CORIGLIANO ROSSANO È POCO ATTRATTIVA
SERVONO SOLUZIONI PER INVERTIRE TREND

La campagna elettorale è ormai terminata da oltre un mese. È tempo di consuntivi e analisi relative a quello che è stato il messaggio che le urne di Corigliano-Rossano hanno consegnato alla storia. È insindacabile che il popolo abbia bocciato quella parte elettorale che rappresenta il filo conduttore con i poteri centralisti. La sconfitta elettorale del centrodestra non è stata soltanto una debacle di una specifica parte, piuttosto la condanna di una fazione politica che la popolazione ha percepito come addentellata ad un sistema di potere e che ha, inequivocabilmente, bocciato.

Anche la sortita del Presidente della Regione all’apertura della campagna elettorale, che in altre realtà ha comunque avuto un appeal non indifferente, in riva allo Jonio non ha rilasciato le aspettative attese. Chiaramente, tale dato non va sottovalutato dal centrodestra. Parimenti, però, è necessario che la controparte, quella vincente, non sopravvaluti l’esito dell’urna. Sarebbe sciocco, infatti, pensare ad indicazioni sommarie e liquidare l’esito dell’urna come la bocciatura del “vecchio” e la promozione del “nuovo”. Perché se “il vecchio” non è garanzia d’affidabilità, non è detto che “il nuovo” sia certezza d’innovazione. L’esito elettorale, invero, potrebbe rovesciarsi se quei timidi gemiti d’autonomia politico-istituzionale professati dai palchi, non dovessero tramutarsi in atti ed azioni concrete. Riteniamo sia giunto il momento che la Classe Dirigente e la Società Civile si rimbocchino le maniche e lavorino per trasformare Corigliano-Rossano in una città vibrante.

L’Amministrazione Stasi, seppur frenata dalla pandemia nell’ultimo quinquennio, ha ora l’opportunità di concentrarsi su progetti ambiziosi e di lungo termine. È necessario affrontare questioni rimaste irrisolte e dare un nuovo impulso allo sviluppo economico e sociale della città.

Le prime settimane dopo l’esito elettorale non sono trascorse nel migliore degli auspici: le principali arterie delle aree urbane di Corigliano-Rossano, così come i Centri storici, rimangono deserte o parzialmente tali. La condizione commerciale della Città, spiccatante in area bizantina, è drammatica. Poco meno della metà degli esercizi commerciali posti sul corso principale risultano con le saracinesche abbassate. Non va meglio sul litorale dove lidi e attività ricreative si presentano svuotate e gli esercenti registrano perdite di cassa dell’80% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

È necessario rivitalizzare gli spazi per renderli attrattivi; sia per i residenti che per i turisti. Interventi mirati di riqualificazione urbana, eventi culturali e promozione del commercio locale potrebbero trasformare le aree in centri pulsanti di attività economica e sociale.

Ad oggi, la Città non attrae! È necessario studiare soluzioni per invertire questa tendenza e farlo immediatamente.

Focalizzare l’attenzione sulla questione Psa (Piano Strutturale Associato)

Tra le varie iniziative lasciate in sospeso, va riaperto il dibattito circa il Psa (Piano Strutturale Associato). Uno strumento, quest’ultimo, fondamentale che necessita di essere rivisitato e implementato per pianificare un futuro sostenibile e ordinato del territorio.

Avviare iniziative politiche volte all’elevazione della città a Capoluogo per riequilibrare il bilancio di gettito statale

Un altro progetto ambizioso che richiede attenzione è l’elevazione della città di Corigliano-Rossano a Capoluogo. Questo status potrebbe portare non solo un riconoscimento politico-istituzionale, ma anche risorse e opportunità economiche aggiuntive, rafforzando l’identità e l’influenza della Città nella Regione. Bisognerà, contestualmente, inserire nell’agenda di Governo civico azioni volte al ripristino e alla implementazione delle attività di pubblico impiego parametrate alle esigenze demografiche della Città e del territorio. Dovranno essere creati i presupposti, con progettualità che possano realmente elevare l’offerta di lavoro, affinché si ponga un freno al dilagante esodo demografico e fuga di cervelli dallo Jonio.

Per affrontare queste sfide, sarà essenziale implementare politiche che favoriscano lo sviluppo economico locale: attrazione di investimenti, incentivi alle imprese, programmi di formazione professionale, potrebbero essere strumenti chiave per creare posti di lavoro stabili e ridurre l’emigrazione.

Concretizzare i progetti Cis

L’amministrazione Stasi ha avviato il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) che rappresenta una grande opportunità per accelerare la realizzazione di progetti strategici e valorizzare il territorio. I progetti presentati, se realizzati, potrebbero avere un impatto trasformativo sulla Città. Dalla riqualificazione di aree costiere e storiche alla creazione di infrastrutture per il turismo e la mobilità sostenibile, si potrebbero generare interventi catalizzatori di nuovo sviluppo.

Guardare al futuro con speranza per comprendere dove si vuole andare

La comunità jonica è oggi ad un bivio. Da un lato bisognerà capire se sia stato saggio rompere gli schemi della filiera istituzionale, per avviare processi di naturale elevazione del territorio atti a sganciarsi dal cappio centralista. Dall’altro, se pentisi di aver scelto una nuova strada e ritornare verso un sistema che, negli ultimi decenni, ha prodotto soltanto diseconomie e sperequazioni. (Comitato Magna Graecia)

G7, LA CALABRIA È PRONTA A NUOVE SFIDE
L’AMMIRAZIONE DEL MONDO CHE PRODUCE

di SANTO STRATI – Il G7 Trade in Calabria, che ha riunito i ministri degliEsteri o del commercio dei sette Paesi più industrializzati del mondo, lascia una traccia importante per la nostra terra: la Regione è stata per due giorni al centro dell’attenzione mondiale, ma non si è trattato solo di dichiarazioni di intenti. L’obiettivo principale (anche se non potevano dichiararlo) di Tajani e Occhiuto) era quello di far conoscere il territorio dello Stretto e da lì far partire l’attenzione a tutta la regione, sia sul piano della cultura e delle bellezze paesaggistiche (che contano molto come attrattore turistico) sia su quello, non meno rilevante delle attività produttive. Infatti, il B7 (B sta per business) che, prima del G7 ha tenuto a Reggio un’affollata sessione è servito a presentare alle delegazioni ospiti del G7 la grande capacità di intrapresa dei nostri imprenditori. Là dove emergono competenza, capacità e la determinazione tipica dei calabresi che quando si impuntano riescono negli obiettivi prefissati. L’incontro, ricordiamo, non riguardava solo i sette “Grandi” ma anche altri Paesi invitati.

È bene ricordarli tutti : India, Australia, Brasile, Turchia, Kenia, Cile, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Vietnam. Non c’era la Cina («è un nostro competitor» – ha voluto sottolineare il ministro Tajani), ma chiusa l’esperienza non positiva della Via della Seta si possono trovare per il futuro sicuramente importanti punti di confronto).

Per la Calabria, dunque, è una vittoria a tutto tondo: i delegati sono rimasti ammaliati e sbalorditi dal fantastico spettacolo che si gode dal Castello di Alta Fiumara sullo Stretto e non avevano ancora raggiunto con le navette il Museo dei Bronzi: un viaggio lungo la Statale 18 che ha lasciato senza fiato chiunque non conoscesse lo Stretto e il suo incanto visto dalle coste calabresi. Un’emozione in più, in attesa di restare rapiti dalla maestosità dei Bronzi al Museo, testimonianza “fisica” della civiltà millenaria della Magna Grecia e l’ammirazione è cresciuta propor zionalmente alla scoperta delle tantissime ricchezze che lo stesso Museo riserva al visitatore.

Non solo dichiarazioni programmatiche e impegni sottoscritti, il G7 del Commercio mondiale è servito ad alimentare nuove amicizie e relazioni, a cementare rapporti preesistenti, a creare un collegamento che non si interrompe con la chiusura del Meeting. E questo obiettivo è decisamente stato raggiunto.

I documenti firmati esprimono la soddisfazione dei partecipanti di aver fatto un buon lavoro, gettando le basi per rafforzare il sistema multilaterale del commercio, che poi è alla base di qualsiasi idea di sviluppo sia per i Paesi industrializzati che per quelli emergenti.

Il nodo cruciale di questi incontri è rappresentato dalla diffidenza con cui – abitualmente – i delegati affrontano l’obiettivo di un risultato comune, in nome di equilibri mondiali da mantenere o da ripristinare. Una diffidenza che a Santa Trada di Villa San Giovanni pare si sia dissolta in un attimo, complice anche l’atmosfera da sogno che la location è stata in grado di offrire. E non per niente, il ministro degli Esteri giapponese Yōko Kamikawa, affacciato dal terrazzo di Santa Trada che domina lo Stretto, ha lasciato trapelare – tramite la sua portavoce Mariko Kaneko, intervistata da StrettoWeb – che c’è una grande possibilità di collaborazione delle aziende giapponesi nel contesto del progetto del Ponte (ovviamente il Governo giapponese non può parlare a nome delle aziende), ma è un’indicazione importante delle partnership internazionali che il Ponte potrà trovare.

Quale migliore opportunità, quindi, per la Calabria, di costruire nuove importanti e prestigiose relazioni dirette, con Paesi in grado di sostenere e promuovere scambi non solo commerciali nell’import-export, ma anche valorizzare relazioni industriali e puntare a reciproche occasioni di interscambio.

Basti solo pensare al turismo: per due giorni gli occhi del mondo sono stati puntati sullo Stretto, sul G7 di Santa Trada, che non ha certamente suscitato le emozioni dello straordinario funambolo estone Jaan Roose che ha attraversato lo Stretto su un filo di resina di appena due centimetri, ma ha stimolato suggestioni di grande respiro per la straordinaria bellezza dell’area dello Stretto. Suggestioni che saranno riportate in patria, crediamo con grande enfasi. Tutti i delegati hanno espresso positive reazioni che i nostri governanti –regionali e nazionali – dovranno portare a profitto per la Calabria e il suo futuro sviluppo turistico e commerciale.

Da questa esperienza si capisce che è fondamentale creare le basi per la realizzazione di centri congressi (il cui turismo porta grande ricchezza al territorio) e allargare la ricettività che risulta molto debole se si gioca la carta dell’attrazione: c’è il turismo religioso (importantissimo e mal gestito, con numeri che potrebbero sbalordire), quello artistico-culturale (e non mancano certo tesori di grandissima attrattiva), quello dell’escursionismo e del cicloturismo (non dimentichiamo i tre parchi nazionali che la Calabria può vantare: Pollino, Sila e Aspromonte) oltre naturalmente a quello balneare o degli amanti della montagna.

Il problema numero uno, però, rimane la mobilità: manca un piano strutturale per le vie di comunicazione. Ci sono intere zone della Calabria impossibili da raggiungere con tempi “umani” e degli del terzo millennio. Le infrastrutture viarie sono alla base di qualsivoglia idea di turismo si intenda sviluppare. Il nuovo assessore Giovanni Calabrese avrà da lavorare parecchio e non solo sul piano della promozione dell’offerta turistica, ma dovrà batterei pugni in Regione perché si sviluppi una rete stradale in grado di sostenere la domanda di turismo. Diversamente, ci ritroveremo, come al solito, in una situazione che non smetto mai di rimarcare: la Calabria è un grande negozio ricco d’ogni ben di dio e per qualunque esigenza, solo che ha le saracinesche abbassate. In questo caso devo, per completezza, aggiungere che il “negozio Calabria” è anche troppo spesso irraggiungibile.

Servono sì guide competenti (e abbiamo fior di laureati che non chiedono altro di poter raccontare il territorio ai forestieri e ospiti) ma è necessario immaginare (e creare) una rete di collegamenti strutturali che consentano di visitare in lungo e in largo ogni angolo suggestivo della Calabria (cioè l’intero territorio).

Abbiamo un set cinematografico naturale che risulta incantevole non solo per le produzioni che – meritoriamente – la Calabria Film Commission attrae), ma per chiunque viene a scoprire questa terra.

Chi viene in Calabria se ne innamora, spesso perdutamente, e questo i governanti lo devono tenere a mente. Ma qualsiasi amore, se non ricambiato, si deteriora e finisce.

Aspettiamo i turisti, ma dobbiamo offrire loro tutte le commodities necessarie, aggiustiamo le strade, teniamo pulite le città, valorizziamo i borghi, offriamo accoglienza e ospitalità, come tutti i calabresi hanno nel dna. Ma non è impresa facile, nè veloce: serve visione.Quella che fino a qualche anno fa era assente e che il Presidente Roberto Occhiuto sta mostrando di avere. Offriamo un nostro suggerimento gratuito: dia molta attenzione alla reputazione. Il turista che riparte felice è un traino per nuovi ospiti. Le maldicenze e gli stereotipi sulla Calabria “brigante e mafiosa” sono in via di sparizione – grazie al cielo – ma serve giocare sugli affetti e le sensazioni.

C’è una conferma in tutto ciò: l’amministratore delegato di RyanAir si è innamorato della Calabria e sta investendo sui nostri aeroporti: è bastata una visita a Scilla ed è scoccata la scintilla della passione. La Calabria è in grado di ripetere all’infinito questa emozione, ma serve determinazione e professionalità tra chi governa e gli operatori turistici, affiancata da una grande campagna di comunicazione che non può essere fatta con gadget da pochi spicci da regalare alle fiere del turismo che si fanno nel mondo. (s)

Dal G7 di Villa San Giovanni la “Dichiarazione della Calabria”

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Dal G7 di Villa San Giovanni è partita quella che il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha definito «dichiarazione della Calabria», un testo politico «in cui riassumere lo spirito e la sostanza del nostro lavoro e delineare la visione di un commercio internazionale sempre più aperto, libero e sicuro, paritario, motore di crescita, benessere e pace, l’impegno per favorire il commercio internazionale». È partita così la riunione dei ministri del G7 del Commercio, con Tajani che, nel suo discorso di apertura, ha ribadito come «le libertà di scambio, di commercio, di navigazione sono fondamentali per il commercio e la crescita globale».

«Vogliamo assicurare la parità di condizioni per le imprese sui mercati globali. È necessario assicurare un campo di gioco equo e regole condivise per permettere alle nostre imprese di competere alla pari in ogni mercato», ha detto il vicepremier, sottolineando come «ci impegneremo sul tema chiave della sostenibilità ambientale nel commercio. Temi che abbiamo portato alla Cop ad Abu Dhabi, e che porteremo alla prossima Cop a novembre in Azerbaigian».

E ancora: «vogliamo rendere ancora più solidi e sicuri i nostri sistemi economici, anche di fronte a shock come le guerre in Ucraina e Medio Oriente, e le tensioni nel Mar Rosso, affrontando insieme sfide globali come l’intelligenza artificiale. Le nostre discussioni confluiranno in una dichiarazione conclusiva forte, il sigillo di un G7 Commercio che è solo alla sua terza edizione, ma che crediamo debba essere una componente fondamentale di ogni Presidenza».

«Il commercio può diventare sempre di più uno strumento di dialogo globale» e proprio dal G7 «può partire un messaggio di pace e dialogo. Ci impegneremo sulla questione fondamentale della sostenibilità ambientale del commercio. Vogliamo rendere più sicuri i nostri sistemi economici».

«La Calabria è una terra piena di cultura, culla della Magna Graecia, e ricca di tesori. Ma è una Regione molto importante per gli asset logistici che riguardano gli scambi commerciali», ha detto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nel suo messaggio di benvenuto prima dell’inizio dei lavori.

«Ha il primo porto in Italia per transhipment, il porto di Gioia Tauro – ha ricordato – uno dei più significativi hub in termini di traffico nel Mediterraneo: un’area che conta solo l’1% della superficie dei mari del mondo, che però rappresenta il 20% del traffico marittimo internazionale, il 30% del traffico petrolifero, e il 27% di servizi di linea container».

«Quindi un mare straordinariamente importante per il commercio internazionale – ha aggiunto – e il porto di Gioia Tauro gode di una posizione strategica rispetto ai principali corridoi delle rotte intercontinentali che attraversano il Mediterraneo lungo l’asse Suez-Gibilterra. Gioia Tauro è collegato con 60 porti di questo bacino e 120 porti nel mondo. Le rotte principali sono verso l’Europa, il Medio Oriente, l’Asia e l’Africa».

«Ma il Porto di Gioia Tauro – ha proseguito — è anche un’infrastruttura con caratteristiche uniche perché ha il porto-canale più grande d’Europa, con un grande retroporto di oltre 200 ettari che potrebbe accogliere insediamenti industriali e attività che volessero giovarsi della logistica presente».

«È un porto, inoltre – ha continuato – in costante crescita: si pensi che nel 2023 sono state movimentate merci per 45 milioni di tonnellate. Parliamo quindi di un asset logistico di primaria importanza per il Mediterraneo, importante per la Calabria, per l’Italia e le regioni che si affacciano su questo bacino».

E proprio al Porto di Gioia Tauro,  quello che il ministro Tajani ha definito il «principale porto italiano e piattaforma logistica al centro del Mediterraneo», vi è stata una visita dei ministri del G7, che sono stati accolti dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli.

Lungo le banchine dello scalo portuale, il presidente Andrea Agostinelli, alla presenza, tra gli altri, di Tajani, del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e dei massimi rappresentanti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e della Protezione Civile, si è soffermato sulle caratteristiche infrastrutturali dello scalo portuale, evidenziando la sempre maggiore crescita dei suoi traffici, che registrano un aumento del 13,7% nei primi sei mesi del 2024, nonostante le conseguenze della direttiva europea Ets, che penalizza gli stessi porti mediterranei destinati al ”transhipment”, ed alla nota crisi dei traffici marittimi dovuta alla situazione geopolitica del Mar Rosso. 

A tale proposito ha evidenziato il ruolo dei due Terminalisti – Med Center Container Terminal e Automar spa – e dei rispettivi armatori MSC e Grimaldi Lines, che continuano a individuare lo scalo portuale di Gioia Tauro quale porto di riferimento. 

Il presidente Andrea Agostinelli ha, quindi, concluso il suo intervento manifestando la sua piena soddisfazione per avere cooperato all’iniziativa umanitaria “Food for Gaza” attraverso la concessione dello scanner mobile del porto di Gioia Tauro. 

Al G7, inoltre, è stato presentato il progetto del Ponte sullo Stretto, «un modo – ha sottolineato Tajani – per ribadire che incrementare il commercio è nel nostro interesse italiano e noi diplomatici siamo i primi ambasciatori della crescita italiana nel mondo».

Alla Riunione, infatti, c’è stato anche Pietro Ciucci, amministratore delegato della Società Stretto di Messina Spa, che ha sottolineato come «il Ponte sullo Stretto di Messina è un’alternativa per rafforzare il sistema dei trasporti in Calabria».

Il Ponte, come detto anche dallo stesso Tajani, «sarà una meraviglia di ingegneria che metterà questa regione al centro delle grandi rotte logistiche mondiali».

Il ministro Tajani, inoltre, ha aperto i lavori del Vertice B7 di Confindustria alla Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria. Un evento a margine del G7 del Commercio che ha visto la partecipazione di Emma Marcegaglia, presidente del B7 Italia.

«Stiamo lavorando come gruppo B7 e abbiamo già consegnato il 17 maggio al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, le raccomandazioni delle industrie G7. La dignità, i diritti umani, la sicurezza sono minacciati e i mercati aperti sono in pericolo», ha detto Marcegaglia, sottolineando come sia «urgente migliorare la nostra competitività e soprattutto ridurre con urgenza il divario competitivo».

«Reggio Calabria in questi giorni è capitale del commercio, dell’industria e, più in generale, dell’economia. Per noi si tratta di un fattore essenziale perché questa due giorni ci consente di mettere in vetrina non soltanto le bellezze del nostro territorio, ma le eccellenze dal punto di vista industriale, economico e commerciale. Quindi avere l’orgoglio di mostrare a tutto il mondo di quanto è capace il nostro territorio in termini imprenditoriali», ha detto il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, presente all’evento.

«Per i nostri imprenditori è un’occasione per aumentare gli scambi commerciali. Credo che certi momenti servano soprattutto a questo – ha aggiunto il primo cittadino – e che gli effetti si vedano a lungo termine, cioè quanto, successivamente al G7 e al B7, avremo modo di continuare a tenere alta l’attenzione sul nostro territorio e sulla nostra Regione».

«C’è una nuova stagione – ha concluso – anche sotto il profilo degli investimenti, una nuova cultura anche per i nostri imprenditori per relazionarsi a livello internazionale e non lasciarsi sfuggire opportunità importanti. Come in questo caso. Sono convinto che, sotto la guida del presidente Domenico Vecchio e di tutte le altre istituzioni presenti a partire dal ministro Tajani, Reggio Calabria non si farà sfuggire questa occasione». (ams)

GLI OCCHI DEL MONDO CHE PRODUCE
PER DUE GIORNI PUNTATI SULLA CALABRIA

di SANTO STRATI – Per due giorni gli occhi del mondo produttivo e del commercio saranno tutti puntati sulla Calabria, nell’incantevole Castello di Santa Trada, a Villa San Giovanni, dove si svolge il G7 Trade, ovvero quello dedicato al commercio mondiale.

Al di là degli specifici obiettivi della due giorni di incontri tra le delegazione dei 7 Grandi e i tanti altri Paesi invitati a partecipare, c’è da considerare la grande occasione che si profila per la nostra terra. Ovvero, sfruttare questa nuova vetrina di risonanza mondiale (la prima ce l’ha offerta la titanica impresa di Jaan Roose in equilibrio su un filo sullo Stretto: un miliardo di spettatori!) per creare opportunità di ricostruire la reputazione, macchiata da anni di gratuite insolenze e insinuazioni. Il mondo deve scoprire la Calabria attraverso queste iniziative, perché mentre si discute di affari, l’occhio può spaziare tra lo splendore dei paesaggi, la maestosità dei Bronzi e l’incanto dello Stretto. È un’occasione che non va persa, perché la due giorni di Santa Trada sia una sorta di prova generale di come si possa mostrare al mondo che la Calabria, oltre a essere una terra, fiera, può offrire offre mille attrazioni, non solo turistiche. Servono investimenti e la creazione di nuove opportunità di occupazione, ma non soltanto nell’ambito della cultura e del turismo che sono un attrattore straordinario e inimitabile, ma anche per il segmento produttivo, scientifico e tecnologico: ci sono tre Atenei che sfiorano l’eccellenza e sono in grado ospitare studenti di tutto il mondo.  E le nostre aziende cercano sbocchi di export anche oltre che nell’agroalimentare.

Benvenuto in Calabria, Mondo!  (s)

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Antonio Tajani: «La Calabria e il Sud saranno per due giorni la capitale economica mondiale»

«In questi due giorni porteremo a Villa San Giovanni e Reggio Calabria i Ministri del G7 e dei Paesi ospiti che insieme rappresentano il 54% del Pil mondiale: la Calabria e il Sud Italia saranno per due giorni la capitale economica mondiale». È quanto ha dichiarato Antonio Tajani, Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in occasione della riunione dei Ministri del Commercio del G7 che si apre questa mattina a Villa San Giovanni.

«Sono quattro – ha spiegato – i temi centrali che affronteremo, cruciali per il futuro delle nostre economie: rafforzare il sistema commerciale multilaterale attraverso la riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC); assicurare la parità di condizioni sui mercati globali; incoraggiare la sostenibilità ambientale nel commercio; migliorare la resilienza e la sicurezza economica. Sono i temi prioritari al centro dell’agenda della Presidenza italiana».

Oltre a tali temi, i lavori, che si svolgeranno a Villa San Giovanni, si concentreranno sulla situazione in Medio Oriente e nel Mar Rosso, arteria commerciale strategica in particolare per il nostro Paese, nonché sull’Indo-Pacifico, regione chiave per il commercio e le catene di approvvigionamento globali. Oltre ai Ministri dei Paesi G7, saranno coinvolti quelli di importanti Paesi partner come Brasile, Corea del Sud, India, Nuova Zelanda, Turchia e Vietnam, assieme alla Direttrice Generale dell’Omc e al Segretario Generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse).

I lavori inizieranno con un incontro dei Ministri del Commercio del G7 con i rappresentanti dell’Industria del G7 (B7), nel quale gli imprenditori presenteranno ai rappresentanti dei Governi la propria visione e le proprie priorità in termini di promozione della competitività e commercio equo e basato sulle regole, rafforzamento delle economie, nonché delle catene globali di fornitura a fronte della crescente instabilità geopolitica e massimizzazione dei benefici dell’Intelligenza Artificiale.

Nel corso della Ministeriale, i Ministri del G7 si recheranno al Porto di Gioia Tauro, primo porto italiano per traffico merci, dove verrà presentata l’iniziativa umanitaria italiana “Food for Gaza”. Verrà in particolare presentato uno scanner come quello recentemente partito per Cipro per potenziare e rendere più celeri i controlli di sicurezza dei container con aiuti umanitari che, tramite il corridoio umanitario marittimo incentrato sull’isola, vengono destinati a Gaza.

Domani, mercoledì 17 luglio, al termine dei lavori, si terrà la conferenza stampa conclusiva del Ministro Tajani. (rrm)