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Cgil, Cisl e Uil Calabria scrivono a Mattarella per la grave situazione di caos nelle vaccinazioni

I segretari generali di Cgil CalabriaAngelo Sposato, della Cisl CalabriaTonino Russo e della Uil CalabriaSanto Biondo, hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in merito «alla lentezza, le inadempienze e la confusione nelle vaccinazioni anti covid-19».

La lettera, inoltre, è stata inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, al commissario nazionale per l’Emergenza sanitaria, gen. Francesco Paolo Figliuolo, al capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, al commissario ad acta Guido Longo, al presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, ai sindaci calabresi, e alle autorità sanitarie e territoriali.

«La Calabria – si legge nella lettera – con il sistema sanitario regionale più disastrato del Paese, e fortemente infiltrato dalla criminalità organizzata, non può essere lasciata da sola ad affrontare l’epocale emergenza sanitaria che stiamo vivendo. La nostra regione da sola non ce la può fare: ma anziché vederla criminalizzata ogni giorno anche mediaticamente, ha bisogno della solidarietà nazionale e del supporto dei vertici istituzionali dello Stato». 

«Con questa lettera, pertanto – continua – noi, Segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Calabria vogliamo dare voce alla fortissima preoccupazione dei lavoratori, dei pensionati, delle famiglie e di tutti i cittadini per la lentezza, le inadempienze e la confusione nelle vaccinazioni anti Covid-19. Mentre aumentano i contagi e la pressione sugli ospedali, infatti, si parla di 83.000 dosi di vaccino consegnate alla Calabria e non utilizzate, che non si sa che fine abbiano fatto. Ne sono in arrivo 100.000: se non ci sarà un’accelerazione nella somministrazione, i ritardi si cumuleranno, aumentando il rischio di gravi conseguenze nella diffusione della pandemia. È fondamentale, dunque, superare le criticità e le disfunzioni registrate anche in queste ore sulla piattaforma di prenotazione, come per ultra 80enni e soggetti “fragili” che devono vaccinarsi in centri dedicati collocati anche a distanza considerevole dal comune di residenza delle persone interessate». 

«La Sanità calabrese – prosegue la lettera dei segretari generali – con gli appetiti delle organizzazioni criminali che – come evidenziato anche da recenti e attuali inchieste antimafia –non si sono mai sopiti, è ormai un caso nazionale, per il quale occorrono interventi incisivi e immediati che garantiscano il rispetto del diritto alla salute, a partire dall’azzeramento di un debito di cui sono responsabili non i calabresi, ma oltre dieci anni di gestione evidentemente sbagliata da parte dei governi nazionali e regionali che si sono succeduti. Il che non significa evitare che la giustizia faccia chiarezza sui fatti accaduti né evitare che chi ha rubato restituisca il maltolto, perché è evidente che bisogna creare le condizioni affinché si operi tutti insieme per un cambio di mentalità e di cultura nella gestione responsabile della Sanità e di tutta la cosa pubblica. Azzerare il debito significa soltanto far sì che il peso della cattiva gestione e dei comportamenti criminali, non ricada economicamente sui cittadini, con ulteriori aumenti della tassazione per il ripiano di un debito tanto elevato da non poter essere ancora quantificato con precisione».

«Alla luce della grave situazione di caos – continua ancora la lettera – in cui si agita il sistema sanitario calabrese, constatata la carenza di dati certi sulla condizione epidemiologica della regione, chiediamo si intervenga per sapere quale sia lo stato dell’arte del piano delle vaccinazioni in Calabria».

«Chiediamo di sapere – hanno detto i sindacati – quali siano le condizioni reali dei presidi sanitari finalizzati alla somministrazione dei vaccini. Vorremmo, inoltre, capire, ritenendo questa l’unica arma per sconfiggere il Coronavirus, come la Regione Calabria intenda organizzarsi per la vaccinazione dell’intera popolazione calabrese. Così come chiediamo che anche in Calabria, come sta accadendo in altre regioni, i pazienti Covid possano ricorrere, al fine di combattere nella fase iniziale il virus, alla terapia a base di anticorpi monoclonali, dato che la stessa oggi rappresenta l’unica cura in grado di contrastare efficacemente l’infezione da Coronavirus. La Regione non perda altro tempo e faccia richiesta di un adeguato quantitativo di dosi».

Con questa lettera aperta chiediamo, ancora, al Governo di procedere immediatamente alla nomina dei sub Commissari ad acta per il piano di rientro, operando scelte orientate da criteri di assoluta discontinuità rispetto al passato e individuando soggetti di grande competenza a fronte del lavoro che li attende, nonché di mettere realmente l’Ufficio del Commissario nelle condizioni di funzionare con la dotazione del personale necessario.

«Chiediamo, infine – conclude la lettera – a tutte le istituzioni competenti una decisa attenzione e interventi urgenti per un territorio regionale che rischia di veder aumentare il suo isolamento rispetto al resto del Paese, insieme ad uno sforzo di chiarezza e trasparenza verso tutti i cittadini calabresi che, purtroppo, anche in questa fase di emergenza sanitaria, stanno vedendo drammaticamente confermata, giorno dopo giorno, l’assenza di punti di riferimento e interlocutori istituzionali che possano far sperare in un percorso di ripresa». (rrm)