Coldiretti Calabria: Contratto di Fiume Crati risposta coerente e decisiva agli eventi alluvionali

Per Coldiretti Calabria, guidata da Franco Aceto, «il contratto di fiume Crati è una importante esperienza di Partenariato Pubblico e Privato (Ptt) una risposta coerente e decisiva agli eventi alluvionali».

Il presidente Aceto, infatti, ha ricordato che i Contratti di Fiume «li abbiamo sostenuti fin dall’inizio, perché sono una grande novità nella gestione partecipata del territorio, utile ausilio a scelte condivise, indispensabili per accelerare i processi decisionali, e mettere in sicurezza il territorio».

«Il Contratto di Fiume – ha proseguito Aceto – è un modello per lo sviluppo dei valori territoriali nel segno dell’originalità e della distintività, ma soprattutto sono strumento di resilienza davanti alla crisi climatica, le cui conseguenze sono accentuate da cementificazione, abusivismo edilizio e uso improprio delle aree golenali. Nella sicurezza del territorio bisogna abbandonare la logica, accentuata dall’emergenza Covid, del fare dopo occorre invece  fare subito».

«Continuiamo a chiedere – ha aggiunto – che nel contratto di fiume trovino spazio le progettualità esecutive e le sinergie che sono in grado di dare i Consorzi di Bonifica ed Irrigazione, (tre consorzi della provincia di Cosenza sono interessati) perché i fondi Next Generation Eu, unitamente a quelli della nuova Politica Agricola Comune, saranno una straordinaria opportunità per costruire il nuovo modello di sviluppo per la nostra regione. L’acqua ed il territorio sono beni comuni centrali per ogni politica di sviluppo in chiave agro-ambientale, duratura e sostenibile».

«I Contratti di Fiume  – ha ribadito Aceto – sono un esempio  di pianificazione territoriale che accentua la partecipazione “dal basso”, coinvolgendo i “portatori di interesse”, ma anche la comunità nel suo complesso. È il momento, per il contratto di fiume Crati, di privilegiare la prevenzione, attrezzando il territorio per aumentarne la resilienza ai cambiamenti climatici, incentivando anche la naturalità del fiume».

«Una positiva esperienza in fase avanzata che – ha concluso Aceto – occorre assolutamente perseguire per uno sviluppo condiviso in una Calabria sicura e pertanto la costituzione della governance è una priorità». (rrm)

Adriana Tamburi (Terranostra Calabria): Un segnale di speranza la riapertura degli agriturismi

Gli agriturismi hanno potuto riaprire le loro porte ai turisti. Soddisfazione è stata espressa da Adriana Tamburi, presidente di Terranostra Calabria, che ha dichiarato che «c’è, adesso, sicuramente molto da lavorare sulla promozione per riuscire a far fronte all’ingente perdita che l’emergenza sanitaria ha causato, ma indubbiamente è un segnale di speranza, di voglia di ripartenza, per riappropriarsi dei propri spazi e di una vita normale».

«Nel rispetto di tutte le norme volte al contenimento del contagio Covid- 19 – ha aggiunto – siamo felici di riaprire le porte delle nostre strutture agli ospiti che avranno voglia di ritrovare la normalità che il 2020 ha sospeso inevitabilmente lasciando il posto alla paura. In Calabria, possiamo  contare su oltre 400 strutture agrituristiche  operanti con 12200 posti a tavola e circa 1500 posti letto. In questi giorni, soddisfacenti sono le richieste di soggiorno che stanno pervenendo presso le nostre strutture, e questo è il segnale evidente ed inequivocabile che anche il timore di muoversi, di stare in compagnia e di trascorrere delle belle giornate fuori casa si sia affievolito notevolmente».

«Nel nostro lavoro  – ha specificato Tamburi – siamo scrupolosi e, perciò, consapevoli che il rispetto della vigente normativa anti Covid  richiede a noi operatori del turismo rurale un necessario ed ulteriore investimento, nonché un cambiamento nel modo di svolgere il nostro amato lavoro, ma siamo altrettanto certi che la voglia di ricominciare agevolerà ogni altro sacrificio che ci verrà richiesto e pertanto aspettiamo i turisti nelle nostre strutture, provviste di spazi che garantiscono il massimo della sicurezza. Quello che ci contraddistingue da sempre è la nostra determinazione, il nostro coraggio e la voglia di far conoscere il territorio e le nostre tradizioni; sono sicura  che queste nostre peculiarità non sono andate perse, neppure in un momento così travagliato come quello che abbiamo vissuto».

«La Coldiretti Calabria  esprime, tra l’altro, apprezzamento per l’iniziativa della Regione Calabria, che, ampliando la platea dei beneficiari del bando “Riapri Calabria Bis”, con scadenza il 18 febbbraio p.v. ha ricompreso anche gli agriturismi con codice ateco 56.10.12 e cioè che svolgono attività di ristorazione connesse alle aziende agricole, anche se  – annota in conclusione – il ristoro è minimo rispetto al danno subito». (rrm)

Coldiretti Calabria chiede alla Regione di annullare gli invii della tassa regionale degli agriturismi

Coldiretti Calabria ha rilevato che gli agriturismi calabresi continuano a ricevere la tassa di concessione regionale sugli agriturismi e, per questo, ha chiesto alla Regione Calabria di annullare «gli invii programmati nonché in  autotutela dichiarare nulli  gli avvisi di “scadenza per la tassa di concessione regionale per l’anno 2021” che  sono stati inoltrati e già recapitati».

Un fatto insolito, dato che, come ha ricordato Coldiretti, «il Consiglio regionale della Calabria, con L. r. 19/2020, entrata in vigore il 20 il giorno successivo a seguito della pubblicazione sul Bur,  ha modificato e integrato  gli articoli 2, 12, 13 e 14 della L.r. 14/ 2009, abolendo quella che fin dall’inizio era una iniqua tassa».

La L.r. 19/ 2020, all’art. 1 prevede  che: agli agriturismi ubicati nel territorio regionale, che svolgono le attività agrituristiche (…) non si applica la tassa di concessione regionale sull’autorizzazione igienico-sanitaria per l’apertura e la vidimazione delle attività ricomprese nelle tabelle allegate al decreto legislativo 22 giugno 1991, n.230.

Di fatto,  stabilisce definitivamente che è  illegittima la tassa di concessione regionale.

«Nonostante questo – ha riferito Coldiretti – in questi giorni, il Dipartimento Economia e Finanze  ha inviato ai titolari degli agriturismi la richiesta di pagamento. Gli agriturismi calabresi che già hanno avuto pesanti conseguenze a causa della pandemia, si vedono ancora una volta vessati da questa  tassa iniqua priva di qualsiasi legittimazione, frutto di una mera prassi amministrativa che il settore “Altri Tributi del Dipartimento Economia e Finanze” si ostina ad inviare».

Coldiretti chiede che,  nell’interesse della stessa Regione Calabria, vengano  annullati gli invii programmati nonché in autotutela dichiarare nulli  gli avvisi di “scadenza per la tassa di concessione regionale per l’anno 2021” che  sono stati inoltrati e già recapitati.

«Questo – ha chiosato Coldiretti –  anche nell’interesse dello stessa  Regione  che è  sicura soccombente dinanzi alla Commissioni Tributarie con la corrispondente condanna alle spese e quindi danno erariale. Con l’occasione, è anche importante  definire bonariamente il contenzioso e le partite pendenti anche per le annualità pregresse». (rrm)

L’allarme di Coldiretti Calabria: Con esondazione fiume Crati allagati numerosi ettari di agrumeti

Numerosi ettari di agrumeti sono stati allagati. È questo l’allarme lanciato da Coldiretti Calabria a seguito dell’esondazione del fiume Crati, dopo che ha ceduto l’argine in località Foggia di Corigliano Rossano.

«Non  bastava – si legge in una nota – la difficile campagna agrumicola con prodotto invenduto e rimasto sugli alberi. Sull’agrumicoltura del Coriglianese  si abbatte una nuova calamità».

Gli uffici di Coldiretti stanno seguendo la vicenda  collaborando  con il comune e la protezione civile. «La prima cosa da fare – continua la lettera – è mettere in sicurezza le famiglie e le persone che si trovano nell’area, dopo inizierà la conta dei danni che – preannuncia Coldiretti – saranno pesanti. La Coldiretti segnala, anche, piccole ma numerose frane nel Poliino. Il dissesto idrogeologico continua a rimanere una necessità su tutto il territorio». (rcs)

Coldiretti Calabria: È partito il settimo censimento agricoltura

È partito il settimo censimento agricoltura. Lo ha annunciato Coldiretti Calabria, sottolineando che «dati e informazioni che scaturiranno dal 7° censimento generale dell’Agricoltura sono di estrema importanza».

«L’ultimo Censimento dell’agricoltura – ha aggiunto – risale al 2011. Aggiorneranno banche dati  e serviranno alla migliore e più efficace predisposizione di future politiche di sviluppo di un settore  strategico per gli approvvigionamenti alle famiglie, l’export, la sovranità alimentare, gli investimenti.  I Caa (Centro di Assistenza Agricola) Coldiretti sono al fianco dell’Istat e, per la prima volta, le imprese agricole potranno rivolgersi ai Caa dell’Organizzazione, presenti su tutto il territorio regionale, per assistenza e supporto nella compilazione dei questionari Istat che saranno distribuiti in formato esclusivamente digitale».

Il censimento servirà a capire come sta cambiando il settore agricolo, anche in considerazione dell’emergenza Covid, e al suo impatto sull’economia.

«L’attività di assistenza dei Caa alle aziende – continua la nota – per la compilazione del questionario Istat costituisce un ulteriore esempio di attività di sussidiarietà e affiancamento delle imprese che la legge assegna al Caa in un’ottica di semplificazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e di supporto per gli adempimenti burocratici. Grazie ad una profonda conoscenza della realtà agricola il Caa Coldiretti contribuirà, svolgendo le interviste che costruiscono il censimento, a realizzare la fedele fotografia del patrimonio agricolo e agroalimentare».

I dati richiesti serviranno per conoscere le caratteristiche generali delle aziende agricole e zootecniche e fornire un quadro informativo statistico sulla sua struttura a livello nazionale, regionale e locale.  Le informazioni ottenute riguardano il numero delle aziende, il titolo di possesso dei terreni e la loro utilizzazione, la consistenza degli allevamenti, la manodopera impiegata e le attività svolte parallelamente all’attività di produzione agricola, che configurano l’azienda come soggetto, non solo produttore di beni ma, anche erogatore di servizi. In questo senso, il Censimento ci offre il dettaglio di un’attività che, seppure tradizionale, tende all’innovazione e all’ampliamento del suo raggio di azione. La rilevazione in fase di avvio, dovrà concludersi entro il 30 giugno 2021 e, tenuto conto delle restrizioni dovute alla pandemia, tempi e modalità delle rilevazioni dovranno essere previamente concordati dagli imprenditori con gli operatori dei Caa.

«Coldiretti Calabria – ha riferito il direttore regionale, Francesco Cosentini – è in grado per dare la migliore assistenza nei propri uffici, ubicati in tutte le province calabresi, alle aziende che per il tramite del Caa potranno agevolmente adempiere all’obbligo statistico di rilevazione delle caratteristiche aziendali. La rilevazione ed invio dei dati, offriranno le necessarie informazioni utili a delineare la realtà agricola del nostro territorio, indispensabile per costruire politiche mirate e precise per l’agricoltura calabrese».

«Partecipare al censimento – ha concluso Coldiretti – è un atto obbligatorio per le aziende agricole. Per tutte le informazioni Coldiretti Calabria informa che, sin d’ora, ci si può rivolgere alle sedi dei Caa Coldiretti presenti su tutto il territorio regionale». (rrm)

 

La Calabria prima in Italia per i campi bio, Coldiretti Calabria: Questi primati rafforzano la nostra agricoltura

In Calabria ci sono quasi 208 mila ettari di superficie coltivata e, più di un campo su tre è bio (36,4%). Un primato importante per la Calabria, che, come ha riferito Coldiretti Calabria, «rafforza la nostra agricoltura».

Seguono, poi, la Sicilia (26%), Puglia (20,7%), Basilicata (21%), Campania (13,1%), Abruzzo (11,4%) e Sardegna (10,2%).  Valori alti anche nelle regioni del centro Italia con il Lazio (23,2%), le Marche (22,2%), la Toscana (21,7%) e l’Umbria (13,9%). Al Nord la maggior incidenza del bio si rileva in Emilia Romagna con il 15,4% e in Liguria con il 11,2% mentre Friuli, Trentino Alto Adige e Piemonte sono ampiamente sopra il 5%, la Lombardia sfiora il 6% e Valle d’Aosta e Veneto sono al 6,2%.

Nel sottolineare la vocazione della Calabria e l’impegno degli agricoltori, Coldiretti ricorda, ancora, che la nostra regione «nei “Disciplinari di Produzione Integrata delle infestanti e pratiche agronomiche”, a partire dal 2016, ha eliminato il ‘gliphosate’ e l’agricoltura calabrese si è qualificata ancor di più sui mercati con produzioni ‘glyphosate zero’ e, confermando alti standard qualitativi, si è resa garante della sicurezza alimentare: questo ha senza dubbio inciso notevolmente sulla valorizzazione delle nostre produzioni».

«Il Covid – ha detto Coldiretti – in base ai dati Ismea 2020, ha spinto i consumi domestici di alimenti bio grazie alla svolta green degli italiani, costretti in casa dalla pandemia, e il Disegno di Legge sul biologico, approvato della Commissione Agricoltura del Senato rappresenta un passo importante verso la tutela dei consumatori e delle vere produzioni Made in Italy che prevede tra l’altro l’introduzione di un marchio per il bio italiano, richiesto dalla Coldiretti per contrassegnare tutti i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana che potranno essere valorizzati sul mercato con l’indicazione “biologico italiano” e come tali protetti contro tutte le usurpazioni, imitazioni e evocazioni».

«Previsto anche l’impiego di piattaforme digitali –  ha aggiunto Coldiretti – per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti. Il ddl rivede, inoltre, anche il sistema delle sanzioni per renderle finalmente efficaci contro le frodi del settore e quello dei controlli per garantire la terzietà dei soggetti incaricati. Si va infine ad equiparare tutte le previsioni di agevolazione e sostegno al metodo dell’agricoltura biodinamica che contraddistingue imprese e prodotti in base a caratteristiche differenziate di sostenibilità».

«La possibilità di riconoscere i prodotti di origine nazionale – ha sottolineato la Coldiretti – ci rafforza notevolmente poiché abbiamo un patrimonio di oltre 11mila aziende agricole coinvolte su un totale nazionale di 80.643. Una crescita alla quale fa, però, da contraltare l’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari che regista un incremento. È urgente dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici Made in Italy, ma anche rafforzare i controlli sui cibi bio importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei, fornendo una spinta al raggiungimento degli obiettivi della strategia Farm to Fork del New Green Deal che punta ad avere in futuro almeno 1 campo su 4 (25%) coltivato a bio in Italia». (rrm)

Coldiretti Calabria: La bozza del Governo del Recovery Plan taglia la rivoluzione green

Coldiretti Calabria ha denunciato che la nuova versione del Recovery Plan condiziona le possibilità di rilancio dell’Italia, in controtendenza alla destinazione green dei fondi europei.

«Con i tagli all’agroalimentare e per la crescita sostenibile – ha detto Coldiretti – si può fermare la decisa svolta verso la rivoluzione verde in atto nel Paese, che rappresenta l’obiettivo degli stessi fondi comunitari».

Vengono, infatti, tolte incomprensibilmente risorse per la crescita sostenibile, dalle filiere produttive alle foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, dagli invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua alla chimica verde e alle bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici. L’Italia rischia, così, di essere l’unico Paese dell’Unione Europea a non valorizzare nei progetti il proprio potenziale agricolo ed alimentare, che rappresenta una realtà di primato a livello europeo ed internazionale.

«Non è accettabile – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto – questo cambio di strategia in un momento in cui proprio l’emergenza globale in atto, ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza sempre più richieste. Ora, più che mai, è necessario investire per superare le fragilità presenti anche nella nostra regione, difendere la sovranità alimentare italiana, ridurre la dipendenza dall’estero, incentivando l’agricoltura di qualità investendo nelle infrastrutture e sostenendo le imprese in difficoltà, per valorizzare appieno le grandi produzioni locali».

«Anche al nostro territorio – ha aggiunto – serve un cambio di passo dopo quanto vissuto in questi mesi: l’agricoltura e la pesca sono storicamente settori a maggiore resilienza, che, anche in tempo di pandemia, non si sono mai fermati per continuare a garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, ma è fondamentale sostenere il più possibile il lavoro delle nostre imprese e con loro, l’economia e l’occupazione regionale  come dimostra l’aumento di nascite di nuove imprese agricole under 35 negli ultimi 5 anni, in netta controtendenza rispetto agli altri settori che può essere consolidato con attività direttamente collegate all’agroalimentare». (rrm)

Coldiretti Calabria: Perdite di circa 10 milioni di euro per il settore della ristorazione dopo le feste

Coldiretti Calabria ha stimato che sono circa 10 milioni di euro la somma che bar, ristoranti, trattorie e agriturismi hanno perso solo per la cancellazione dei tradizionali pranzi e cenoni di Natale e Capodanno.

L’Ente, inoltre, ha ricordato che, con il ritorno della zona gialla, possono tornare a servire al tavolo e al bancone gli oltre 15mila tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi  con 32668 presenti in Calabria.

«Risultano – ha sottolineato la Coldiretti – anche molte le strutture che, per le difficoltà e la situazione di incertezza, hanno deciso di non riaprire anche per il calo del volume di affari dovuto all’assenza di turismo, allo smartworking e alla diffidenza ancora presente tra i cittadini che registra ancora dati preoccupanti sul contagio da Covid. I consumi fuori casa per colazioni, pranzi e cene fuori casa sono crollati del 48% nel corso del 2020 con una drastica riduzione dell’attività, che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino, alla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco».

«In alcuni settori – ha continuato Coldiretti – come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione, rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato ma, ad essere stati più colpiti, sono i prodotti di una certa gamma dal vino ai salumi, ai formaggi. Il crollo delle vendite nella ristorazione non è certamente compensato dall’aumento di circa il 12% che si è verificato negli acquisti familiari di alimenti e bevande nel 2020. Le difficoltà della ristorazione si trasferiscono a cascata sulle industrie alimentari e aziende agricole e agroalimentari lungo la filiera, impegnate a garantire le forniture».

«Si tratta – ha proseguito Coldiretti Calabria – di difendere la prima ricchezza della regione, sia in valore economico che per qualità, sicurezza  con una tendenza che nel periodo pre-Covid era marcatamente in espansione; un.comparto economico più importante  che ha come punto di forza, l’elemento distintivo delle produzioni regionali. L’emergenza Covid ha dimostrato che il cibo ha un grande valore strategico per il Paese».

«In questo momento difficile, continuiamo a chiedere di privilegiare il consumo di prodotti alimentari Made in Calabria per aiutare l’economia, il lavoro ed il territorio #mangiaitaliano» ha dichiarato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, sottolineando l’importanza che «misure di ristoro adeguate siano previste per l’intero sistema agroalimentare, su cui ricadono gli effetti negativi delle chiusure e delle limitazioni del canale ristorazione». (rrm)

Coldiretti Calabria e Confartigianato Imprese donano la statuina dell’infermiera all’arcivescovo Mons. Nolè

Coldiretti CalabriaConfartigianato Imprese Cosenza hanno donato all’Arcivescovo Metropolita di Cosenza, mons. Francesco Nolè, la statuina del presepe che raffigura l’infermiera anti-Covid.

Si tratta di un’iniziativa, avviata a livello nazionale, anche in collaborazione con Symbola, che promuove la consegna del personaggio simbolo dell’anno in tutte le diocesi italiane.

Nei giorni scorsi, analoga consegna è avvenuta ai Vescovi delle diocesi calabresi.

«È un doveroso tributo – hanno spiegato i promotori – agli operatori sanitari che sono in prima linea contro il Covid-19 per salvare vite, ma è anche simbolo di solidarietà, impegno e coraggio delle migliaia di imprenditori che da mesi ogni giorno, silenziosi, tengono duro con grande difficoltà per costruire la rinascita del tessuto produttivo del nostro Paese».

Presenti all’incontro, il vice-presidente e direttore di Coldiretti Cosenza, del Patronato Epaca e il Consigliere ecclesiastico rispettivamente, Vincenzo Abbruzzese, Francesco Cosentini, Giuseppe Meringolo e don Fabio De Santis.

Per Confartigianato Imprese Cosenza, il presidente Francesco Rotondaro e la responsabile relazioni esterne, Maria Loredana Ambrosio.

La statuina speciale del presepe è stata realizzata da artigiani di Napoli.

«La statuina, che arricchisce il Presepe in anno di pandemia – hanno spiegato i responsabili delle organizzazioni – è simbolo dell’impegno e del sacrificio di tutto il mondo della sanità per la cura delle persone colpite dal Covid. Abbiamo voluto quindi consegnarla al Vescovo, quale segno di riconoscenza verso gli eroi del nostro tempo che lottano per sconfiggere la pandemia».

«Con la statuina dell’infermiera – hanno aggiunto – vogliamo sottolineare il valore della solidarietà, della sobrietà, del prodigarsi per gli altri, del rispetto».

Mons. Nolè ha ringraziato per questo gesto simbolico, «ma che fa la storia di questi giorni – ha sottolineato – altresì, che nel messaggio natalizio che i vescovi calabresi hanno indirizzato alla comunità regionale si fa esplicito riferimento a medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose, agricoltori e artigiani e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo».

«Quanta gente – ha concluso l’Arcivescovo – esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità!». (rcs)

Coldiretti Calabria: La clementina Igp Calabria sarà nei punti vendita della catena di Metro

«La clementina Igp Calabria  sarà nei punti vendita della catena di Metro Italia, leader nel commercio all’ingrosso e nel settore alimentare che aiuta la ristorazione moderna a rispondere a tutte le necessità di un’attivitá Ho.re.ca., rappresentando un importante veicolo anche per l’export».

Lo ha reso noto il presidente di Coldiretti CalabriaFranco Aceto che ha spiegato che «con il Fdai – Firmato dagli agricoltori italiani di Filiera Agricola Italiana – Coldiretti, si potrà trovare una produzione simbolo della nostra identità territoriale e questo consente  di avere garantito il valore economico con il riconoscimento del giusto prezzo agli agricoltori».

«È – ha proseguito Aceto – una partnership d’eccellenza, che rafforza l’impegno a valorizzare la filiera, tutelando, l’economia e l’occupazione sul territorio. Sono certo che questo accordo, oltre a portare valore aggiunto per i nostri agricoltori, produrrà  un forte apprezzamento dei clienti, sempre più attenti alla provenienza dei prodotti e alla filiera di produzione oltre che alla qualità, anche perché Metro Italia ha servizi creati ad hoc a supporto del business con  strumenti digitali. L’identità agricola e la tracciabilità geografica, sono indissolubilmente legati alla clementina calabrese e ne esaltano la vocazione produttiva».

«Per la clementina non bastano solo gli eventuali ristori richiesti e per questo continueremo – ha aggiunto Aceto – nell’impegno di aprire sbocchi di mercato sempre più vasti, per promuovere la competitività del nostro prodotto. La vera svolta non può che essere questa!La clementina Igp Calabria avrà un packaging dedicato che ne illustrerà anche la provenienza, con bauletti da kg. 2.3 e il progetto  a sostegno e valorizzazione della clementina continuerà  per tutta la stagione».

«Abbiamo poi realizzato – ha spiegato Aceto – un altro progetto che porterà sugli scaffali di un altro importante player della Gdo 500.000 confezioni da litro di succo di clementine di Calabria Igp. Questo lavoro sinergico con i centri di commercio all’ingrosso e la Grande Distribuzione Organizzata unisce gli sforzi, accorcia la filiera  e valorizza in generale le eccellenze locali, in questo caso la clementina Igp Calabria».

«Questa è la strada – ha concluso Aceto – che stiamo percorrendo e nella quale crediamo fortemente, poiché a risposte alle richieste ed esigenze dei territori in un momento di grave difficoltà dovuta alla pandemia ed agli avversi eventi climatici». (rcz)

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