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A Cosenza il Partito Democratico si interroga sulla fusione della Città Unica

A Cosenza il Partito Democratico si interroga sulla fusione della Città Unica

di FRANCO BARTUCCILa legge regionale che prevede la fusione di Rende, Catrolibero e Cosenza in una città unica sarà oggetto di analisi nel corso di un incontro, promosso dal Gruppo PD in Consiglio Regionale, che si svolgerà domani, mercoledì 25 settembre, alle 18, nella Sala Nova della Provincia di Cosenza. L’incontro ha come tema: “Fusioni: Esperienze e posizioni a confronto”.

Dopo i saluti di: Maria Locanto, Presidente Provinciale PD di Cosenza, e Vittorio Pecoraro, segretario provinciale PD di Cosenza, e con il coordinamento di Mimmo Bevacqua, capogruppo PD in Consiglio regionale, sono previsti gli interventi di: Franz Caruso, sindaco di Cosenza; Flavio Stasi, sindaco di Corigliano- Rossano; Bianca Rende, consigliere comune di Cosenza; Giuseppe Mazzuca, Presidente del Consiglio comunale di Cosenza; Fabio Liparoti, Segretario Federazione Riformista di Rende; Giuseppe Galiano, Presidente Ance Cosenza; Giuseppe Lavia, segretario provinciale Cisl Cosenza; Paolo Cretella, segretario provinciale Uil Cosenza; Massimiliano Ianni, segretario provinciale Cgil Cosenza; Franco Iacucci, Vice Presidente Consiglio regionale.

Tredici interventi per esprimere ci auguriamo un documento unico di condivisione se approvare o meno la legge di cui sopra e che negli ultimi due mesi ha provocato note di approvazione, ma anche di contrarietà con addirittura un ricorso presentato al Tar da parte del Sindaco di Cosenza Franz Caruso.

Per i favorevoli c’è la convinzione che l’unione dei tre comuni in un’unica città porterà dei benefici economici non indifferenti per una buona gestione di sviluppo del territorio o meglio della nuova grande città. Per i contrari la legge è scritta male, nonché frutto di una decisione politica non condivisa e maturata in ambito di un solo soggetto politico dell’attuale maggioranza che governa la regione e che nasconde interessi di parte. Poi ci sono i nostalgici che si rifiutano di aggregare i tre comuni e difendono le rispettive tre autonomie locali. Un conflitto che non ha sbocchi di uscita per la scelta di un disegno condiviso e di sana prospettiva, anche se dovrà svolgersi un referendum consultivo che non avrà alcun effetto propositivo di approvazione o bocciatura, che il Presidente Roberto Occhiuto dovrà indire quanto prima.

Di fronte a tutto ciò la classe politica in generale che opera nel cosentino non ha consapevolezza del suo tempo dimenticando, oppure non n’ è a conoscenza affatto, che il disegno di creare nella Media Valle del Crati una grande città non è di ieri, in virtù dello sviluppo edilizio che si è verificato negli ultimi anni tra Quattromiglia di Rende, Commenda, Surdo, Saporito, Roges, Contrada Andreotta di Castrolibero e Cosenza città, ma bensì, come sto sostenendo da tempo, parlando ai sordi e ai ciechi, è nata esattamente tra i mesi di giugno e luglio 1971 con la decisione da parte del Comitato Tecnico Amministrativo dell’UniCal, presieduto dal Rettore Beniamino Andreatta, di insediare la nascente Università della Calabria a Nord di Cosenza, sui territori dei comuni di Rende e Montalto Uffugo, incastrandola su un asse lungo 3 km e 400 metri,  tra la Statale 107 ed il tracciato ferroviario Cosenza/Paola/Sibari, che ha in Contrada Settimo di Montalto Uffugo il suo punto di incrocio grazie anche ad una stazione ferroviaria facente parte della progettazione Gregotti dell’Ateneo calabrese.

Ripeto e ne sono stufo ormai che la legge regionale sulla città unica predisposta dall’attuale maggioranza di governo regionale non è altro che un aborto, rispetto al fatto che ha trascurato, con l’esclusione di Montalto Uffugo, l’effetto Università della Calabria menomandola nel suo sviluppo naturale edilizio, che supera il fiume Settimo mettendole a disposizione 50 ettari di terreno destinati alla realizzazione del villaggio dello Sport con impianti sportivi e residenze utili a svolgervi campionati regionali, nazionali ed olimpici.

Andreatta in Persona sosteneva e stimolava i politici del tempo a creare una vasta area urbana con al Centro l’Università della Calabria e la definiva la “Grande Cosenza”, della quale su il Domenicale di Calabria live di domenica 15 settembre scorso ne ho descritto la storia e i suoi benefici (se ne consiglia la lettura) per l’intera area urbana e per la Calabria tutta. Messi a confronto le due idee della “città unica” e della “Grande Cosenza” ci si trova di fronte, da una parte un “topolino” e dall’altra un “Grande Gigante”. 

La legge come ho già chiesto al Presidente Occhiuto, in una lettera aperta e pubblicata il 7 agosto scorso da questo giornale, deve essere rinviata al Consiglio regionale e ne va riscritta una nuova con la condivisione di tutte le parti politiche ed associative delle aree interessate, con il coinvolgimento attivo della stessa Università che deve pretendere il rispetto della sua legge istitutiva ed il progetto edilizio strutturale, che n’è derivato attraverso il concorso internazionale, i cui vincitori, come noto, sono stati gli architetti Gregotti (nella parte scientifica didattica ponte Bucci) e Martensson (nella parte del complesso campus residenziale).

Ci si augura che questo ennesimo incontro, promosso dal Partito Democratico, che avrà luogo nella Sala Nova dell’Amministrazione Provinciale, si abbia il coraggio di prendere responsabilmente le sue decisioni con chiarezza fin da subito, maturando una mobilitazione nel costruire il futuro di sviluppo e crescita culturale, sociale ed economica per l’intera comunità che gravita nell’area della “Grande Cosenza”, lasciataci in eredità dai Padri Fondatori dell’Università della Calabria. (fb)