Domani sera, a Reggio, alle 21, nella Terrazza del Museo Archeologico Nazionale di Reggio, la conferenza Ponti e Specchi nella Divina Commedia, a cura di Paola Radici Colace, professore ordinario all’Università di Messina e presidente onorario del Cis della Calabria.
L’evento, organizzato in collaborazione con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, rientra nell’ambito della rassegna Notti d’Estate, organizzate dal MArRC, diretto da Carmelo Malacrino.
«La conferenza – ha spiegato la relatrice – metterà a fuoco il significato della presenza, nella Divina Commedia, di due Realien che appartengono alla cultura materiale: i ponti e gli specchi. Occorrenti i primi prevalentemente nell’Inferno, i secondi nel Paradiso. Essi permettono di leggere il poema da punti di vista particolari, mentre il ricordo di letture bibliche si incrocia con esperienze personali del Poeta. Dante – continua Colace – avrebbe trovato ispirazione per i ponti che uniscono le Malebolge nel Ponte di Veja; racconta il percorso che i pellegrini facevano su Ponte Sant’Angelo (Inferno, XVIII, 29); nel Purgatorio (III, 128) ricorda l’estremità del ponte sul fiume Cadore (“in co del ponte presso a Benevento”) e nel Paradiso (XVI, 146) “’l ponte”, cioè il Ponte Vecchio in Firenze. Ponti sono anche quelli (detti ‛ ponticelli’ o ‛scogli’) che, in Malebolge, “cavalcano le bolge ad arco, in modo da lasciar libera sotto di sé la circolazione nel fondo della bolgia”, crollati il giorno della morte del Cristo, destrutturando così architettonicamente l’Inferno».
«Ancora più intensa – ha aggiunto – la presenza degli specchi nel Paradiso, la cui metafora è usata per indicare sia il fenomeno della riflessione, otticamente inteso, che le infinite creature di luce che popolano il Paradiso: i Troni, i Cherubini, le miriadi di Angeli, lo splendore del sole, quell’immensità di riflessi che proviene da tutte le parti. Non si tratta soltanto di una visione mistica del Poeta; dietro le varie descrizioni ci sono senz’altro gli studi universitari di ottica, ai quali Dante era iscritto».
«Abbiamo immaginato di celebrare anche noi il grande Poeta fiorentino – ha commentato Malacrino – Quest’anno ricorrono i 700 anni dalla sua morte e ci uniamo alle celebrazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia. La ripartenza ci riempie di entusiasmo, con le aperture dopo il tramonto che continuano a riscuotere grande successo in termini di pubblico e gradimento. C’è un grande desiderio di ricostituire la comunità culturale, di fare rete e socializzare. Complice lo spazio all’aperto che permettere di godere delle Notti d’Estate con qualche serenità e in sicurezza».
«Preserveremo l’accesso alla terrazza ai possessori di Green Pass, che dovrà essere esibito su richiesta del personale, nel rispetto della privacy di ciascuno – ha aggiunto Malacrino. Ogni giovedì e sabato, per tutta l’estate, il Museo, oltre agli eventi in terrazza, offrirà ai visitatori l’insieme dei quattro livelli espositivi, con i magnifici Bronzi di Riace e altri celebri tesori dell’archeologia calabrese. Nel suggestivo spazio di Piazza Orsi continua l’allestimento della mostra Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, che sta riscuotendo grande interesse tra i visitatori».
«Il pubblico – ha concluso il direttore – sta sempre più riscoprendo il valore “pubblico” dell’arte e di questo dobbiamo ringraziare gli uomini dell’Arma che hanno sottratto al mercato clandestino piccoli e grandi capolavori dell’antichità». (rrc)