I Consiglieri regionali: Avviare confronto su Città unica per arrivare a referendum consultivo

«Avviare una discussione in merito alla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero in un unico grande Comune da 110mila abitanti». È quanto hanno chiesto i consiglieri regionali Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano e Gallo, che hanno siglato una proposta di legge per l’istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero.

«Vogliamo avviare un confronto pubblico – hanno ribadito – che ha come obiettivo quello di creare un polo urbanistico, economico, sociale e culturale, che sia in grado di sincronizzare i legami fisici e storici fra le tre comunità, erogando più efficacemente i servizi e unendo energie, mezzi e risorse. Il referendum rappresenta un passo importante di un iter che porteremo avanti con il coinvolgimento delle amministrazioni interessate, delle associazioni di categoria e certamente della società civile».

«Punto d’eccellenza – hanno spiegato – che accompagnerà il processo di fusione è l’Università della Calabria, uno degli Atenei più prestigiosi d’Europa. Ancora più in asse con le accelerate trasformazioni tecnologiche dopo l’istituzione di quattro nuovi corsi di laurea da parte del Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi, tra cui Infermieristica e Medicina e Chirurgia TD, con cliniche all’Ospedale dell’Annunziata»

«I tre Comuni presentano già intense contiguità territoriale, con famiglie – ad esempio – che risiedono a Castrolibero, genitori che lavorano a Cosenza e figli iscritti in istituti scolastici e facoltà universitarie di Rende – hanno detto ancora –. A questo flusso quotidiano di interessi lavorativi e sociali, s’intende fornire, con un unico centro di governo, il valore aggiunto di un’organizzazione complessiva dei servizi, che ottimizzi la mobilità e valorizzi il patrimonio di natura, storia e cultura delle tre comunità in un’area urbana dalle grandi potenzialità di crescita»

«La fusione potenzierebbe, inoltre – hanno illustrato – enormemente lo stesso schema di convenzione dell’Ambito territoriale dei trasporti, approvato di recente dai tre Enti locali, garantendo ai cittadini una migliore fruizione dei molteplici beni culturali, strutture sportiveaccademiche e sanitarie»

«La nostra iniziativa rappresenta uno stimolo – hanno concluso – affinché ci possa essere un positivo confronto in merito a questa possibilità legislativa e amministrativa. I prossimi mesi saranno importanti per raccogliere opinioni, valutazioni, proposte, e per conoscere l’opinione di cittadini e amministratori». (rcs)

Città Unica, Innova Rende: Un errore escludere Montalto

Innova Rende ha evidenziato come sia un errore escludere Montalto dal progetto della Città Unica di Cosenza.

«Restiamo perplessi nel leggere tali “proposte” che nulla hanno a che fare con il principio della gradualità, vero faro della buone pratiche amministrative, capace di indicare sia il sentiero che il punto di arrivo. È da tempo che suggeriamo di utilizzare, al fine di ridurre al minimo gli errori, tutti gli strumenti che il legislatore già mette a disposizione, su tutti, la sperimentazione dei servizi condivisi ed il piano strutturale associato tra più Comuni».

«Trasporti, gestione idrica e dei rifiuti – si legge in una nota – individuazione sito dove far nascere l’ospedale hub della Provincia di Cosenza, sviluppo urbanistico omogeneo e coerente con la morfologia del territorio, sono alcuni dei quesiti fondamentali ai quali è da tempo che la Politica non riesce a dare risposte esaustive. In questo ragionamento come si fa a non tenere conto del nuovo hub ferroviario che andrà a nascere nel Comune di Montalto Uffugo, tassello fondamentale di un’autentica visione espansiva e lungimirante, così come della prevista realizzazione di un ulteriore svincolo autostradale al confine tra Rende e la città del Leoncavallo?».
«Possibile – si legge ancora – che non venga concretamente coinvolta in questo processo l’Università della Calabria?
Sarebbe auspicabile, al contempo, realizzare un’operazione verità sulla situazione finanziaria degli enti coinvolti da tali interventi, per il rispetto dovuto ai tanti cittadini ed alle tante imprese contribuenti che meritano di conoscere lo stato di salute delle casse comunali.
Al riguardo, è nota a tutti la gravità della situazione economica-finanziaria della Città di Cosenza, la quale, ha un bilancio imbrigliato da un enorme debito pubblico».
«La Politica non può omettere di considerare quest’ultima delicatissima questione – continua Innova Rende – evitando di nascondersi dietro pericolosi slogan utili solo per ammaliare parte dell’opinione pubblica. Quanto alla situazione di Rende, considerata l’evidente crisi dell’attuale classe dirigente che governa il Comune, sentiamo il dovere morale e politico di appellarci alle forze istituzionali, politiche ed a tutti quei cittadini che condividono con noi l’amore per questa città».
«A questi ultimi lanciamo un monito – conclude la nota – riferito al come portare avanti le iniziative sia sul PSC, che sul futuro ruolo della Città di Rende all’interno dell’area urbana, temi decisivi per le sorti della nostra collettività: Attenzione a procedere per narcisismi e per strappi, a non sentire la necessità di dover mettere in campo concreti e generosi tentativi di condivisione, perché a nostro avviso alto è il rischio di indebolire il presente ed il futuro della nostra comunità e, di conseguenza, esporla nuovamente ad interessi poco nobili».(rcs)

La città unica di Cosenza: Un sogno che diventi realtà

di FRANCO BARTUCCICosenza, Rende e Castrolibero si trovano nuovamente al centro di un dibattito in questi giorni mirato a creare la grande unica città della media valle del Crati. Tutto questo per un nuovo progetto di disegno di legge regionale a cura di alcuni consiglieri regionali appartenenti sia all’area di maggioranza che di minoranza.

Dopo il disegno di legge predisposto nei mesi scorsi dalla già consigliera regionale, on. Simona Loizzo, oggi alla Camera dei Deputati, oggetto di una presentazione ufficiale in un noto albergo della città dei Bruzi, si ritorna a discutere sul come giungere alla meta entro il 2025, passando attraverso un referendum consultivo tra le popolazioni dei tre Comuni che avrebbero insieme una popolazione di oltre 108 mila abitanti.

La bozza del documento dovrà superare tutte le verifiche tecniche e normative prima di essere presentata ufficialmente e potrà subire delle modifiche passando attraverso le diverse commissioni regionali e dallo stesso Consiglio. Sembrerebbe che i Sindaci dei tre Comuni citati abbiano l’interesse a perorare tale progetto regionale chiedendo un coinvolgimento diretto e consultivo; mentre il Sindaco di Cosenza, Franz Caruso, lancia l’idea e chiede di non parlare di città unica, ma di città Metropolitana in quanto si noterebbero meglio i vantaggi economici, sociali e culturali, in termini  soprattutto di erogazione dei servizi urbanistici finanziari. Anche da Rende si chiede la predisposizione di un piano di fattibilità.

Giustamente ha fatto bene nel frattempo l’on. Simona Loizzo a rivendicare la primogenitura politica di questo progetto affermando: «La mia proposta di legge prevedeva ovviamente la possibilità di emendamenti, l’audizione dei sindaci, una forte discussione politica e legislativa. Sono naturalmente contenta che i consiglieri regionali ripresentino una nuova proposta che spero possa essere approvata, anche se ho dubbi sul fatto che i consigli comunali approvino le necessarie delibere. Sono certa che solo la città unica potrà salvare il territorio».  

Fin qui questa nuova situazione di discussioni e confronti che hanno una durata di oltre mezzo secolo in quanto l’idea della nascita della nuova grande e unica città risale all’idea istitutiva dell’Università della Calabria con la scelta fatta dal Comitato Tecnico Amministrativo, presieduto dal Rettore, prof. Beniamino Andreatta, nel mese di giugno del 1971 che prevedeva il suo insediamento a Nord di Cosenza in quanto foriero di uno sviluppo urbanistico diffuso lungo il percorso autostradale Salerno Reggio Calabria.

Nasceva così l’elaborazione nel 1974, attraverso un concorso internazionale di idee,  un progetto di cittadella universitaria collocata sui territori dei comuni di Rende e Montalto Uffugo in località Santa Maria di Settimo. Un asse attrezzato lungo sei chilometri, che pur tenendo conto dello sviluppo urbano di Cosenza e Castrolibero, che si snodava dall’incrocio della Statale 106 (Paola/Cosenza/Crotone attraversando la Sila) fino ad incrociare il tracciato ferroviario Cosenza/Paola/Sibari in località Santa Maria di Settimo (Montalto Uffugo), guardava comunque con interesse alla valorizzazione di quella parte collocata a Sud con intenso interesse verso il centro storico di Cosenza, ma guardando anche alle potenzialità scientifiche turistiche degli scavi di Sibari.

Fu finanche nominata una commissione di studio, sollecitata dal sindaco Fausto Lio, da parte del Consiglio di amministrazione dell’Università, presieduto dal Rettore Beniamino Andreatta, per studiare come meglio valorizzare tale integrazione e collegamento con il centro storico cosentino.

La collocazione a Nord di Cosenza dell’Università imponeva tra l’altro l’obbligo di creare un’unica area urbana per facilitare un sistema di trasporto pubblico unico e fu ideata la realizzazione di un mezzo di comunicazione veloce come la metropolitana leggera di collegamento  Università, con capolinea l’erigenda stazione ferroviaria di Settimo di Montalto Uffugo, dove aveva termine l’asse attrezzato del progetto Gregotti, con il centro storico di Cosenza. Un progetto predisposto e finanziato dall’Unione Europea e che una certa cecità politica ne ha bloccato l’esecuzione. 

Nessun programma o progetto, mirato alla realizzazione della nuova grande città nell’area della media valle del Crati, può raggiungere la sua validità non tenendo in considerazione il coinvolgimento del Comune di Montalto Uffugo e della stessa Università della Calabria, patrimonio e bene trainante in termini sociali, scientifici e culturali dell’idea progettuale in cantiere, finalizzata alla creazione della città unica in questa parte della Calabria citeriore. 

Di tutto ciò ne parliamo con il prof. Francesco Aiello, Ordinario di Politica Economica presso il Dipartimento di Economia Statistica e Finanza “Giovanni Anania” dell’Università della Calabria. In base alla sua esperienza e conoscenza può essere definito un Economista applicato con interessi di ricerca sulla formulazione di politiche pubbliche e di sviluppo locale legate a questioni ambientali, di finanza e di diffusione delle conoscenze tecnologiche. E’ inoltre autore di numerose pubblicazioni e interventi scientifici in materia.

Cosa ne pensa della creazione della Città Unica Cosenza-Rende?

Il livello di conurbazione che contraddistingue l’area compresa tra Cosenza, Rende, Castrolibero e Montalto Uffugo è tanto elevato da richiedere un nuovo modello di amministrazione dei servizi a capo di un comune. Non è un processo facile, perché occorre creare comunità, condivisione dal basso, studiare in dettaglio i vantaggi/svantaggi economici del progetto. Urge anche pensare sia ad una nuova politica sia a buone pratiche ammnistrative per evitare di creare dissesti finanziari degli enti locali. Non so se i tempi sono maturi per la sua istituzione, ma sono certo che la Città Unica sarebbe l’occasione giusta per amplificare il ruolo che questo territorio già svolge nel riscatto della Calabria.    

Mi dia una spiegazione del perché è importante promuovere la fusione tra comuni?

Da un punto di vista economico è indubbio che la motivazione principale è legata alla necessità di recuperare efficienza nell’offerta di servizi pubblici. In questo paese, è ormai largamente condiviso che la presenza di una pletora di comuni è fonte di sprechi e di inefficienze nell’amministrazione dei territori. Se l’indicatore di efficienza è la spesa per abitante, è chiaro che la razionalizzazione della finanza pubblica impone di affrontare il problema che la spesa pro-capite sostenuta in alcuni comuni per offrire la stessa varietà di servizi non può essere significativamente diversa di quella che si osserva in altri comuni. 

Ma queste differenze di costo sono verificate in tutti i comuni?

La spesa per abitante è altissima nei comuni con meno di 2-3mila abitanti e tende a diminuire all’aumentare della popolazione fino ad una certa dimensione “ottimale”, che oscilla attorno a 13-18mila residenti. Considerando tutti i servizi, quindi i costi totali dei comuni, l’andamento della spesa pro capite ha un andamento ad U, il che significa che nei grandi comuni aumenta l’inefficienza “aggregata” nella gestione dei servizi per la collettività.

In base a questa logica economica, le fusioni sono vantaggiose solo per i comuni piccoli?

È certo che le fusioni sono vantaggiose per i piccoli comuni. Per questi non sono solo vantaggiose, ma anche necessarie, poiché oggi i servizi offerti ai cittadini di queste micro comunità sono risibili (e costano anche molto in termini pro capite!!).

Tuttavia, l’analisi economica mostra che la spesa pro-capite di molti servizi ha un andamento irregolare, nel senso che ad un certo punto si appiattisce e cresce molto, ma solo per i comuni di grandissima dimensione. È questo il caso dei servizi generali di amministrazione, dei costi della viabilità, dell’anagrafe e del trasporto locale.

Se il disegno di legge diverrà a tutti gli effetti legge regionale dove si collocherebbe la Citta Unica Cosenza-Rende?

Con Cosenza e Rende avremmo una città di 100mila residenti, che diventerebbero circa 110mila con Castrolibero e 130mila con Montalto Uffugo. Il grosso vantaggio di questo progetto è che potrebbe far leva sulla prossimità geografica dei comuni pre-esistenti al fine di minimizzare i costi di coordinamento e di controllo delle attività amministrative.

La popolazione oscillerebbe tra 100 e 130mila residenti, ossia questa nuova città ricadrebbe nella fascia dimensionale in cui i costi di alcune funzioni ad elevata intensità di capitale sono bassi. Si tratta della viabilità, dei trasporti pubblici e gestione del territorio, ossia tre aree di intervento su cui si potrebbe fare molto meglio rispetto alla varietà e alla qualità dei servizi che oggi godono i cittadini dell’area urbana di Cosenza.

Come spiega il fatto che si parli soltanto di Cosenza, Rende e Castrolibero non prevedendo con chiarezza il coinvolgimento di Montalto Uffugo ed in particolare dell’UniCal?

Credo che in qualsiasi ipotesi di riforma degli assetti istituzionali di questa area, non si possa prescindere dal ruolo svolto dall’Università della Calabria. Crea capitale umano altamente qualificato. Diffonde conoscenza. Propone soluzioni. Con riferimento alla terza missione – seppure ancora in modo embrionale –  la ricerca inizia a essere a sostegno delle imprese e delle istituzioni.

È anche vero che l’Unical dovrebbe rafforzare la sua missione di trasferire buone politiche e non acquisire quelle cattive provenienti da un territorio e da una regione che stenta a modernizzarsi. L’Unical deve ritornare ad essere un riferimento istituzionale e, in quanto tale, in grado di supportare la creazione della Città Unica. (fb)

Trasporti unici Rende, Cosenza e Castrolibero, Ziccarelli placa le polemiche della minoranza

L’assessore comunale di Cosenza, Domenico Ziccarelli, è voluto di nuovo intervenire a seguito delle polemiche da parte dei riformisti in merito alla sottoscrizione da parte del comune di Rende della istituzione dell’Ambito Territoriale di Area Urbana.

«Del nonsense o della politica dell’antitesi: oramai i riformisti non sanno più cosa inventarsi – ha detto – pur di comparire a mezzo stampa. L’ultima delle loro trovate da cabaret di terz’ordine è condividere le scelte della maggioranza e, al contempo, negare l’evidenza delle proprie opinioni».

«L’istituzione dell’Ambito Territoriale di Area Urbana per i trasporti è, ahinoi per loro – ha spiegato – un risultato di grande prestigio raggiunto grazie alla caparbietà della nostra amministrazione comunale che ha lavorato alacremente per anni al raggiungimento di tale obiettivo».

«La sottoscrizione di tale convenzione non solo era atto dovuto – ha proseguito – ma riconoscimento di un iter partito nel 2015 con la legge regionale n.35 e che ha visto la sola nostra amministrazione quale costante di un processo che porterà finalmente l’area urbana ad avere un servizio unico, sostenibile e a passo con i tempi. Di tale processo, dunque, non siamo stati meri spettatori, ma bensì autori: Rende, se ne facciano una ragione i riformisti, è divenuta in questi anni di governo Manna tra le città più floride del sud Italia, con un tasso di crescita demografica, economica, culturale e sociale senza eguali».

«La nostra visione di città non si ferma però alla fine fisiologica del nostro mandato – ha detto ancora – ne è la prova lo sviluppo a nord che vede la nostra città e quella di Montalto Uffugo unite da diversi progetti in fase di realizzazione. Parliamo di opere infrastrutturali che interesseranno anche l’Università della Calabria, vero polo attrattore della zona. Il nuovo svincolo autostradale, ma anche la nuova stazione ferroviaria, che essendo posta in prossimità della confluenza delle linee Cosenza-Paola e Cosenza- Sibari, avrà una funzione strategica a livello regionale e contribuirà ad elevare i flussi veicolari in prossimità dell’area dello svincolo autostradale risultano fondamentali per l’intera mobilità regionale».

«Capiamo, dunque, che riuscire a guardare aldilà del proprio naso – ha concluso – oltre al proprio orticello, sia operazione avulsa ai riformisti. Ciononostante vogliamo rassicurarli: la politica è una c0sa seria. Lasciatela fare a chi pensa alla propria comunità e non solo ai potenziali elettori». (rcs)

Il sindaco Manna rilancia l’idea della Città Metropolitana

«Più di parlare di città unica, andrebbe piuttosto lanciata l’idea di realizzare una città metropolitana». È quanto ha dichiarato il sindaco di Rende, Marcello Manna, in una intervista in una tv locale.

Per il primo cittadino, infatti, parlando della Città Unica, ritiene che «la questione vada affrontata in maniera più ampia possibile» e, per questo, ha parlato di Città Metropolitana, in quanto «significherebbe alimentare un indotto economico, di socialità e condivisione di cui può beneficiare un’intera comunità».

«Per questo – ha spiegato ancora – pensiamo che realizzare una città metropolitana significhi creare una rete tra enti pubblici e privati capace di programmare una serie di azioni strategiche che permetterebbero non solo all’intera area urbana, ma all’intera provincia di poter ripartire e crescere».

«In questo determinato momento storico – ha proseguito – troviamo la città capoluogo di provincia totalmente depotenziata: abbiamo perso le sedi strategiche della Banca d’Italia, dell’Anas, della Carime. Oggi ci troviamo dinanzi l’esempio di Corigliano-Rossano, città più popolosa che al momento accentra e ha assorbito tutti i servizi essenziali quali la sanità e presto anche idrico e rifiuti. Per questo riteniamo sia giunto il momento che la buona politica affronti tali tematiche per disegnare il volto futuro della città più importante della Calabria».

«Bisogna accelerare – ha evidenziato – per permettere non solo all’intera area urbana, ma all’intera provincia di poter meglio interagire, non solo a livello amministrativo, per costruire rete che possa offrire più servizi e opportunità in termini di crescita economica per i nostri comuni. Per attivare tale processo però c’è necessità di scelte condivise da tutti gli attori coinvolti. Vanno valutati gli eventuali vantaggi e capirne la portata con il supporto dei segretari comunali e i dirigenti del settore finanziario»

«. Penso al dissesto e al pre-dissesto che attanaglia le nostre municipalità e che richiederebbe un intervento del governo nazionale perché è questa una questione da porre a livello nazionale», ha sottolineato il sindaco di Rende, che ha annunciato che «da qui a breve incontrerò i sindaci di Cosenza, Montalto Uffugo e Castrolibero per pianificare gli interventi futuri».

«Abbiamo già avviato il discorso della mobilità smart – ha concluso – e partiremo a breve con la circolare veloce, abbiamo condiviso un cartellone unico di eventi, ma non basta. In vista del 2023, anno che vedrà Rende quale Città Europea dello Sport, stiamo pensando di condividere un percorso comune con le altre municipalità per realizzare progetti sinergici e importanti in tale settore così cruciale. Potrebbe essere questo un ulteriore passo verso la grande città, la città metropolitana». (rcs)

Città unica e servizi, il sindaco Manna: Serve un approccio condiviso

«C’è bisogno di un approccio condiviso, di dare risposte concrete ai cittadini, andare oltre il percorso già tracciato e trovato da Caruso per il nuovo ospedale». È quanto ha dichiarato il sindaco di Rende, Marcello Manna, nel corso del confronto televisivo su Ten col sindaco di Cosenza, Franz Caruso.

«Cosenza, Montalto, Castrolibero e Rende – ha spiegato Manna – stanno già dialogando da tempo sui servizi essenziali quali i trasporti. Per la prima volta stiamo parlando di grande città e cosa fare per essa: si parla di una struttura il cui unico sviluppo è quello esistente, non ci sono prospettive per le analisi già fatte».
«Se però pensiamo che Cosenza debba muoversi da sola allora va bene Vaglio Lise – ha proseguito –. Se invece si pensa a città unica bisogna fare un discorso più complesso. La questione è politica: parlare di ospedale significa pensare allo sviluppo della città a nord. Lo studio di fattibilità per il nuovo ospedale parla di costruire un’area limitata: non si può andare oltre a questo, si pensi solo ai vincoli legati al fiume Crati».
«Se si pensa che il nuovo nosocomio di Corigliano si svilupperà su un terreno nettamente maggiore per area – ha detto ancora Manna –. Era una visione miope quella fatta quando si pensava all’ospedale in quella area, legata solo alla città di Cosenza. Dobbiamo pensare a qualcosa che sia funzionale, non rimanere vincolati a quell’idea, ma a ciò che sarà il nostro territorio. Se si pensa alla città unica, va da se che si debba pensare a luoghi dove si può costruire il nostro futuro, aldilà dei nostri naturali mandati».
«Confrontiamoci su questi temi, decidiamo in sinergia. Il Planetario, il Parco acquatico sono opere dell’area urbana. Per questo c’è bisogno di dialogo», ha rimarcato il primo cittadino.
«In un momento storico che ha posto l’accento sul tema della salute quale centrale nell’agenda politica regionale – ha detto ancora Marcello Manna – siamo certi che l’Università della Calabria debba avere un ruolo fondamentale nel contribuire ad affrontare i problemi che affliggono il nostro territorio. Il corso di laurea in Medicina e tecnologie digitali è stato pensato come integrato alle nuove tecnologie digitali legate all’ingegneria informatica e alla intelligenza artificiale».
«Ciò dovrebbe andare di pari passo – ha spiegato – con il diritto alla salute che in questi anni è stato minato dai continui commissariamenti e dal depotenziamento delle strutture sanitarie esistenti. La medicina si fa sul territorio: è l’organizzazione territoriale a fare la differenza e con l’implementazione del nuovo assetto urbanistico, attraverso la realizzazione dello svincolo autostradale a Settimo e della stazione ferroviaria tra Rende e Montalto, si potrà offrire un servizio essenziale in una zona strategica in vista della città unica».
«Bisogna attuare – ha concluso – strategie finalizzate al cambiamento e alla crescita sociale ed economica del territorio regionale, oltre a poter garantire i servizi di assistenza alla cittadinanza. Pensiamo alla città più grande e importante della Calabria, all’Atene del sud. Andiamo oltre i campanilismi e costruiamo la città del futuro, la città di tutti”.

Ospedale di Cosenza, Comitato Magna Graecia: Occasione per rilanciare la Città Unica

Il Comitato Magna Graecia ha dichiarato che «la vicenda relativa alla localizzazione territoriale del previsto nuovo ospedale di Cosenza è un’occasione, ci auspichiamo non definitivamente perduta, di rilanciare il tema della Città unica Cosenza-Rende-Castrolibero-Montalto».

«La Civica Assise bruzia – viene spiegato in una nota – ha stabilito di posizionare il nuovo nosocomio nell’area est della Città. Praticamente ai piedi della Sila». 

«Pur rispettando il volere del Consesso – spiega la nota – nutriamo seri dubbi sulla identificata allocazione. Trattandosi di una struttura complessa di tipo Hub, con caratteristiche di offerta sanitaria che si rivolgeranno a un territorio che surclasserà il semplice steccato cittadino, riteniamo che gli Amministratori locali dovrebbero assumere una visione di territorio più ampia, guardando ben oltre il disegno provinciale e finanche i confini regionali». 

«È in atto, infatti – viene spiegato – una guerra all’ultimo pennacchio tra il comune Capoluogo ed i Comuni contermini fra quella che sarebbe (o avrebbe dovuto essere) la migliore allocazione geografica della struttura».  

«Siamo convinti – continua la nota – che la ubicazione dell’ospedale nell’area di confine tra Rende e Montalto Uffugo, a margine della struttura universitaria sia non già la soluzione migliore, ma quella più auspicabile, più inclusiva e più rispettosa di tutto il territorio e non solo del perimetro della Città bruzia».  

«Nell’area rendese – viene spiegato – pensata allo scopo, è previsto uno svincolo sulla A2, una nuova stazione ad AV (alta velocità) e, soprattutto, l’area non si presenta satura di urbanizzazione. Contrariamente, l’area di Vagliolise, nella periferia est di Cosenza, è decentrata rispetto agli asset principali ed è già ampiamente antropizzata».  

«Un ospedale – prosegue il Comitato – non può rispondere a logiche di quartiere. Dovrebbe, altresì, rappresentare la sintesi alle esigenze intercomunali. Trattandosi, poi, di una struttura complessa e con caratteristiche di Policlinico, rivolta ad un bacino interprovinciale ed interregionale, determinate condizioni di collegamento intermodale verso la stessa dovrebbero essere tenute in dedita considerazione». 

«Se poi – continua la nota – nel passaggio dalla politica propagandistica a quella delle scelte il ragionamento scivola da visioni illuminate a dibattiti di natura localistica ci chiediamo quale sia il senso di certe esternazioni. Il riferimento è ai soliti mantra ripetuti all’ennesima potenza e cari alla politica cosentina: area urbana, area vasta, area metropolitana etc, etc, etc».  

«Non trova giustificazione alcuna, infatti – continua il Comitato – tale propaganda con la scelta di infarcire la già satura Cosenza di ulteriori strutture congestionanti. Viepiù, non è produttivo neppure per gli stessi abitanti del Capoluogo che avrebbero più difficoltà a raggiungere il presidio in un’area poco funzionale della stessa Città, piuttosto che in un’altra meglio collegata e baricentrica della Città confinante».  

«Le politiche centraliste – dice la nota – dovrebbero smetterla di giocare a capitalizzare ogni struttura nel risicato ed angusto perimetro del proprio campo da gioco. Anche e soprattutto quando ad essere sul piatto è il destino dei Cittadini».

«Senza considerare – si legge ancora – che una eventuale infelice allocazione della struttura, estranea all’area universitaria, mal si concilierebbe con la neonata facoltà di medicina istituita presso l’Unical. La scelta del sito rendese consentirebbe di unire la teoria alla pratica».

«I dottorandi – viene spiegato – passarebbero in un batter d’occhio dalle aule universitarie ai reparti, ed il tutto si verifichebbe in perfetta contiguità delle strutture. Contrariamente, l’area di Vagliolise comporterebbe una immane perdita di tempo negli spostamenti degli studenti. Costoro, infatti, sarebbero costretti ad attraversare tutta l’area urbana, per spostarsi dagli ambienti di studio a quelli del praticantato». 

«Viepiù – si legge – potrebbe rappresentare la pietra tombale sul processo di sintesi amministrativa della Città e dei Comuni dirimpettai. Non dimostrare, già oggi, una visione inclusiva e coerente del territorio, sarebbe un deterrente terribile verso ogni possibile ed auspicabile processo di amalgama». 

«Come Comitato – conclude la nota – invitiamo al buonsenso ed all’unione di intenti i Sindaci della città Capoluogo, di Rende e degli altri Comuni concorrenti a formare la cinta urbana cosentina. E, soprattutto, ad uscire da becere politiche localistiche aprendosi alla condivisione. Per il bene di Cosenza. Per il bene della Calabria. Per il bene del Mezzogiorno». (rkr)