È «sbagliato, in questa fase, il ricorso allo sciopero, forma ultima di conflitto» e che serve un confronto con il Governo sulla manovra finanziaria per migliorarne e integrarne i contenuti. È quanto ha dichiarato il segretario generale di Cisl Calabria, Tonino Russo, nel corso del Consiglio generale dei Pensionati Cisl Calabria, svoltosi a Gizzeria.
«Servono dialogo e confronto per migliorare e rafforzare la legge di stabilità. Condividiamo in pieno la risoluzione del Comitato esecutivo nazionale della Cisl che – ha detto Russo – approvando la relazione del Segretario generale Luigi Sbarra, davanti alle sfide che attendono il Paese e alle difficoltà di una crisi appesantita da guerra, caro-energia e pandemia, ha espresso un giudizio articolato sui contenuti della Manovra di Bilancio 2023. Il Ddl, infatti, integra contenuti importanti nella risposta emergenziale, dove concentra i 2/3 delle risorse, garantendo fino a marzo 2023 sostegno a lavoratori, famiglie e sistema produttivo. Tuttavia, risulta debole e incompleto sul versante espansivo, negli investimenti rivolti a occupazione, infrastrutture, strategie industriali ed energetiche, nel rilancio della sanità e dei servizi pubblici, nella capacità di progettare una nuova politica dei redditi e di mettere in campo riforme strutturali».
«Ancora una volta – ha sostenuto Russo – la Cisl sceglie la strada del confronto e, in attesa dell’incontro convocato dal Governo per il 7 dicembre, avanza precise richieste di modifica alla Legge di Stabilità su investimenti, pensioni, politiche dei redditi e sanità. Da calabresi, inoltre, ricordiamo che la Legge di Stabilità in discussione assegna 3 miliardi per la S.S. 106 e che insieme alla Confederazione stiamo lavorando per migliorare il provvedimento, per accorciare i tempi e aumentare le risorse sulle annualità 2024- 2026 in modo da appaltare i primi lotti funzionali».
E in Calabria –ha concluso il Segretario Generale della Cisl calabrese – c’è troppa precarietà nel lavoro. Troppe persone vivono condizioni di disagio non più sopportabili per cui bisogna intervenire subito per dare dignità al lavoro e serenità alle famiglie».
«Siamo qui perché ci sta a cuore, per il Paese e per la Calabria, la vita degli anziani, delle famiglie, di quei giovani per i quali i pensionati rappresentano spesso il più importante ammortizzatore sociale», ha detto, aprendo i lavori del Consiglio generale della Federazione Pensionati Cisl della Calabria, dedicato anche alla celebrazione dei 70 anni dalla fondazione della FNP, il Reggente della Segreteria regionale Cosimo Piscioneri.
«Siamo qui – ha sottolineato – per portare avanti una piattaforma pensionati che tocca la perequazione degli assegni pensionistici; la totale indicizzazione di tutte le pensioni, perché non ci si deve servire dei pensionati per finanziare altre misure; l’innalzamento delle pensioni minime; una fiscalità più equa ; servizi sociali efficienti per una popolazione che invecchia. C’è un ddl sul sostegno alla non autosufficienza, licenziato dal Governo precedente, che attende di essere tradotto in norme perché i livelli essenziali delle prestazioni siano uniformi su tutto il territorio nazionale; premiamo per una legge sull’invecchiamento attivo che contribuisca a favorire le relazioni sociali, la partecipazione degli anziani che troppo spesso sperimentano la solitudine, dopo la drammatica esperienza del lockdown dovuto alla pandemia».
«Tutto questo – ha detto ancora Cosimo Piscioneri – non riguarda solo il Governo centrale, ma anche la Regione Calabria: chiediamo con forza il finanziamento delle leggi regionali sull’invecchiamento attivo e sulla non autosufficienza, un utilizzo efficace dei fondi stanziati a livello nazionale. Questo può anche aiutare le donne, tradizionalmente più impegnate nell’assistenza ad anziani e disabili, in una migliore conciliazione dei tempi vita-famiglia-lavoro. Chiediamo una sanità che permetta ai cittadini di ogni età di fruire dei livelli essenziali di assistenza, con la riorganizzazione della rete ospedaliera e della medicina territoriale che veda anche un coinvolgimento pieno dei medici di famiglia, con la stabilizzazione dei precari e l’assunzione di nuovo personale sanitario. Chiediamo, e ci impegniamo per questo, politiche sociali efficienti a livello dei territori».
«Chiediamo che si abbia finalmente in Calabria un piano per l’integrazione dei servizi socio-sanitari – ha proseguito –. Chiediamo un controllo sul rispetto, nelle Rsa, dei diritti e della tutela degli ospiti, dei diritti dei lavoratori, e rette che possano essere sostenute da tutti coloro che sono costrette a fruire di questi servizi».
«È necessario – ha sostenuto ancora il Reggente della Segretaria regionale della Fnp Cisl – utilizzare bene le risorse del Pnrr destinate alla coesione sociale, privilegiando soprattutto i non autosufficienti, per un’assistenza domiciliare che deve essere prioritaria rispetto al ricovero in strutture assistite, per non sradicare anziani e diversamente abili dal nucleo familiare».
I lavori sono stati conclusi dall’intervento del componente della Segreteria nazionale, Emilio Didonè il quale, «dopo le prime letture sulla manovra di bilancio per il 2023, presentata dal nuovo Governo Meloni» considera «positivo l’impianto emergenziale per contrastare il caro bollette delle famiglie, per fronteggiare l’aumento dell’inflazione causata dalla crescita dei prezzi energetici e dei beni alimentari, ma per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni» ritiene «l’intervento del Governo “inaspettato” che non risponde alle “promesse” dello stesso Governo e alle richieste di Fnp e Cisl, che hanno chiesto la totale indicizzazione di tutte le pensioni, che non sono “regalate” ma pagate con i contributi versati in una vita di lavoro».
«Dopo anni di pensioni praticamente “ferme” e con un inflazione a due cifre – ha proseguito Didonè – finalmente sarebbe arrivato un riconoscimento economico significativo e, in particolare, con l’aumento delle pensioni minime si va verso il giusto obiettivo, ma la decisione annunciata del Governo di rivalutare del 100% solo le pensioni fino a circa 2.100 euro lordi mese e poi via via a scalare, sempre meno, per gli importi superiori, non ci soddisfa, non ci trova d’accordo e, soprattutto, non è quello che si aspettano i pensionati italiani. La nostra priorità è difendere il potere di acquisto di salari e pensioni falcidiati da un’inflazione che ha raggiunto doppia cifra».
«Inoltre, non si può accettare che in questo Paese – ha detto ancora Emilio Didonè, della Segreteria nazionale Pensionati Cisl – sulla rivalutazione delle pensioni si continui a pensare “di fare cassa” con pensionate e pensionati. I pensionati e pensionati italiani non sono un bancomat! Nel prossimo incontro con il Presidente Giorgia Meloni ci aspettiamo un serio confronto per sanare subito questa ingiustizia della rivalutazione».
«È urgente aprire un dibattito con il Governo – ha continuato – sia su una riforma complessiva della previdenza, a partire dalla separazione tra assistenza e previdenza, sia su una riforma strutturale del fisco: è inaccettabile, iniquo, incompatibile con la Costituzione e il buon senso la flat tax fino a 85 mila euro per i lavoratori autonomi con partita Iva, proposta dal Governo. Non si può finanziare la flat tax con i soldi promessi (e prelevati) ai pensionati. Come si può ridurre le tasse solo agli autonomi con Iva mentre il lavoratore dipendente e pensionato, con l0 stessa reddito, continua a pagare tre volte tanto?».
«Occorre anche – ha concluso Didonè – avviare subito confronti tecnici con il Governo sulle grandi riforme strutturali e complessive di cui questo Paese ha urgente bisogno: lavoro, fisco, sanità, non autosufficienza e pensioni. Quello che serve oggi è impegno, responsabilità e partecipazione sociale, e la Fnp Cisl pensionati è pronta!». (rcz)