Dimensionamento scolastico, Tavernise (M5S): Gli accorpamenti non si bloccano

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, ha evidenziato come «il dimensionamento scolastico non si ferma in Calabria con l’emendamento firmato dal senatore Ernesto Rapani».

«Il meloniano è stato smentito dalla vicepresidente della Giunta regionale con delega all’Istruzione, Giusy Princi, collezionando un’altra brutta figura – ha aggiunto –.  Secondo Rapani l’emendamento sottoscritto, inserito nel Decreto Caivano, avrebbe dovuto “prevedere la deroga” al dimensionamento scolastico “anche per tutte le regioni del Sud, così come previsto all’interno di Agenda Sud”. Tanto da ritenersi “soddisfatto” per questo “ottimo risultato”».

«Di fatto, la propaganda è stata stoppata sul nascere da Princi che ha subito chiarito: “Il dimensionamento in Calabria segue il regolare iter di legge e non rientra nel Decreto Caivano. L’emendamento annunciato dal senatore Rapani, laddove fosse accolto segue materie che non interessano il dimensionamento scolastico”», ha ricordato il pentastellato, sottolineando come si tratti di «una brutta notizia, certamente, per la pubblica istruzione».

«Ma le leggi non si cambiano a colpi di annunci menzogneri – ha detto ancora –. Viene il dubbio comunque, che rappresenta anche il fatto più preoccupante, che un Senatore della Repubblica possa disconoscere il contenuto degli atti che firma o peggio ancora, non riesca a decifrarne la portata. Ma tant’è».

«Da parte mia e del Movimento 5 Stelle ci sarà sempre ferma opposizione a questa legge – ha ribadito – che mira a far cassa sulla cultura. E ci troveremo sempre in prima fila per chiedere maggiori investimenti per la pubblica istruzione e maggiori attenzioni per i territori più fragili».

«Per questo motivo – ha concluso – venerdì 20 ottobre scenderemo in p.zza Salotto, a Corigliano Rossano, per partecipare alla manifestazione di protesta contro il dimensionamento scolastico voluto dal Governo e messo in atto dalla Provincia di Cosenza senza rispetto delle linee guida e senza concertazione alcuna». (rrc)

Dimensionamento scolastico, l’emendamento Rapani fa discutere la politica

Il dimensionamento scolastico fa ancora discutere la politica del governo regionale e il centrosinistra. Questa volta a essere al centro del dibattito è l’emendamento del senatore Rapani sul quale danno intervengono sia la vicepresidente della giunta regionale Giusi Princi che il Partito democratico.

«Il dimensionamento in Calabria segue il regolare iter di legge e non rientra nel Decreto Caivano. L’emendamento annunciato dal senatore Rapani, laddove fosse accolto, segue materie che non interessano il dimensionamento scolastico».

È quanto precisa Giusi Princi, vicepresidente della Giunta regionale della Calabria con delega all’istruzione, alla luce del disorientamento che si sta determinando in queste ore.

«L’emendamento presentato – chiarisce la vicepresidente – e che vede quale firmatario anche il senatore Rapani, chiede l’abolizione del limite numerico di alunni per classe nelle istituzioni scolastiche del mezzogiorno “Agenda Sud” (…senza nuovi oneri o maggiori oneri a carico della finanza pubblica). Pertanto, tale emendamento non ha nulla a che vedere con il dimensionamento scolastico che interessa, invece, solo i dirigenti scolastici e i direttori amministrativi, non interferendo in alcun modo sul numero di alunni per classe. La materia della composizione delle classi – sottolinea tra l’altro Giusi Princi – è normata dal Dpr 81/09, non è una prerogativa delle Regioni ma esclusiva competenza del Ministero e degli Uffici scolastici regionali».

Di tutt’altro avviso il Partito democratico. «Apprendiamo con soddisfazione che i partiti di centrodestra mostrano finalmente attenzione ai problemi che il dimensionamento scolastico, per come formulato dal governo nazionale e per come la giunta Occhiuto si prepara ad approvare, causerebbe al sistema scuola in Calabria».

A sostenerlo è il gruppo del Pd in consiglio regionale dopo l’annuncio, da parte del senatore di Fdi Ernesto Rapani, della presentazione di una proposta emendamendativa al decreto Caivano, all’interno del quale verrebbe inserita una deroga al parametro riferito al numero degli alunni. Una deroga che, stando all’annuncio di Rapani, varrebbe per tutte le regioni meridionali, così come previsto all’interno di Agenda Sud.

«Da tanti mesi lanciamo appelli, organizziamo iniziative pubbliche con gli operatori della scuola e suggeriamo di bloccare un provvedimento che impone una graduale riduzione di classi e plessi scolastici, soprattutto nei Comuni più piccoli, con particolare incidenza sulle aree interne, già disagiate per la desertificazione dei servizi e sempre più spopolate. Nessuno, però – proseguono i consiglieri dem – ha prestato ascolto alle nostre richieste e, anzi, sia il presidente Occhiuto che l’assessore Princi hanno pure bollato le nostre proposte come “strumentali”, decidendo di accettare supinamente un provvedimento che farebbe perdere alla Regione 79 autonomie e centinaia di posti di lavoro, mentre altre Regioni hanno deciso di adire le vie legali contro il decreto del governo».

«Adesso forse, considerando che l’iniziativa di contrasto alla decisione del governo Meloni arriva da un esponente della maggioranza di centrodestra – dicono i consiglieri dem – il governo regionale potrebbe iniziare a muoversi e ad impegnarsi affinché la proposta emendativa annunciata da Rapani venga effettivamente concretizzata e approvata. E, finalmente, sia il presidente Occhiuto che l’assessore Princi, dovranno ammettere di avere assunto sul tema una posizione errata e contraria agli interessi della Calabria. Meglio tardi che mai. Noi proseguiremo a fare la nostra parte e impegneremo il segretario regionale e senatore Nicola Irto, insieme ai capigruppo al Senato Boccia e alla Camera Chiara Braga, nonché la segretaria nazionale Elly Schlein a sostenere la proposta emendativa annunciata dal senatore Rapani e ogni iniziativa utile a scongiurare un provvedimento inaccettabile e iniquo, soprattutto per le Regioni meridionali». (rcz)

II M5S: Col dimensionamento scolastico a rischio i centri più fragili

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, le deputate Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà, Vittoria Baldino e l’europarlamentare Laura Ferrara hanno denunciato come col dimensionamento scolastico sono in pericolo i centri più fragili.

«Stiamo assistendo alla peggiore operazione di disinvestimento di risorse nella scuola pubblica italiana – hanno sottolineato – portata avanti dal centro destra a suon di tagli indiscriminati e senza alcuna concertazione con le parti in causa. In particolare in Provincia di Cosenza non si è tenuta in considerazione la fragilità territoriale e si è colpito duramente realtà che già fanno i conti con bisogni educativi e povertà sociale».

«Al contrario, un governo inclusivo – hanno proseguito – avrebbe maggiormente investito in questi territori ed un maggiore impegno in questo senso ci saremmo aspettati dalla presidente dell’ente, Rosaria Succurro, che al momento non ci è sembrata energica nel difendere l’offerta formativa degli studenti del Cosentino».

«Nell’esame puntuale dei tagli portati avanti – hanno evidenziato i pentastellati – non riscontriamo un lavoro certosino, bensì il raggiungimento di un obiettivo numerico utile al mero risparmio di risorse che dall’istruzione verranno destinate altrove. Basti pensare al caso Corigliano Rossano, il centro più colpito dalla manovra di accorpamento. Non possiamo rimanere inermi di fronte a questo attacco frontale che il governo ha messo in campo contro l’istruzione pubblica. Un attacco che parte dall’accorpamento amministrativo ma che prevedibilmente continuerà con la chiusura di molti istituti scolastici».

«In pericolo è il diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito – hanno concluso –. Per questo motivo crediamo sia necessario unire le forze con tutte quelle realtà – studenti, personale Ata, personale scolastico e docenti, sindaci, intere comunità – che credono ancora che dalla scuola parta il futuro della nostra società». (rrc)

Dimensionamento scolastico, il PD Calabria propone di istituire un coordinamento permanente

Istituire un coordinamento permanente per impedire di perdere 79 autonomie col dimensionamento scolastico. È la proposta che ha avanzato il Pd Calabria, ribadendo il proprio “no” alla Regione e alla Provincia di Cosenza a una misura che rischia di creare ulteriori disparità.

Le ragioni del no sonostate illustrate durante un’apposita conferenza stampa che ha avuto luogo a Cosenza  al caffè Telesio. Al dibattito, moderato dal capogruppo a palazzo Campanella Mimmo Bevacqua, hanno preso parte il capogruppo alla Provincia Ferdinando De Donato, il consigliere comunale di Cosenza e dirigente scolastico Aldo Trecroci che è anche delegato all’istruzione. Il vicepresidente del Consiglio regionale Franco Iacucci, assente per motivi di salute, ha inviato il proprio indirizzo di saluto. 

Ad arricchire la discussione anche gli interventi del responsabile regionale Enti Locali del Pd Salvatore Monaco che ha condiviso le preoccupazioni espresse dai relatori, comprese quelle evidenziate da Trecroci sul dimensionamento approvato dalla Provincia di Cosenza. Sulle forzature operate dalla Provincia di Cosenza si è soffermato anche il segretario regionale Uil Scuola Andrea Codispoti, mentre il segretario provinciale Usb Scuola Pino Ansalano ha specificato che non si tratta di difendere questo o quell’istituto scolastico, ma di opporsi al disegno nazionale nel suo complesso che rischia, anche per come applicato dalla Regione, di creare ulteriori disparità tra Nord e Sud e tra le città principali e le arre interne. Ansalano ha proposto poi l’istituzione di un coordinamento regionale permanente per indurre il governo regionale a ulteriori riflessioni prima di approvare il piano definitivo.

Le conclusioni sono state affidate al capogruppo dem a palazzo Campanella Mimmo Bevacqua, che ha ricordato l’impegno costante del gruppo sul tema del dimensionamento, a partire dall’ordine del giorno proposto congiuntamente al consigliere Graziano lo scorso 20 aprile e che era stato approvato all’unanimità dall’Assemblea. Il capogruppo ha poi ricordato l’intervento in Aula del consigliere Iacucci che, a nome del gruppo, ha evidenziato come le nuove disposizioni possano mettere in crisi il sistema dell’istruzione in Calabria. 

«Le nuove disposizioni – ha spiegato Bevacqua – prefigurano una graduale riduzione di classi e plessi scolastici, soprattutto nei Comuni più piccoli, con particolare incidenza sulle aree interne, già disagiate per la desertificazione dei servizi e, conseguentemente, della popolazione».

«Un quadro preoccupante – ha concluso – nel quale si registra la totale inerzia del governo regionale, mentre altre Regioni  abbiano adito le vie legali per tutelare il diritto allo studio e dire no a questo dimensionamento che cancella storie, identità e territori. Serve adesso una risposta decisa e forte da parte della politica, delle associazioni, dei sindacati, degli operatori e dei cittadini per bloccare un provvedimento dannoso e che va a colpire soprattutto il Sud, le Regioni più deboli e i territori più isolati». (rcs)

 

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L’OPINIONE / Flavio Stasi: Serve alleanza istituzionale contro il dimensionamento scolastico

di FLAVIO STASI – Lo scorso 26 settembre sottolineavo con una nota istituzionale come la norma del dimensionamento scolastico fosse inopportuna ed inadeguata al mezzogiorno ed in particolare alla Calabria. Alla luce di quanto anticipato questa mattina dalla Presidenza della Provincia di Cosenza rispetto alla proposta che sarà portata all’attenzione del prossimo Consiglio Provinciale, quel giudizio viene senz’altro drammaticamente confermato.

La norma inserita nella finanziaria del dicembre 2022, del governo Meloni, prevede il taglio delle dirigenze degli istituti scolastici, comprensivi e superiori, con un parametro numerico: quello dei 1000 alunni per istituto. Una norma che probabilmente avrebbe potuto anche avere senso in altre aree del Paese, caratterizzate da centri fortemente urbanizzati, una densità abitativa alta o comunque una rete infrastrutturale civile, ma che da queste parti rappresenta un semplice, mero, deleterio taglio lineare delle dirigenze.

Misurare la scuola e la sua organizzazione esclusivamente con numeri è un errore per definizione.

Ad un sindaco non importa il numero di dirigenze in sé: noi pensiamo alle comunità scolastiche, ed una volta salvaguardati i plessi didattici (soprattutto nei centri storici e nelle aree rurali) l’esigenza successiva è quella di avere un riferimento dirigenziale più prossimo, ecco perché nella nostra delibera – che come quella di tutti i comuni non è stata considerata – si proponeva una deroga alla norma oppure, al massimo, una ridistribuzione geografica delle dirigenze ed un taglio minimo, ovvero 2 su 9.

In queste settimane il dibattito si è concentrato, piuttosto maldestramente, su queste proposte – assolutamente migliorative rispetto a quanto previsto dalle norme – cercando di fare battaglie quasi personali o addirittura con qualche gruppo politico, evidentemente autolesionista, che si è schierato praticamente contro sé stesso.

Non si è capito che il problema era insito in una norma nazionale sbagliata e recepita dai parametri della Regione che, per esempio, prevedono che nella Provincia di Cosenza dovranno essere accorpati 29 istituti: una enormità ed un dato che spazza via ogni ragionamento. Da questo nasce la proposta annunciata questa mattina dalla Provincia, che prevede tagli lineari, con i grandi centri urbani – compreso il nostro – nei quali il numero di dirigenze viene sostanzialmente dimezzato (altro che i due accorpamenti proposti dalla giunta comunale sui quali si faceva la polemichicchia di paese) e con alcuni piccoli centri accorpati ad Istituti con sedi centrali a 30 o 40 chilometri di distanza.

Numericamente non fa una grinza; politicamente è una insostenibile follia.

Oggi il Governo centrale, la Regione Calabria e la Provincia di Cosenza appartengono al medesimo schieramento politico, e come è noto personalmente non sono un sindaco allineato a tale schieramento. Per me sarebbe stato estremamente facile – ed oggi sarebbe ancor più facile – “buttarla in caciara”, soprattutto alla luce delle prossime amministrative, e farne una questione di colore politico. Ma per ottenere cosa? E soprattutto sulla pelle di chi? Dei nostri studenti? Sacrificherei volentieri qualche voto alle amministrative in cambio di una soluzione migliorativa.

È ovvio che come sindaci, soprattutto delle città con più di 15 mila abitanti, nelle attuali condizioni dovremo aprire una vertenza anche amministrativa e giudiziaria per tentare di fermare questo percorso, ma ritengo che tutti i sindaci, di qualsiasi colore politico, così come le presidenze della Provincia e della Regione, non possono non condividere una enorme preoccupazione per una brutale falcidiata di questo tipo, su un territorio – quello calabrese – fatto di piccoli centri, contrade rurali, centri storici, distanti tra loro, mal collegati, caratterizzati da forte dispersione scolastica.

Per questa ragione, prima che anche questa vicenda diventi mero terreno di scontro politico, mi appello al Presidente della Giunta Regionale, alle Presidenze delle Provincie Calabresi ed a tutti i sindaci, per strutturare una alleanza istituzionale – che coinvolga anche la delegazione parlamentare calabrese – finalizzata ad un intervento normativo oppure ad una applicazione derogatoria della normativa sul dimensionamento scolastico, che eviti un provvedimento deleterio per l’intera Calabria. Razionalizzare le dirigenze è un conto, accorpare senza criterio è un altro. Un appello che certamente non può non coinvolgere anche tutte le forze sociali della Regione.

Di fronte ad una regione istituzionalmente compatta in tutte le sue articolazioni, il Governo non potrebbe non comprendere l’inapplicabilità di questi parametri sul territorio calabrese. Riusciamo per una volta ad essere uniti?

Come Amministrazione Comunale, una volta salvaguardati tutti i plessi del territorio, continueremo a muoverci in tutte le sedi e con tutti gli strumenti a nostra disposizione per ottenere una revisione di questi provvedimenti e salvaguardare l’efficienza e l’efficacia della articolazione scolastica cittadina. (fs)

[Flavio Stasi è sindaco di Corigliano Rossano]

Il sindaco di CS Caruso boccia proposta di dimensionamento scolastico della Provincia di Cosenza

Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha bocciato la proposta di dimensionamento scolastico avanzato dalla Provincia di Cosenza, sottolineando come «non hanno tenuto conto del diritto allo studio. Si piegano ad altre logiche».

«Le preoccupazioni espresse sin da subito rispetto al provvedimento governativo sul dimensionamento scolastico e sulla sua attuazione da parte della Regione Calabria e, a sua volta – ha aggiunto – dalla Provincia di Cosenza, sono state confermate in pieno. Così com’è confermata la volontà dei due Enti sovracomunali di mortificare i territori,  Comuni  e Scuole in questo caso, nelle loro legittime scelte».

«La Provincia di Cosenza, rappresentata peraltro nella conferenza d’ambito dello scorso settembre non dalla presidente Succurro, ma dal suo consulente Marco Ambrogio – ha proseguito il sindaco Franz Caruso – non tiene in nessun conto della delibera del Comune di Cosenza e, senza neanche sentire i dirigenti scolastici, sottrae la scuola secondaria di primo grado dello Spirito Santo all’IC Via Roma-Spirito Santo e l’accorpa al Convitto Nazionale».
«Scompare, pertanto, l’Istituto Comprensivo via Roma- Spirito Santo al cui posto si istituisce una direzione didattica – ha spiegato – che non è contemplata, peraltro, dalla normativa vigente. Di questo atto, che posso definire solo come scellerato e senza senso, che sminuisce ancor più l’offerta formativa nella nostra città rispetto ai tagli già imposti dal provvedimento governativo, auspico che si prenda consapevolezza in Consiglio Provinciale e si attuino i provvedimenti necessari a bloccare un’azione deleteria che colpisce la scuola pubblica».
«Le azioni  poste in essere dalla Provincia di Cosenza – ha concluso il sindaco Franz  Caruso – non hanno tenuto conto, nella nostra città come in tutto il territorio provinciale,  del  diritto allo studio che si deve garantire ai nostri studenti, ma evidentemente sono state  piegate a logiche e interessi altri. Faremo, pertanto, sentire tutto il nostro dissenso in merito sostenuti,  mi auguro, da tutte le forze politiche, perché il diritto allo studio non può avere colori partitici in quanto è e deve essere un diritto inalienabile ed universale,  da movimenti associazioni e cittadini, a cominciare dai consiglieri provinciali». (rcs)

Dimensionamento scolastico, i consiglieri Provinciali di Vibo non approvano piano

I consiglieri della Provincia di Vibo Valentia, non hanno approvato il piano del dimensionamento scolastico,

Un gesto fatto «in segno di protesta contro gli indirizzi nazionali e regionali che penalizzano fortemente il territorio, facendo passare da 32 a 21 le autonomie scolastiche».

Lo stesso Piano, inoltre, aveva ottenuto a maggioranza (30 voti a favore, 17 contrari e 1 astenuto) il parere favorevole dalla Conferenza d’Ambito, composta da sindaci e dai dirigenti scolastici del Vibonese e da un rappresentante dell’Ufficio scolastico regionale. 

I consiglieri Domenico Tomaselli, Giuseppe Leone, Carmine Mangiardi, Alessandro Lacquaniti, Elisa Fatelli, Maria Teresa Centro e Marco Miceli, nel corso dell’assise presieduta dal presidente, Corrado Antonio L’Andolina, hanno inoltre sottoscritto e presentato un emendamento che, di fatto, rivisita la bozza di Piano di dimensionamento scolastico redatto, in rispetto delle normative vigenti, dall’Ente Provincia, chiedendo alla Regione Calabria «delle deroghe ai parametri che consentano di passare dalle 21 autonomie scolastiche previste ad almeno 24».

I consiglieri hanno, nel contempo, chiesto al presidente L’Andolina di «farsi promotore di un incontro con i vertici istituzionali e amministrativi della Regione Calabria, nonché con i sindaci e i rappresentanti politici nazionali e regionali del Vibonese, al fine di non consentire un’ulteriore spoliazione del territorio in un settore nevralgico quale quello della scuola».

Nei diversi interventi degli esponenti istituzionali provinciali – così come si evince anche nell’emendamento presentato – è stato rilevato che «la scelta delle Regione Calabria di recepire le disposizioni nazionali senza armonizzarle alle realtà locali fa sì che un simile dimensionamento appaia come un vero e proprio arretramento da parte dello Stato».

«Questo effetto si avverte ancor di più in una Regione e in una provincia, quella di Vibo Valentia per l’appunto, in cui il tasso di criminalità organizzata e i fenomeni di scioglimento dei consigli comunali non tendono ad arrestarsi. Togliere autonomie vuol dire chiudere presidi di legalità sul territorio».

Nel corso della seduta pubblica del Consiglio era presente in aula anche una delegazione di alunni e genitori dell’Istituto comprensivo di Mileto, accompagnata dal presidente del consiglio d’istituto, Sergio Crupi e dal sindaco di Mileto, Salvatore Fortunato Giordano, quest’ultimo affiancato da una rappresentanza di consiglieri e assessori comunali. In seguito alla civile dimostranza di protesta dei cittadini di Mileto a cui ha fatto seguito l’intervento in Consiglio del sindaco Giordano, nell’emendamento presentato dai consiglieri provinciali è stata integrata la richiesta di mantenere l’autonomia scolastica «accorpando le scuole del primo ciclo a quelle del secondo ciclo» della città normanna. 

A margine dell’assise provinciale –  come accennato – il segretario generale, Domenico Arena e il presidente L’Andolina hanno registrato l’abbandono dall’aula dei consiglieri Leone, Mangiardi, Lacquaniti, Fatelli e Centro e la conseguente mancanza del numero legale. Per cui non si è potuti procedere né alla votazione del Piano di Dimensionamento scolastico né dell’emendamento presentato dai tutti i consiglieri presenti. 

Il presidente L’Andolina nelle comunicazioni finali (presenti in aula i soli consiglieri Miceli e Tomaselli), prendendo atto comunque dell’ampia discussione avvenuta in Consiglio e ribadendo che «l’Istituzione Provincia, nell’elaborazione della bozza di Piano da presentare alla Regione, non poteva non attenersi ai principi di legalità sanciti dalle normative nazionali e regionali», ha asserito che trasmetterà tutti gli atti alla Regione Calabria e che nel contempo «l’alto senso di responsabilità istituzionale che da sempre contraddistingue la sua azione amministrativa lo porterà, quindi, a farsi interprete della volontà del Consiglio di promuovere, al più presto, un incontro ad hoc con i vertici istituzionali e amministrativi della Regione Calabria, nonché con i sindaci e i rappresentanti politici nazionali e regionali del Vibonese». (rvv)



 

Dimensionamento scolastico, il centrodestra reggino replica a Nucera

Il Coordinamento Provinciale di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia a Reggio Calabria, risponde all’assessore comunale Lucia Anita Nucera, sottolineando come l’assessore «non è neppure lontanamente entrata nel merito della questione che ha portato il comune allo sbando, ha solo cercato di deviare l’attenzione, volendo coprire i suoi errori con illazioni e falsità».

«È di 48 ore fa– viene evidenziato – la nota a firma della Città Metropolitana con cui viene formalmente respinto il piano di dimensionamento scolastico presentato (oltre termine) dal Comune di Reggio Calabria. Basterebbe già solo questo a far capire il paradosso di una situazione il cui principale responsabile è l’Assessore al ramo; di conseguenza tutta la Giunta di Palazzo San Giorgio. Incredibile ma vero: la Città Metropolitana di Reggio Calabria (non la Regione o altro Ente sovraordinato) ha dovuto respingere quanto presentato dal Comune di Reggio Calabria, il comune capoluogo di provincia. Pazzesco».

«La Nucera si lamenta delle linee guida della Regione – continua la nota – ma dovrebbe sapere che la Regione intesa come Giunta non ha competenza sulla eventuale rivisitazione delle linee guida, prerogativa esclusiva invece del Consiglio regionale, che è l’organismo deliberante. Consiglio dove le linee guida sono passate prima dalla rispettiva Commissione e poi in Aula, senza alcun emendamento o evidenziazione da parte dell’opposizione, quella stessa opposizione di cui fa parte la Nucera. Senza dimenticare che le stesse linee guida erano state (ancor prima di questi passaggi) discusse e condivise con le Organizzazioni sindacali e con i Presidenti delle Province o loro delegati».

«E questo accadeva, per di più, mesi fa – hanno proseguito – non ieri o la settimana scorsa. Del resto, lo ribadiamo perché è davvero assurdo, il Comune di Reggio Calabria è l’unico di tutta l’Area metropolitana a non aver presentato un suo piano entro i termini previsti. L’assessore comunale lo ha fatto in ritardo, senza ascoltare le scuole, senza tener conto delle istanze delle famiglie, senza acquisire le delibere. E il dimensionamento è solo uno dei tanti problemi nel settore istruzione del Comune di Reggio… È stata garantita la mensa scolastica? No, lasciando privi di servizio migliaia di ragazzi e, di conseguenza, migliaia di famiglie. E perché non è partita l’assistenza specialistica ai ragazzi disabili che la Città Metropolitana ha avviato già da metà settembre, lasciando gli studenti senza supporto specialistico? O ancora, è stata garantita una valida alternativa alla Scuola Pytagoras, della quale i locali sono stati dichiarati inagibili ed i cui alunni a tutt’oggi non si sa dove andranno?».

«Alla luce di tutto questo, il nostro invito all’assessore Nucera – hanno concluso – è che si occupi e preoccupi di cosa fa l’Ente che rappresenta, perché è totalmente allo sbando, lasciando privi di servizi a tutela dei diritti degli studenti e delle rispettive famiglie. Contestualmente, ribadiamo con forza la necessità di uomini e donne competenti nello svolgimento di ruoli pubblici delicati». (rrc)

L’assessore Nucera risponde al centrodestra: Dichiarazioni offensive

L’assessore comunale all’Istruzione del Comune di Reggio, Lucia Anita Nucera, ha risposto alle dichiarazioni del centrodestra, definendole «offensive poiché riportano fatti non conformi alla realtà.».

Il centrodestra reggino, infatti, aveva chiesto le dimissioni di Nucera.

«L’inutile ricerca di un capro espiatorio – ha detto l’assessore – costituisce un mero attacco politico che nulla dice invece dell’annosa questione sul dimensionamento scolastico, per il quale in prima persona mi batto da tempo e non per mera velleità politica quanto piuttosto per tutelare il diritto all’istruzione di cui sono competente per territorio. È questa la buona politica in cui credo da sempre accanto ai cittadini che mi hanno dato fiducia».

«Preliminarmente voglio ripercorrere per tappe la vicenda di cui ho prova documentale di quanto sto per riferire – ha riferito –. Preciso che è stata la Regione Calabria a emanare le Linee guida in riferimento al dimensionamento scolastico e non l’assessorato che rappresento. Anzi, può volte mi sono opposta attraverso mezzi stampa, scrivendo missive di appello ai vertici regionali oltre che al Ministro dell’istruzione e al Presidente della Repubblica al fine di rivedere le linee guida lesive nella parte afferente le minoranze linguistiche».
«Tale corrispondenza  – ha proseguito l’assessore – che non è stata riscontrata ha leso, a mio avviso, l’identità e la cultura delle singole istituzioni scolastiche. Il dimensionamento così come richiesto dalle Linee guida regionali che non tengono conto del D.M. di giugno scorso ha prodotto e produrrà conseguenze negative sul personale scolastico e pertanto sull’offerta formativa dei nostri territori. Preciso ai rappresentanti del centro destra che mi attaccano che ho chiesto un’ integrazione ai criteri previsti dalle Linee guida per  il dimensionamento scolastico,  per le aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, ma nulla è stato riscontrato dalla regione che poteva e doveva rivedere un atto normativo contrario alle previsioni ministeriali».
«Ancora una volta – ha aggiunto – si evince che non era un fatto imputabile all’assessore Nucera. Mi preme altresì sottolineare come avevo anche suggerito di  prevedere che  le istituzioni scolastiche sovradimensionate, avrebbero potuto limitare il numero delle iscrizioni in entrata tenendo conto della capienza massima dei locali e degli spazi disponibili in base alle vigenti norme in materia di sicurezza, così da evitare rotazioni o doppi turni o dilatazioni artificiali del tempo a scuola a discapito della qualità dell’offerta formativa, dei nostri ragazzi, dei docenti e soprattutto di chi vive delle importanti vulnerabilità nell’ambito scolastico».
«Non è assolutamente vero che non abbia provveduto a confrontarmi n.q. con dirigenti e sindacati che sono stati ascoltati il 15 settembre e anche di ciò ne abbiamo le prove ufficiali con tanto di verbalizzazione. È una artificiosa bugia informare la collettività – ha proseguito – dicendo che ho presentato in ritardo il piano di dimensionamento per il quale non era stata nemmeno prevista una scadenza ufficiale da parte della città metropolitana né tanto meno mai comunicata.
Per eleganza istituzionale non mi esprimo su ipotesi di “favoritismi” delle scuole amiche poiché non mi riconosco in tali nefandezze e al riguardo ho dato mandato di essere tutelata nelle sedi opportune producendo tutta la documentazione di cui ho prova in atti».
«Sarebbe opportuno per chiarezza espositiva precisare – ha detto ancora – come il centrodestra sembri sconnesso dalla realtà quando asserisce il mancato coinvolgimento democratico. Ancora un’altra menzogna, poiché per favorire la partecipazione e il dialogo è stata convocata apposita audizione in Commissione consiliare istruzione nel mese di settembre dove sono stata audita ed erano presenti esponenti politici del centrodestra (tutto verbalizzato in atti). I loro problemi di comunicazione non sono di certo un responsabilità dell’assessore Nucera».
«Sulle più frivole e sterili argomentazioni che attaccano con fare violento l’istruzione e la donna ribadisco di esperire le dovute tutele nelle sedi opportune. Mi sembrava  – ha concluso l’assessore – solamente corretto per onestà nei confronti dei cittadini dire la verità sulla quale tornerò tra qualche giorno con maggiori dettagli e dopo aver depositato quanto di competenza per le dovute tutele non personali, ma della città tutta». (rrc)

CATANZARO – La consigliera Palaia deposita proposta di risoluzione per dimensionamento scolastico

La consigliera comunale di Catanzaro, Daniela Palaia, ha depositato presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio una proposta di risoluzione da sottoporre al voto dell’Aula sul tema del dimensionamento scolastico posto all’ordine del giorno.

L’atto impegna il sindaco Fiorita e il presidente Bosco «a porre in essere ogni possibile e utile azione volta a contemperare le esigenza del territorio, anche facilitando e contribuendo al più utile confronto tra i soggetti deputati ad assumere decisioni in tema di dimensionamento scolastico e i portatori diretti di interesse nella specifica vicenda (dirigenti, famiglie, personale Ata) e ciò al fine di interpretare in modo non pregiudizievole per le singole e specifiche Istituzioni scolastiche l’azione di accorpamento degli istituiti, tenendo conto di criteri oggettivi ma soprattutto di criteri che rispettino e qualifichino correttamente il percorso didattico e la vocazione degli istituti medesimi».

Palaia si è detta convinta che «il tema è di tale importanza da non poter sfuggire alla necessità di un confronto di merito tra tutti gli attori coinvolti, secondo quanto auspicato peraltro anche dalla vice presidente della Regione Giusi Princi. Ho inteso farmi promotrice di questa iniziativa perché la logica delle sole competenze dirette in materia, di cui pure si deve tener conto, finirebbe per frammentare la gestione del problema in compartimenti stagni, a tutto svantaggio del sistema scuola nel suo complesso».

«Siamo già di fronte a scelte centrali discutibili – ha spiegato – che vanno nella direzione opposta rispetto alla necessità che avrebbe il Paese di investire in istruzione, formazione, ricerca. Scelte che a cascata si ripercuotono a livello periferico e che ci impongono il dovere di limitare i danni. Solo cercando soluzioni equilibrate e condivise sarà possibile farlo».

«Coinvolgere il Consiglio Comunale, anche sulla scorta della lettera che il sindaco e l’assessore Belcaro hanno inviato al presidente della Provincia, Mormile – ha concluso la consigliera – mi è sembrato opportuno, anche in ragione del riscontro che diversi colleghi consiglieri hanno inteso darmi. Una cosa mi appare indiscutibile: Catanzaro, le sue scuole, la loro tradizione, non possono pagare irragionevolmente prezzi che sono troppo alti». (rcz)