“La Befana della Biodiversità” del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari fa tappa al Centro Calabrese di Solidarietà

“La Befana della Biodiversità” del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari ha fatto tappa al Centro Calabrese di Solidarietà.

Il Comandante dei Carabinieri Biodiversità, colonnello Nicola Cucci, infatti, – accompagnato dall’appuntato Raffaele Viscomi e dalle guide naturalistiche Alfredo Rippa e Antonio Mancuso – ha consegnato ad una delegazione del direttivo del Centro, guidato dalla presidente Isolina Mantelli, le “calze” per i bambini e alle bambine ospiti della casa rifugio-Centro Antiviolenza “Mondo Rosa”.

Presenti, infatti, anche la responsabile della struttura “Mondo Rosa” Assunta Cardamone e l’assistente sociale Gabriella Papa, che consegneranno i doni questo pomeriggio.

Si tratta di uno zainetto ecologico contenente gadgets e materiale informativo/educativo per promuovere il valore della legalità e della sostenibilità ambientale stimolando la conoscenza e l’amore per la natura e la biodiversità.

«La Befana della Biodiversità – ha spiegato il colonnello Cucci – è un evento speciale di educazione ambientale e solidarietà che ha luogo il giorno dell’Epifania nei reparti pediatrici delle province e capoluoghi italiani. Appena abbiamo avuto la possibilità di visitare anche centri di accoglienza, sedi di associazioni, oltre che reparti di pediatria e oncoematologia pediatrica, abbiamo pensato subito di fare visita al Centro Calabrese di Solidarietà».

Oltre agli zainetti contenenti il materiale divulgativo, giochi e colori per sensibilizzare all’ambiente, i Carabinieri della Biodiversità hanno consegnato una piantina di “Ficus macrophilla columnaris magnoleides” denominata “Albero di Falcone”, nell’ambito del progetto nazionale di educazione ambientale “Un Albero per il Futuro” promosso dal 2020 dai Carabinieri della Biodiversità a favore degli Istituti Scolastici.

La talea proviene da gemme prelevate dalla pianta che cresce nei pressi della casa del giudice assassinato nel 1992 dalla mafia e che è divenuta albero simbolo dell’impegno verso lo Stato e la lotta alle mafie. La piantina, che verrà geolocalizzata e inserita nel portale web “unalberoperilfuturo.it”, farà parte del grande bosco diffuso che i Carabinieri insieme a bambini e ragazzi stanno realizzando sul territorio nazionale.

«Attraverso questo progetto nazionale di Educazione Ambientale – ha detto ancora il colonnello Cucci – l’Arma sta coinvolgendo il mondo della scuola, le Associazioni e gli Enti nella realizzazione di un “bosco diffuso” sul territorio nazionale per contribuire a migliorare la qualità dell’aria ed avvicinare le nuove generazioni al patrimonio naturale ed ai valori di eco-sostenibilità verso una maggiore qualità ambientale a vantaggio della salute dell’uomo. E visto che la piantina viene consegnata in luoghi simbolici, abbiamo pensato che per quello che il Centro Calabrese di solidarietà rappresenta e per il grande lavoro che conduce sul territorio, già fa parte di quella rete di legalità che vogliamo alimentare».

«Questi doni andranno a bimbi feriti, che hanno assistito alla violenza da parte dei genitori e sistemeremo la piantina che ci avete donato a Villa Samuele, una delle nostre strutture – ha dichiarato la presidente Mantelli –. Attraverso la cura di questa talea, e quindi della natura, così come nella cura dell’essere umano, proseguiremo nel percorso di cura e attenzione che ci permetterà di far rifiorire questi bambini e di farli crescere, nonostante tutto». (rcz)

Il Centro Calabrese di Solidarietà festeggia i dieci anni di “Mondo Rosa” con uno spettacolo emozionante

È con lo spettacolo Donne al Centro, andato in scena al Teatro Comunale di Catanzaro, che il Centro Calabrese di Solidarietà ha festeggiato i dieci anni di Mondo Rosa, la casa della speranza e del coraggio tanto è stato fatto per trasformare incubi in storie di rinascita.

In questi dieci anni, i numeri dicono che tanto è stato fatto: hanno contattato “Mondo Rosa” 850 donne, sono state ospitate 138 tra donne e bambini, e 162 sono state le rinascite nel centro antiviolenza.

E tanto altro ancora si farà grazie anche a chi, da domenica sera, ha deciso di intraprendere un percorso comune al Centro calabrese di Solidarietà certificando la condivisione di un progetto sociale e umano. Perché donare – non solo danaro ma prima di tutto tempo e passione – significa innescare un circuito virtuoso di crescita e condivisione.

Gli occhi lucidi e la voce tremante di Pietro, Luca, Giovanni e Fabrizio hanno saputo dare voce, con tutta l’autenticità e il coinvolgimento di chi ha capito cosa significa dare valore alla bellezza dei sentimenti, in ogni declinazione, a chi per anni non ha avuto fiato per gridare la rabbia e paura, la frustrazione per catene che non si riescono a spezzare, all’ingiustizia di una vita spezzata dal possesso e dalla prepotenza.

Con la sensibilità di chi sta riaprendo gli occhi su una vita riconquistata che merita di essere vissuta – dal palcoscenico del Teatro Comunale di Catanzaro, nel centro del centro storico – guidati dalla mano sapiente e solida di Francesco Passafaro, prendendo in prestito le parole di attori, registi, scrittori, hanno raccontato storie di violenza, soprusi, prepotenza, trasformata in liberazione dando voce alle donne

Lo spettacolo è il primo degli eventi realizzato dal Settore Fundraising organizzato nell’ambito della campagna “Aiutaci ad Aiutare” del Centro Calabrese di Solidarietà grazie al contributo del personale, dei volontari e degli sponsor (Globe Office, Frigorcarni, Nitidus E Salubris, Integra , Mc Donald’s).

Importante la vicinanza dimostrata dalla presenza di tanti cittadini, rappresentanti istituzionali e di associazioni che operano nel settore del volontariato, ed in particolare del sottosegretario di Stato all’Interno, Wanda Ferro – madrina di “Mondo Rosa” dalla sua fondazione – e l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago.

«Essere qui alle prime dieci candeline di “Mondo Rosa” è un ritorno al passato, che ha segnato una visione totalmente diversa nell’approccio alla difesa dei più deboli – ha dichiarato l’on. Ferro, ricordando l’operato di don Mimmo Battaglia, oggi arcivescovo di Napoli –. Per continuare in questo percorso serve l’impegno della politica, una politica che per la prima volta deve finalmente lavorare tutta quanta insieme. Dobbiamo parlare di prevenzione, di affiancamento a queste donne, della rete dei Centri antiviolenza che vanno sostenuti con maggiore impegno da parte di tutti, anche sul piano finanziario”. L’auspicio della sottosegretaria Ferro è che “Mondo Rosa possa appartenere a un futuro per tutte le donne e gli uomini che possano mettere al bando la violenza sulle donne».

«Voglio prima di tutto ricordare la straordinaria accoglienza che mi è stata riservata dal Centro Calabrese di solidarietà sin dal mio arrivo – ha detto monsignor Maniago –. Isa mi ha fatto conoscere sin da subito la bellezza. Quella di “Mondo rosa” è una realtà che ha dieci anni di vita che sono così pochi, e così tanti. Tanti perché hanno già fatto dei miracoli, pochi perché ancora c’è da lavorare. Vedo “Mondo Rosa” come un germoglio – ha affermato l’arcivescovo -. Siamo nell’Avvento, e il profeta Isaia diceva ‘aprite gli occhi e guardate questo germoglio: da questo verrà qualcosa di bello, un fiore, e qualcosa di buono, un frutto. Mondo Rosa è un bel germoglio, dal quale vengono cose belle e anche buone».

«Questo ci fa sentire che il Centro calabrese di solidarietà è amato, che il Centro è importante non solo per noi che ci lavoriamo quotidianamente ma per la città – ha concluso la presidente Isolina Mantelli –. E questa è una garanzia, la garanzia che sarà aiutato e potrà sopravvivere. Mondo Rosa è cresciuto, affiancando donne tradite dall’amore e dagli uomini che hanno amato, bambini che hanno visto la violenza sui corpi delle loro madri. Abbiamo affiancato donne fragili che sono diventate leonesse e che sono uscite non più vittime ma cittadine di un mondo con tutta l’autorità di un’autodeterminazione. È questo Mondo Rosa: dà forza a donne deboli”.

Importante la testimonianza della responsabile della Casa Rifugio-Centro Antiviolenza, Assunta Cardamone, a nome delle operatrici di Mondo Rosa.

Abbiamo assistito a nuovi inizi, traballanti e incerti e condiviso nuovi percorsi, nascite e conquiste insperate – afferma Cardamone -. Abbiamo trovato nuove amiche, le loro storie di rinascita hanno reso più credibile ciò che agli occhi di giovani vittime sembra impossibile. Dalla violenza si può uscire e vivere una vita normale, quella che di diritto spetta a tutte”.

La responsabile del Centro Studi, Katia Vitale, invece ha raccontato del laboratorio di scrittura creativa ideato dal Centro Calabrese di solidarietà e destinato ai minori vittime di violenza assistita, ospiti della Casa Rifugio “Mondo Rosa” con l’obiettivo di sensibilizzare tutta la comunità contro gli stereotipi di genere. Il laboratorio che – grazie al progetto “La storia di..” dedicato al sostegno dei minori vittime di violenza assistita, degli orfani di crimini domestici e alle loro famiglie affidatarie e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per le Politiche della Famiglia) – ha portato alla realizzazione del volume per l’infanzia intitolato “Controfiabe – 5 storie per ragazzi liberi e ragazze forti”.

Come ha spiegato Francesco Passafaro prima e Nino Piterà alla fine dello spettacolo, a nome del gruppo che si occupa del settore, quella del fundraising non può essere semplicemente considerata come l’attività per “raccogliere fondi”: si tratta di coltivare, far crescere e sviluppare le risorse necessarie alla realizzazione di un progetto sociale, puntando anche al coinvolgimento delle persone che implementano le singole attività, siano esse volontari o dipendenti dell’organizzazione, e soprattutto i “donatori” che sono chiamati a diventare parte attiva nella declinazione progettuale di questo percorso di sviluppo.

Sul palco anche la testimonianza di Patrizio Mirante, presidente dell’Associazione nata dall’invincibile ricordo di Sergio Mirante, giovane della nostra comunità, “nuotatore instancabile, sportivo inarrestabile, architetto mirabile, figlio, fratello e amico inestimabile. Fin dalla sua costituzione, l’associazione “Sergio Mirante” promuove e sostiene attività ricreative sportive e culturali, a fini educativi, pedagogici, di promozione sociale, di stampo solidaristico”. E da domenica sera ha assicurato la propria vicinanza anche a “Mondo Rosa”.

Lo spettacolo ha visto succedersi sul palcoscenico del comunale le storie di donne vittime di violenza interpretate da quattro ospiti delle strutture del Centro, oltre che la musica del gruppo “Le Hibou” e le intense coreografie legate al tema del contrasto alla violenza sulle donne della compagnia di danza di Luisa Squillacioti(rcz)

CATANZARO – Domenica al Teatro Comunale “Donne al Centro”

Domenica 4 dicembre, alle 20, al Teatro Comunale di Catanzaro, in scena lo spettacolo Donne al Centro del Gruppo Hibou.

Si tratta del primo evento del settore Fundraising del Centro Calabrese di solidarietà, con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare al centro antiviolenza e casa rifugio “Mondo Rosa” che quest’anno festeggia i dieci anni di attività.

Quella del fundraising non può essere semplicemente considerata come l’attività per “raccogliere fondi”: si tratta di coltivare, far crescere e sviluppare le risorse necessarie alla realizzazione di un progetto sociale, puntando anche al coinvolgimento delle persone che implementano le singole attività, siano esse volontari o dipendenti dell’organizzazione, e soprattutto i “donatori” che sono chiamati a diventare parte attiva nella declinazione progettuale di questo percorso di sviluppo.

«Donne al Centro è il primo spettacolo organizzato dal nostro gruppo di Fundraising – ha avuto modo di spiegare nei giorni scorsi, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento, Nino Piterà, consulente del CCS e componente del gruppo Fundraising – amiamo definirci all’anno zero, inteso come primo anno di attività, proponendoci di coordinare una serie di raccolta fondi a sostegno di tutti i bisogni del Centro Calabrese di Solidarietà».

È questo il risultato di un lungo percorso, di una lunga storia che «è partita dalla nascita del centro come luogo strategico per il recupero delle tossicodipendenze e che, piano piano, è cresciuta per aprirsi a tutte le fragilità, accogliendo anche le donne vittime di violenze con la nascita della casa», ha rimarcato Piterà.

«Donne al Centro è uno spettacolo in cui ad essere protagoniste sono proprio le donne, ma raccontate dagli occhi degli uomini – ha sottolineato Francesco Passafaro, direttore artistico del Teatro Comunale – daremo voce a storie emozionanti, alcune allegre e altre meno e lo faremo attraverso cinque ragazzi che racconteranno cinque storie di donne e le interpreteranno da donne. E’ stato interessantissimo percepire le emozioni negli occhi degli uomini mentre leggevano i brani e speriamo che quando saliranno sul palco il pubblico riuscirà ad emozionarsi».

«Donne al Centro è un messaggio di apertura verso tutta la città – ha concluso il direttore amministrativo del CCS Vittoria Scarpino, assieme alle altre componenti del settore presenti, Katia Vitale (responsabile Centro Studi) e Carmen Locandro (volontaria del Centro) – vogliamo che tutti sappiano che le porte del Teatro Comunale sono aperte a chi vorrà sostenere Mondo Rosa per i suoi dieci anni di attività».

Sarà presente anche il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, che di “Mondo Rosa” è stata madrina e sostenitrice dalla sua nascita.

Il costo del biglietto è di 10 euro, una cifra simbolica che può fare la differenza nel portare avanti le iniziative di una realtà catanzarese che merita di essere sostenuta: “Aiutateci ad aiutare”. (rcz)

CATANZARO – Donati nuovi giochi alla Casa rifugio/ Centro antiviolenza “Mondo Rosa”

A “Mondo Rosa” il “Giardino di Ines”, sono stati donati nuovi giochi alla Casa Rifugio/Centro Antiviolenza del Centro Calabrese di Solidarietà.

Nello spazio che è stato ribattezzato “Il Giardino di Ines”, i giochi che sono stati donati a “Mondo Rosa” nel ricordo di una donna straordinaria che ha dedicato la propria esistenza alla cura del prossimo, prima di tutto dei più piccoli: Ines Pelaggi, amatissima ginecologa catanzarese scomparsa nei mesi scorsi.

Le amiche e gli amici di Ines hanno acquistato tanti giochi da donare alla Casa Rifugio/Centro Antiviolenza che hanno ricevuto anche la benedizione speciale dell’arcivescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago, per la prima volta in visita a “Mondo Rosa”, accompagnato dalla presidente del Centro Calabrese di solidarietà, Isolina Mantelli, da componenti del direttivo e dalle operatrici che si prendono cura delle mamme e delle bambine e dei bambini ospiti della struttura.

«Entrando tra queste mura ho avuto subito l’impressione di accedere in una casa. Si chiama “Mondo Rosa” ma il clima è proprio quello che respiriamo entrando in famiglia – ha detto monsignor Maniago –. E che sia un ‘rifugio’ non stona perché la nostra casa è sempre un rifugio: è il posto in cui sappiamo trovare il calore degli affetti più cari. E che questa sia una casa è anche dimostrato dal bene che c’è, il bene delle persone che qui vivono e che sanno comunicare agli altri. Del resto tutti, anche chi è ferito, ha una grande capacità di dono d’amore”. Ed è così che nelle parole di Maniago emerge l’essenza di questo luogo di accoglienza: una casa rifugio che è tale “anche per chi viene a visitarla, perché si sente un clima che può guarire tensioni e ferite».

L’arcivescovo di Catanzaro-Squillace parla anche del “dono della memoria e del ricordo”, benedicendo i giochi, le mamme e i bambini e la memoria dell’amica speciale che di fatto li ha portati in questa casa.

«Speriamo davvero che il Signore dia un’occhiata particolare a questa casa e ci aiuti anche benedicendo questi giochi – ha detto monsignor Maniago –. Attraverso questa benedizione vogliamo invocare la presenza del Signore su questi bambini, ma anche chi li ha voluti, e su tutte le persone che come Ines hanno vissuto la propria vita con un’attenzione particolare verso gli altri, con una dedizione e una generosità che avrà la sua ricompensa».

Dopola benedizione, monsignor Maniago si è intrattenuto con le ospiti della casa rifugio, con gli amici e le amiche di Ines Pelaggi presenti, in un momento conviviale addolcito dalla torta e dai pasticcini prodotti dal Laboratorio di pasticceria animato dai ragazzi e dalle ragazzi che seguono il percorso nella struttura di Villa Emilia. (rcz)

CATANZARO – Al via “Save”, il servizio del Centro Calabrese per le vittime di violenza

Si chiama Save – Sicure Acccolte Vere, il progetto finanziato dalla Regione Calabria del Centro Calabrese di Solidarietà con l’obiettivo di sostenere l’emersione del fenomeno della violenza domestica.

Il progetto è finanziato nell’ambito della ripartizione delle risorse del Fondo per le Politiche relative ai diritti e alle pari opportunità (anno 2019) ed è frutto di un’approfondita attività di analisi e monitoraggio condotta dal Centro – guidato dalla presidente Isolina Mantelli – partendo dal forte aumento dei casi di violenza contro le donne tra le mura domestiche registrato nel corso dell’emergenza pandemica da Covid 19. Stando ai dati Istat 2020, infatti, si registra un aumento del 72% delle chiamate al numero antiviolenza nazionale 1522.

Le vittime, inoltre, soprattutto in questo periodo in cui sono state costrette a condividere gli spazi con il “maltrattante”, e a causa del divieto di spostamento, hanno avuto maggiore difficoltà a rivolgersi ai servizi di supporto e ai centri di violenza “tradizionali”. Isolamento, marginalità e solitudine hanno compromesso la presa in carico di vittime di abusi, nonostante le porte dei Centri antiviolenza – come “Mondo Rosa” gestito dal Centro calabrese di solidarietà – siano rimaste sempre aperte.

Da queste considerazioni nasce e si sviluppa il progetto “Save – Sicure Accolte Vere” che ha determinato l’Ente gestore del Cav “Mondo Rosa” a dotarsi di strumenti innovativi e non tradizionali che permettano alle operatrici di reinventare le modalità di sostegno alle donne.

Si tratta, quindi, di un nuovo servizio di sostegno e consulenza psicologica completamente online a favore delle vittime di violenza per «garantire un’adeguata protezione alle vittime, in considerazione delle esigenze straordinarie ed urgenti derivanti dalla diffusione del covid- 19», fornendo strumenti utili e necessari per intercettare la richiesta di aiuto e alleviarla.

«Il servizio di consulenza online – ha spiegato la coordinatrice del progetto, Katia Vitale – prevede un percorso di fuoriuscita dalla violenza strutturato completamente in modalità a distanza con videochiamate programmate, l’idea è quella di rafforzare l’efficacia dei servizi offerti, prestando particolare attenzione alla situazione pandemica». (rcz)

Centro Calabrese di Solidarietà: Non c’è nessuna raccolta fondi a sostegno dell’Ente

Il Centro Calabrese di Solidarietà ha ribadito che nessuno è stato autorizzato a chiedere offerte per conto e a sostegno dell’Ente, in alcuna forma: le campagne di raccolta fondi sono promosse direttamente dal CCS e non da singoli che si muovono individualmente con le modalità segnalate.

«Nelle ultime ore – si legge nella nota – sono arrivate segnalazioni in tal senso dal centro storico di Catanzaro: persone non autorizzate stanno bussando a diverse abitazioni per l’avvio di una raccolta fondi per conto e a sostegno della nostra struttura. Gli organi direttivi e amministrativi invitano nuovamente a segnalare alle Autorità competenti chiunque si presenti come volontario del CCS con l’intento di chiedere soldi con queste modalità e sottolineano che quanti procederanno con donazioni e offerte devono essere consapevoli che non un centesimo è entrato o entrerà nelle casse dell’Ente. E ancora una volta la Presidenza sarà costretta a sporgere denuncia contro ignoti». (rcz)

A settembre il progetto del Centro Calabrese di Solidarietà sull’importanza del reinserimento sociale

A settembre prende il via il progetto Fasi del Centro Calabrese di Solidarietà, che vuole dare «una seconda occasione, di quelle che capitano e vanno afferrate con gratitudine per ricominciare a vivere “nella luce”, dopo il buio e le brutte cadute sul percorso accidentato della vita».

Il progetti, finanziato dalla Fondazione Banco di Napoli, a cui la presidente Isolina Mantelli e il direttivo tutto rivolgono un sentito ringraziamento per la sensibilità – interessa principalmente agli ospiti del reinserimento sociale per accompagnarli in questa delicata fase di transizione, con l’obiettivo di rafforzare le capacità personali e le attitudini lavorative dei ragazzi.

II progetto, funge da accompagnamento nella delicata fase di transizione dell’utente, l’unità abitativa, infatti, costituisce un luogo di transito protetto dalla comunità al complesso mondo esterno, strutturando percorsi individualizzati e “protetti” che partendo dall’analisi del bisogno, offrano opportunità utili ad un percorso di inclusione sociale completo.

“Villa Wanda”, un bene confiscato alla criminalità organizzata, e affidato dal Comune di Catanzaro al Centro Calabrese di Solidarietà diventa la casa per chi ha vinto la lotta contro le dipendenze da alcol e droga, ed è pronto a rimettersi in cammino con la forza di chi ha conosciuto l’amore e la fiducia.

«II Progetto FA.S.I. vuole rendere possibile la graduale acquisizione di abilità di self- management e di empowerment personale, quali indispensabili fattori protettivi, e, accompagnare gli utenti nell’individuazione e verifica delle loro personali capacità e attitudini lavorative, da incrociare proficuamente con la ricerca e valutazione dell’offerta lavorativa sul territorio – spiegano i responsabili del progetto del Centro Calabrese di solidarietà –. II progetto agisce in una cornice sociale ulteriormente gravata dagli effetti devastanti della pandemia da Covid-19, che ha provocato un abbassamento generaLe del livello delle condizioni di vita, con speciale riferimento alle categorie svantaggiate».

Gli indicatori sociali relativi alla Regione Calabria, infatti, permangono tra i più critici in Italia ed  evidenziano alcune problematiche strutturali quali: un alto tasso di povertà e deprivazione materiale e un rilevante numero di gruppi in stato di disagio sociale con notevoli difficoltà di accesso ai servizi di cittadinanza; una bassa organizzazione strutturale dei servizi pubblici che pregiudica un’efficace attuazione della strategia di inclusione sociale attiva; un modesto livello di innovazione, collaborazione e rete tra le realtà del privato-sociale; un basso grado di partecipazione civica e un insufficiente utilizzo di strumenti di innovazione sociale.

«Abbiamo deciso di coinvolgere, come partecipanti ai laboratori, tutti gli ospiti delle strutture terapeutiche del CCS: Villa Samuele, Comunità Terapeutica Villa Emilia e Mondo Rosa, nonché i volontari e tutti i ragazzi che frequentano la  Prevenzione – spiegano ancora i referenti del CCS –. Sono tre i laboratori previsti dal progetto si realizzeranno a partire da settembre nella sede del Centro Studi e Formazione professionale: informatica di base; gestione del bilancio “familiare”; accompagnamento al lavoro. E con questo progetto puntiamo a migliorare il livello del benessere e la qualità della vita delle persone e della coesione all’interno della comunità». (rcz)

Al via il progetto “Pa.o.la” del Centro Calabrese di Solidarietà per le donne vittime di violenza

Si chiama Pa.o.la. – Pari Opportunità Lavoro il progetto finanziato dal Fondo di Beneficienza Intesa San Paolo e gestito dal Centro Calabrese di Solidarietà guidato dalla presidente Isolina Mantelli, dedicato alle donne vittime o potenziali vittime di violenza.

Tale progetto, infatti, permetterà a dieci donne vittime o potenziali vittime di violenza presenti nelle case rifugio o afferenti ai Centri Antiviolenza della provincia di Catanzaro, di iniziare oggi un corso di OSS (articolato in 13 moduli).

Un corso, quello affidato alla professionalità del CCS partito lunedì scorso, prevede una formazione teorica in aula di 550 ore, e 450 ore di tirocinio presso l’ospedale di Catanzaro e le strutture private.

«Puntiamo ad offrire un’opportunità formativa ed una qualifica spendibile nel mercato del lavoro – ha spiegato la coordinatrice del progetto, Katia Vitale –. Il mondo del lavoro, insieme a quello della formazione, rappresenta la via maestra per la costruzione di una democrazia paritaria: dare alle donne riconoscimento sociale e sostegno all’autorganizzazione permette loro di emergere come attori sociali ed economici ed influenzare e plasmare le politiche».

Il progetto si prefigge anche di migliorare le condizioni delle donne, rafforzandone il ruolo nel lavoro, porta anche a maggiori investimenti in istruzione dei propri figli. L’intervento mira a differenziare gli strumenti, tenendo in considerazione i bisogni espressi delle donne, attraverso una de-standardizzazione dei servizi, attraverso tre azioni previste: servizi integrati di presa in carico, orientamento, formazione e accompagnamento al lavoro, in grado di rimuovere tutti quegli ostacoli che si frappongono alla concreta possibilità di recupero dell’autonomia economica delle donne che terminano il percorso di fuoriuscita dalla violenza; elaborazione di strumenti innovativi di valutazione e convalida delle competenze informali con standard definiti in base all’indice di svantaggio delle beneficiarie; misure di conciliazione che permettano alle donne di armonizzare tempi di lavoro e tempi di vita, in particolare per coloro che hanno responsabilità di cura.

Il progetto è sostenuto dal “Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale”, costituito dai soci della Banca Intesa San Paolo che “in coerenza con i principi di responsabilità e di solidarietà nella relazione con la Comunità enunciati nel Codice etico” contribuisce allo sviluppo sostenibile “anche tramite la promozione di iniziative di solidarietà, ricerca, attenzione all’ambiente e alla cultura in genere”. (rcz)

CATANZARO – Presentata la terza edizione del “Villaggio delle Famiglie”

È stata presentata la terza edizione del Villaggio delle Famiglie, che prenderà il via mercoledì 29 giugno a Catanzaro.

Il progetto è finanziato dai fondi CEI 8×1000 di Caritas Italiana, voluto dalla Diocesi di Catanzaro-Squillace e gestito dal Centro calabrese di solidarietà, con la mission di favorire il confronto tra le famiglie, creare e consolidare relazioni autentiche, perseguire la solidarietà tra le famiglie, “cellule” fondamentali della società che possono crescere aprendosi agli altri.

Contenuti e obiettivi dell’estensione estiva di Tessere di Comunità sono stati presentati questa mattina nel corso della conferenza stampa, nella sede degli uffici amministrativi del Centro Calabrese di Solidarietà in via Lucrezia della Valle 106, alla presenza della presidente Isolina Mantelli, di Cristina Marino che si occupa del progetto, del responsabile del Settore Prevenzione, Claudio Falbo, e di Teresa Scavelli in rappresentanza della Caritas Diocesana.

Da mercoledì 29 giugno a mercoledì 27 luglio, dalle 17 alle 20, nel chiosco “Da Vito” in località Giovino – per rilanciare il proprio percorso di affiancamento e potenziamento del rapporto genitoriale e dell’intera comunità educante attraverso nuove attività – il “Villaggio delle famiglie” è pronto ad accogliere bambini, adolescenti, genitori, giovani coppie.

Una “diramazione estiva” delle attività che nei mesi autunnali e invernali, vengono realizzate con sapienza tessendo con cura e con pazienza, attraverso l’ascolto e il coinvolgimento emotivo, relazioni che dalle famiglie si allargano come maglie verso la comunità esterna, a partire da quartiere di Aranceto dove è ubicato il Centro sociale che ospita le attività curate dagli operatori del Centro Calabrese di Comunità.

Il “Villaggio delle famiglie “ospiterà al proprio interno delle aree tematiche per famiglie e bambini dai 0 ai 17 anni, che avranno a disposizione pedagogisti, sociologi, e psicologi per rafforzare le competenze educative dei genitori, mentre i bambini saranno seguiti da esperti qualificati come istruttori sportivi, animatori sociali e di prossimità, proprio per acquisire strumenti per gestire e affrontare lo stress accumulato in questi mesi, oltre che nella quotidianità delle relazioni familiari.

«Il nostro obiettivo è quello di riuscire a coinvolgere il più possibile tante famiglie per costruire insieme quella “comunità educante” di cui la Calabria ha bisogno. Queste iniziative vogliono essere il nostro contributo alla riduzione della differenza sociale – ha esordito la presidente Mantelli –, ma anche alla crescita di un sentimento di solidarietà tra le famiglie che a decine hanno aderito. In Calabria di questo si sente una forte necessità».

«Tessere di Comunità – ha esordito Cristina Marino – si rivolge alle famiglie perché crede fortemente nella potenzialità delle famiglie. L’intento, quindi, è proprio quello di creare famiglie più capaci di relazioni autentiche, significative e di rapportarsi all’interno, ma anche all’esterno”. Lo scopo del progetto, anche quest’anno è di “creare reti di solidarietà” tra famiglie. “E il Villaggio delle famiglie vuole avere questo significato e vuole dare modo, a tutte le famiglie della diocesi di avere dei momenti di confronto, di scambio, di incontro fuori dalle nostre case che a volte diventano luoghi chiusi, e mi permetto di dire soffocanti”.

“Quella con il CCS, attraverso questo progetto, è una collaborazione importante. Viviamo un momento delicato – sottolinea Teresa Scavelli della Caritas – le famiglie hanno perso un po’ l’orientamento, i genitori si sentono abbandonati e hanno la necessità di recuperare il senso della comunità e di ritrovarsi, anche di riappropriarsi della normalità che significa stare insieme e condividere Iniziative come queste vogliono essere concreto aiuto».

«Quando pensiamo al sostegno della Caritas, e vediamo il logo, pensiamo subito alla beneficenza pura, a famiglie bisognose. Invece è da anni che stanno, e noi con loro, costruendo strategie differenti – ha detto invece Claudio Falbo – . Tolstoj scriveva che famiglie felici sono un po’ tutte uguali. Non è del tutto vero: la felicità è un percorso, e questa iniziativa vuole consentire a chi vi partecipa, non solo chi vive nella diocesi visto che negli anni scorsi abbiamo visto anche gente residente fuori Calabria qui solo in nel periodo estivo, di percorrere un tratto condiviso di questo percorso». (rcz)

 

CATANZARO – Gli studenti dell’Umg presentano i project work al Centro Calabrese di Solidarietà

Gli studenti di Organizzazione e Gestione del Personale del Corso di Laurea Specialistica in Economia Aziendale e Management dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, al Centro calabrese di Solidarietà per illustrare l’esito delle attività di studio e ricerca che hanno avuto ad oggetto l’Ente no profit che dal 1986 opera nel campo dell’emarginazione giovanile, del recupero delle dipendenza patologiche e della protezione delle donne.

Il progetto svolto dagli studenti dell’Umg, rientra nell’ambito della 14esima edizione dei “Percorsi di Management, realizzato in collaborazione tra l’Associazione degli Industriali della provincia di Catanzaro e l’Università Magna Graecia, coordinato dal professor Rocco Reina, ordinario di Organizzazione aziendale, nell’ambito delle attività didattiche della Cattedra di Comportamento Organizzativo e Gestione del Personale del Corso di Laurea Specialistica in Economia Aziendale e Management.

Accompagnati dal professor Rocco Reina, docente di Organizzazione aziendale e dai giovani colleghi Anna Maria Melina e Walter Vesperi di UMG, gli studenti e le studentesse – che hanno lavorato divisi in tre gruppi – hanno illustrato l’esito degli studi, offrendo importanti ed interessanti riflessioni su punti di forza, opportunità ma anche criticità dell’operatività dell’Ente, alla presenza della presidente del Centro Calabrese di solidarietà, Isolina Mantelli, e di alcuni componenti del Comitato direttivo, oltre che del direttore amministrativo Vittoria Scarpino e di Assunta Cardamone che si occupa della Casa Rifugio “Mondo Rosa” oltre che della responsabile del Centro studi, Katia Vitale. Presente anche Pierluigi Monteverdi che si occupa di Tutoraggio e Consulenza economica per i giocatori d’azzardo.

L’obiettivo della comakership tra UMG e Confindustria Catanzaro – con l’input del presidente Aldo Ferrara e del direttore generale Dario Lamanna – è quello di avvicinare il mondo delle conoscenze e delle competenze sviluppate all’interno dei percorsi formativi universitari in campo economico-aziendale con quello esperienziale delle imprese del territorio.

La particolarità dell’edizione di quest’anno è stata proprio quella di aver scelto il Centro Calabrese di solidarietà – con il placet di Confindustria – quale oggetto dell’analisi selettiva sollecitata dal percorso progettuale di una “azienda-non azienda”, nel senso classico di organismo composto di persone e beni, diretto al raggiungimento di un fine economico.

«Questo progetto ha permesso agli studenti di passare dalla formazione d’aula alla vita reale: hanno potuto mettersi in gioco, si sono potuti confrontare con realtà concrete, come quella del Centro Calabrese di Solidarietà e, quindi, sono riusciti a focalizzare gli sforzi cognitivi del Corso in aula. È questo un dato imprescindibile per ogni Università, per ogni Ente che faccia della formazione e dell’apprendimento dei giovani la propria missione», ha affermato il professore Reina.

Importante, quindi, la collaborazione del Centro Calabrese di solidarietà che – come sottolinea ancora il professore Reina – «non si è voluto nascondere, ha voluto essere se stesso, permettendo che l’analisi degli studenti fosse libera, indipendente, come è giusto che sia e capace di dare un supporto e uno spunto di riflessione agli studenti e alle studentesse del corso».

Un risultato formativo importante, quindi, che potrebbe avere anche sbocchi lavorativi nel difficile contesto sociale ed economico locale, il cui esito rappresenta un invito concreto all’Università ed al sistema economico ed imprenditoriale nello sforzo che dovrebbe fare per assicurare ai ragazzi delle opportunità nella terra in cui studiano.

«Credo che l’Università dovrebbe ripensare non l’offerta didattica ma la modalità rispetto all’apprendimento e alla formazione dei giovani – ha concluso Reina – e fare più attività di questo tipo potrebbe essere un valore aggiunto per il territorio».

La presidente Mantelli, il direttivo, operatori e responsabili hanno accolto con gratitudine i suggerimenti offerti dagli studenti. «Hanno saputo cogliere lo spirito di servizio con cui lavoriamo sul territorio, tra difficoltà economiche e operative che non ci impediscono di mettere al centro della nostra mission la persona, uomini e donne, giovani e meno giovani che arrivano da noi perché si sono smarriti e hanno bisogno di essere sostenuti, risollevati – ha affermato la presidente Mantelli –. Ogni suggerimento volto a migliorare e finalizzare le nostre attività alla crescita del contesto in cui operiamo è una opportunità in più che offriamo alle persone a cui vogliamo stare vicini. Ringraziamo questi splendidi giovani, ragazze e ragazzi appassionati e volenterosi, oltre che preparati e competenti, che ci fanno ben sperare per il futuro». (rcz)