Venerdì a Cosenza l’iniziativa pubblica del Pd contro il dimensionamento scolastico

Venerdì 13 ottobre, a Cosenza, alle 17.30, è in programma una iniziativa pubblica del Partito Democratico per ribadire il proprio no al dimensionamento scolastico per come elaborato dal decreto del governo nazionale e accettato supinamente da quello regionale. 

I lavori saranno coordinati e moderati dal capogruppo Mimmo Bevacqua. Il vicepresidente di minoranza del Consiglio Franco Iacucci introdurrà il dibattito che si avvarrà della relazione del Dirigente scolastico e consigliere delegato all’Istruzione del Comune di Cosenza, Aldo Trecroci.

Le conclusioni, invece, saranno affidate al senatore e segretario regionale del Pd, Nicola Irto

«Nell’attesa che il Tar e la Corte Costituzionale si pronuncino sui ricorsi spinti dalle altre Regioni italiane contro il dimensionamento – spiega il capogruppo Bevacqua – il gruppo del Pd, di concerto con il partito regionale e nazionale, ribadisce il proprio deciso no a questo dimensionamento che cancella storie, identità e territori. Non è più accettabile l’inerzia con la quale la Regione Calabria sta affrontando il problema nonostante altri presidenti di Regione abbiano adito le vie legali per tutelare il diritto allo studio».

«La Calabria, invece, ha anche votato a favore di questo provvedimento – ha proseguito – che di fatto mortifica il diritto allo studio delle aree più svantaggiate, durante la riunione della Conferenza Unificata dello scorso maggio in cui Emilia Abruzzo, Campania, Puglia, Sardegna, Toscana, Upi e Anci, le associazioni dei Comuni e delle Province italiane avevano invece votato contro. Neanche il rischio di potere perdere 79 autonomie e centinaia di posti di lavoro ha provocato una reazione della giunta di centrodestra che rimane supina ai voleri di Giorgia Meloni e del suo esecutivo».

«Serve, dunque – ha concluso – una risposta decisa e forte da parte della politica, delle associazioni, dei sindacati, degli operatori e dei cittadini per bloccare un provvedimento dannoso e che va a colpire soprattutto il Sud, le Regioni più deboli e i territori più isolati che perderanno anche la scuola spesso unico presidio di legalità e punto di riferimento per i giovani del luogo». (rcs)

LUNGRO (CS) – Domani manifestazione contro il dimensionamento scolastico

Domani, a Lungro, è in programma una manifestazione di protesta per le nuove linee  guida sul dimensionamento e l’autonomia scolastica che andranno a compromettere ancora  di più la tutela della minoranza linguistica arbëreshe.

A organizzarla il sindaco, Carmine Ferraro, con la partecipazione dei  cittadini, associazioni, studenti e docenti del Polo Arberesh di Lungro e le adesioni degli  omologhi delle comunità dell’istituto omnicomprensivo che comprende Acquaformosa,  Civita, Firmo, Frascineto, San Basile insieme ad altri sindaci di comuni di minoranza  arbëreshe. 

La manifestazione vedrà i partecipanti ritrovarsi alle 10 all’Ipsia di Lungro, sede  della segreteria dell’istituto, per procedere in corteo lungo Corso Skanderbeg sino ad  arrivare alla Sala Consiliare – ex Dopolavoro – dove sono previsti gli interventi delle  autorità. 

Ad animare i paesi arbëreshë il piano di riorganizzazione della rete scolastica regionale per  il triennio 2024-27, la riduzione di tutele per le minoranze e, di conseguenza, il paventato  smembramento del Polo Arberesh di Lungro. 

«A seguito della riunione dei Sindaci della scorsa settimana e della creazione di un  documento-proposta inviato a diversi Enti riguardante sia l’autonomia degli istituti che, a  cascata, la tutela delle piccole scuole e delle formazioni delle classi – ha spiegato il sindaco Ferraro – ora è il momento di far sentire la propria voce contro una possibilità che,  nonostante non sia ancora sulla carta, si fa avanti in modo minaccioso, ovvero la  distruzione dell’Omnicomprensivo di Lungro».

«È bene far capire che, nonostante la soppressione degli omnicomprensivi sia un obiettivo  acclarato, quello di Lungro è ben al di sopra dei numeri minimi previsti per l’eliminazione  e che, anche se non li avesse – ha aggiunto Ferraro – sarebbe comunque tutelato come  plesso montano, nelle linee guida regionali, avendo cinque comuni su sei in area montana». (rcs)

L’OPINIONE / Maria Limardo: Abbiamo numeri per far riconoscere al Vibonese altre due autonomie

di MARIA LIMARDO – Il Comune capoluogo non intende assistere passivamente al depauperamento di un patrimonio culturale quale è quello della scuola. Perché tagliare indiscriminatamente il numero di autonomie scolastiche significa incidere in maniera negativa su un assetto sociale imprescindibile per le comunità.

La posizione del Comune capoluogo è chiara, ed è stata messa nero su bianco con apposita delibera di giunta lo scorso 22 settembre, portata all’attenzione dell’assemblea dei sindaci dall’assessore Fuscà nel corso dell’ultimo incontro in Provincia. Purtroppo il calo demografico che da anni si registra in tutto il Paese, e che risulta particolarmente marcato al Sud, non lascia indenne il nostro territorio. E dunque, comprendiamo bene che i freddi numeri dicano che la provincia di Vibo Valentia non potrà mantenere tutte le originarie 32 autonomie scolastiche, delle quali i sei istituti comprensivi del capoluogo. Ma sono quegli stessi numeri che dicono che al capoluogo toccano almeno, e ribadisco almeno, quattro autonomie, sebbene vi siano particolari condizioni per avanzare una richiesta di cinque.

Di certo, non accetteremo, a nessun costo, che passi una proposta nella quale al capoluogo vengano assegnate tre sole autonomie scolastiche. D’altronde, limitandoci ad un mero calcolo sul divisore nazionale di 900, risulta che le autonomie da assegnare all’intero territorio provinciale, sulla base di  quasi 21.000 studenti, siano oltre 23, e non già 21.

E questo senza tenere in considerazione altri parametri, che potrebbero semmai innalzare e di certo non abbassare il numero di autonomie. Alla luce di queste considerazioni, il mio Comune non indietreggerà di un millimetro, ritenendo che vadano garantite almeno le altre due autonomie, una al capoluogo e una alla provincia, a prescindere da quali istituti verranno interessati, la qual cosa non è affare della politica. Ma garantire giustizia ed equità, questo sì, lo è. (ml)

[Maria Limardo è sindaca di Vibo]

Dimensionamento scolastico, Princi risponde al PD: No a strumentalizzazioni

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, risponde alle dichiarazioni rilasciate dal Partito Democratico calabrese in merito al dimensionamento scolastico, constatando che i dem hanno detto «cose inesatte e fuorvianti che non fanno altro che generare confusione».

«Voglio invitare il Pd – ha detto Princi – ad andare a ritroso e leggere i precedenti miei comunicati indirizzati agli enti provinciali nei quali ho sempre parlato non solo di concertazione, ma anche di condivisione. Faccio , altresì, presente ai consiglieri del Partito democratico che il confronto che è stato richiamato nella mia ultima lettera è scaturito da più incontri che la sottoscritta ha avuto con le parti».

«Un primo nel quale sono state condivise le linee guida – ha spiegato – e un secondo, esteso anche alla componente tecnica, nel quale si è convenuto di costituire tavoli decentrati. Puntualmente la sintesi delle sedute veniva richiamata dalla scrivente in apposite lettere indirizzate agli enti provinciali e alla città metropolitana di Reggio Calabria , in cui veniva – sempre – richiamata la concertazione con i territori e con le parti sindacali condivisa, del resto, sempre durante gli incontri».

«Un appello al buon senso e alla responsabilità condiviso, tra l’altro – ha ricordato – anche all’interno della stessa corrente di partito, dal capogruppo Pd in Consiglio comunale di Catanzaro, Fabio Celia, e dalla consigliera Igea Caviano, i quali invitano pubblicamente al ‘dialogo urgente tra dirigenti e Province che coinvolga anche i sindacati’».

«Pertanto, poiché è tutto documentato invito, per le prossime volte – ha aggiunto – i consiglieri del Pd, nel metodo e nel merito, ad informarsi prima di veicolare notizie non corrispondenti ai fatti».

«Quanto poi alla questione relativa al numero delle autonomie – ha proseguito la vice di Occhiuto – la Calabria ne perde 79 proprio perché l’ultimo dimensionamento risale al 2012. Se la politica negli anni avesse attuato un ridimensionamento, come è stato fatto in altri contesti regionali, la Calabria oggi avrebbe avuto minori perdite di autonomie scolastiche, come avviene altrove».

«Ricordo, ancora una volta, che non è la Regione ad aver ‘tagliato le autonomie’ – ha specificato – bensì sono disposizioni contenute nella legge di bilancio 197/2022, attuativa dei dettami del Pnrr, posti in essere proprio quando al Governo c’era Draghi e lo stesso Partito democratico. Anche le altre Regioni, checché possa dire il Pd, a prescindere dal colore politico, stanno effettuando il dimensionamento che diventa prescrittivo per tutti. Il non farlo significherebbe, infatti, subire un commissariamento con un conseguente dimensionamento calato dall’alto ed operato in termini prettamente ragionieristici. Sinceramente mi dispiacerebbe pensare che il Partito democratico, per ragioni meramente opportunistiche, possa auspicare un commissariamento».

«Inoltre, faccio presente ai consiglieri del Pd che, a prescindere da chi abbia presentato ricorso alla Corte Costituzionale – ha detto ancora – laddove dovesse essere accolto, la sentenza avrebbe efficacia ‘erga omnes’ e, quindi, produrrebbe effetti nei confronti di tutte le regioni».

«Il mio appello al Partito Democratico è che, invece – ha concluso – alla logica delle strumentalizzazioni prevalga quella del confronto, delle concertazioni e del supporto ai territori e agli Enti provinciali chiamati ad operare con grande responsabilità in un momento, indubbiamente, non facile. L’auspicio è che la cultura elevi ed unisca anziché dividere; occorre farlo in primis per i ragazzi, per i quali, tutti quanti, dovremmo sempre essere da esempio, e per la società civile tutta». (rcz)

Dimensionamento scolastico, Pd Calabria: Fuori tempo l’appello della vicepresidente Princi

Il Pd in Consiglio regionale ha evidenziato come «appare paradossale e fuori contesto l’appello dell’assessore Princi inviato tramite missiva a Enti con la quale incalza Province e Città Metropolitana di Reggio a “concertare con tutte le parti i piani di dimensionamento provinciali, a richiedere le apposite delibere dei Consigli d’istituto, a promuovere specifiche conferenze di ambito con le componenti interessate, creando occasioni di ascolto e di confronto con i territori”». «Dopo non avere ascoltato i continui appelli formulati dal nostro gruppo in ordine al rischio di perdere 79 autonomie per l’effetto del decreto approvato dal governo – ha aggiunto il PD – adesso arriva un invito alla concertazione».

«Proprio nel momento in cui le altre Regioni italiane – hanno spiegato i del – impugnano lo stesso decreto davanti al Tar e, comunque, sono in attesa dell’esito dei ricorsi spinti davanti alla Corte Costituzionale, che saranno esaminati a partire dal prossimo mese di novembre, contro gli articoli della legge finanziaria 2023 relativi al dimensionamento scolastico».

«L’Emilia Romagna addirittura – spiega il PD – ha annunciato di avere voluto rafforzare la propria posizione a difesa della scuola ricorrendo al Tar per il Lazio contro il decreto interministeriale 127 del 30 giugno, inviato alle Regioni il 2 agosto, che stabilisce il numero delle autonomie scolastiche».

«Secondo i legali della Regione, infatti – viene spiegato nella nota – è inapplicabile il taglio in assenza di un pronunciamento sulle competenze fornito dalla Consulta e, per questo, ricorre anche contro la “dimensione” della rete scolastica che il Governo ha definito attraverso il decreto».

«Del resto – hanno proseguito i consiglieri dem – perplessità simili erano state espresse durante la riunione della Conferenza Unificata dello scorso maggio in cui Emilia Abruzzo, Campania, Puglia, Sardegna, Toscana, Upi e Anci, le associazioni dei Comuni e delle Province italiane avevano votato contro il dimensionamento che, tuttavia, è stato ugualmente approvato».

«L’inerzia della Regione Calabria, supina ai voleri del governo nazionale – continua la nota del Pd –, è stata totale fin dal principio. Nessuna opposizione al decreto e nessun ascolto ai ripetuti appelli arrivati in ordine ai rischi per la nostra Regione per l’effetto del dimensionamento per come programmato. Nello specifico nella nostra Regione si perderanno 29 autonomie nella provincia di Cosenza, 14 a Catanzaro, 8 a Crotone, 17 a Reggio Calabria ed 11 a Vibo Valentia».

«Ci saremmo aspettati che chi è stato votato per rappresentare la Calabria la difendesse, nelle sedi istituzionali, da un provvedimento che comporterà un impoverimento dell’offerta didattica per i nostri ragazzi e la perdita di numerosi posti di lavoro, circa 600, tra personale di segreteria e Dsga. E poi – dicono ancora – istituti accorpati significano difficoltà organizzative e gestionali per i dirigenti scolastici, classi più numerose, dispersione scolastica, impoverimento dei piccoli centri. Ancora una volta, il Governatore Occhiuto ha scelto di chinare la testa dinanzi alle scelte di un Governo chiaramente antimeridionalista».

«E se le linee guida della regione in qualche modo – continuano i del – provano a “mettere una toppa”, le conseguenze non si potranno limitare. E a ben poco vale adesso la lettera dell’assessore Princi».

«Quella sul dimensionamento – ha concluso il gruppo del Pd – è una battaglia che abbiamo il dovere di portare avanti in altra maniera e lo faremo con le scuole, con i sindacati, in piazza se sarà necessario. Promuoveremo, al più presto, insieme al partito regionale, un incontro pubblico  con i sindacati della scuola, i dirigenti scolastici, gli insegnanti e tutti i soggetti interessati». (rrc)

L’OPINIONE / Fabio Celia e Igea Caviano: Su dimensionamento scolastico Province e presidi trovino soluzioni

di FABIO CELIA E IGEA CAVIANO – Il dimensionamento scolastico è un tema che sta riguardando da vicino tutte le comunità, costretti a subire le conseguenze di una riforma nefasta per l’organizzazione e l’autonomia di numerosi plessi sull’intero territorio calabrese. Un disegno, voluto dal Governo nazionale di centrodestra, che secondo calcoli meramente ragionieristici e di bilancio, ridefinendo i parametri su cui si struttura la rete scolastica in ogni regione, finisce inevitabilmente per penalizzare le aree più fragili del Paese.

La Calabria si ritrova, dunque, a fronteggiare una nuova scure, come se non bastassero le già gravi ferite inferte dalla politica dei tagli che, di fatto, mortifica ogni tentativo di ripresa, in barba ai diritti fondamentali come quello all’istruzione. Se è vero che la Regione ha voluto salvaguardare i plessi delle aree interne più periferiche, la città di Catanzaro non può accettare passivamente un piano calato dall’alto, a giudicare dalle ipotesi di accorpamento che interessano più istituti scolastici ricadenti nel territorio comunale.

Nel criticare aspramente le premesse calate dall’alto che sono state alla base del nuovo dimensionamento scolastico, allo stesso tempo non possiamo non evidenziare la necessità che questi indirizzi si debbano tradurre necessariamente in decisioni il più possibile coerenti ed equilibrate, tenendo in debita considerazione tutte le posizioni delle parti coinvolte.
In questo senso, non può che essere condivisibile l’appello alla responsabilità e al buon senso da parte della vicepresidente della Regione Calabria, Giusy Princi, nell’invitare gli enti provinciali, a cui spetta l’onere delle scelte finali sul dimensionamento, a convocare e ad ascoltare le legittime posizioni dei dirigenti scolastici per apportare gli eventuali correttivi del caso.
Capiamo le difficoltà che sono ricadute sulle Province, a causa di errori a monte, ma è fondamentale in questo momento non assumere decisioni forzate e aprirsi al dialogo, coinvolgendo anche i rappresentanti delle sigle sindacali di categoria finora tenuti fuori da ogni tavolo.
Per salvaguardare la qualità dell’offerta didattica e la buona organizzazione dei servizi è fondamentale, infatti, il ruolo di chi vive la scuola sul campo e rappresenta la propria comunità. L’auspicio è quello di pervenire, attraverso un’ampia condivisione istituzionale, ad una soluzione che possa essere il più sostenibile possibile, prospettando non solo sacrifici, ma anche eventuali nuove prospettive per i nostri plessi scolastici. (fc e ic)
[Fabio Celia e Idea Caviano sono rispettivamente capogruppo del Pd e consigliera comunale di Catanzaro]

Il sindaco Madeo: Dimensionamento scolastico non riguarderà San Demetrio Corone

Il dimensionamento scolastico non “toccherà” San Demetrio Corone. È quanto ha annunciato il sindaco della città, Ernesto Madeo, dopo le rassicurazioni da parte dell’assessore regionale alle Minoranze Linguistiche, Gianluca Gallo, dalla consigliera regionale Pasqualina Straface, dalla consigliere regionale Luciana De Francesco, dal consigliere provinciale Pina Sturino e dalla presidente della Provincia di Cosenza e presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro a mantenere inalterate le condizioni amministrative e gestionali dell’IOC di San Demetrio Corone.

La Presidente dell’Ente provinciale, nonché giovane guida di Anci Calabria, è stata la prima persona a confermare al primo cittadino il mantenimento della direzione scolastica e della relativa organizzazione e autonomia scolastica, vista la singolare storia del Collegio di Sant’Adriano e del collegato Liceo Classico, officina del pensiero di tantissime giovani generazioni e storica istituzione del sapere, che ha formato per decenni molte personalità della classe dirigente del nostro Paese.

«Sono in perfetto accordo con il criterio adottato dalle linee guida regionali che promuovono gli accorpamenti nei grossi centri – ha dichiarato il sindaco Madeo – così sarà possibile mantenere e sviluppare le autonomie scolastiche nei piccoli comuni, nelle aree interne e nelle aree periferiche che vivono particolari condizioni di disagio socioeconomico e di isolamento, a causa dei carenti e inadeguati collegamenti infrastrutturali, delle distanze da percorrere e dalla scarsità dei collegamenti garantiti per il trasporto pubblico degli studenti». 

«Difendere gli interessi delle piccole comunità significa dimostrare grande senso di responsabilità e piena coerenza con le affermazioni di tutela e con la programmazione delle strategie di sviluppo e rilancio di quei territori – ha detto ancora – specie delle aree interne della Calabria, che a causa del depauperamento di strutture e servizi stanno evidenziando l’emorragia dei numeri delle centinaia di migliaia di calabresi che hanno deciso di emigrare ancora dalla propria terra, giustamente insoddisfatti della scarsa qualità di vita e dall’assenza di opportunità e garanzie per il proprio presente e per il futuro delle prossime generazioni».

«Al di là dei numeri indicati per mantenere l’autonomia scolastica – ha proseguito Madeo –, derogabili in funzione delle eccezioni previste dalla normativa rispetto ai numeri degli iscritti, va garantita ad ogni comunità appartenente ad una minoranza linguistica, per come già previsto a propria tutela dalla nostra illuminata Costituzione, oltre che essere stata più volte richiamata da interventi della Comunità europea e dell’ONU, che in più di un’occasione e in più Assemblee generali hanno ribadito l’importanza vitale che rappresentano le minoranze etniche e linguistiche nei sistemi sociali di ogni Paese».

«Per questo, ringrazio i rappresentanti istituzionali che hanno espresso vicinanza alle esigenze dei nostri studenti e delle loro famiglie – ha detto ancora – comprendo l’importanza di tutelare lo sviluppo educativo e formativo dei cittadini dell’Unione dei Comuni Arberia, composto da cinque realtà arbëreshe che non devono continuare a sparire a causa delle disattenzioni politiche cui sono state sottoposte per decenni».

Da sottolineare che prima ancora dell’avvio di qualsiasi discussione sulla questione del dimensionamento e dell’autonomia scolastica, l’Amministrazione comunale guidata da Ernesto Madeo ha avviato una politica di promozione e rilancio dell’offerta formativa di quello che, per la sua secolare importanza storica, fu chiamato addirittura Liceo delle due Calabrie (gli studenti giungevano anche dalla Lucania e dalla Puglia, ndr).

Una politica seria di attività concrete atte ad aumentare le iscrizioni dei tanti giovani residenti, che così non dovranno più recarsi, ad esempio, presso gli istituti superiori di Acri o Corigliano-Rossano per avere tutte le opportunità formative e strutturali che i grandi centri propongono a discapito dei piccoli comuni delle aree interne.

Si parte dalle tante borse di studio messe a disposizione dei ragazzi per giungere all’offerta di un efficiente organizzazione dei trasporti scolastici, oltre ad evidenziare l’importante novità della gratuità dei libri messa a disposizione dalla dirigenza scolastica, che alleggerisce in modo sostanziale il peso dell’impegno economico che grava sempre più nell’economia delle famiglie.

Inoltre, grazie ai tanti interventi programmati sul miglioramento dell’edilizia scolastica e delle strutture per lo svolgimento attività sportive e sociali, già avviati e alcuni in dirittura di arrivo, sarà consentito ai giovanissimi studenti che frequenteranno le scuole di San Demetrio Corone di poter usufruire di plessi sicuri ed efficienti in termine di servizi e sistemi digitali.

«Se oggi chi decide il futuro delle prossime generazioni – ha concluso il sindaco di San Demetrio Corone – prendendosi la responsabilità di agire in modo che non si determinino altre fughe dalle comunità in cui oggi stanno crescendo, aumentando quell’emorragia civile e sociale che sta già impoverendo l’intera Calabria, e guarda con occhi giusti e pensiero illuminato agli sforzi e alle tangibili capacità di ripresa che alcune amministrazioni, come quella che guido, hanno messo in campo e che stanno riuscendo ad evidenziare con singole iniziative, allora sarà certo che si potrà invertire la rotta e quel percorso di fuga che sta allontanando intere generazioni dai nostri amati territori, per riappropriarsi delle proprie identità e rianimare con slancio rinnovato la grande storia delle radici di un’Arberia che ha saputo sopravvivere per centinaia di anni a situazioni di ostilità». (rcs)

 

L’OPINIONE / Elisabetta Barbuto: Il dimensionamento scolastico un attacco alle istituzioni scolastiche

di ELISABETTA BARBUTOQuando tanti anni fa iniziai il mio percorso di docente, la prima supplenza mi venne conferita all’Istituto Pertini di Crotone. Fu una esperienza entusiasmante. Ricordo ancora il mio timore nell’entrare in classe e confrontarmi con gli studenti ma fu proprio lì, grazie a loro e grazie a tutti i miei colleghi dell’epoca, che mi resi conto di quanto ero veramente felice nello stare con i ragazzi. Loro crescevano, ma crescevo anche io e quell’entusiasmo iniziale non è mai passato nonostante le tante vicissitudini che la vita non risparmia a nessuno.

Ed è sempre al Pertini, nel frattempo divenuto l’IIS Pertini Santoni, che dopo tanti anni di gavetta, sono entrata in ruolo e ho svolto il mio anno di prova…mi viene da sorridere a pensarci. Ed ora che di anni ne sono passati davvero tanti da quel primo giorno e vedo profilarsi all’orizzonte il mio collocamento a riposo penso che è sempre qui che concluderò la mia missione di insegnante.

Cosa è stata ed è per me questa scuola ? Una scuola che nel tempo ho visto crescere sempre con una attenzione particolare per gli studenti. Per tutti gli studenti. I Care, c’è scritto sull’ingresso della nostra scuola. Ed è quello che abbiamo fatto in tutti questi anni. E’ la sintesi del nostro lavoro. Ci siamo presi cura degli studenti non lasciando indietro nessuno.

È la sintesi del lavoro di una famiglia. Una famiglia che ha raggiunto costantemente nuovi traguardi riuscendo a captare le aspirazioni dei ragazzi, le loro inclinazioni ed i loro progetti, attivando una pluralità di corsi in cui al meglio ognuno ha potuto esprimere le sue potenzialità; una famiglia che li ha visti crescere fino al diploma e che li ha visti andare via verso la vita con tanta nostalgia per ognuno di loro,  ma anche con l’orgoglio di chi li ha accolti  bambini delle prime classi e,  giorno per giorno, li ha accompagnati  nella loro formazione e li ha visti  diventare giovani uomini e giovani donne pronti al futuro..

L’importante offerta formativa dell’Istituto, le tante esperienze progettuali di successo, il lavoro di un corpo docente d’eccellenza e di dirigenze illuminate, la presenza di un polo provinciale per l’inclusione quale il Cts, fiore all’occhiello della scuola e della provincia, ci hanno portato sempre ad essere fra le prime istituzioni scolastiche della provincia crotonese. 

Ed ora pensare che una esperienza così importante si debba concludere esclusivamente per mere convenienze politiche fa veramente molto male. Un dimensionamento scolastico che per l’I.I.S. Pertini Santoni si traduce in un autentico smembramento messo in atto da chi della scuola, con tutta evidenza, non capisce molto, anzi proprio niente. 

Ma, sempre con tutta evidenza, ha una grande esperienza di un certo tipo di marketing elettorale sui territori. Ed il bello è che vorrebbero convincere la popolazione crotonese della razionalità della proposta negando l’evidenza anche con il sostegno di alcuni galoppini professionisti la cui superficialità nel parlare della scuola è pari solo alla loro arroganza. Oltre al danno anche la beffa.

E d’altronde, è grazie a questo tipo di politica, attenta più agli interessi delle proprie botteghe e dei vari comitati elettorali che a quelli dei cittadini, che anche per quest’anno la provincia di Crotone si conferma , purtroppo ancora una volta,  in fondo alla classifica resa nota ieri a Firenze nella quinta edizione del Rapporto sul BenVivere delle Province italiane 2023. 

Ora con l’attacco alle istituzioni scolastiche, travestito da dimensionamento, ci si sta attrezzando per il colpo di grazia finale a chi è già moribondo. 

Ignoro se il ministro dell’Istruzione cui il nostro Istituto si è rivolto  riuscirà ad evitare questo scempio e mi auguro sempre che, alla fine, prevalga il buon senso e si cambi rotta altrimenti davvero si potrà dire che, al confronto, Attila era un dilettante allo sbaraglio. E non credo sia un buon viatico per il futuro. (eb)

[Elisabetta Barbuto è docente]

 

Dimensionamento scolastico, Princi invita gli Enti provinciali ad ascoltare i territori

Tutte le Province e Città Metropolitana di Reggio si impegnino «a concertare con tutte le parti i piani di dimensionamento provinciali, a richiedere le apposite delibere dei Consigli d’istituto, a promuovere specifiche conferenze di ambito con le componenti interessate, creando occasioni di ascolto e di confronto con i territori». È quanto ha scritto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, in una lettera indirizzata agli Enti in merito al dimensionamento scolastico.

«Mi preme, ancora una volta, specificare – ha puntualizzato Giusi Princi – che, ai sensi del 112/98, è prerogativa delle Province elaborare i piani di dimensionamento sulla base delle linee di indirizzo definite dalla Regione d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, organizzazioni sindacali e Province tutte. Mi preme, di nuovo, sottolineare che non è stata una volontà della Regione intervenire sul dimensionamento scolastico che è, invece, una disposizione norma perentoria, definita dalla legge di bilancio 197/2022 e a cui tutte le Regioni si sono dovute attenere».

«Laddove le Amministrazioni regionali non ottemperino nei termini prescritti verranno, infatti – ha spiegato – commissariate subendo dall’alto un dimensionamento di tipo ragionieristico anziché didattico e funzionale ai bisogni dei territori. Alla luce di quanto sopra, ringraziando quanti hanno già avviato le concertazioni con i territori, invito, invece, le realtà provinciali, che ancora non abbiano provveduto, ad ascoltare e a confrontarsi con tutte le parti: dirigenti scolastici, organizzazioni sindacali e territori tutti». (rcz)

La consigliera Straface: Dal sindaco Caruso inesattezze su dimensionamento scolastico

La consigliera regionale Pasqualina Straface, risponde al sindaco di Cosenza, Franz Caruso, in merito al dimensionamento scolastico, sottolineando come dal primo cittadino siano state fatte dichiarazioni «imprecise e confusionarie sul tema del dimensionamento scolastico, in cui le responsabilità del centrosinistra calabrese sono enormi».

«Il Consiglio Regionale ha approvato le linee guida regionali – ha ricordato – strumento avanzatissimo frutto del grande lavoro portato avanti dalla Vice Presidente Princi insieme al Dipartimento Istruzione e redatte in sinergia con i sindacati e gli esperti del settore, che serviranno ai comuni e alle Province per redigere i rispettivi piani di dimensionamento scolastico entro il 12 ottobre. Successivamente, acquisite le delibere provinciali e previo parere di coerenza dell’Usr, le Regioni dovranno delibrare entro il 30 novembre il Piano di Dimensionamento Generale. Termine, questo, perentorio e a cui, contrariamente a quello che asserisce il sindaco Caruso, tutte le Regioni si stanno invece adeguando per evitare il commissariamento, che vorrebbe dire subire il dimensionamento dall’alto senza possibilità di intervenire».

«Grazie alle linee di indirizzo regionali a maglia larga, senza tetto massimo e tetto minimo – ha detto – abbiamo dato a comuni e province gli strumenti per approntare dei piani che possano andare incontro alle esigenze dei piccoli comuni e dei territori in cui siano presenti problematiche legate alla dispersione scolastica, all’isolamento, alle carenze di trasporti, alle minoranze linguistiche, a problematiche di vario genere. Ora tocca ai comuni e alle Province mettere in campo i loro piani, intervenendo a salvaguardare i bisogni che fuoriescono, ci si augura, dalle concertazioni promosse dalle Province, chiarendo comunque che la riduzione delle autonomie non implica la chiusura dei plessi bensì la riduzione del numero dei Dirigenti: i plessi scolastici infatti continueranno a rimanere attivi nei territori garantendo il medesimo servizio educativo-didattico con lo stesso numero di personale docente e ausiliario».

«Si ricorda a Caruso – ha proseguito Straface – che i tagli di cui lui parla non sono da attribuire al Governo Meloni ma sono riconducibili ai parametri indicati dal Governo Draghi per necessità legate al Pnrr. Governo di cui il PD era forza di maggioranza. Si ricorda ancora a Caruso che la Regione Calabria subisce tagli maggiori a causa dell’immobilismo dei governi precedenti, ed il centrosinistra ha precise responsabilità, poiché l’ultimo piano di dimensionamento risale al 2012. Basti pensare che in Regione esistono oggi 80 reggenze, ovvero Istituti che in quanto sottodimensionati sono senza Dirigente e DSGA, espressione di una classe politica che ne ha decretato il depauperamento».

«Adesso è il momento di lavorare – ha concluso – per garantire il diritto allo studio ai giovani calabresi e per tutelare i territori a rischio dispersione scolastica». (rrc)