DEPURAZIONE IN CALABRIA, NON CI SIAMO
BEN 11 PUNTI SONO OLTRE I LIMITI DI LEGGE

La Calabria sul filo del rasoio per la qualità delle acque che sono irrimediabilmente inquinate. Dei 21 campioni d’acqua prelevati da Goletta Verde di Legambiente, 11 campioni sono risultati oltre i limiti di legge. È quanto è emerso dalla presentazione dei risultati raccolti avvenuta a Catanzaro, in cui è stato evidenziato che di questi 11, tutti alle foci dei fiumi, di cui 10 risultati fortemente inquinati e 1 inquinato. 

A prendere parte all’incontro vi sono stati Andrea Dominijanni, presidente Circolo Legambiente Catanzaro; Alice De Marco, portavoce Goletta Verde; Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria; Caterina Cristofaro, direttrice Legambiente Calabria; Domenico Pappaterra, direttore generale ARPACAL; Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro; Giusi Iemma, vicesindaco di Catanzaro; Maurizio ArcidiaconoResponsabile CONOU Coordinamento Area Nord-Ovest; Salvatore Siviglia, Dirigente Dipartimento Tutela Ambiente della Regione Calabria.

Quello che è emerso dal rapporto di Goletta Verde, dunque, è una Calabria divisa in due, dove da una parte c’è un mare “malato”, dall’altra, uno pulito che è una gioia non solo per i calabresi, ma anche per i turisti.

Alla luce di ciò, è alquanto evidente che «la depurazione rimane il problema principale che mina la qualità delle acque e del turismo in Calabria – ha rilevato Legambiente –. Non è un caso se tutti i punti giudicati oltre i limiti di legge ricadono presso 11 delle 12 foci campionate. L’89% degli “agglomerati” calabresi (circa 188) è sotto infrazione comunitaria e circa i due terzi della popolazione sono serviti da impianti di depurazione non più al passo con i tempi».

Andando nel dettaglio, è stato rilevato che «6 cUn pampioni sono stati prelevati rispettivamente lungo la costa nella provincia di Reggio Calabria e 6 a Cosenza, 5 in quella di Vibo Valentia, 3 in quella di Catanzaro e 1 di Crotone».

Complessivamente 11 i risultati oltre i limiti di legge secondo il giudizio di Goletta verde, tutti alle foci dei fiumi, di cui 10 risultati Fortemente inquinati e 1 Inquinato. Si tratta del punto presso la foce del canale sulla spiaggia a destra del Castello nel comune di Isola di Capo Rizzuto, località le Castella (KR); il punto tra Montepaone lido e Soverato (CZ), alla foce del fosso Beltrame.

Il punto presso la foce del torrente Caserta presso il lido comunale di Reggio Calabria; a Bagnara Calabra (RC), presso la foce del torrente in prossimità del campo sportivo; la foce del fiume Petrace a Gioia Tauro (RC); la foce del fiume Mesima a San Ferdinando (RC); a Ricadi (VV), in località Torre Ruffa la foce del torrente Ruffa; a Briatico (VV), alla spiaggia della torretta, la foce del torrente Murria; a Pizzo (VV), la foce del fiume Angitola; a Catanzaro Lido, nel comune di Catanzaro, la foce del fiume Corace. Il punto risultato inquinato, invece, è quello tra il comune di Gizzeria (CZ) e Lamezia Terme, in località Marinella/Gizzeria Lido, presso la foce del torrente Spilinga.

«Dai monitoraggi effettuati nell’ambito della Campagna Goletta Verde – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – risulta che la situazione delle acque calabresi non è migliorata rispetto allo scorso anno anzi risulta un lieve peggioramento. È paradossale che alcuni dei punti risultati fortemente inquinati presentino da anni, se non da decenni, le medesime problematiche».

«Negli ultimi mesi – ha aggiunto – la Regione Calabria ha compiuto passi in avanti, ad esempio, sulla gestione dei fanghi di depurazione le cui anomalie la nostra associazione ha sempre denunciato. Anche l’azione della Magistratura è stata incisiva e meritoria e speriamo conduca alla punizione dei colpevoli per come consentito dalla legge n. 68/2015 sugli eco-reati. Tuttavia, vista la grave situazione del sistema depurativo calabrese ed il verificarsi dei troppi sversamenti illegali si tratta di progressi insufficienti».

«È prioritario ed estremamente urgente che tutte le Amministrazioni competenti effettuino controlli rigorosi e continui sul territorio ed intervengano celermente per risolvere le criticità a tutela dell’ambiente, della salute ed a salvaguardia dell’economia della Regione – ha evidenziato –. In Calabria verranno assegnati 24,7 milioni di euro dai fondi del Pnrr destinati alla depurazione (su un totale di 600 milioni a livello nazionale), speriamo che anche grazie a questi fondi si potrà cambiare passo per permettere l’adeguamento impiantistico ove presente, il collettamento fognario e un adeguato trattamento delle acque dove invece ancora manca».

«Goletta Verde, ancora una volta – ha detto Alice De Marco, portavoce Goletta Verde – intende denunciare la mala depurazione come problema cardine dello stato d’acqua della nostra Nazione. L’89% degli agglomerati calabresi è sotto infrazione comunitaria e due terzi della popolazione sono serviti da impianti di depurazione ormai obsoleti».

«La gravità della situazione – ha concluso – non può più aspettare e tutti siamo chiamati a denunciare tale questione prioritariamente per la Calabria, ma, in generale, per tutte le coste italiane. Confidiamo nelle amministrazioni locali e nazionali e nei fondi europei per l’adeguamento di cui c’è bisogno».

Il direttore Pappaterra, ha parlato di «un lavoro complementare e non sostitutivo rispetto a quello svolto da Arpacal», in quanto sovrapponendo i dati e le criticità elencate dall’associazione ambientalista con i dati della campagna di monitoraggio Arpacal non si può non notare che le zone critiche sono spesso coincidenti; va inoltre ricordato che degli 11 punti inquinati o fortemente inquinati presentati da Legambiente quasi tutti si trovano alle foci dei fiumi dove per legge è vietata la balneazione.

«Dai dati in nostro possesso – ha proseguito il dg Pappaterra – il 94% delle acque analizzate è in qualità eccellente e solo il 3% in qualità scarsa»;  questi numeri ci restituiscono una fotografia di una regione dalle potenzialità spesso inespresse e che ha i propri punti deboli nel sistema depurativo ma anche negli scarichi illegali di aziende agricole o industriali, villaggi turistici e proprietà private.

Proprio questa approfondita conoscenza delle criticità e grazie alle iniziative di alcune Procure e associazioni, dalla sinergia con l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Capitaneria di Porto e dalla determinazione del Presidente della Regione del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, si è potuta creare, già nell’inverno scorso, una task force per il mare che sta operando sul mar Tirreno nel tratto compreso tra Tortora e Nicotera permettendo un netto miglioramento dei parametri rispetto al passato.

«Certo il lavoro da fare è ancora tanto – ha concluso Pappaterra – ma facendo nostro lo slogan della campagna di Goletta Verde 2022 “non ci fermeremo mai” vogliamo perseguire come obiettivo la diminuzione degli illeciti ambientali al fine di custodire e conservare la biodiversità in Calabria e poter usufruire al 100% di un mare pulito e cristallino». (rrm)

De Bartolo (Idm): Bene metodo Occhiuto su depurazione e tolleranza zero

Emilio De Bartolo, segretario regionale di Italia del Meridione, ha dichiarato che, come Italia del Meridione, «condividiamo il metodo Occhiuto sulla depurazione, basato da una parte sulla sinergia istituzionale con i Sindaci dei Comuni interessati, finalizzata all’efficientamento dei depuratori esistenti e quindi sullo smaltimento dei fanghi prodotti e dall’altra sulla tolleranza zero nei confronti di chi aggira le regole».

«E anche l’ultima ordinanza riferita, per esempio – ha aggiunto – ai controlli disposti sulle attività degli autospurghi e in generale sulle zone non collettate, non può che essere condivisa e apprezzata. Non è più tempo di mostrare inerzia verso il problema della pulizia del nostro mare, non solo perché è un problema profondamente avvertito dalla publica opinione, ma perché la risoluzione definitiva e strutturale di questa questione può davvero rappresentare uno straordinario volano per lo sviluppo turistico della nostra Regione e quindi, in definitiva, per innescare quello sviluppo economico endogeno a cui la Calabria deve tendere, disponendo, peraltro, di straordinarie potenzialità in termini di risorse naturalistiche e ambientali».

«Bene ha fatto, dunque – ha proseguito – il Presidente Occhiuto ad avviare una serie di sopralluoghi sui depuratori e nelle località di mare per verificare direttamente e personalmente lo stato di funzionamento dei depuratori e conseguentemente il livello di pulizia del mare».

«Come Italia del Meridione – ha concluso – non possiamo che apprezzare questo nuovo metodo, innovativo e decisionista insieme, nell’approccio alla risoluzione dei problemi, alcuni atavici, come appunto quello della pulizia del nostro mare, augurandoci che si continui con la stessa determinazione in questa direzione». (rcz)

Acqua e depurazione, Occhiuto: Oltre 75 mln per i comuni calabresi

Sono 75 milioni di euro la somma stanziata dalla Regione per finanziare 151 interventi per migliorare il ciclo integrato delle acque, e dunque per intervenire su reti idriche, su reti e collettori fognari, su impianti di sollevamento e di depurazione.

Il decreto – adottato dal Dipartimento Ambiente e territorio – è solo l’ultimo degli innumerevoli atti adottati dalla Regione. Prima di questo, infatti, c’è stata l’ordinanza del governatore Roberto Occhiuto numero 9/2022, con la quale sono state avviate le procedure per lo smaltimento dei fanghi giacenti negli impianti di depurazione di 12 Comuni della fascia costiera tirrenica compresa tra Tortora e Nicotera (per un importo di quasi 2milioni e 400mila euro), e dopo un’altra ordinanza presidenziale, la numero 10/2022, con la quale sono stati finanziati interventi urgenti sugli impianti di depurazione e sui sistemi di sollevamento per 32 Comuni della stessa area (per un importo di 3milioni di euro).

In particolare, per il comparto depurativo-fognario sono stati finanziati 94 interventi per complessivi 53.201.500 di euro, di cui 8 per 3.790.000 di euro ricadenti sulla fascia tirrenica, compresa tra Tortora e Nicotera (Comuni di Acquappesa, Belmonte Calabro, Santa Maria del Cedro, Briatico, Parghelia, Pizzo, Ricadi, Zambrone).

«Fino a questo momento, da novembre ad oggi – ha dichiarato il presidente Occhiuto –, abbiamo agito per gestire ed arginare le emergenze, e per garantire un mare quanto più possibile pulito e sicuro ai calabresi e ai numerosi turisti che in questi mesi estivi fortunatamente invadono la nostra Regione».

«Adesso, grazie a questi ulteriori fondi – ha proseguito – i Comuni potranno programmare gli interventi da fare nei prossimi mesi per ammodernare la rete idrica e il sistema di depurazione».

«Una importante opportunità per la Calabria – ha spiegato – una ulteriore dimostrazione del fatto che il governo regionale vuole pianificare e lavorare per costruire un territorio più accogliete per gli anni che verranno.

Mi aspetto una grande partecipazione da parte dei sindaci, che dovranno essere in grado, con il supporto della Regione, di cogliere le possibilità che queste risorse ci danno». 

«La tempistica, del resto, sarà molto stringente – ha concluso – e i Comuni dovranno affidare i lavori, improrogabilmente, entro il 31 dicembre del 2022». (rcz)

LA LUNGA STRADA PER UN MARE PULITO
IN CALABRIA, LA SINERGIA È LA CHIAVE

Il mare non è solo una questione della Calabria, ma anche – e soprattutto – dei calabresi. Il problema dell’inquinamento e della maladepurazione, infatti, è un problema atavico a cui si è iniziato a lavorare seriamente solo di recente, con l’elezione di Roberto Occhiuto a presidente della Regione.

Non che prima non fosse stato fatto nulla ma, con dati e fatti alla mano, il presidente Occhiuto è riuscito a creare quelle sinergie – forse prima irrealizzabili – tra Enti, Associazioni e autorità che potrebbero dare davvero la svolta di cui il nostro mare ha decisamente bisogno.

Come già ribadito dal direttore dell’ArpacalDomenico Pappaterra, c’è stata «una nuova consapevolezza nell’affrontare le criticità causate da decenni di incuria e abusi di ogni genere; penso alle iniziative dell’Associazione Mare Pulito Bruno Giordano nel vibonese, al recente incontro dell’associazione Mare Pulito (con la quale Arpacal ha sottoscritto un protocollo di collaborazione) con il presidente della Regione Calabria e le altre istituzioni, all’uscita del rapporto Mare Monstrum di Legambiente, alle proposte di Alleanza Ecologica per l’Italia e alle diverse iniziative di controllo ambientale delle associazioni ambientaliste dell’alto tirreno cosentino e del medio tirreno lametino».

«Questo fermento denota un cambio di passo che va nella giusta direzione, ovvero – ha detto Pappaterra – quella di unire tutte le forze in una sfida quasi impossibile ma che si potrà vincere se tutti quanti remeremo dalla stessa parte».

Ne è l’esempio del Protocollo d’intesa per la Salvaguardia e la Tutela del Mare, sottoscritto nel 2021 tra l’Associazione Mare Pulito e i Comuni dell’Alto Tirreno Cosentino, che sono continuamente vittime di casi di maladepurazione.

Una situazione, che è stata continuamente denunciata da Italia Nostra Alto Tirreno Cosentino, e che, in risposta alle dichiarazioni rilasciate da Occhiuto, secondo cui «per 20 anni non si è parlato di depurazione; quindi ora stiamo cercando di rimediare a 20 anni di inerzia. Non sarà facile avere un mare cristallino già questa estate. Confidiamo di risolvere il problema della depurazione in due anni, ma se quest’anno lo risolvessimo al 40% non sarebbe male», ha chiesto di «vedere prima i fatti», oltre che «più serietà e responsabilità da parte di tutti».

Detto fatto. Il Governatore ha avviato una serie di iniziative per il Mare Pulito, come l’ordinanza del 16 giugno per interventi urgenti sui depuratori di 13 Comuni della fascia Tirrenica e sugli scarichi abusivi, la collaborazione con il direttore della Stazione Zoologica “Anthon Dorn”, Silvio Greco e, per ultimo, un’azione di monitoraggio sperimentale del mare, che si svolge utilizzando elicotteri e droni. Importante, poi l’attivazione di un tavolo regionale con Procure, Prefetture, Capitanerie di Porto, Guardia di Finanza e Carabinieri per le attività di verifiche degli scarichi abusivi e delle anomalie presenti.

Tutte azioni che sicuramente non risolveranno il problema immediatamente ma che porteranno, nel tempo, ai risultati tanto sperati. Tuttavia, anche se Arpacal ha rilevato che quasi il 90% della nostra costa con acque in qualità eccellente, solo il 2,3% è da considerare in qualità scarsa, il problema del mare sporco, purtroppo, sarà un tema continuo nell’estate dei calabresi.

Proprio nella giornata di domenica, a Marina di San Lorenzo, in provincia di Reggio, è arrivata la denuncia da residenti e turisti per il mare inquinato.

«Prendere un’infezione dovuta al mare inquinato nel 2022 è davvero inaccettabile. Come possiamo definire questo un paese civile quando mancano anche le cose più basilari? Tutto questo, poi, è aggravato dal fatto che il cittadino non ha un punto di riferimento nelle istituzioni con cui interfacciarsi, a cui chiedere risposte. La rassegnazione regna sovrana», hanno denunciato i bagnanti, che hanno chiesto a Occhiuto di «”toccare con mano” la gravità della situazione nella costa jonica reggina. Servono soluzioni concrete, basta a quelle tampone che non fanno altro che peggiorare la situazione. Questa terra ha bisogno di riscatto, mentre cittadini e turisti meritano di vivere in serenità i pochi giorni di ferie di cui possono godere». (rrm)

 

«FARE GLI STATI GENERALI DELL’ACQUA»
CGIL: OCCHIUTO NON PERDA L’OCCASIONE

di ANGELO SPOSATO e FRANCESCO GATTO – È bastato il lancio di un servizio, all’interno di una nota televisione nazionale, per far riesplodere indignazioni, attribuzioni di responsabilità e polemiche sulle ataviche disfunzioni che gravano come un macigno sulle sorti dell’acqua e della depurazione in Calabria.

Eppure, il servizio ha ripreso, seppur con tutta la sua gravità, elencando numeri, tempi, risorse perse e classifiche quello che si conosce da decenni ovvero, che in molte regioni del sud e, la Calabria è il punto più annoso, non esiste un sistema articolato del SII che riesca a contemperare la legge (legge galli n°36/94 e TUA 152/06) con il rispetto di un diritto di cittadinanza.
È altrettanto chiaro ed evidente che il mancato riordino del servizio ci pone nella condizione di non poter gestire, allo stato, tutta una serie di dotazioni finanziari europee e nazionali che potrebbero garantire il salto di qualità  alla gran parte delle regioni del sud.

Quindi, per il contesto sinteticamente descritto, il rischio di essere tagliati fuori dalle traiettorie di tutti i  finanziamenti pubblici è reale, ed in parte, purtroppo, questa condizione si è già concretamente realizzata proprio per effetto delle mancate riforme e per l’assenza di capacità e lungimiranza della nostra classe politica.

Basti pensare che, per la depurazione, segmento fondamentale del servizio che ha effetti anche su tante filiere, una su tutte quella dell’industria del turismo ma anche quella afferente all’economia circolare, produttiva etc etc, non si riesce a programmare e mettere a terra le risorse per l’adeguamento degli impianti coinvolti dalle procedure di infrazioni europee per le quali ogni anno paghiamo laute sanzioni.

E come non ricordare con sdegno la mancata opportunità di utilizzare proficuamente le risorse previste dal programma “React Eu” che ha visto sfumare l’impiego di ben 104 milioni di euro da investire sulle reti colabrodo di distribuzione dei Comuni con il conseguente balletto delle responsabilità istituzionali.

Per tali ragioni, la Calabria delle istituzioni, a tutti i livelli, è chiamata ad una prova muscolare non indifferente e tempestiva, diversamente, l’amara verità richiamata dal servizio televisivo sarà l’ennesimo colpo, forse quello definitivo, ad un settore quello idrico capace, se gestito e sistematizzato, di  essere volano di crescita e benessere ancorché garanzia di buona e stabile occupazione.

Crediamo fortemente che, per raggiungere gli obiettivi appena richiamarti andrebbero affrontati i nodi che bloccano la riforma e che a nostro avviso dovranno essere risolti dentro una celere  road-map per obiettivi che, schematicamente decliniamo in modo indicativo, prioritario ma non esaustivo ovvero:

1. Immediata attuazione delle norme in materia ambientale e SII TUA 152/06 e L.R. n° 10 del 20 aprile 2022 recante disposizioni sui cicli di Rifiuti e Acqua;
2. Dopo la “pubblicizzazione di So.Ri.Cal” 15 giugno 2022, avviare una fase di profonda riorganizzazione interna della Società  definendo i fabbisogni occupazionali e le relative assunzioni e, contestualmente lavorare all’uscita dall’attuale stato di liquidazione con  un piano di “exit strategy ”  approvato con delibera da parte della Giunta Regionale ed il successivo  passaggio presso il Tribunale competente. Infine costruire un serio piano industriale che metta al centro le potenzialità e il know how presenti in una visione di lunga prospettiva;
3. Ingresso nell’azionariato di Sorical da parte dei Comuni calabresi al fine di esercitare il cosiddetto contro analogo per come prevede la norma di riferimento;
4. Indire il prima possibile (Regione e Autorità Rifiuti e Risorse idriche della Calabria) le elezioni che definiranno l’organismo direttivo in seno all’Autorità e successiva nomina di una serie di importanti soggetti Direttore Generale e Revisori dei conti su tutti;
5. L’Autorità e/o Ente di Governo d’Ambito regionale dovrà discutere e decidere la forma di gestione per il SII  e allo stesso modo il cosiddetto “Piano d’Ambito” strumento necessario per costruire il piano industriale del futuro gestore e definire l’adeguamento del piano tariffario;
6. L’Autorità dovrà individuare il soggetto gestore (noi crediamo Sorical rilanciata e multiutility) a cui affidare il SII per l’intero territorio regionale dalla captazione alla bollettazione finale passando dalla depurazione;
7. La Multiutility (Sorical) dovrà avviare, per come previsto dalle norme in materia di servizio idrico, il percorso di integrazione formale e sostanziale in primis delle gestioni esistenti e successivamente tutte le gestioni che i Comuni gestiscono in forma diretta (non in linea con le norme)  che in gergo tecnico vengo definite “in economia”;
8. Le prime integrazioni che andranno affrontate riguardano le gestioni associate, riconosciute ed esistenti (ARERA) con lo strumento giuridico adeguato e con la garanzia dell’assorbimento dei lavoratori, secondo noi prediligendo lo strumento della fusione per incorporazione al fine di soddisfare meglio le prerogative economiche, giuridiche e occupazionali;
9. Integrazioni, dentro il gestore unico,  delle gestioni in mano ai Comuni  che è la fetta più significativa e per questa via più complessa (circa l’80%) soprattutto per quello che concerne la depurazione che oggi è polverizzata in mille gestioni pubblica (Corap), tanto privato affidata con gare, in proroga etc etc;
10. Gestione integrata e sistematizzata del Servizio Idrico Integrato che possa  avere una adeguata governance, una  significativa dote finanziaria iniziale, che sappia   gestire  e mettere a terra i finanziamenti del PNRR e non solo e, garantire qualità del servizio a tariffe adeguate;

Questa, secondo noi,  la road-map  in 10 tappe che la politica e le Istituzioni dovranno percorrere in un’unica direzione   ed in tempi celeri. Diversamente, crediamo, che la profonda riforma che attiene al diritto di cittadinanza per eccellenza “ la fruizione del bene acqua” ancor di più in un periodo di crisi idrica, resterà ancora una volta un’occasione perduta…forse l’ultima.

Per tali motivi, invitiamo il Presidente on. Roberto Occhiuto ad aprire, sul tema, una nuova fase riformatrice convocando “gli stati generali dell’acqua”  nella quale tutti i soggetti coinvolti, tra cui le parti sociali, potranno contribuire al rilancio di un settore strategico per la crescita, lo sviluppo ed il benessere dell’ intero tessuto produttivo e sociale  calabrese. Con questo atto lanciamo la sfida, noi siamo pronti. (as e fg)

(Angelo Sposato è segretario generale CGIL Calabria, Francesco Gatto è segretario regionale Filctem-Cgil)

BELVEDERE MARITTIMO (CS) – Al via iter procedurale per efficientamento del depuratore

A Belvedere Marittimo, si è svolta una riunione operativa per avviare liter procedurale dellordinanza della Regione Calabria che ha delegato il Corap a sovra intendere al monitoraggio delle attività che fanno riferimento al decreto di finanziamento.

La riunione è stata tra il sindaco Cascini e il dg Dipartimento Ambiente  Regione Calabria Ing. Salvatore Siviglia, del commissario Corap Riitano e i tecnici specialisti e alla presenza della responsabile dell’ufficio tecnico Ing. Giuliana Cangelosi.

Finanziamento grazie ai quali il comune ha avviato, con il supporto degli stessi, da subito le attività e le azioni di efficientamento del depuratore e degli impianti di sollevamento che cadono sotto la giurisdizione del comune della cittadina tirrenica, così da limitare il potenziale inquinamento marino nonché salvaguardare la balneazione del nostro mare e quindi la stagione estiva. 

Massima concertazione e supporto da parte della Regione e del Corap, che hanno, altresì, predisposto la presenza di tecnici specializzati che coadiuveranno nella gestione delle emergenze quelli del comune. 

Il sindaco Cascini ha espresso grande apprezzamento per limpegno profuso in merito alla questione depurazione dal presidente Occhiuto, sia per i tempi sia per i modi degli interventi messi in atto. Infatti, in meno di un mese sono stati effettuati i sopralluoghi per la verifica degli impianti, lindividuazione delle criticità, il reperimento dei fondi necessari e la concessione dei finanziamenti ai singoli comuni, soggetti allordinanza. Lo stesso primo cittadino ha evidenziato come questo sia un fatto eccezionale e di rilievo, poiché mai verificatosi in passato e rispetto ai tempi previsti nelle procedure standard della Pubblica amministrazione. (rcs)

 

Mare Pulito, la Regione fa il punto delle attività degli ultimi

In Cittadella regionale, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto ha illustrato, in conferenza stampa, le attività svolte e i provvedimenti adottati dalla Regione in ambito di depurazione e mare pulito.

Occhiuto ha ringraziato le associazioni, tra le quali la presente Mare Pulito, per l’attività svolta chiedendo di consolidare ancora di più la collaborazione. Sempre più necessario, infatti, un collegamento tra cittadini ed istituzioni per vigilare sul territorio e soprattutto per sensibilizzare sulla tutela ambientale. La pulizia del nostro mare parte, innanzitutto, dai buoni comportamenti di ciascuno di noi e dal rispetto dell’ambiente. Da parte sua, l’Associazione Mare Pulito ha ribadito la piena disponibilità e a breve avrà un incontro direttamente con il Presidente Occhiuto per discutere nuovi progetti.

Nel corso dell’incontro sono state rilevate le criticità di ogni singolo Comune in ordine agli impianti di depurazione e alle stazioni di sollevamento. A tal riguardo, con i direttori dei Dipartimenti della Regione è stata realizzata la Geolocalizzazione, tramite apposita mappatura, di tutti gli impianti, le stazioni, i pozzi neri e gli scarichi che sarà disponibile su un portale telematico accessibile, tramite Google Earth, per i Comuni e per la Regione, poiché alcuni scarichi non erano mai stati neppure censiti.

Sono stati stanziati circa 2,9 milioni di euro da distribuire, in base alle specifiche necessità, tra i singoli Comuni per l’acquisto di materiali al fine di effettuare lavori di efficientamento delle pompe di sollevamento. 

Sempre nella giornata di lunedì, è stata firmata la Convenzione con i Comuni con riguardo al predetto stanziamento che verrà trasferito immediatamente dopo la firma, a seguito della quale i Comuni avranno 10 giorni di tempo per realizzare i lavori indicati dalla Regione. 

Verranno, quindi, inviate ai singoli Comuni le lettere all’interno delle quali si troveranno le specifiche dei lavori da realizzare; le medesime comunicazioni saranno inviate, contestualmente, alla Procura, alla Capitaneria di Porto e ai Carabinieri, affinché vigilino sull’effettivo adempimento. Tutti gli stanziamenti ammonteranno a cifre inferiori a 140mila euro (eccetto che per il Comune di Falconara Albanese, a causa di specifiche criticità), cosicché l’acquisto dei materiali potrà essere effettuato immediatamente e celermente attraverso il Mepa.

Il Presidente Roberto Occhiuto, insieme al Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente, ha dato come termine ultimo per la realizzazione di tutte le attività il 15 luglio.

Al fine di assicurare la realizzazione delle predette attività, sono stati costituiti gruppi per il controllo del territorio con la collaborazione di Carabinieri, Capitaneria di Porto e Procura, oltre che di Calabria Verde, così da monitorare e prevenire la presenza di scarichi abusivi e di verificare la regolarità dello smaltimento dei rifiuti relativi sia ai singoli pozzi neri, sia alle attività commerciali.

Il Presidente Occhiuto, vista la gravità del problema, ha posto come obiettivo da raggiungere quest’anno una risoluzione del 40/50% delle problematiche, in modo tale da avviare un iter che nell’arco di 2/3 anni possa portare ad una completa risoluzione delle criticità.

Ancora, accogliendo la richiesta dei Sindaci dei Comuni dell’alto Tirreno cosentino, sono stati stanziati fondi per l’acquisto di battelli ecologici che inizieranno immediatamente la loro attività e provvederanno alla pulizia del mare, con attività di antinquinamento e disinquinamento in mare, pulendo gli specchi acquei dai rifiuti solidi galleggianti, in particolare plastica, dai rifiuti semisommersi ed oleosi.

Come già noto, con l’Ordinanza n. 10/2022, inoltre, è stato individuato il Gestore Unico degli impianti di depurazione, ossia il Corap, con il quale potranno interfacciarsi i singoli Comuni in modo da rendere la gestione degli impianti più efficiente e non dettata da logiche economiche e di mercato. In particolare, i dipendenti del Corap, insieme ai dipendenti del Dipartimento Bilancio della Regione, avranno il compito di recarsi personalmente presso i singoli impianti di depurazione per verificare che si realizzino concretamente i lavori di efficientamento e potenziamento indicati dalla Regione. Inoltre, per ogni depuratore sono state predisposte dalla Regione delle schede di rilievo da compilare, all’interno delle quali dovranno essere indicate tutte le problematiche per ogni singolo depuratore.

A breve i vari Prefetti adotteranno delle ordinanze, che si aggiungono a quella già adottata dalla Regione, per disporre il divieto di circolazione notturna agli autospurgo. Tutta questa attività segue all’attività già realizzata negli scorsi mesi.

In particolare, insieme a Calabria Verde, è stato realizzato un Piano straordinario di pulizia dei corsi d’acqua, dei pozzi e dei fiumi, i cui residui e reflui finivano interamente in mare. Tale pulizia è stata effettuata in concomitanza con uno stanziamento economico di risorse per realizzare lavori che consentono, ora, di convogliare le acque all’interno dei depuratori e non direttamente in mare.

Nei mesi precedenti, inoltre, sono stati stanziati altri fondi, circa altri 2 milioni di euro, attraverso i quali sono stati smaltiti i fanghi e puliti scarichi e stazioni di sollevamento che risultavano completamente occlusi.

Tra i progetti futuri da attuare nei prossimi mesi: Monitoraggio ed efficientamento degli impianti di depurazione dei Comuni montani, poiché il loro cattivo funzionamento si riversa direttamente sui Comuni marini sottostanti e, dunque, in mare;  Installazione nei fiumi, com’è già avvenuto nel fiume Mesima, di barriere realizzate con enzimi attraverso le quali vengono filtrate le acque che poi si sversano in mare venendo bloccata e depurata la parte solida; Alla luce delle problematiche del Fiume Noce che coinvolgono anche la Regione Calabria, nei prossimi mesi c’è in programma di realizzare progetti in collaborazione con la Regione Basilicata così da poter risolvere congiuntamente la situazione.

Il Presidente ha ringraziato nuovamente l’Associazione Mare Pulito, che ha dato la propria disponibilità allo svolgimento di una continua attività di monitoraggio e segnalazione delle problematiche e delle criticità, oltre che di sensibilizzazione dei cittadini. (rcs)

 

MAR DI CALABRIA, SPLASH IN ACQUE PULITE
È UN OTTIMO ASSIST AL TURISMO BALNEARE

di MARIO PILEGGILo stato di salute dei mari per l’inizio della stagione balneare 2022, certificato dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, autorizza la balneazione su oltre 654 dei 716 Km di spiagge disponibili nella Regione. In pratica più di  quelli disponibili nell’insieme di sette regioni come: Veneto, Emilia-Romagna, Friuli, Abruzzo, Marche, Molise e Basilicata. 

La novità dei dati ufficiali non è solo quella dell’aumento delle spiagge idonee alla balneazione ma anche quella del miglioramento della qualità delle acque del Tirreno e dello Jonio, in controtendenza rispetto al progressivo peggioramento degli ultimi cinque anni. 

L’aumento delle spiagge idonee alla balneazione è di 1313 metri rispetto ai 653.523 del 2021 per la riduzione della lunghezza complessiva delle spiagge con acque classificate di qualità scarsa che nel 2021era aumentata fino a 17.508 metri mentre all’inizio dell’attuale stagione si è ridotta a complessivi 16.195 metri

Aumentano dello 0,44% rispetto alla stagione balneare 2021, anche le aree con acque classificate di qualità eccellente. 

Le novità dell’aumento delle acque classificate di qualità eccellente e della contemporanea riduzione delle aree con acque classificate di qualità scarsa, ed anche la localizzazione delle aree con i divieti per inquinamento non si registrano in modo omogeneo nelle cinque Province ma, come evidenzieremo nei prossimi giorni a conclusione del Rapporto, sono legate essenzialmente ad alcune località. Significative differenze della qualità delle acque, su scala provinciale e anche nell’ambito di una stessa Provincia, emergono anche dal confronto dei dati Arpacal relativi all’attuale stagione balneare con quelli delle stagioni precedenti.

Emerge, ad esempio, che per la stagione balneare 2022 la lunghezza delle aree con acque di qualità scarsa nella Provincia di Vibo Valenzia si è ridotta complessivamente a 560 metri, cioè a meno di un terzo rispetto ai 1.873 metri del 2021. Va considerato che le acque adibite alla balneazione sono classificate di qualità scarsa quando i parametri microbiologici di “Escherichia coli” ed ” Enterococchi Intestinali” superano il limite imposto dalla normativa vigente per la tutela della salute dei bagnanti.

Nel contesto regionale, dai dati sulla classificazione della qualità delle acque di balneazione per la stagione 2022 si rileva: 

–  lunghezza complessiva delle aree con acque di qualità eccellente di 593.643 metri con una percentuale dell’88,47% in crescita rispetto all’88,03 % del 2021 ma ancora di molto inferiore al 93% del 2017; 

– lunghezza delle aree con acque classificate di qualità buona di 45.695 metri pari al 6,81%, in riduzione rispetto al 7,05% del 2021;

–  lunghezza delle aree con acque classificate di qualità sufficiente di 15.498 metri, pari al 2,31% come nel 2021;

– lunghezza complessiva delle aree con acque di qualità scarsa di 16.195 metri sul 2,41%, in diminuzione rispetto al 2,61% del 2021. 

In pratica, i dati ufficiali della classificazione, confermati delle analisi delle acque effettuate nei mesi scorsi dall’Arpacal in tutti i comuni costieri, certificano la idoneità alla balneazione, e quindi l’assenza di rischi per la salute, su ben 653.523 metri di costa. 

Dei 716 Km di costa disponibili la parte adibita alla balneazione e monitorata è il 93,8%. Il restante 6,2% non adibito alla balneazione per quanto previsto dal D.Lgs. 116/2008 è vietato alla balneazione sia per l’inquinamento essenzialmente localizzato in corrispondenza delle foci dei corsi d’acqua sia per motivi diversi come in corrispondenza di Porti e scogliere inaccessibili. 

Gli stessi dati ufficiali dell’Agenzia Regionale per la Protezione l’Ambiente nel complesso certificano un buon stato di salute dei mari calabresi e alcune criticità, in particolare nelle Province di Reggio Calabria e Cosenza, localizzate in corrispondenza di alcuni tratti di costa prossimi alle foci di corsi d’acqua, ad alcuni impianti di depurazione malfunzionanti e vari scarichi abusivi che giungono a mare anche tramite canali o torrenti.

Sulle criticità riguardanti i 38 comuni e 48 impianti di depurazione localizzati lungo la fascia costiera Tirrenica compresa tra i comuni di Tortora e Nicotera, a partire dall’autunno scorso,  si è posta l’attenzione di varie istituzioni con interventi di Procure, Carabinieri e l’Ordinanza del Presidente della Regione N. 9 del 17 Marzo 2022 sulle “Disposizioni per la gestione dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane al fine di garantire la corretta erogazione del servizio pubblico di depurazione”. E, recentemente, il commissariamento dei Depuratori in 14 comuni da parte della Regione.

L’efficacia di questi interventi sarà evidente nei prossimi mesi quando entreremo nel pieno della stagione balneare. In ogni caso si tratta di interventi certamente utili e da integrare con adeguati investimenti negli impianti di trattamento delle acque reflue urbane e il miglioramento delle reti delle acque reflue come si sta facendo in altre regioni del BelPaese.

Evidentemente bisogna smetterla concretamente di considerare il mare “una discarica che tutti possono utilizzare pur di risparmiare soldi pubblici e privati” come riportato nelle due Relazioni della Corte dei Conti su “la gestione delle risorse pubbliche finalizzata a prevenire l’inquinamento delle coste, a risanare le stesse, a migliorare la qualità delle acque destinate alla balneazione e a tutelare la salute pubblica”, proprio in corrispondenza dello stesso tratto di costa tirrenica e dei 38 comuni oggetto dell’Operazione “deep” dei Carabinieri e dell’Ordinanza del Presidente della Regione.

Così come bisogna smetterla di continuare ad ignorare che competenze e responsabilità della gestione e del controllo del territorio, compresi gli scarichi che inquinano il mare, appartengono a quelle Amministrazioni Pubbliche che, secondo i magistrati della Corte dei Conti della regione Calabria: “hanno mostrato una insufficiente consapevolezza delle proprie funzioni e competenze”, mentre “la protezione dell’ambiente e della salute pubblica impongono alle amministrazioni pubbliche di ridurre l’inquinamento delle acque di balneazione e di preservare queste ultime da un deterioramento ulteriore”.

S’impone anche il rispetto delle norme e Direttive europee riguardanti l’obbligo di informare e far conoscere la qualità delle acque marine e le specificità del patrimonio costiero bagnato dal Tirreno e dallo Ionio meridionali. E tra le specificità, rare nella Penisola, sono da far conoscere: la natura e quantità delle spiagge naturali, tra le più assolate e  a misura bambini e famiglie alle quali sono state assegnate 19 bandiere verdi della Foundation for Environmental Education (FEE), formate da frammenti di rocce di tutte le ere geologiche che documentano la nascita ed evoluzione del paesaggio dell’intera Penisola e degli insediamenti umani dell’intero Belpaese; gli assetti idro-geomorfologici che consentono la presenza e lo sviluppo della più grande varietà di habitat e forme di vita in ambiente acquatico e terrestre; la ricca varietà di prodotti enogastronomici sempre più apprezzati in tutti i continenti; i numerosi e antichi giacimenti storico-archeologici di tutte epoche. (mp)

[Mario Pileggi è geologo del Consiglio nazionale Amici della Terra]

IL DOCUMENTO DELLA GIUNTA REGIONALE SULLA DEPURAZIONE

DEPURAZIONE 20.06.22_c

Il presidente di Alleanza Ecologica Tommasi: Il mare della Calabria necessita di bonifica

Il presidente di Alleanza EcologicaDiego Tommasi, ha evidenziato come «secondo noi il sistema depurativo è carente, soprattutto nelle aree interne della Calabria, pertanto, si rende necessario un intervento di bonifica dei bacini idrografici opportunamente individuati e delimitati».

«Non sarà facile, né i risultati saranno raggiunti in tempi brevi – ha aggiunto – però c’è da registrare la forte presa di posizione del Presidente Occhiuto per quanto riguarda la salute del mare calabrese. L’ordinanza che ha firmato per lo smaltimento dei fanghi dagli impianti di depurazione ne è la conferma, un problema atavico che fu affrontato nel 2006 dalla giunta Loiero per un breve periodo, ci sorprende che qualche luminare se ne sia accorto solo oggi».

«Da solo – ha proseguito – questo provvedimento non basta, va bene la pulizia dei fiumi che sfociano a mare ma occorre una strategia complessiva. La regione Calabria dovrà chiedere a tutti i comuni calabresi quante sono le unità immobiliari non allacciate alla rete fognaria ed avviare un piano infrastrutturale adeguato alle esigenze territoriali. Nel momento in cui il sistema depurativo andrà a regime, affinché ci sia una tranquillità di gestione si dovrà affrontare l’annoso problema che è stato da sempre il punto debole per chiudere il ciclo, cioè la tariffazione e la riscossione dei tributi. La politica europea e nazionale che governa la tutela del mare, delle sue coste, dei suoi fondali e delle specie marine che lo popolano trae origine sostanzialmente da due importanti Direttive Comunitarie – sulla Strategia per l’ambiente marino e Direttiva Habitat, non da ultimo si ricorda il cosiddetto Piano di Tutela delle Acque che persegue l’obiettivo di tutelare e valorizzare le acque costiere del nostro territorio».

«Insomma – ha spiegato – un corposo contesto normativo volto alla tutela e valorizzazione dell’ambiente marino che vede la Regione Calabria svolgere un ruolo fondamentale e di assoluta valenza naturalistica. Gli studi in corso da parte dell’Arpacal, condotti secondo standard ministeriali e metodiche ufficiali, attestano nella nostra regione la presenza di biocenosi di pregio (coralligeno, maerl, Posidonia oceanica, etc.)».

«È condizione d’obbligo quindi – ha concluso Tommasi – implementare azioni di bonifica dei fondali con l’obiettivo di ripristinare, per quanto possibile, la naturalità dei fondali marini deturpati dalla presenza di corpi estranei e rilasciati nel corso degli anni dall’uomo. Un’impresa immane che bisognerà pur avviare, magari partendo da aree pilota di pregio con l’ormai improcrastinabile obiettivo di difendere e valorizzare l’indubbia vocazione naturalistica dei mari della Calabria». (rrm)