Coldiretti: Sbloccato credito d’imposta Mezzogiorno per gli investimenti

Coldiretti Calabria ha reso noto che da domani sarà possibile presentare le domande per il riconoscimento del credito d’imposta Mezzogiorno, relativo agli investimenti realizzati nel corso dell’anno 2023.

Potranno beneficiare dell’aiuto le imprese che abbiano conseguito risultati economici negativi, in conseguenza della crisi di mercato scaturita dalla guerra in Ucraina.

Un risultato frutto di una lunga interlocuzione di Coldiretti con il Ministero delle finanze, con il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e con l’Agenzia delle entrate, da cui ha ottenuto il riconoscimento del credito d’imposta Mezzogiorno anche per il 2023 in precedenza bloccato.

La procedura riguarda le imprese di produzione primaria del settore agricolo nonché dalle imprese del settore della pesca e acquacoltura, titolari di reddito d’impresa, che hanno acquisito beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive localizzate nelle zone assistite delle regioni Calabria, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna e Molise. (rcz)

Coldiretti: La Calabria quarta per spesa media mensile per mangiare

I cittadini della Calabria  sono al quarto posto di quelli che spendono di più per mangiare, con una spesa media mensile di 562 euro. È quanto ha rilevato Coldiretti sui dati istat, evidenziando come «la voce più pesante nel carrello resta quella della carne e salumi e formaggi, per i quali si spendono mensilmente 112 euro, davanti a pasta, pizza. pesce, pane e cereali (89 euro) e verdura con 74 euro».

Alla spesa per gli alimenti, precedono casa, bollette e affitti. Dall’analisi, inoltre, è emerso come al primo posto c’è la Campania con 614 euro, al secondo posto la Sicilia(586 euro) e al terzo il Friuli Venezia Giulia (576) La media nazionale è di 526 euro.

La  classifica vede una netta prevalenza delle regioni del Sud nelle posizioni di testa a conferma di un trend che vede il Meridione leader della spesa alimentare mensile con 551 euro, mentre le Isole si fermano a 542, il Centro a 528, il Nord Est a 518 e il Nord Ovest ad appena 505.

A Calanna (RC) consegnato il Premio Oscar Green Giovani Coldiretti

Paolo Frascati, Adriana Tavella, Vincenzo Gullo, Francesco Folino, Vincenzo Grisoli, Ivan Muraca, Vincenzo e Rita Pisano sono i vincitori della 18esima edizione del concorso Oscar Green promosso da Giovani Impresa Coldiretti.

La cerimonia di premiazione, svoltasi al Gaya Mondo di Unione di Calanna (Reggio Calabria), è stata una giornata entusiasmante che ha coinvolto i giovani che si sono scambiati idee e progetti allargando i propri orizzonti nel confronto tra realtà imprenditoriali, facendo tesoro delle esperienze altrui.

Tra i partecipanti  (oltre 800 in tutte le edizioni) provenienti da tutte le provincie e in lizza per il premio regionale, dopo la selezione, questi i premiati  nelle categorie del concorso.

Categoria Campagna Amica: azienda “Apesana” di Vincenzo Pisano di Arena (VV).

La salute delle api nelle Eco – bomboniere. Produce miele genuino e di altissima qualità che si trova ad Arena un piccolo borgo nel cuore delle Serre Calabre, lontana da ogni fonte d’inquinamento, ricca di variegata vegetazione. Dalla produzione del miele pregiato l’azienda crea bomboniere eco-sostenibili e fatte a mano .

Categoria  “Coltiviamo insieme” – Azienda Vigreen di Vincenzo Grisolia – Santa Domenica di Talao (CS)

L’Agri -teatro con l’agricoltura che diventa arte. Un connubio tra agricoltura, cucina contadina cultura. C’e  una  trattoria di campagna gestita dal titolare che è  anche chef. Si estende su un per circa tre ettari e mezzo di seminativi, uliveto, ficheto, un bosco e una piccola sorgente d’acqua. A completare  Vigreen è un teatro rurale, posizionato sulla collina alle porte del Parco Nazionale del Pollino e a pochi chilometri dalla Riviera dei Cedri.  Punta ad una fidelizzazione dei propri ospiti. Il teatro valorizza artisti locali e conosciuti. Con l’utilizzo della drammaturgia si parla di società,  agricoltura, benessere, sostenibilità, ambiente, cambiamenti climatici e utilizzo dell’acqua.

Categoria “È ancora Oscar Green” –Società Agricola “La Terzeria” di Trebisacce (CS)

L’agricoltura attenta all’ambienteTerzeria rappresenta per la Piana di Sibari non solo la coltivazione più meridionale del riso in Italia ma, in un’ottica di agricoltura multifunzionale e protettiva nei confronti delle risorse ambientali, si colloca in una strategia di sostenibilità e valorizzazione che, arriva all’attuale assetto policolturale mediterraneo che comprende: ortofrutta, (agrumi, melograno, ortaggi), cerealicolo-foraggero che garantisce una rotazione agronomica, nonché zootecnica. L’innovazione è la realizzazione di una rete sensoristica multifunzionale che permette la registrazione continua dei dati agroambientali dell’azienda riguardanti il clima, il suolo e la risorsa idrica.

Categoria “ L’impresa che cresce”– Azienda Agricola Francesco Folino di Castrolibeo (CS).

L’agricoltura multifunzionale e l’intimo dialogo del cammino religioso. La multifunzionalità è una carta vincente anche sotto l’aspetto occupazionale. Si estende su una superficie di circa 12 ettari coltivati prevalentemente a  produzioni ortofrutticole che vengono  utilizzate nella preparazione di piatti a kmzero nell’agripub “il campanaro” rivolto a clienti giovani e dinamici in cerca di svago e di dialogo tra di loro in un contesto ideale in cui si riscopre l’antico ritmo e le abitudini della vita di campagna. Luogo adatto a bambini e famiglie. L’azienda organizza il cammino religioso naturalistico di San Francesco di Paola: un percorso a cavallo che si estende per  circa 320 Km ed è strutturato in 15 tappe.

Categoria “Agri-influencer” – Azienda Agricola “Io & Palmi di Vincenzo Gullo Palmi (RC)

E’ una nuova categoria “che valorizza l’agricoltura social. E’ un’impresa che fa uso dei nuovi canali di comunicazione per promuovere la propria azienda e far conoscere la bellezza del mondo rurale, strizzando l’occhio alle nuove tecnologie, per raccontare idee e progetti innovativi. Vincenzo Gullo, interloquisce sui social trasmettendo i valori positivi del lavoro in campagna, dell’amore per la terra e il contatto con la natura. Vincenzo ha creato nel web una vera e propria community di appassionati del mondo agricolo che lo segue e lo sostiene quotidianamente narra con passione sui suoi canali come sia arrivato ad aprire un’azienda agricola partendo da zero, realizzando un desiderio che aveva sin da piccolo, pur non possedendo grandi terreni.

Categoria “Impresa digitale e sostenibile” – Gaya mondo unione di Paolo Frascati – Reggio Calabria

Un eco sistema magico nel cuore del Mediterraneo Ambiente, energia e digitalizzazione sono le parole d’ordine di questa categoria che promuove un modello di sviluppo rispettoso del pianeta, ed esprime capacità imprenditoriale svolgendo la propria attività in maniera sostenibile, da un punto di vista economico, ambientale e sociale. Gaya Mondo di Unione è un progetto di eco-villaggio nato nel 2019 vicino Reggio Calabria, i cui abitanti fanno rete, organizzano eventi e laboratori e propongono la visione di un cambiamento positivo nelle relazioni umane e nel rapporto con il pianeta. Ci sono tende, palafitte e case. L’originalità di Gaya ha permesso di stringere accordi con l’università Mediterranea di Reggio Calabria con approfondimenti e di tesi di laurea sul design ecosostenibile.

Categoria “Custodi d’Italia. Azienda agricola Foti di Adriana Tavella  – S.Costantino Calabro (VV)

Il Borgo impreziosito dai gioielli di fiori.Un esempio di agricoltura eroica che contribuisce a mantenere la presenza  nelle comunità nelle aree interne attraverso opportunità lavorative coinvolgenti.. Adriana crea “gioielli” con i fiori che pianta in azienda durante l’anno, come alisso, non ti scordar di me, viole, erica, camomilla, ortensia, rose sfumate, verbena, finocchio, lobelia e quelli che crescono spontaneamente. Ogni creazione è un piccolo dipinto che cattura la magia della natura. Tutto nasce da un’idea semplice e meravigliosa: quella di circondarsi di fiori per contribuire all’ecosistema e trasformare le loro fioriture in ricordi eterni da custodire per sempre.

Menzione speciale – Azienda agricola “Sapori Antichi” famiglia Muraca – Cicala (CZ).

Una realizzazione green e di economia circolare della farina di pomodoro. Un  processo di essiccazione e poi macinazione delle bucce del pomodoro, recuperate dalla ormai mitica passata di pomodoro 100% calabrese “A Sarsa da Nunna”. La farina di pomodoro, può essere usata negli impasti per prodotti da forno, pasta fresca, come zuppa, nelle preparazioni di piatti, come insaporitone, come guarnizione nei piatti gourmet, ricca di antiossidanti e di licopene, ma sopratutto Gluten Free. I Pomodori, maturano al sole e raccolti a mano nell’ azienda agricola di famiglia, coltivati e lavorati secondo tradizioni antiche, senza uso alcuno di coloranti o conservanti artificiali.

Al termine della manifestazione, è stato reso noto che l’Azienda agricola Foti di Adriana Tavella parteciperà alla finale nazionale Oscar Green.

Coldiretti Calabria: Da luglio in Calabria sono andati a fuoco 3800 ettari

Da inizio luglio in Calabria sono andati a fuoco 3800 ettari, tra aree boschive e uliveti. È quanto ha rilevato Coldiretti, mappando i danni causati dalle alte temperature che continuano ad assediare il Meridione. Per la nostra regione, i problemi principali si registrano per pomodori, peperoni, angurie oltre alla cascola delle olive.

L’emergenza resta grave in Sicilia con gli animali rimasti senza cibo e acqua e i campi arsi dalla mancanza di pioggia, mentre aumenta il pericolo di incendi con 5800 ettari di terreni già andati a fuoco da inizio luglio. Molte aziende hanno rinunciato a raccogliere il grano, il cui crollo medio è superiore al 50% del raccolto. Per gli alberi da frutto, vigne e uliveti si stima un danno in oltre 2,7 miliardi di euro. Situazione drammatica anche in Puglia dove il caldo africano con picchi fino a 43 gradi brucia frutta e verdura nei campii. La produzione di olive è prevista in calo di oltre il 50%, come quella di grano.In Basilicata sono quasi 200 gli ettari andati a fuoco da inizio luglio, con danni da siccità per quasi mezzo miliardo di euro, tra calo di produzione, aumento dei costi e perdita di quote di mercato. Sul fronte dei cereali il calo è dell’80% dei raccolti, mentre per i foraggi del 70%. Pessime anche le prime stime per la produzione di olio d’oliva, scese tra il 50 e il 75%, mentre per il vino è del 40%. La siccità morde anche in Sardegna con cali produttivi che interessano ormai tutti i settori, dai cereali all’ortofrutta, dopo i problemi causati dagli incendi nei giorni scorsi.

Aceto (Coldiretti): Nel 2023 tassi di crescita a due cifre per Calabria

Nel 2023 si sono registrati tassi di crescita delle esportazioni a due cifre per la Calabria, per il buon andamento della filiera agroalimentare. È quanto emerso da una proiezione Coldiretti su dati Istat relativi al periodo gennaio-maggio diffusa in occasione del G7 del Commercio, in corso in Calabria e confermate anche dall’Ice.

«Salutiamo con vero piacere ed enorme soddisfazione – ha dichiarato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – tutti i partecipanti al G7 del Commercio in corso in Calabria un’occasione importante che proietta a livello planetario la nostra regione che è centrale nel mediterraneo».

« Se il trend di crescita dei primi cinque mesi dell’anno verrà mantenuto – ha detto – le esportazioni agroalimentari Made in Italy potrebbero sfiorare nel 2024 la quota record di 70 miliardi in valore, mai registrata prima, con un traino importante sull’intero export tricolore del quale proprio il cibo è il primo ambasciatore nel mondo».

I prodotti agroalimentari fanno registrare una crescita complessiva del 9% nei primi cinque mesi, in controtendenza rispetto al dato generale che vede le vendite all’estero stagnanti (-0,1%). Tra i principali Paesi acquirenti, la crescita più consistente è quella sul mercato statunitense, il primo sbocco extra Ue, con un aumento del 19% – ha rilevato Coldiretti –, ma il dato è positivo anche in Gran Bretagna (+9%), Germania (con un +5%) e Francia (+3%). Tra gli altri mercati, da segnalare la crescita del 15% in Cina e del 23% in Russia.

Nel mondo il campione dell’export tricolore si conferma il vino con una crescita del 7% nei primi 4 mesi del 2024 mentre al secondo posto si piazza l’ortofrutta trasformata (+11%) e al terzo i formaggi (+8%), seguiti dalla pasta e gli altri derivati dai cereali (+6%), frutta e verdura fresche (+6%), olio d’oliva, che registra un aumento in valore del 70%, e i salumi (+18%).

«Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve abbattere gli ostacoli commerciali a cominciare dal fenomeno dell’agropirateria – ha sottolineato Coldiretti – con il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo che è salito ad oltre 120 miliardi, 2 miliardi circa solo per la Calabria, sottraendo risorse e opportunità di lavoro all’Italia. Un problema che riguarda tutti i continenti e colpisce in misura diversa tutti i prodotti, con il paradosso peraltro che i principali taroccatori delle specialità tricolori sono i paesi ricchi».

«Ma è importante, anche – ha rilanciato – colmare i ritardi infrastrutturali dell’Italia che costano al Paese oltre 93 miliardi di euro di mancate esportazioni, di cui ben 9 miliardi riguardano il solo agroalimentare, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga. Un gap inaccettabile che va superato migliorando i collegamenti all’interno del Paese e quelli con il resto del mondo con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo per affiancare al trasporto su gomma quello per via marittima e ferroviaria in alta velocità».

«L’obiettivo – ha concluso Coldiretti – è continuare questo trend di crescita portando il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi nel 2030 e di questo si avvantaggerà anche la Calabria».

Coldiretti: La Ue apre ad etichetta d’origine

La Commissione Europea ha aperto alla proposta avanzata dalla Germania di introdurre l’indicazione dell’origine su tutti gli alimenti in commercio. Un risultato importante, raggiunto grazie all’impegno di Coldiretti che ha raccolto un milione di firme per assicurare una piena trasparenza sul cibo, con l’obiettivo di cambiare il codice doganale e introdurre l’etichetta d’origine obbligatoria su tutti i cibi in commercio nella Ue.

L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità,  ripristinare un clima di fiducia e informare correttamente il cittadino- consumatore.

Da allora molti progressi sono stati fatti, con l’indicazione della provenienza che è stata estesa a circa i quattro quindi della spesa ma, resta anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti. Ma a pesare c’è anche il fenomeno del fake in Itay, i prodotti stranieri spacciati per tricolori grazie alla norma del “codice doganale” che quasi magicamente consente l’italianizzazione con trasformazioni anche minime.

La delegazione tedesca, appoggiata da Francia, Portogallo, Estonia e Finlandia, alle quali si sono poi aggiunti altri Paesi tra cui la Spagna, ha presentato un documento per l’introduzione dell’etichetta d’origine obbligatoria sui prodotti alimentari venduti su tutto il territorio dell’Unione, sul quale la Commissione si è detta disposta a lavorare, anche se la questione sarà più probabilmente portata avanti dal prossimo esecutivo.

«Questo, è un cambio di rotta importante – viene sottolineato in una nota della Coldiretti – anche rispetto all’attacco arrivato dalla Corte dei Conti Ue nell’Audit concluso lo scorso dicembre in merito ai decreti italiani sull’etichettatura d’origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi, salumi, considerate ostacoli al libero commercio nonostante l’elevato e legittimo interesse dei consumatori a conoscere l’origine della materia prima di quanto mette nel piatto».

«Grazie all’esempio dell’Italia – ha concluso l’Associazione – ci sono dunque le condizioni oggi per affermare una nuova stagione delle politiche alimentari nella Ue, che guardino alla trasparenza e alla naturtalità dei prodotti, rispetto ai troppi inganni permessi in passato e anche contro i tentativi delle multinazionali di indirizzarle verso i propri interessi. In tale ottica è importante l’annunciata marcia indietro del Portogallo rispetto all’applicazione dell’ abominioso  sistema di etichettatura a semaforo Nutriscore con il risultato paradossale che alcune bevande gassate vengono classificate come salutari rispetto all’olio extravergine di oliva e tanti altri alimenti della dieta mediterranea». (rcz)

Coldiretti Calabria: La Calabria al primo posto per il Turismo delle Radici

Il 37% dei turisti delle radici sceglie la Calabria. È quanto emerso dall’indagine statistica dalla ricerca realizzata da Crea, Università della Calabria e Rete Rurale Nazionale nel 2023 tra le regioni italiane più gettonate dai turisti delle radici.

Dopo la Calabria segue la Sicilia (16%), Campania e Veneto (13%), Marche (12%). Puglia, Toscana e Sardegna (10%), Emilia Romagna e Liguria (9%), Abruzzo (8%) e Basilicata (6%).

L’anno 2024 è stato dichiarato “Anno delle radici italiane” nell’ambito del Progetto Pnrr “Il Turismo delle Radici”. Un fenomeno che è generato dai 60 milioni di emigranti e loro discendenti, di prima, seconda, terza o quarta generazione, che vivono fuori dai confini nazionali. Si tratta di un numero maggiore a quello dei cittadini italiani in patria che rappresenta dunque una importante risorsa del Paese da valorizzare.

Secondo le stime dell’Osservatorio Coldiretti su dati Isnart e Banca d’Italia sono circa 7,8 milioni il numero di turisti stranieri di origine italiana che ogni anno vogliono riconnettersi con le proprie radici visitando la terra di origine della propria famiglia con una spesa annuale stimata pari a 8 miliardi. Il fenomeno riguarda direttamente le aree rurali interne dalle quali è partita una forte emigrazione anche se il viaggio viene finalizzato normalmente anche alla visita dei luoghi più turistici.

il cibo, che rappresenta un elemento sempre più significativo dell’esperienza turistica, assume una rilevanza ancora maggiore in questi casi poiché l’emigrazione ha riguardato aree agricole e le tradizioni a tavola sono espressione più diretta del legame con la terra. Ben il 96% dei viaggiatori delle radici in Italia ha apprezzato la cucina locale e l’80% ha fatto acquisti di cibo o bevande.

Il risultato è che al rientro della vacanza il 43% si rivolge con maggiore assiduità a prodotti agroalimentari italiani e li consiglia a parenti ed amici ma c’è anche un 12% che li compra senza pero’ consigliarli. I turisti delle radici diventano quindi veri ambasciatori all’estero del Made in Italy e contribuiscono anche a ridurre il fenomeno dell’italian sounding poiché l’acquisto rappresenta anche un ricordo piacevole della vacanza frutto anche del desiderio di sostenere la propria terra che è significativo per la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’Unesco. (rcz)

Coldiretti: Ue concede aiuti di Stato per moratoria dei debiti

Coldiretti ha reso noto che è stata accolta la proroga sugli aiuti di stato per sostenere gli agricoltori.

«Un impegno che il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni – si legge in una nota – ha portato avanti con determinazione nella direzione proposta da Coldiretti, “che già a febbraio aveva indicato come necessaria questo tipo di flessibilità sugli aiuti di stato per arrivare a una moratoria dei debiti delle imprese agricole”».

Con l’accordo sulla revisione della Pac, il Consiglio Europeo “libera” 4 milioni di ettari che potranno essere coltivati nella Ue per ridurre la dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli in una fase di gravi tensioni internazionali che stanno avendo effetti dirompenti sui mercati agricoli.

«L’accordo di oggi sulle semplificazioni – ha detto il presidente Ettore Prandini – è un buon primo passo, da rafforzare con una semplificazione ancora più profonda di tutte le regole della Pac. Un agricoltore non può trascorrere un terzo del suo tempo per riempire moduli e carte burocratiche. Con questi interventi si vanno a eliminare alcuni vincoli che pesano sulle aziende agricole e altre misure sulla condizionalità, oltre a dare più flessibilità per gli Stati».

«Fondamentale l’introduzione di una maggiore flessibilità sugli aiuti di Stato – ha detto ancora – finalizzati al superamento del de minimis, per poter attuare la moratoria dei debiti necessaria rispetto alle difficoltà che le imprese agricole stanno vivendo. Inoltre, vogliamo l’estensione della clausola di salvaguardia anche per grano ucraino, e l’inserimento dei dazi per il grano russo. In caso allargamento dell’Unione Europea ad altri paesi, non devono essere gli agricoltori a pagare costi, è fondamentale che venga mantenuto lo stesso livello di risorse aggiuntive rispetto a quelle attuali della Pac».

La revisione attuata salva anche dalla burocrazia mezzo milione di piccoli agricoltori italiani e risponde alle richieste della Coldiretti di alleggerire il peso delle “carte” che soffoca tutte le imprese agricole al di là delle loro dimensioni.

Per quanto riguarda la norma Bcaa 7 che impone la rotazione delle colture, la Commissione consente di sostituire la rotazione delle colture, con la diversificazione delle stesse, in modo da consentire agli agricoltori colpiti da siccità, spiega la Coldiretti, o precipitazioni eccessive regolari, di conformarsi a tale condizione in modo più compatibile con le realtà agricole. Anche sulla Bcaa9 si possono prevedere deroghe per consentire l’aratura per ripristinare i prati permanenti nei siti Natura 2000, nel caso in cui siano danneggiati da predatori o specie invasive.

Le modifiche alla Pac, dopo aver già incassato le prime forme di semplificazione e il ritiro della direttiva agrofarmaci, sono il risultato delle mobilitazioni della Coldiretti contro norme spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli. (rrm)

 

Giornata dell’acqua, Coldiretti: Realizzare una rete di bacini per accumulare l’acqua piovana

L’Italia, ogni anno, per l’89% dell’acqua piovana. Un dato sconcertante che, per Coldiretti, rende necessaria la realizzazione di «una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione».

«Oggi la maggior parte dell’acqua piovana –  ha sottolineato la Coldiretti –. va a finire nei 230mila chilometri di canali lungo il Paese e finisce nel mare, con una tendenza accentuata dagli effetti dei cambiamenti climatici. L’alternanza di lunghi periodi di siccità a violente ondate di maltempo fa sì che i canali asciutti favoriscano lo scorrimento rapido delle piogge».

Da qui l’obiettivo di potenziare la raccolta di acqua dolce intervenendo sulle infrastrutture. Coldiretti con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, ha, infatti, elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti).

«I laghetti sarebbero realizzati senza cemento – viene spiegato – con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua piovana che potrebbe essere utilizzate per una molteplicità di altri utilizzi, riducendo il prelievo di quella potabile. La Coldiretti insiste nel dare finalmente attuazione al progetto invasi»

«Il fatto che l’Italia riesca a recuperare una parte minima dei 300 miliardi di litri d’acqua che ogni anno cadono sul territorio nazionale rappresenta uno spreco inaccettabile – ha sostenuto Coldiretti – in un territorio a fortissimo rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua per i cittadini in alcune aree. Intervenire si può e si deve non solo nell’emergenza ma in maniera strutturale e strategica».

«Con l’avvio di un grande piano nazionale per la realizzazione da Nord a Sud del Paese di invasi – ha concluso l’Associazione – si difenderà concretamente la sovranità alimentare ed energetica dell’Italia e, nello stesso tempo, si garantirà l’acqua per i cittadini, per le coltivazioni e per la produzione di energia rinnovabile che renderà migliore l’ambiente e attiverà anche le risorse occupazionali per la manutenzione degli invasi. ad aziende agricole, imprese e cittadinanza». (rrm)

La Coldiretti a Bruxelles: Più fondi agli agricoltori e stop all’import sleale

«Chiediamo che sull’import ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard. Non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole». È quanto ha chiesto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, nel corso della manifestazione davanti alla sede del Parlamento Europeo, dove si tiene il Vertice straordinario dell’Ue con la presenza del premier Giorgia Meloni.

In Place du Luxembourg, tantissimi i cartelloni esposti: Stop alle follie dell’Europa” ma gli agricoltori esibiscono anche cartelli con “Basta terreni incolti!”, “Scendete dal pero”, “Stop import sleale”, “Prezzi giusti per gli agricoltori”, “No Farmers no Food”, “Cibo sintetico, i cittadini europei non sono cavie”, “Mungiamo le mucche non gli allevatori”. “Non è l’Europa che vogliamo”.

Sugli accordi commerciali occorre garantire il principio di reciprocità e in tale ottica è positivo l’annuncio della Commissione Ue sul fatto che “non sono soddisfatte le condizioni” per raggiungere un accordo commerciale con i Paesi del Mercosur. Una scelta che segue la denuncia della Coldiretti in Italia e della Fnsea in Francia sulla concorrenza sleale provocata dalle gravi inadempienze di molti Paesi sudamericani sul piano della sostenibilità delle produzioni agroalimentari con rischi per l’ambiente, la sicurezza alimentare e lo sfruttamento del lavoro minorile. Coldiretti chiede di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica agricola comune dopo che la pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione europea davanti al blocco del commercio mondiale, ma anche la difficoltà del sistema produttivo sconvolto dalla violenza dei cambiamenti climatici, per proteggersi dai quali servono investimenti adeguati nella difesa attiva e passiva.

«Dobbiamo aumentare gli investimenti in agricoltura – ha continuato Prandini – garantendo più sostegni ai giovani per il ricambio generazionale nel nostro settore. Senza ragazze e ragazzi in agricoltura, l’Europa sarà più fragile e dipendente dalle importazioni. Serve la cancellazione dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac) per invertire la rotta rispetto alle follie dell’Ue – ha rilevato Prandini – poiché non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare, come sosteniamo da anni».

«Ma l’Europa deve sostenere anche gli accordi di filiera per costruire mercati più equi – ha spiegato il presidente della Coldiretti -, con una più giusta distribuzione del valore e più trasparenti per i consumatori. La nuova Politica agricola comune dovrà incentivare questo modello che rafforza i rapporti tra produzione, trasformazione e commercializzazione, anche per contrastare le pratiche sleali».

«Per la pesca italiana pesa invece dalla volontà della Commissione di vietare la pesca a strascico, il settore più produttivo – ha ricordato Coldiretti – dell’ittico nazionale, aprendo la strada anche qui a una vera e propria invasione di prodotto dall’estero. Dopo il pressing di Coldiretti, il Parlamento Ue si è schierato dalla parte delle marinerie italiane. Al Presidente Meloni abbiamo chiesto di continuare a tutelare gli agricoltori italiani – ha sottolineato Prandini -, portando in Europa le nostre ragioni. Serve un cambio di passo rispetto al recente passato. Non ci può essere più spazio per politiche ideologiche che hanno penalizzato gli agricoltori, mettendo a rischio tante filiere anche nel nostro Paese».

«L’Europa – ha concluso Prandini – deve investire nella propria autosufficienza alimentare, respingendo modelli omologanti come quelli del cibo artificiale e riconoscendo il ruolo di presidio dell’ambiente che le imprese agricole svolgono ogni giorno. La nostra battaglia in Europa continuerà in maniera forte e continuativa con proposte per il futuro degli agricoltori». (rrm)