le conoscenze e le competenze degli operatori dei servizi pubblici e privati sui territori delle province calabresi in merito all’approccio e alla metodologia relativa al trattamento degli uomini che agiscono violenza di genere, ma anche sviluppare e realizzare un piano di prevenzione universale e selettiva sul territorio regionale.

Regione Calabria, Centro Calabrese di Solidarietà, presieduta da Isolina Mantelli, e Fondazione Città Solidale, guidata da Padre Piero Puglisi,  intendono sviluppare gli step operativi del progetto avvalendosi comunque di una rete di gittata regionale fatta da Enti pubblici e privati (Aderenti) tra i quali: C.A.D.I.C. (Coordinamento Antiviolenza Donne Insieme Calabria), ODV  “Da Donna a Donna”, Ambito Territoriale di Locri, Cooperativa Noemi, Associazione Spazio Aperto, Tavolo Regionale sulla violenza contro le donne (D.G.R. 539/16).

Il Sam di Catanzaro, nato grazie ad un finanziamento del DPO (Progetto Arca) e al percorso formativo ed esperienziale che l’equipe ha potuto apprendere da Centri di consolidata esperienza mutuando linee guida adattate al contesto, entra quindi nella fase operativa: a tal fine, nei giorni scorsi si è tenuta una riunione operativa nella sede del Settore Prevenzione del CCS, in via Fontana Vecchia a Catanzaro.

Il progetto Centro per Uomini Maltrattanti rappresenta di fatto, in particolare per la Regione Calabria, un’innovazione di metodologia e di approccio al fenomeno della violenza di genere, soprattutto in ambito di prevenzione (scelta di lavorare con gli uomini maltrattanti per contrastare i fenomeni di violenza sulle donne). L’approccio metodologico utilizzato nel Centro prevede l’integrazione di aspetti culturali, clinici e criminologici. Le modalità operative sono caratterizzate da uno stile di lavoro individuale, di gruppo o integrato.

I programmi offrono un monte ore dedicato che prevede la presa in carico ed il trattamento ad opera di un’equipe integrata composta da uomini e donne (psicologi, pedagogisti, educatori professionali) che permettano l’emergere nel gruppo di lavoro di dinamiche legate all’appartenenza di genere. Le modalità utilizzate prevedono un periodo di frequentazione ottimale del programma almeno di gittata annuale. Le fasi sono cosi ripartite: presa in carico; lavoro individuale (colloqui psicologici, consulenze ed orientamento;  lavoro psico/educativo di gruppo.

Il progetto si avvale di figure professionali che hanno esperienza sul campo e qualifiche universitarie e post universitarie. La prima fase del progetto – che prevede la formazione dell’equipe di lavoro (processo di team building) e della cabina di regia – è già partita. Nel mese di marzo, inoltre, partiranno le attività nelle scuole, mentre tutti i martedì dalle 15 alle 19 continuano le attività dello spazio di ascolto che sono state avviate nelle scorse settimane, nella sede del CCS di via Fontana Vecchia.

Il Centro di riabilitazione per uomini maltrattanti offre un servizio trattamentale strutturato in procedure e scansioni temporali: accettazione della domanda e primo colloquio; fase di valutazione psicologica; percorso psicoeducativo di gruppo per il recupero e il reinserimento degli uomini autori di violenza nelle relazioni affettive.

Gli uomini che afferiscono al servizio volontariamente possono contattare il front office dedicato a mezzo telefono o mail per fissare un primo colloquio di accoglienza della richiesta terapeutica. Il breve percorso valutativo si suddivide in cinque colloqui individuali con uno psicologo/psicoterapeuta; i percorsi, ciclici, invece, sono sviluppati in 24 incontri settimanali, sono finalizzati al recupero e alla riabilitazione dell’uomo rispetto ai comportamenti violenti messi in atto a danno della propria compagna, fidanzata o moglie, accompagnandolo in un processo di autoconsapevolezza rispetto al proprio agito violento, ai condizionamenti del passato, alle proprie rappresentazioni di genere.

A conclusione del percorso di gruppo, l’uomo, per scelta volontaria, può eventualmente usufruire dell’ulteriore servizio di accompagnamento, più a lungo termine: tutti gli uomini che hanno concluso il percorso del gruppo psicoeducativo vengono monitorati con incontri individuali periodici per almeno altri successivi 24 mesi al fine di valutare la congruità e la costanza dei cambiamenti acquisiti. (rcz)