Pronto estate 2023 dedicate a “Costa degli Dei” e “Costa Viola”

Sono tre le principali novità delle edizioni 2023 della guida turistica “Pronto Estate” (edita da Pubblicom e Meligrana Editore) sia per l’edizione vibonese (Costa degli Dei e itinerari per diverse aree di Calabria) sia per l’edizione reggina (Costa Viola e Calabria Grecanica).

La prima è l’utilizzo della carta Fsc (certificazione registrata per lo stampatore Rubbettino Print) che, per chi non lo sapesse, sta per “Forest Stewardship Council” e che è una ong internazionale senza scopo di lucro. Il Fsc ha dato vita ad un sistema di certificazione forestale riconosciuto a livello internazionale. La certificazione ha come scopo la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati. Il logo di Fsc garantisce che il prodotto è stato realizzato con materie prime derivanti da foreste correttamente gestite secondo i principi dei due principali standard: gestione forestale e catena di custodia. Lo schema di certificazione Fsc è indipendente e di parte terza. Le ispezioni infatti vengono effettuate da oltre 30 enti di certificazione in tutto il mondo. Gli enti di certificazione sono a loro volta accreditati dall’ente di accreditamento internazionale Asi (Accreditation Services International).

A giugno 2016 la superficie forestale certificata è di oltre 190 milioni di ettari distribuiti in 81 paesi e le aziende di trasformazione coinvolte dalla certificazione di “catena di custodia” sono oltre 30 000. «Questa svolta green – fanno sapere i responsabili della rivista – nonostante il difficile periodo economico, pur determinando un aumento dei costi di produzione, in un periodo in cui tutti sono a caccia di risparmiare qualcosa, ci è parsa obbligatoria poiché sono sotto gli occhi di tutti i tragici effetti dei cambiamenti climatici. Ognuno di noi, potendo, nel suo piccolo dovrebbe fare qualcosa di utile per l’ambiente e per questo non escludiamo nei prossimi anni altre iniziative ecosostenibili legate alle riviste Pronto Estate».

La seconda novità invece riguarda il restyling grafico per dare una maggiore eleganza, leggibilità e “freschezza” ai prodotti editoriali cartacei che, nonostante l’epoca della lettura digitale di massa e della crisi della carta, sono sempre più letti e richiesti non solo dai turisti, che amano in vacanza abbinare alle informazioni acquisite su smartphone quelle “tangibili”, letture più comode sotto l’ombrellone o quando si è in giro, ma anche dai partner: si pensi infatti che per l’edizione “Costa degli Dei” gli spazi pubblicitari sono andati sold-out già mesi prima della chiusura programmata. Ciò ha consentito per la stessa edizione vibonese anche l’uscita anticipata rispetto alla tempistica classica già nel maggio 2023, in concomitanza praticamente dell’apertura della stagione turistica.

“Pronto Estate Costa degli Dei” (17.000 copie) mantiene le 120 pagine, le 5 lingue (l’italiano, l’inglese, il tedesco, il francese e lo spagnolo), il costo (1 euro) e buona parte delle sue rubriche. Confermate le sezioni informative principali: dalle mappe sempre aggiornate e presentate con una veste grafica elegante e di facile comprensione, alle sezioni dedicate alle 10 cose che il turista deve fare assolutamente (e poi i migliori piatti da assaggiare, gli sport da praticare, i souvenir da acquistare e le attività per famiglie e bambini). E ancora escursioni, aziende, spiagge, luoghi e informazioni utili. Anche in merito ai contenuti però il 2023 ci regala una novità: la sezione “Experiences” in cui sono descritte le attività dove il semplice fare qualcosa vuole trasformarsi in una esperienza di vita che deve entrare dentro come un ricordo perenne.

Dopo il successo della prima edizione del 2022, invece, “Pronto Estate Costa Viola” (10.000 copie) mantiene le 80 pagine, le 3 lingue (l’italiano, l’inglese e il tedesco), il costo (1 euro) e buona parte delle sue rubriche. Anche qui sono state confermate le mappe 3D, le varie top10, i posti da visitare, le escursioni, il food, le spiagge, la sezione “Experiences” (Novità 2023) e il focus sull’area grecanica reggina.

Da qualche anno, ricordiamo, Pronto Estate è anche un portale web, che richiama il nome della guida cartacea ed è realizzato con una struttura html5 che lo rende mobile e responsive (cioè si adatta a tutti i dispositivi). Un portale dinamico, dunque, che consente di pianificare una vacanza a 360° e di tuffarsi fin nelle profondità del territorio calabrese, per conoscerlo in ogni suo angolo paradisiaco. Il portale web, raggiungibile all’indirizzo www.prontoestate.it, può essere considerato un’evoluzione della guida turistica cartacea con l’esclusiva opportunità di contattare le strutture e attività partner e richiedere le offerte con un coupon targato Pronto Estate.

Pronto Estate 2023, quindi, si conferma come una guida informativa che vuole superare la sua stessa essenza e farsi compagna di viaggio e di avventura del turista alla scoperta della nostra bellissima terra, nonostante le gravi e pesanti conseguenze della guerra russo-ucraina e della crisi inflattiva. La vision che da anni guida i creatori di Pronto Estate si rispecchia nella capacità di attivare una vera e propria rete virtuale tra sponsor, privati e pubblici, collaboratori, lettori, sostenitori, enti e associazioni che attraverso la guida e i social network (da quest’anno è attivo anche il profilo Tik-Tok) contribuiscono a far conoscere al turista-viaggiatore le bellezze calabresi, sotto tutti i punti di vista. (rvv)

IL TURISMO SOSTENIBILE IN CALABRIA È
POSSIBILE: TROPEA ESEMPIO VIRTUOSO

di FRANCESCO CANGEMI – E se da Tropea partisse una lezione utile per tutta la Calabria? Una lezione che ci racconta di un turismo sostenibile attento all’ambiente che ha, infatti, portato la perla del Tirreno vibonese ad ottenere le 5 vele che sono il massimo dell’eccellenza, per quanto riguarda la qualità e la bellezza del mare secondo Legambiente e il Touring Club italiano.

Paesaggi mozzafiato alla Calabria non mancano di certo come non mancano acque chiare e limpide (nonostante alcune zone sembrano non riuscire a superare il problema della depurazione), se a questo si uniscono provvedimenti virtuosi messi in atto dalle istituzioni allora si possono ottenere grandi risultati e grandi flussi turistici così come Tropea ci insegna.

Il riconoscimento alla cittadina vibonese è arrivato durante la presentazione nella sede nazionale di Legambiente della ventitreesima edizione de “Il mare più bello 2023”, la guida blu alle migliori località costiere di mare e di lago di Legambiente e Touring club italiano. La guida passa in rassegna oltre 400 Comuni costieri italiani premiando con il massimo riconoscimento, le Cinque vele appunto, quanti hanno saputo coniugare al meglio territori e luoghi d’eccellenza con coraggiose e innovative strategie di sviluppo sostenibili.

Sono 21 le località che hanno ottenuto il vessillo più ambito delle Cinque vele distribuite in 7 regioni. La Sardegna è risultata la regione più premiata con ben 7 località e che si posiziona al primo posto con Baunei (Nu), seguono la Toscana con 4; la Puglia e la Campania entrambe con 3 località e la Sicilia con 2. Chiudono la classifica, la Basilicata e la Calabria, new entry di quest’anno, che raggiunge la vetta con Tropea.

La Calabria torna nei posti più alti della classifica con le 5 vele di Tropea, punta di diamante della Costa degli Dei (Vv). Molto significativo il risultato di Roccella Jonica (Rc) nella Costa dei gelsomini che raggiunge le 4 vele. Numerose le località calabresi di tutte le province che raggiungono le 3 vele a partire dalle prime classificate per ogni provincia: Scilla (Rc) sulla Costa viola; Isola Capo Rizzuto (Kr) sulla Costa dei saraceni; Zambrone nella Costa degli Dei, (Vv); Badolato (Cz) Costa degli aranci e Diamante (Cs) sulla Riviera dei cedri.

Il giudizio attribuito a ciascuna località, dalle 5 vele assegnate alle migliori fino a 1 vela, è frutto di valutazioni approfondite. I parametri sono suddivisi in due principali categorie: qualità ambientale e qualità dei servizi ricettivi. La scelta degli indicatori e la loro attribuzione a differenti macroaree ha quindi tenuto conto di requisiti chiave, definiti in ambito europeo.

Tropea è considerata uno degli emblemi del turismo calabrese grazie anche al suo importante centro storico e alle sue spiagge. Il riconoscimento delle 5 vele si è basato sui concreti interventi messi in campo negli ultimi anni che hanno migliorato la qualità della vita e dei servizi e sull’attenzione posta dall’amministrazione ai temi della tutela ambientale. Tra le attività poste in essere l’adozione di diverse ordinanze e atti amministrativi da parte del Comune per la salvaguardia delle spiagge e del territorio anche in materia di rifiuti e di raccolta differenziata, il monitoraggio della qualità delle acque di balneazione e depurazione e la realizzazione di concreti interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento dell’impianto di depurazione. Ancora, sono state migliorate le condizioni di accessibilità alle spiagge da parte dei disabili con la realizzazione di stalli riservati e l’acquisto di sedie “job”, messe a disposizione gratuitamente, e realizzate misure per la mobilità sostenibile con la pianificazione e razionalizzazione degli accessi agli automezzi; inoltre è stata istituita la ztl e sono state attivate alcune ciclo stazioni di ebike sharing. Inoltre sono realizzate, anche con il contributo di Legambiente, numerose iniziative come il recupero della pineta di Tropea, la piantumazione di oltre 300 nuovi alberi e la realizzazione di una continua attività di educazione ambientale che ha visto le scuole cittadine coprotagoniste in un’azione sinergica con Legambiente e il Comune.

«La Calabria è una regione bellissima che deve guardare al proprio futuro intersecando le tematiche ambientali con lo sviluppo sociale ed economico – dichiara Anna Parretta presidente di Legambiente Calabria – Siamo lieti del risultato di Tropea che, con l’attribuzione delle 5 vele, riporta la nostra regione nella parte alta della classifica del mare più bello. Un risultato che non è un punto di arrivo, ma un incentivo per Tropea e per l’intera regione a proseguire sulla giusta direzione. Non dobbiamo però dimenticare le tante criticità calabresi a partire dalle questioni depurative ancora irrisolte, all’abusivismo edilizio, alla gestione del ciclo dei rifiuti che richiedono interventi celeri e risolutivi. Alla Regione ed alle amministrazioni locali chiediamo capacità di visione per realizzare forme di turismo ecosostenibile che si fondino sul rispetto della Natura e valorizzino le nostre spiagge, il mare, le montagne, i paesi, la grande biodiversità dei parchi e delle altre aree protette, la cultura, l’enogastronomia e la storia della nostra regione».

Apprezzamento è stato espresso anche dal locale circolo Legambiente Ricadi: «L’assegnazione delle cinque vele a Tropea – ha dichiarato Franco Saragò, presidente del circolo – è un riconoscimento per le attività svolte nel corso degli anni nel campo della sostenibilità ambientale e della qualità dei servizi. Le Cinque vele sono un punto di partenza che dovranno servire anche come ulteriore sprone all’amministrazione comunale di Tropea e agli altri comuni della Costa degli Dei, per investire sempre di più nella tutela dell’ambiente e in un turismo ecosostenibile». (fc)

L’OPINIONE / Giovanni Macrì: E ora puntiamo alla Destinazione turistica Costa degli Dei

di GIOVANNI MACRÌ Quando un’idea è vincente, le difficoltà contingenti nulla possono rispetto alla sua forza propulsiva.

Il progetto di un sodalizio capace di unire i Comuni della bellissima Costa degli Dei, tratteggiato con audacia dal senatore Giuseppe Mangialavori fin dal 2018, a tanti sembrava un’utopia ma il sogno, nonostante la complessità degli eventi che lo hanno frenato, prima tra tutti la prematura scomparsa dellaPresidente Jole Santelli  è diventato realtà dando il via ad un percorso che non potrà non essere foriero di benessere condiviso. 

Il Consorzio Costa degli Dei sfata il pregiudizio dell’individualismo calabro quale tratto distintivo della nostra terra, causa di arretratezza culturale oltre che economica e già questo non é poco. Un plauso sentito, quindi, al senatore Mangialavoriche ha scommesso, vincendo, sulla capacità dei Comuni costieri del Vibonese di fare squadra per costruire un progetto unitario di crescita turistica e umana. 

Pizzo, Vibo, Briatico, Zambrone, Parghelia, Tropea, Ricadi, Joppolo e Nicotera congiuntamente punteranno alla valorizzazione di quel meraviglioso tratto di terra calabrese che il compianto on.le Domenico Romano Carratelli definì Costa degli Dei, a sottolinearne la divina magnificenza, e l’evoluzione della fascia costiera coinvolgerà automaticamente l’entroterra fino a consegnare al viaggiatore una vasta mappa ricca di tesori da scoprire, esplorare ed amare. 

Un grazie sentito va anche a tutte le altre personalità politiche che hanno contribuito, col proprio impegno e con tanta passione, a realizzare questa fantastica conquista, dai Consiglieri Regionali, della passata legislatura, Vito Pitaro e Filippo Pietropaolo, che hanno dato forma e condotto a compimento il percorso che ha istituito il consorzio, agli attuali Consiglieri Michele Comito Giovanni Arruzzolo che hanno sostenuto gli emendamenti mirati a consentirgli di procedere nel segno dell’operatività e della massima efficienza.

Grazie, ovviamente, al Presidente Roberto Occhiuto che, con la sua guida oculata e attenta, valorizzerà al massimo quest’organismo d’avanguardia che racchiude in sé un potenziale propulsivo enorme.

Ora l’importante partita passa nelle mani dei Comuni associati: siamo noi a dover cogliere fino in fondo e a dover condividere lo spirito che ha guidato la nascita di quest’importante realtà: un sodalizio che mira a promuovere lo spirito di collaborazione e la concertazione di strategie e atteggiamenti per raggiungere ambiziose mete di progresso comune e di benessere diffuso. 

Con convinzione e fiducia auguro che lo slogan del consorzio sia semplicemente e ambiziosamente “Insieme” perché dall’unione di energie e di intenti, di passione ed entusiasmo, di impegno e amore per il nostro luogo certamente nasceranno risultati eccellenti, in primis la creazione di una vera destinazione turistica Costa degli Dei. (gm)

 

LO STRETTO E I “MEDITERRANEI INVISIBILI”
CULTURA È SUGGESTIONE D’UN TRAMONTO

di SANTO STRATI – Si può fare una proposta di legge per salvaguardare un tramonto? Sì, si può, soprattutto se il tramonto riguarda Stromboli ma coinvolge la Costa degli Dei: un fenomeno che si ripete solo quattro giorni all’anno (il 26-27-28-29 agosto) e si osserva dal lato calabrese del Tirreno. La cultura, quella che salverà la nostra Calabria, è anche nella bellezza di un tramonto, che, osservato dalla costa calabrese, fa vedere il sole “inghiottito” dal cratere. In realtà, la proposta di istituzionalizzare questo tramonto (a firma di Vittorio Sgarbi) è venuta fuori in un ambito ben più significativo, durante il bell’incontro sui “Mediterranei invisibili” e lo Stretto promosso dall’architetto Alfonso Femia, originario di Taurianova e oggi archistar mondiale, che ha lanciato già da alcuni anni l’idea di una Biennale che unisca le due sponde. Lo Stretto come pretesto e motivazione per un’operazione culturale di altissimo prestigio e livello: un’idea che è piaciuta molto a Sgarbi, il quale si è prodigato a far ospitare il convegno nell’esclusiva Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto (dove ha sede, tra l’altro, la Commissione Antimafia della Camera dei Deputati), coinvolgendo il ministro del Turismo Massimo Garavaglia. L’incontro a Sam Macuto è stato quindi l’occasione per mettere insieme con un parterre di relatori di grande rilievo (Francesca Moraci dei UniMediterranea, il direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria Carmelo Malacrino, Patrizia Giancotti antropologa dell’Accademia di Belle Arti di Reggio, Maria Fedele, assessore Turismo del Comune di Taurianova e il ministro Garavaglia, moderati da una brillante Francesca Agostino che è anche una delle animatrici del progetto sul Tramonto di Stromboli). È stato un incontro che dovrebbe avere molti seguiti: parlare del territorio, delle sue potenzialità soprattutto alle nuove generazioni, significa non solo aprire alla curiosità e stuzzicare l’interesse di giovani e future risorse, ma anche tracciare marcatori di sviluppo. Sgarbi che ha confessato di annoiarsi abitualmente ai convegni ha voluto sottolineare di aver trovato, invece qui, molti motivi di coinvolgimento: lo Stretto rappresenta – ha detto –  la civiltà e la cultura europea che, cominciando a Vienna, a Londra, prima di arrivare nel nuovo continente finisce in Sicilia. L’idea di una Biennale dello Stretto può diventare il luogo che testimonia le tante cose che lì vengono create e non hanno modo di farsi conoscere. Ci sono tanti eventi al Nord (si pensi a Venezia, alla Triennale di Milano), al Meridione nulla». Per questo, questo tipo di incontri può essere da stimolo per individuare risorse che mandino avanti un progetto grandioso come una esposizione internazionale che emuli al Sud la Biennale di Venezia.

Intanto, in attesa del Ponte (in ferro, se mai si farà), l’idea di costruire un ponte ideale tra Sicilia e Calabria è suggestiva e vede protagonista lo Stretto di Messina nella proposizione di una Biennale (sul modello veneziano) che va a sconfinare al Sud. L’obiettivo – sostiene l’architetto Femia – è di conoscenza e di coscienza per arrivare alla consapevolezza: lo Stretto come omphalos di cultura e civiltà. Il progetto è stato avviato da tempo: «Il percorso che ci porta qui – ha detto Femia – è nato quattro anni fa: un team di architetti, artisti, fotografi, giornalisti ha esplorato i luoghi e gli aspetti più invisibili del Mediterraneo. Attraverso le direttrici geografiche individuate per ogni viaggio è stata costruita una mappa con riferimenti essenziali (infrastrutture, paesaggio, ambiente urbanizzato) su cui orientare le risorse e sviluppare in termini progettuali iniziative e interventi».

Se come dice Sgarbi al di sotto di Napoli c’è un’altra realtà anche in campo artistico, allora l’idea di una Biennale dello Stretto assume un ulteriore significato tutt’altro che divisivo: significa coinvolgere città e borghi in una ricerca che vuole esaltare il territorio e le sue specificità, oltre a persone e personalità artistiche in grado di lasciare un segno distintivo. Un racconto del territorio che diventa bene comune, dove – afferma Femia – «arte, architettura e politica possono cooperare per una crescita collettiva dei luoghi. La Biennale chiama a raccolta l’immaginazione, la progettualità, la ricchezza intellettuale del territorio». Sono stati indagati l’Area Grecanica con Amendolìa e Gallicianò, la Costa Viola, Rosarno, Scilla, Gerace per arrivare fino a Messina dove risaltano antiche fortificazioni passando dalla Rada di San Francesco, l’area portuale di Tremestieri, la passeggiata a mare della Batteria Masotto.

«Il progetto – secondo l’arch. Femia – è il primo passo nella direzione di sinergie e collaborazioni tra cittadini, istituzioni e amministrazioni. Mutando lo sguardo, lo Stretto, storicamente letto come divisivo tra Messina e Reggio, tra Calabria e Sicilia, diventa connessione che unisce i territori». È un luogo straordinario il Mediterraneo e l’idea di sconfinare a Sud acquista il sapore non di una provocazione, quanto dell’acquisita consapevolezza che il territorio racchiude una forza e una ricchezza ai più sconosciute. Ma Femia non parla al singolare, semmai allarga il campo, guarda ai Mediterranei Invisibili: «Viviamo una società che è figlia negli ultimi venti-trent’anni della schiavitù della velocità e abbiamo volto lo sguardo a oriente e ad altri mondi dimenticando, invece, questo luogo che è molto più ampio di come può sembrare e che può ancora ci può insegnare tantissimo, il Mediterraneo. E dalla nostra riflessione nasce l’esigenza di guardare al plurale, i Mediterranei, per indicare il luogo più importante, storico nei millenni dell’umanità, che ci ha raccontato la storia del mondo a tutti i livelli, artistici, economici, sociali, culturali, politici. Abbiamo coinvolto più di 80 artisti, scrittori, giornalisti, architetti, designer, fotografi per rispondere e reagire emotivamente quasi emotivamente a questa duplice riflessione». Il progetto è stato presentato alla Biennale di Venezia nel 2018 e successivamente a Città della Pieve per dare centralità all’idea per poi decidere che il luogo più significativo dove concentrare questa ricerca fosse lo Stretto.

«Avevo aperto un dialogo sulla sensibilità attraverso la proposizione dei Mediterranei invisibili, motivato dalla necessità di non volgere lo sguardo altrove: lo Stretto, alla fine, è diventato il baricentro di questa ricerca, è il magnete del Mediterraneo. Oggi che siamo tutti connessi è facile costruire un percorso che metta in gioco il tempo: per tre-quattro anni abbiamo scandagliato, anche emotivamente, le coste dello Stretto, tra Reggio e Messina intuendo la potenzialità dello Stretto come laboratorio permanente. Il viaggio come strumento di dialogo. Due parole racchiudono il senso di questo progetto: responsabilità, nell’azione presente, e generosità nel rapporto col futuro di ogni nostra azione. E la cultura come motore operativo è l’elemento più straordinario che oggi si possa immaginare».

Dunque, il progetto della Biennale dello Stretto può divenire il punto di raccolta della centralità del Mediterraneo tra arte, cultura e interscambio di conoscenze con i popoli che vivono il Mediterraneo in quanto si affacciano su di esso. E il Mediterraneo, anche dal punto di vista della crescita e sviluppo della Calabria, trova, per esempio, con il Porto di Gioia Tauro un ruolo di centralità che lo pone come motore e propulsore di iniziative economiche che fanno da preludio a interventi di natura sociale sul territorio. Lo Stretto è importante ma nessuno le mette al centro del dibattito politico e culturale. L’iniziativa di Alfonso Femia, dunque, merita attenzione e sostegno da una parte e dall’altra dello Stretto, perché come – sottolineato la prof. Francesca Moraci – «va condiviso il percorso di un codice di futuro diverso qui nell’area dello Stretto, dove la diversità riesce a fare sistema» e il territorio magico di entrambe le sponde è il respiro del Mediterraneo che rigenera la relazione in un mare che divide e unisce. E a supporto di tale progetto, anche il meraviglioso tramonto stromboliano (da osservare dalla Calabria), diventa un’ulteriore suggestione e un contributo ad attrarre attenzione sul territorio. Ricco, importante, ancora tutto da scoprire e valorizzare. (s)

 

TROPEA – La mostra “Scogli degli Dei” di Colloca

26 ottobre 2018 – Interessante la mostra fotografica di Giancarlo Colloca, “Scogli degli Dei – Sulla cresta dell’ombra”, in esposizione al Marina Yachting Club del Porto di Tropea.
Si tratta di una serie di fotografie in bianco e in nero scattate lungo la Costa degli Dei tra il 2012 e il 2018.
Le silhouette degli scogli si fondono con quelle delle figure umane che talvolta affiorano sulla cresta dell’ombra. Uomo e pietra sono ritratti fusi in un’unica forma scura, solida e viva, mentre cielo e mare si confondono nella luce opposta.
Nell’essenzialità dei dualismi primordiali e degli estremi contrasti tra Bianco-Nero, Luce-Ombra, Cielo-Terra, Bene-Male, gli umani appaiono come minuti effimeri esseri di frontiera. Eppure, impressi nell’istantanea simbiosi con la roccia, sembrano poter riappropriarsi dell’eredità della natura, riscoprire le antiche verità della pietra, tornare a sentirsi figli della roccia, del mare.
Uomini degli scogli. E gli scogli, solennemente, Scogli degli Dei.
La mostra si potrà visitare fino al 1 dicembre. (rvv)