Cgil, Cisl e Uil Calabria scrivono a Mattarella per la grave situazione di caos nelle vaccinazioni

I segretari generali di Cgil CalabriaAngelo Sposato, della Cisl CalabriaTonino Russo e della Uil CalabriaSanto Biondo, hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in merito «alla lentezza, le inadempienze e la confusione nelle vaccinazioni anti covid-19».

La lettera, inoltre, è stata inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, al commissario nazionale per l’Emergenza sanitaria, gen. Francesco Paolo Figliuolo, al capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, al commissario ad acta Guido Longo, al presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, ai sindaci calabresi, e alle autorità sanitarie e territoriali.

«La Calabria – si legge nella lettera – con il sistema sanitario regionale più disastrato del Paese, e fortemente infiltrato dalla criminalità organizzata, non può essere lasciata da sola ad affrontare l’epocale emergenza sanitaria che stiamo vivendo. La nostra regione da sola non ce la può fare: ma anziché vederla criminalizzata ogni giorno anche mediaticamente, ha bisogno della solidarietà nazionale e del supporto dei vertici istituzionali dello Stato». 

«Con questa lettera, pertanto – continua – noi, Segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Calabria vogliamo dare voce alla fortissima preoccupazione dei lavoratori, dei pensionati, delle famiglie e di tutti i cittadini per la lentezza, le inadempienze e la confusione nelle vaccinazioni anti Covid-19. Mentre aumentano i contagi e la pressione sugli ospedali, infatti, si parla di 83.000 dosi di vaccino consegnate alla Calabria e non utilizzate, che non si sa che fine abbiano fatto. Ne sono in arrivo 100.000: se non ci sarà un’accelerazione nella somministrazione, i ritardi si cumuleranno, aumentando il rischio di gravi conseguenze nella diffusione della pandemia. È fondamentale, dunque, superare le criticità e le disfunzioni registrate anche in queste ore sulla piattaforma di prenotazione, come per ultra 80enni e soggetti “fragili” che devono vaccinarsi in centri dedicati collocati anche a distanza considerevole dal comune di residenza delle persone interessate». 

«La Sanità calabrese – prosegue la lettera dei segretari generali – con gli appetiti delle organizzazioni criminali che – come evidenziato anche da recenti e attuali inchieste antimafia –non si sono mai sopiti, è ormai un caso nazionale, per il quale occorrono interventi incisivi e immediati che garantiscano il rispetto del diritto alla salute, a partire dall’azzeramento di un debito di cui sono responsabili non i calabresi, ma oltre dieci anni di gestione evidentemente sbagliata da parte dei governi nazionali e regionali che si sono succeduti. Il che non significa evitare che la giustizia faccia chiarezza sui fatti accaduti né evitare che chi ha rubato restituisca il maltolto, perché è evidente che bisogna creare le condizioni affinché si operi tutti insieme per un cambio di mentalità e di cultura nella gestione responsabile della Sanità e di tutta la cosa pubblica. Azzerare il debito significa soltanto far sì che il peso della cattiva gestione e dei comportamenti criminali, non ricada economicamente sui cittadini, con ulteriori aumenti della tassazione per il ripiano di un debito tanto elevato da non poter essere ancora quantificato con precisione».

«Alla luce della grave situazione di caos – continua ancora la lettera – in cui si agita il sistema sanitario calabrese, constatata la carenza di dati certi sulla condizione epidemiologica della regione, chiediamo si intervenga per sapere quale sia lo stato dell’arte del piano delle vaccinazioni in Calabria».

«Chiediamo di sapere – hanno detto i sindacati – quali siano le condizioni reali dei presidi sanitari finalizzati alla somministrazione dei vaccini. Vorremmo, inoltre, capire, ritenendo questa l’unica arma per sconfiggere il Coronavirus, come la Regione Calabria intenda organizzarsi per la vaccinazione dell’intera popolazione calabrese. Così come chiediamo che anche in Calabria, come sta accadendo in altre regioni, i pazienti Covid possano ricorrere, al fine di combattere nella fase iniziale il virus, alla terapia a base di anticorpi monoclonali, dato che la stessa oggi rappresenta l’unica cura in grado di contrastare efficacemente l’infezione da Coronavirus. La Regione non perda altro tempo e faccia richiesta di un adeguato quantitativo di dosi».

Con questa lettera aperta chiediamo, ancora, al Governo di procedere immediatamente alla nomina dei sub Commissari ad acta per il piano di rientro, operando scelte orientate da criteri di assoluta discontinuità rispetto al passato e individuando soggetti di grande competenza a fronte del lavoro che li attende, nonché di mettere realmente l’Ufficio del Commissario nelle condizioni di funzionare con la dotazione del personale necessario.

«Chiediamo, infine – conclude la lettera – a tutte le istituzioni competenti una decisa attenzione e interventi urgenti per un territorio regionale che rischia di veder aumentare il suo isolamento rispetto al resto del Paese, insieme ad uno sforzo di chiarezza e trasparenza verso tutti i cittadini calabresi che, purtroppo, anche in questa fase di emergenza sanitaria, stanno vedendo drammaticamente confermata, giorno dopo giorno, l’assenza di punti di riferimento e interlocutori istituzionali che possano far sperare in un percorso di ripresa». (rrm)

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Serve urgente incontro con ministro Speranza e nomina immediata sub commissari

Cgil CalabriaCisl Calabria Uil Calabria hanno espresso fortissima preoccupazione per la lentezza, le inadempienze e la confusione nelle vaccinazioni anti Covid-19, e hanno ribadito che serve un urgente incontro con il ministro della Salute, Roberto Speranza, e la nomina immediata dei sub-commissari.

Nel corso di un ampio confronto, coordinato dai Segretari generali regionali Angelo Sposato (Cgil), Tonino Russo (Cisl), e Santo Biondo (Uil), i sindacati hanno discusso delle gravi difficoltà e disfunzioni che si registrano in regione nella gestione della pandemia e nella campagna di vaccinazione, l’emergenza economica e sociale, l’esigenza di una grande piano per l’occupazione.

«Mentre aumentano i contagi e la pressione sugli ospedali – si legge in una nota – ci sono 83.000 dosi di vaccino consegnate alla Calabria e non utilizzate, che non si sa che fine abbiamo fatto, ne sono in arrivo 100.000: se non ci sarà un’accelerazione nella somministrazione, i ritardi si cumuleranno con il rischio di gravi conseguenze nella diffusione della pandemia.  È fondamentale, intanto, superare le criticità e le disfunzioni registrate anche in queste ore sulla piattaforma di prenotazione, come per ultra 80enni e “fragili” che devono vaccinarsi in centri posti anche a distanza considerevole dal proprio comune».

Per quanto riguarda la Sanità in generale, inoltre, Cgil, Cisl e Uil Calabria mettono l’accento sul sostanziale fermo dell’attività del Commissario ad acta, Guido Longo, e sulle gravi carenze nel Dipartimento Salute che il Dg Bevere sta per lasciare.

«Il Governo – hanno detto i sindacati – deve nominare i sub Commissari e mettere l’Ufficio del Commissario in condizione di funzionare con la dotazione del personale necessario. Deve continuare il confronto con le Asp e le Ao, un confronto che il Commissario Longo avrebbe dovuto garantire, sulle mancate assunzioni nonostante le risorse stanziate, che non si capisce come siano state impiegate, perché quello del personale è il nodo prioritario da sciogliere; deve essere aumentata la disponibilità dei posti Covid negli ospedali; si deve programmare il riordino della rete ospedaliera e della riorganizzazione della medicina territoriale, rivedere i criteri per l’accreditamento delle strutture private nell’ottica del servizio pubblico integrato; chiarire al più presto la situazione del Sant’Anna Hospital di Catanzaro, centro importante anche per limitare l’emigrazione sanitaria, lasciato senza risposte da troppo tempo».

Per tutto questo, in primis per l’emergenza pandemia, Cgil, Cisl e Uil Calabria «chiedono un incontro urgente con il Ministro alla Salute Speranza, perché la questione della Sanità calabrese è ormai un caso nazionale, per il quale occorrono interventi incisivi e immediati che garantiscano il rispetto del diritto alla salute, a partire dall’azzeramento di un debito di cui sono responsabili non i calabresi, ma oltre dieci anni di commissariamento da parte del Governo».

Sulla Regione Calabria, Cgil Cisl e Uil denunciano il fermo totale sia «perché la Giunta, da qui alle elezioni di ottobre, non può emettere atti di straordinaria amministrazione ed è inadempiente anche all’ordinarietà, sia per la mancanza di una visione di prospettiva e di un confronto con le parti sociali. Non sappiamo come siano stati spesi i soldi destinati all’emergenza Covid anche per le assunzioni, e c’è l’esigenza di un grande piano economico che preveda anche da parte della Regione forme di ristoro per le attività in crisi a causa della pandemia».

«La Regione – hanno evidenziato i sindacati – deve convocare il tavolo del partenariato: su questo sia le forze politiche di maggioranza che di minoranza in Consiglio regionale devono avere la responsabilità e la consapevolezza della necessità del confronto, perché la Calabria non ha bisogno di parate istituzionali inconcludenti, né di populismi senza costrutto. Sono disponibili sulla programmazione europea un residuo di un miliardo e 400 milioni per il 2014-2020 e tre miliardi per il 2021-2027. Sono stati previsti 150 milioni per l’emergenza sanitaria, 100 milioni per l’emergenza economica e 50 milioni per l’istruzione».

«C’è, dunque – hanno proseguito i sindacati – considerando anche il Recovery fund, l’occasione irripetibile di utilizzare per il futuro della Calabria una grande mole di risorse, aggiuntive e non sostitutive, su cui è necessario un confronto delle forze sociali con la Regione e con il Governo in relazione alle priorità: chiarezza sull’Alta Velocità ferroviaria, perché a parità di costi si può realizzare il collegamento Reggio-Roma in tre ore, come nel piano trasporti del Consiglio regionale del 2016; togliere la fascia jonica dall’isolamento con il completamento degli interventi sulla linea ferroviaria e sulla Ss 106; rilanciare sia le aree portuali per il loro ruolo nel Mediterraneo, sia gli aeroporti, che devono rientrare in pieno nella Zes. Le risorse del Piano Next Generation Eu devono, insomma, essere impiegate per un’infrastrutturazione che favorisca la mobilità e liberi tutta la Calabria dalla marginalità, garantendo una maggiore sicurezza negli spostamenti e creando crescita, lavoro e occupazione».

«Sono fondamentali – hanno detto ancora – innovazione tecnologica e banda larga per favorire lo smart working, la formazione, il ricorso alla Dad, ove necessario e lo sviluppo delle aree interne: si rischia, infatti, di avere fra pochi anni in Calabria mezzo milione di persone in meno, perché la fuga sarà l’unica via d’uscita da una situazione di mancata crescita e occupazione. In Calabria sono necessari, inoltre, un grande piano di manutenzione gestito da un unico Ufficio regionale del piano e la scelta di affrontare in maniera coordinata il tema della depurazione delle acque».

In tutto questo – hanno sottolineato Cgil, Cisl e Uil Calabria – preoccupa l’assenza del Ministro per il Sud, Mara Carfagna, dai tavoli nazionali più importanti della programmazione della spesa. In questione non c’è solo lo sviluppo della Calabria, ma di tutto il Paese, che crescerà se crescerà anche il Mezzogiorno. Il Sud deve poter attrarre investimenti e non perpetuare l’assistenzialismo».

Gli attivi unitari di Cgil, Cisl e Uil Calabria evidenziano anche la necessità di «riforme nelle istituzioni per una Regione più snella e per favorire una gestione più economica ed utile dei servizi comunali per i cittadini: ci sono, ad esempio, 70 comuni sotto i mille abitanti, è necessario un riordino per rendere efficiente il sistema di governo dei territori. Deve essere valorizzato l’accordo nazionale sul pubblico impiego. C’è bisogno di un riordino e di una rigenerazione della Pubblica Amministrazione, di formazione, di digitalizzazione, di uno sblocco delle assunzioni e di procedure concorsuali perché nella Pa si entra per concorso, di risolvere i problemi del precariato storico con la stabilizzazione, di non creare nuovi bacini di precariato».

«La Calabria – hanno detto ancora – ha perso nell’ultimo anno almeno 80.000 posti di lavoro: c’è la preoccupazione che, allo scadere del blocco dei licenziamenti, possa esserci un disastro. C’è bisogno di un piano per fronteggiare questa emergenza. Anche sulla forestazione e sulla bonifica, è necessario fare chiarezza con la Regione sugli interventi a sostegno del settore, così come confrontarsi per favorire la crescita del lavoro di qualità e delle produzioni di eccellenza nell’intero comparto agroalimentare».

«Su questi temi nei prossimi giorni – hanno concluso – dopo il sit-in di Cosenza del 19 marzo scorso, proseguirà la mobilitazione con iniziative che saranno programmate nei diversi territori. La riunione si è conclusa con l’annuncio di una piattaforma di confronto con la politica e le istituzioni, con Governo e Regione, che sarà elaborata a breve sia per affrontare la fase attuale, sia in vista delle elezioni regionali». (rrm)

 

Cgil Calabria: Serve invertire la rotta su Por Calabria

Il segretario generale della Cgil CalabriaAngelo Sposato, ha sottolineato che, sul Por Calabria, si deve invertire completamente la rotta, «o sarà l’ennesimo fallimento».

«La dura posizione che abbiamo voluto assumere come Cgil Calabria – si legge in una nota – di fronte ad una autorità di gestione che si limita a dare solo qualche orientamento senza entrare nel merito degli interventi, ha evidenziato scelte sbagliate, parcellizzate, uno spreco di risorse che non ha prodotto alcun valore su sviluppo e occupazione in Calabria».

«Circa 5000 interventi per 860 mln di euro – viene spiegato nella nota –  per altrettanti soggetti beneficiari danno la cifra del fallimento della programmazione. Nessuna tracciabilità della spesa, basso impatto occupazionale, per circa il 38% di spesa sostenuta per continuare ad essere tra le regioni con la disoccupazione più alta in Europa, con una incidenza dell’emigrazione, una riduzione della natalità e con un saldo demografico negativo che porterà la Calabria tra 25 anni ad avere mezzo milioni di abitanti in meno».

«Rimangono da spendere, del vecchio programma operativo – continua la nota – oltre 1,4 mld in tre anni, 470 mln all’anno entro il 2023, di questo passo e con questa impostazione c’è il rischio concreto che sarà un’altra grande occasione persa. In questi giorni, la Giunta regionale ha presentato alla Regione le linee di indirizzo strategiche per il Por 2021/2027, con un copia incolla sgradevole scoperto dalle opposizioni. Un atto che da l’idea di quello che sta accadendo in Calabria».

«Se a questo – continua ancora la nota – aggiungiamo la discussione in conferenza Stato-Regioni sul piano di ripresa e resilienza, e l’incapacità della giunta regionale calabrese a incidere nei processi decisori senza avviare alcun confronto con le parti sociali ed i corpi intermedi, possiamo dire che la Calabria è completamente in abbandono».

«La giunta regionale calabrese – ha spiegato Cgil Calabria – procede senza una visione comune, ogni singolo assessorato è una giunta nella giunta. Se pensiamo come sono stati gestiti i 500 mln della revisione del programma Covid assistiamo ad interventi settorializzati per singolo assessorato che hanno il sapore delle scelte di stampo elettorale. I programmi Riapri Calabria, Lavora Calabria, il Fondo Calabria Competitiva, sono scelte fatte dalla Giunta regionale in forma autarchica, non confrontate con nessuno, ed anche l’accordo con il Miur per il sostegno della didattica a distanza ed altri interventi non hanno prodotto risultati concreti e andrebbero attenzionati dalla magistratura contabile».

«Per queste ragioni – continua ancora la nota – i prossimi 5 mesi possono essere fatali per la Calabria, che ha una giunta regionale che non si limita alla gestione ordinaria ma sta utilizzando una mole di risorse economiche mai avvenute in precedenza. Riteniamo, in forma sussudiaria, in attesa del voto regionale di settembre che la Presidenza del Consiglio dei ministri debba intervenire direttamente sulla Calabria con un tavolo Calabria, sia per l’emergenza covid e vaccini, sia per l’emergenza economica».

«In queste settimane – dice ancora la nota – nei meandri della crisi si sta consumando una recrudescenza della criminalità organizzata, della ‘ndrangheta che, qualche giorno fa, dopo le inchieste giudiziarie a Cetraro, ha crivellato di colpi la macchina del comandante della locale stazione dei carabinieri e nei giorni precedenti a Lamezia, ha intimidito i lavoratori della comunità Progetto Sud che utilizza alcuni beni confiscati. Una recrudescenza pericolosa, da non sottovalutare, atteso che nei prossimi anni in Calabria si dovranno gestire oltre 10 mld di euro di investimenti tra residui por 14/20 por 21/27 e Recovery plan».

«Serve – viene sottolineato – un grande piano di riforme e del lavoro per la Calabria, in una visione macroregionale con le altre regioni del Mezzogiorno, anche se viene difficile accettare che nei due comitati interministeriali per la transizione energetica e quella digitale non è prevista la partecipazione del Ministero per il Sud». (rcz)

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Il Governo si assuma la responsabilità sul sistema sanitario calabrese

I segretari della CgilCislUil Calabria, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, hanno dichiarato che «è necessaria ed urgente, infatti, da parte del Governo una forte e vera assunzione di responsabilità riguardo al sistema sanitario della nostra regione e a problemi che da anni attendono di essere affrontati con determinazione e risolti in maniera efficace e definitiva».

«Solo questo potrà garantire una riorganizzazione e una ripartenza che assicurino ai cittadini la fruizione piena dei Livelli Essenziali di Assistenza, di fatto da tempo negata» hanno aggiunto i sindacalisti che, per il caos «in cui continua a dibattersi la Sanità in Calabria, anche nella delicata e decisiva fase della somministrazione dei vaccini anti Covid-19» hanno chiesto un incontro da fare, in tempi brevissimi, al ministro della Salute, Roberto Speranza.

«Come sperimentiamo ogni giorno – hanno proseguito Sposato, Russo e Biondo – la Sanità in Calabria è paralizzata, restano le gravi carenze negli organici dei medici e degli altri operatori e c’è confusione finanche sulle strutture nei territori e sulla loro destinazione. La nomina del Commissario ad acta per il rientro dal deficit nella persona del Prefetto Guido Longo, giunta in ritardo e attraverso arcinote e paradossali vicende dopo le dimissioni del Generale Saverio Cotticelli, non ha prodotto finora il salto di qualità che ci si aspettava nei servizi di Asp e Ao».

«Sapendo a cosa si sarebbe andati incontro – hanno aggiunto – avevamo chiesto che il Decreto Calabria prevedesse di dotare l’Ufficio del Commissario ad acta del personale necessario, tramite il ricorso a strumenti adeguati ad affrontare un’atavica emergenza regionale: quell’emergenza che ci ha portato più volte a manifestare in piazza, ad un confronto con il ministro della Salute e a presentare in novembre un esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro e alla Procura presso la Corte dei Conti».

«Ma non c’è niente di nuovo sotto il sole – hanno proseguito – mancano il coordinamento e il controllo sulle attività delle strutture commissariali territoriali e ospedaliere e si continua a navigare a vista, mentre crescono le preoccupazioni per la diffusione dei contagi da coronavirus, con le varianti che circolano ormai sull’intero territorio nazionale».

«E nessuno batte un colpo – hanno detto ancora i sindacalisti – anche sulla vertenza che riguarda il Sant’Anna Hospital di Catanzaro, con il rischio concretissimo che vengano meno servizi importanti per la salute di molti pazienti calabresi e vadano persi i posti di lavoro per un personale che conta centinaia di operatori e garantisce prestazioni di eccellenza.

«Riteniamo, dunque, necessario – hanno concluso i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria –, in assenza di interlocuzioni efficaci sul territorio, incontrare il ministro Speranza perché il Governo intervenga e operi finalmente per una vera, decisa svolta nel sistema sanitario regionale, con i mezzi adatti ad una situazione in grave degrado». (rrm)

I sindacati: Governo e Regione si confrontino con parti sociali per risorse del Recovery Fund

Le segreterie regionali di Cgil CalabriaCisl CalabriaUil Calabria hanno sottolineato «l’esigenza di unità del mondo del lavoro nella riflessione e nella proposta».

Le organizzazioni sindacali, infatti, si sono riunite a Lamezia Terme per affrontare i temi principali su cui richiamare l’attenzione della politica e dell’intera società calabrese, per un confronto indispensabile in una fase di rilancio in cui alle parole dovranno seguire i fatti.

L’analisi è partita dalla necessità che il Governo e la Giunta Regionale si confrontino con le parti sociali sull’utilizzo delle risorse del piano Next Generation Eu, che non devono essere considerate sostitutive, ma aggiuntive rispetto ad altri investimenti già previsti.

«Si deve, infatti – è stato ribadito nell’incontro delle Segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil – ragionare sulla base di un quadro d’insieme per predisporre un piano integrato di investimenti, che contempli sia le risorse del Recovery Fund sia le altre previste su base europea o nazionale. Un piano complessivo potrà evitare la frammentazione degli interventi e permetterà di affrontare finalmente in maniera organica la grande questione dello sviluppo della Calabria. Sarà fondamentale, inoltre, coordinare la spesa, monitorare il percorso e rispettare i tempi di realizzazione delle opere e di attuazione dei progetti per non correre il rischio di dover restituire i fondi stanziati».

Tra le emergenze, le Segreterie confederali regionali ne mettono in evidenza alcune che toccano i punti nevralgici del tema di una crescita che non può prescindere da un’infrastrutturazione che favorisca la mobilità, liberi la Calabria dall’isolamento, garantendo una maggiore sicurezza negli spostamenti e creando lavoro, perché l’apertura di cantieri vuol dire nuova occupazione. Sulla fascia jonica, la S.S. 106 deve essere assolutamente e rapidamente completata in tutto il suo tracciato, così come sono necessari investimenti per la realizzazione di una linea ferroviaria jonica moderna e veloce.

E, per il percorso Roma-Reggio Calabria, in una prospettiva di vero sviluppo, non basta l’adattamento delle linee esistenti per una tecnologia già superata, ma bisogna prevedere l’Alta Velocità Larg, che fa viaggiare i passeggeri a 300 km/h, decongestionando gli aeroporti per una maggiore sostenibilità ambientale come già avviene in altri Paesi europei. Devono poi essere portati a termine i lavori sull’A2, a partire dai tratti perennemente in manutenzione, tra i più pericolosi d’Italia, sui quali ogni giorno migliaia di persone rischiano la vita. Un’attenzione specifica va rivolta al sistema portuale calabrese, a cominciare dal Porto di Gioia Tauro, che deve costituire un hub punto di riferimento per tutta l’area del Mediterraneo, puntando a una Zes che sia laboratorio di crescita e di sviluppo anche per i porti di Corigliano, Crotone, Vibo.

Non meno importante ai fini dello sviluppo è, per le Segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, l’infrastrutturazione digitale, fondamentale per creare lavoro e favorire la formazione, in una regione in cui intere aree sono escluse o servite male dal collegamento alla rete.

Un capitolo a sé rappresentano, per le tre organizzazioni sindacali, la depurazione delle acque, con la salvaguardia e la valorizzazione di quella importantissima risorsa che è il mare, e la costruzione del ciclo dei rifiuti in tutto il territorio regionale. Questi, insieme alla prevenzione del dissesto idrogeologico, sono temi fondamentali per l’Unione Europea e per la salute e la sicurezza dei cittadini. La tutela dell’ambiente e del territorio rappresenta infatti, in tutti i suoi aspetti, un pilastro di ogni politica di crescita. Così come bisogna mettere in campo politiche in favore delle aree interne, che in Calabria contano oltre 300 Comuni, e dove risulta necessario contrastare abbandono e spopolamento, facendo diventare le stesse aree attrattive rispetto ad attenzioni produttive, in un mix di tradizione ed innovazione. Anche qui la programmazione è essenziale per un buon utilizzo delle risorse europee.

Il fronte dell’occupazione, del lavoro che non c’è e di quello che si perde, resta per la Calabria – hanno sottolineato i sindacalisti – la questione delle questioni, come dimostra l’impietosa chiarezza dei dati forniti recentemente anche dai report delle sedi regionali di Bankitalia e Inps. Bisogna, perciò, sciogliere alcuni nodi che attendono da troppo tempo di essere affrontati, a cominciare – nel quadro di una riorganizzazione dei servizi – dalle assunzioni di nuovo personale nella Pubblica Amministrazione e dalla stabilizzazione di un precariato che in molti casi permette, in strutture sotto organico, che la Pa stessa continui a funzionare per i cittadini. Bisogna aprire le procedure concorsuali e investire risorse, altrimenti sono impossibili il pur necessario ricambio generazionale e la piena efficienza dei servizi.

«Per riuscire a spendere e spendere bene, utilizzando gli investimenti dedicati dal Next Generation Eu occorre irrobustire le amministrazioni meridionali, anche guardando con attenzione all’esperienza di un passato che spesso ha deluso la speranza», come ha affermato il presidente del consiglio Mario Draghi nell’aula del Senato, nelle dichiarazioni programmatiche. C’è bisogno al Sud di maggiore presenza dello Stato, di colmare le carenze nell’organico di tutte le strutture pubbliche. Lo Stato non può scappare via dal Meridione.

E nel privato c’è bisogno, nel Sud e in Calabria, di politiche attive del lavoro, non di assistenzialismo: i sussidi servono per superare le fasi difficili come l’attuale, ma in prospettiva non producono crescita e mortificano la dignità delle persone. Urgono la riorganizzazione dei Centri per l’impiego, l’emersione del lavoro irregolare e una più spinta fiscalità di vantaggio che incentivi aziende nazionali e sovranazionali ad investire in Calabria. Anche su questi temi i sindacati confederali della Calabria attendono dal nuovo Governo risposte che non possono tardare.

Guardando alla Sanità, le Segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil Calabria hanno sottolineato con forza che dopo la nomina del Commissario ad acta la situazione appare sostanzialmente congelata, a partire dal piano per i vaccini anti Covid, per guardare poi al personale e alle strutture. Lo stesso Commissario Longo ha lanciato un preoccupante grido d’allarme per l’impossibilità di dotare il suo ufficio del personale previsto dal Decreto Calabria, personale che avrebbe dovuto affluire dal Dipartimento Salute della Regione.

Cgil, Cisl e Uil chiedono, perciò, un confronto immediato con il Prefetto Guido Longo sui temi della tutela della salute dei cittadini, sulla riorganizzazione del sistema sanitario e sulle dotazioni organiche delle aziende sanitarie e ospedaliere. In tale contesto, chiedono al Commissario ad acta anche di fare chiarezza sulla vicenda del Sant’Anna Hospital di Catanzaro che, a fronte dell’insufficienza dei posti disponibili nelle strutture pubbliche, offre un servizio di eccellenza nel campo della cardiochirurgia e contribuisce all’abbattimento delle liste di attesa dei pazienti e alla diminuzione dei viaggi della speranza fuori dalla Calabria, facendo sì che la Regione, grazie alla convenzione con la struttura catanzarese, impieghi meno risorse rispetto a quelle necessarie per i ricoveri in altre regioni.

Nel rispetto delle regole, e al di là delle vicende giudiziarie che riguardano la precedente gestione del Sant’Anna, dunque, il Commissario faccia conoscere il suo pensiero riguardo a una vertenza che tocca il diritto alla salute dei cittadini e il posto di lavoro di un personale qualificato che conta circa trecento unità.

Su questi temi le tre organizzazioni sindacali chiedono un dialogo serio con la classe politica calabrese e la convocazione del Partenariato economico e sociale per un confronto su riprogrammazione 2014/2020 e programmazione 2021/207, annunciando che sarà diffusa nelle prossime settimane una piattaforma di rivendicazioni e proposte da sottoporre ai candidati alle elezioni regionali. E a questo proposito, Cgil, Cisl e Uil Calabria concordano sulla inopportunità di un rinvio dell’appuntamento elettorale.

Urgono, inoltre, affermano ancora, riforme e interventi per i comuni ai fini di una migliore qualità dei servizi e di una tassazione più leggera per i cittadini, sulla partecipazione pubblica, sul riordino del bilancio regionale.  

La riunione delle Segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil si è conclusa con due appelli.

Il primo rivolto alle istituzioni, alla politica, al mondo del lavoro e delle imprese, ai cittadini, perché si tenga alta la guardia verso la pervasività delle organizzazioni criminali, che rappresenta tra l’altro un ostacolo agli investimenti nel Sud e in Calabria da parte di imprese italiane e multinazionali.

Il secondo appello è indirizzato ai candidati nell’imminente tornata elettorale calabrese, perché si pongano in atteggiamento costruttivo, di ascolto e di attenzione verso la realtà regionale, evitando atteggiamenti populistici e puntando alla concretezza dei problemi e delle soluzioni(rcz)

Cgil Calabria: Servono scelte coraggiose per riforme, lavoro, sviluppo, sanità

La segreteria della Cgil Calabria ha ribadito che «in Calabria sono indispensabili scelte coraggiose e innovative su riforme, lavoro, sviluppo, sanità, etica», e che bisogna andare al voto l’11 aprile.

«La Calabria – si legge in una nota – vive una fase ancora più complicata, determinata dai ritardi strutturali da anni di politiche disastrose ed acutizzati dalla fase pandemica e dall’assenza di una giunta regionale e di un Consiglio regionale decaduti. Il saldo demografico tra emigrazioni e indice di natalità ci dicono che tra vent’anni la Calabria può perdere oltre mezzo milione di abitanti, in prevalenza giovani».

«Necessita, pertanto – continua la nota – una grande stagione di riforme, a partire da quelle istituzionali (la Calabria ha più comuni di Lazio, Emilia Romagna, Toscana)  del modello sociale e del welfare, con un piano di sviluppo e lavoro sostenibile. A questo proposito, è necessario utilizzare al meglio i capisaldi del piano di ripresa e resilienza e puntare su alcune priorità strategiche, a partire da un piano sulle aree interne, il rilancio della Zes e di tutta portualità calabrese, un piano strategico per la mobilità sostenibile che punti al completamento dell’alta velocità, del completamento dell’intero tracciato della SS106 e della ferrovia Jonica, della missione specifica del Porto di Gioia Tauro per cui occorre superare il commissariamento e nominare un nuovo Presidente dell’autorità portuale, un piano di sviluppo che punti alla transizione energetica, all’economia verde, alla innovazione digitale, all’inclusione sociale ed all’istruzione».

«Per fare questo – continua ancora la nota – serve una nuova politica, che superi la gestione straordinaria di questa attuale giunta regionale che sta producendo atti ed iniziative in piena pandemia elargendo enormi risorse economiche senza criteri oggettivi e con discutibili scelte di matrice elettorale che sarebbe utile attenzionare alla magistratura contabile».

«Per queste ragioni – conclude la nota – riteniamo che il voto dell’11 di aprile, se l’emergenza pandemica lo consentirà, non può essere rinviato oltremodo». (rrm)

Vertenza Fincalabra, Cgil, Cisl e Uil: Bene impegno di Orsomarso per risolvere problema in tempi brevi

Revoca del provvedimento adottato e il ritiro delle lettere recapitate a quindici dipendenti, facendo presente che esistono diversi percorsi alternativi esplorabili e praticabili attraverso il dialogo con il sindacato. È questa la richiesta avanzata da CgilCislUil Calabria al tavolo di confronto convocato a Catanzaro dall’assessore regionale al Lavoro Fausto Orsomarso, sulla vertenza Fincalabra riguardante la procedura di mobilità di parte dei dipendenti ex art. 25 D.L.vo 175/2016.

Al termine dell’incontro, i segretari generali regionali Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, hanno espresso soddisfazione di fronte alla posizione dell’assessore Orsomarso che ha sostenuto l’assenza di una volontà di arrivare al licenziamento dei quindici dipendenti, impegnandosi a risolvere la problematica in tempi brevissimi, tenendo aperto il confronto con le Oo.Ss. (rcz)

Cgil, Cisl e Uil Calabria: La politica difenda il futuro della Calabria

Con alle porte l’arrivo dell’anno nuovo, Cgil CalabriaCisl CalabriaUil Calabria, in una nota congiunta a firma di Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria, Tonino Russo, segretario generale Cisl Calabria e Santo Biondo, segretario generale Uil Calabria, hanno ribadito che «l’anno che si sta concludendo è stato complicato per il Paese e, in particolare, per la Calabria».

«La nostra regione, infatti – hanno aggiunto – ha dovuto fronteggiare lemergenza sanitaria da una postazione più complicata rispetto a tante altre regioni italiane a causa dellinefficienza del suo Servizio sanitario regionale». 

«Durante il 2020, poi – hanno detto i segretari generali – il confronto con lamministrazione regionale è stato discontinuo e caratterizzato dallemergenza Coronavirus, segnato dalla morte prematura della presidente Jole Santelli. La condizione difficile della nostra regione esige, soprattutto da parte di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica regionale, un confronto proficuo e serrato con le forze sociali e produttive nel lavoro di risoluzione delle tante, troppe, problematiche ancora irrisolte in Calabria».

«Il precariato storico – continua la nota – la sete di lavoro e sviluppo, la cura dellambiente e del dissesto idrogeologico, l’innovazione tecnologica, le riforme istituzionali, i nodi della forestazione, quelli della sanità, la riprogrammazione del Programma operativo regionale, sono tutte richieste avanzate da Cgil Cisl Uil Calabria, che sono rimaste inevase. La Calabria, purtroppo, rimane la regione con il disagio sociale più alto. Il Covid-19, poi, ha messo in evidenza le inefficienze del Sistema sanitario calabrese».

«In questo momento di passaggio – hanno detto ancora i sindacati –riteniamo doveroso rivolgere il nostro ringraziamento a tutti i rappresentanti delle categorie più esposte  al rischio contagio, dai sanitari, al personale scolastico alle forze dellordine, alle lavoratrici e ai lavoratori della grande distribuzione, delligiene ambientale, dei trasporti e dei servizi pubblici essenziali, che diuturnamente hanno prestato il loro prezioso servizio il loro lavoro per la cura e la sicurezza dei calabresi, per la crescita dei nostri ragazzi e, in generale, per il funzionamento della macchina calabrese a servizio della cittadinanza».

«Il Servizio sanitario regionale, in un caos devastante – hanno detto Sposato, Russo e Biondo – è uscito sconquassato dallemergenza pandemica e ha finito per mostrare al mondo il buco nero dei conti, sul quale crediamo sia giunta lora di individuare le responsabilità e sanzionare chi ha causato lo sfascio del sistema: un intervento necessario per dare un segnale a chi si appresta a gestire la macchina amministrativa regionale con il peso dellarretratezza strutturale e dellincapacità del suo ceto dirigente, quanto di quello capitolino, di gestire una partita delicata qual è stata quella della nomina del nuovo commissario ad acta per il piano di rientro».

«In questo magmatico contesto – continua la nota – Cgil, Cisl e Uil Calabria hanno fatto quello che era giusto fare: presentare un esposto nelle mani del Procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, chiedendo allo stesso di fare piena luce sugli interessi in gioco e individuare i responsabili di un simile sfascio. A ciò si aggiunge il caos politico di questi ultimi mesi».

«La Calabria – hanno spiegato – si appresta a vivere una nuova tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale scontando una carenza di confronto disarmante. Ciò che ci preoccupa è la totale assenza di programmi più che quella di candidati pronti ad assumersi lonere di guidare una terra dalle mille contraddizioni. Alla politica chiediamo di aprire con immediatezza un confronto sui contenuti, sui programmi per il rinnovamento politico ed il rilancio economico e sociale della Calabria. Un confronto che sia scevro dalla retorica del passato, che sia capace di mettere al centro della discussione i temi del rinnovamento etico e morale della classe dirigente, di mettere al centro limpegno anti ndrangheta, e sia in grado di prospettare un futuro certo e migliore per le calabresi ed i calabresi e per dare una possibilità di resilienza ai nostri giovani».  

«In una fase assai delicata – prosegue la nota – in cui la politica ha dimostrato difficoltà nel gestire la seconda ondata della pandemia da Covid-19 preferendo, durante il periodo estivo, tergiversare piuttosto che approntare la macchina dellemergenza per reggere allurto del Coronavirus, Cgil, Cisl e Uil Calabria hanno svolto un ruolo significativo prima con la sottoscrizione di diversi protocolli di sicurezza e, dopo, con lavanzamento di proposte concrete per favorire la ripartenza del sistema Italia». 

«Purtroppo – hanno detto ancora i segretari generali – la classe politica di governo italiana, con il quale il Sindacato è tornato a scontare delle serie difficoltà di confronto, continua a mostrarsi non adeguatamente attenta e non concentrata sulle reali necessità del Paese e rischia di non decidere su questioni importanti per il futuro della Nazione quale possono essere la gestione del Next generation Eu e del Recovery plan». 

«Anche per questo, anzi soprattutto per questo – hanno sottolineato – è necessario che la Calabria si doti di una classe politica in grado di avviare una interlocuzione costruttiva con il Governo al fine di imporre allo stesso una grande strategia di sviluppo della nostra regione. Una strategia, che non dimentichi le tante opere pubbliche incomplete o incompiute e già finanziate che, se sbloccate, possono mettere in moto una leva occupazionale importante. Una strategia che punti al miglioramento dell’assetto viario – stradale, ferroviario e aereo – di una regione che sente forte la necessità di connettersi con il resto del Paese e proiettarsi verso l’Europa ed il mondo senza difficoltà».

«La Calabria – hanno evidenziato – ha bisogno di una strategia che sia in grado di difendere il suo ambiente da un dissesto idrogeologico devastante e, allo stesso tempo, proiettare le strutture scolastiche verso un futuro di efficienza e modernità. Ma, soprattutto, questa regione sente forte la necessità di una nuova stagione concorsuale, finalizzata ad irrobustire una pubblica amministrazione regionale appesantita da un turnover bloccato da ormai troppo tempo».

«Sul tappeto ci sono tante occasioni – hanno detto ancora –. Di certo, dovremmo portare a compimento unattenta azione di stimolo e proposta sulla riprogrammazione del Por Calabria 2014/2020 e sulla programmazione di quello in fieri, tutto al fine di evitare lo sperpero delle risorse in mille rivoli clientelari e, invece, puntare su pochi e ben definiti progetti di sviluppo e crescita come il potenziamento delle infrastrutture materiali e immateriali della nostra regione. La pandemia potrebbe essere unoccasione per ripartire, per farlo, però, è necessario che la classe politica, nei fatti, si dimostri in grado di fare squadra con le parti sane della società calabrese. Ci prepariamo al 2021 con la consapevolezza che sarà un anno difficile». 

«Il confronto all’interno del partenariato economico e sociale  – continua la nota – il luogo deputato alla discussione informata e di merito, il ragionamento e il lavoro sinergico di tutte le forze sane di questa regione la discussione, devono essere gli strumenti utili per avanzare proposte serie e realizzabili, al fine di rimettere in moto il motore produttivo e sociale della Calabria». 

«Cgil, Cigl e Uil Calabria – hanno concluso – accentueranno lazione di confronto unitario al fine di chiedere alla politica di scendere in campo per difendere il futuro della Calabria». (rcz)

 

I sindacati incontrano il Commissario Longo: si deve garantire discontinuità rispetto alle attuali gestioni

I segretari generali regionali di CgilCislUil Calabria Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, hanno incontrato il commissario ad acta della Sanità in Calabria, Guido Longo.

L’incontro, avvenuto a Catanzaro, ha visto la partecipazione del dirigente generale del Dipartimento alla Salute della Regione, Francesco Bevere, un «segnale positivo di una nuova fase di collaborazione tra Regione e Ufficio del Commissario».

«Al Prefetto Longo – hanno dichiarato Sposato, Russo e Biondo – abbiamo chiesto di procedere al più presto alle nomine dei nuovi manager di Asp e Ao. Gli attuali Commissari, infatti, nominati dal precedente Governo, hanno cessato il loro incarico a inizio novembre, con lo scadere della vigenza del primo Decreto Calabria. Il nuovo Decreto Calabria ha previsto una proroga non oltre l’11 dicembre. Sono stati, poi, confermati dal Commissario Longo, in attesa della conversione in legge del Decreto Calabria bis».

«Ora – hanno aggiunto – è necessario garantire discontinuità rispetto alle attuali gestioni che, soprattutto in alcune realtà, hanno segnato una totale immobilità nell’organizzazione sanitaria. Ad esempio, nell’Asp e nell’Ao di Cosenza di fatto c’è stata una paralisi: l’estate è trascorsa, nonostante l’incombere dell’emergenza pandemica, senza che venissero acquisite nuove attrezzature, senza assunzione di nuovo personale, senza attivazione di nuovi posti Covid. Il personale sanitario dell’Ospedale dell’Annunziata è allo stremo. Anche altre realtà territoriali sono in grande difficoltà».

«Per queste ragioni – hanno proseguito i segretari generali delle confederazioni sindacali calabresi – abbiamo chiesto un segnale di novità con la nomina di Commissari competenti e sensibili alle problematiche del territorio, che sul territorio si fermino acquisendo una consapevolezza del contesto e non stiano sempre con il trolley in mano».

«Abbiamo chiesto, inoltre – hanno aggiunto i sindacalisti – di sciogliere i nodi del personale, di procedere con la riorganizzazione della rete della medicina territoriale, dell’assistenza domiciliare e della rete ospedaliera. Da parte del Commissario abbiamo avuto assicurazioni sulla volontà di procedere in tempi brevi alla nomina dei nuovi manager e una grande disponibilità al confronto sugli ospedali e sulla medicina del territorio. Inoltre, il dottor Longo ha dato assicurazioni sulla proroga dei contratti in essere del personale precario della sanità».

«Sia il Commissario – hanno detto ancora – che il Dottor Bevere hanno poi evidenziato che si sta procedendo alla riorganizzazione della struttura del Dipartimento della Regione, finora sottodimensionato. Ci siamo salutati con l’impegno a rivederci subito dopo le festività natalizie, con la presenza delle Federazioni dei Medici e del Pubblico Impiego, per avviare un tavolo di confronto permanente sui temi della riorganizzazione delle reti territoriale e ospedaliera ai fini di una piena fruizione dei Lea da parte dei cittadini, anche in considerazione della campagna di somministrazione dei vaccini anti Covid, e per affrontare i nodi connessi e imprescindibili relativi al personale: lo scorrimento delle graduatorie esistenti, la stabilizzazione dei precari, l’attivazione delle procedure concorsuali per le nuove assunzioni». (rcz)

 

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Disponibili a confronto con commissario Longo per rilancio del sistema sanitario regionale

I segretari di CgilCislUil Calabria, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo hanno rivolto un augurio di buon lavoro al nuovo commissario ad acta della Sanità in Calabria, Guido Longo e hanno chiesto, per i prossimi giorni, «un incontro sul modello che egli intende proporre ai fini del rilancio della Sanità calabrese, un modello che dovrà inevitabilmente essere costruito sulla base delle esigenze delle diverse aree della regione».

«Pensiamo in primo luogo – hanno aggiunto – sia in relazione all’emergenza pandemica, sia in una prospettiva più ampia, a questioni di fondo come la riorganizzazione e il miglioramento della rete ospedaliera, della medicina del territorio e del servizio di emergenza-urgenza. Siamo convinti che in Calabria, sulla Sanità e su altri nodi problematici, il confronto sulle priorità e la condivisione degli obiettivi siano necessari perché, nella distinzione dei ruoli, ognuno faccia la sua parte per garantire ai cittadini una piena fruizione dei loro diritti».

«Siamo dunque pronti – hanno concluso i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – a sostenere il percorso per il rilancio del sistema sanitario regionale e a un dialogo franco e costruttivo per il quale, ne siamo certi, il nuovo Commissario della Sanità sarà disponibile».  (rrm)