Il sindaco di Cosenza Caruso contro la manovra sul dimensionamento scolastico

Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha denunciato il silenzio assordante da parte della Regione e di Anci Calabria sulla manovra 2023 sul dimensionamento della rete scolastica.

«La Giunta regionale della Calabria, al contrario di quanto fatto da altre Regioni in Italia – ha detto Caruso ha approvato le linee guida per il dimensionamento della rete scolastica calabrese che, nel prossimo triennio, taglierà nella nostra regione ben 79 autonomie scolastiche senza sentire il dovere di esprimere  neanche un minimo dissenso contro un provvedimento che avrà ricadute negative sulla più importante istituzione italiana a cui è affidata la formazione dei cittadini di domani: la scuola».

«Prendo atto con estrema preoccupazione – ha proseguito il pPrimo cittadino – di questo ennesimo atteggiamento ossequioso della Regione Calabria e di Anci Calabria verso il Governo Meloni, che ancora una volta penalizza le Regioni Meridionali dov’è previsto circa il 70% degli accorpamenti con numeri allarmanti per Campania (128 scuole in meno), Calabria (79), Puglia (58), Sardegna (42) e Sicilia (92)».

«Se questo processo di tagli indiscriminati – ha detto ancora – dovesse confermarsi sarebbe leso il diritto universale all’istruzione, perché peggiorerebbe l’offerta formativa soprattutto al Sud del Paese che vive già situazioni di grande sofferenza  culturale e sociale, oltre che economica. Si mina di fatto la funzione sociale che riveste la Scuola pubblica per come sancito dalla nostra Carta Costituzionale puntando solo a ridurre i costi, smantellando il nostro sistema educativo».

«Un’ipotesi, questa – ha sottolineato – da contrastare ritenendo necessario garantire il rispetto dei principi costituzionali di eguaglianza e di diritto allo studio, mettendo in primo piano studenti, famiglie, dirigenti scolastici, docenti e quanti operano nella istituzione scolastica, per un’istruzione inclusiva, efficiente e funzionale, e capace di contrastare la dispersione scolastica che in Calabria ha raggiunto percentuali elevate».

«Per questi motivi – ha concluso Franz Caruso – nello stigmatizzare gli atteggiamenti silenti ed ossequiosi di chi ci rappresenta a livello regionale, mi pongo al fianco di quanti, Istituzioni, movimenti dei dirigenti scolastici, sindacati e amministratori locali di tutti i colori politici, stanno in queste ore protestando contro il provvedimento del governo Meloni per il dimensionamento scolastico, chiedendo ad Anci nazionale un intervento risoluto affinché si cambi rotta». (rcs)

Dimensionamento scolastico, il sindaco di Cariati Minò: Ci sono i numeri per autonomia

Per quanto riguarda il dimensionamento scolastico, «l’obiettivo del’Amministrazione comunale è quello di preservare e tutelare l’autonomia». È quanto ha dichiarato il sindaco di Cariati, Cataldo Minò, nel corso dell’incontro tra la Provincia di Cosenza ed i comuni tenutosi ieri (martedì 19) nella sede dell’ente territoriale nella città capoluogo.

Insieme al primo cittadino, il presidente del Consiglio comunale, Alda Montesanto.

«La nostra comunità scolastica – ha precisato il primo cittadino – rientra nei parametri previsti dal Piano di dimensionamento scolastico 2024-2025 poiché attualmente dispone di un numero di studenti superiore alle 800 unità. L’auspicio – aggiunge Minò – è quello di mantenere intatte le attuali dirigenze confinate nel territorio comunale o, nella peggiore delle ipotesi, supportandole con l’accorpamento di plessi ricadenti nei comuni limitrofi».

«I rigidi criteri imposti dall’Ufficio scolastico regionale su indicazioni del Ministero dell’Istruzione e del Merito – ha detto ancora – impongono che ogni istituto debba avere un range compreso tra 600 e 900 iscritti. Con apposita delibera la Giunta Comunale nei giorni scorsi ha recepito la ricognizione ufficiale dei numeri della popolazione studentesca gestita dall’IC Cariati che ricomprende, ad oggi, anche gli iscritti del Comune di Terravecchia, evidenziando l’assenza di particolari criticità».

«La documentazione ufficiale  – ha concluso – prodotta dall’Amministrazione Comunale è stata trasmessa alla Provincia che entro il prossimo 30 settembre dovrà approvare il consequenziale Piano provinciale che prevede al suo interno il taglio di 29 autonomie scolastiche». (rcs)

Dimensionamento scolastico, Tavernise (M5S): Aggregare scuole di Crosia a distretto di Corigliano Rossano

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, ha scritto una missiva alla Presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, per chiedere lo spostamento del distretto per le scuole di Crosia da Cariati a Corigliano-Rossano. Nello specifico, si tratta di valutare il distacco delle scuole di Crosia dal Distretto 26 (Cariati) per aggregarle al Distretto 20 (Corigliano Rossano).

«Com’è noto – ha spiegato – per la comunità scolastica di Crosia dipendere da Cariati è penalizzante sotto diversi aspetti. La segreteria e la presidenza sono fuori dalla portata quotidiana e questo porta disagi alle famiglie le quali si trovano costrette a recarsi spesso a Cariati per esigenze didattiche dei figli o per colloqui con il dirigente o per servizi in segreteria. Non c’è mai stato uno scambio di studenti con la città di Cariati, mentre ogni anno si registra un via vai di alunni iscritti in un primo anno nelle scuole di Corigliano-Rossano che rientrano negli anni successivi e così tantissimi alunni che dalle scuole di Crosia si iscrivono nella città più vicina. È uno scambio naturale di studenti, in essere da sempre, dato dalla facilità di spostamento e dalla breve distanza che intercorre tra Crosia e Corigliano-Rossano, che è del tutto inesistente con Cariati». (rrc)

La consigliera Straface incontra la presidente Succurro: Le minoranze linguistiche non si toccano

La consigliera regionale Pasqualina Straface, nell’incontrare la presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succuro, ha ribadito come «nel disegno più ampio che riguarda il ridimensionamento scolastico nazionale, le minoranze linguistiche, nella nostra Regione, verranno salvaguardate».

«Lavorare insieme per il territorio è fondamentale così come lo è ascoltare le preoccupazioni della popolazione e dar loro le giuste risposte, evitando le strumentalizzazioni che fanno solo male e generano ansie nella popolazione», ha detto Straface, ricordando come «d’altronde le linee guida approvate dalla Giunta regionale nelle scorse settimane vanno proprio in questa direzione e devono essere viste come uno strumento importante per i Comuni e le Province e non come un limite o un vincolo. Stiamo lavorando nell’interesse della cittadinanza ed insieme alla Presidente Succurro possiamo affermare che non solo non verranno toccate le minoranze linguistiche ma che l’attenzione nei loro confronti sarà sempre alta, così come la loro tutela».

«Inoltre, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico – ha concluso – possiamo altresì dire che è stato già finanziato con 250 mila euro l’Itc Palma che vedrà sorgere al suo interno una pista di atletica, una per il salto in lungo, le tribune a gradinate nonché l’adeguamento degli spazi esterni, tutto ciò a favore degli studenti e della loro educazione fisica e sportiva».

Dimensionamento scolastico, Metrocity RC a confronto con sindaci e dirigenti scolastici

Ha preso il via il confronto fra la Città Metropolitana, i sindaci del comprensorio e i dirigenti scolastici degli istituti delle quattro aree omogenee sull’organizzazione della nuova rete scolastica, da costruire in base alle linee guida fornite dalla Regione sul dimensionamento per gli anni 2024/2025.

«La concertazione è quanto mai indispensabile – ha sottolineato il sindaco f.f. della Metrocity, Carmelo Versace – considerata la programmazione della Regione che ha previsto la cancellazione di ben 17 istituti dell’area metropolitana di Reggio. Da 92 passiamo a 75, considerate 22 istituzioni che, attualmente, registrano meno di 600 alunni. Una scelta che tiene contro dei numeri pre-pandemici e che rischia di penalizzare, oltremodo, le nostre comunità».

«Nonostante tutto – ha continuato Versace – vogliamo mettere a punto un piano che tiene in fortissima considerazione gli stimoli provenienti dai singoli territori. Anche al più piccolo degli istituti del più piccolo Comune vogliamo dare le giuste risposte per affrontare al meglio il prossimo anno scolastico».

Al ciclo di conferenze, oltre il sindaco facente funzioni Versace, hanno preso parte il consigliere delegato all’Istruzione, Rudi Lizzi, i funzionari ed la dirigente di settore, Maria Teresa Scolaro. Anche Lizzi si è detto «estremamente soddisfatto» del lavoro messo in campo da Palazzo Alvaro.

«Stiamo raccogliendo necessità, bisogni e proposte dalla viva voce di quanti vivono e operano nei territori e nelle singole istituzioni scolastiche», ha spiegato Lizzi parlando di «un dimensionamento che interesserà, principalmente, i dirigenti ed il personale amministrativo senza intaccare i plessi frequentati dagli studenti».

«Per i nostri ragazzi e le nostre ragazze – ha spiegato – cambierà davvero poco. Ci dobbiamo attenere, però, alle linee guida piuttosto stringenti dettate dalla Regione Calabria. Dunque, ogni contributo fornito dagli attori principali coinvolti in questo processo riorganizzativo sarà prezioso per costruire la migliore scuola possibile».

«È un impegno molto gravoso e, per questo – ha concluso – non posso che ringraziare la dirigente Scolaro e tutto lo staff del settore per il lavoro preciso e dettagliato posto al vaglio dell’amministrazione e dei nostri territori. La mia gratitudine è rivolta, soprattutto, ai sindaci ed ai dirigenti scolastici per il supporto prezioso messo a disposizione dei nostri uffici». (rrc)

La consigliera Straface: Dal Pd solo notizie fuorvianti sul dimensionamento scolastico

La consigliera regionale Pasqualina Straface si è chiesta «come sia possibile continuare a leggere sulla stampa dichiarazioni e comunicati stampa totalmente fuorvianti da parte del Partito Democratico su un tema delicato come quello del dimensionamento scolastico».

Questo perché «le responsabilità del centrosinistra calabrese sono enormi dato che l’ultimo piano di riorganizzazione risale addirittura al 2012 e il sistema delle scuole sui territori è stato letteralmente lasciato in balia di se stesso portando ai risultati che oggi si vorrebbero addebitare al Presidente Occhiuto e alla sua maggioranza», ha detto Straface, aggiungendo che «è il caso di ricordare, inoltre, come l’immobilismo della governance di centrosinistra abbia portato, ad oggi, ad avere già oltre 70 reggenze ovvero istituti che si ritrovano senza Dirigente Scolastico e senza DSGA. Quindi c’è poco da fare demagogia e populismo su un tema così delicato, viste le grandi responsabilità».

«Il Consiglio Regionale – ha ricordato – ha approvato qualche settimana fa le linee guida regionali, strumento avanzatissimo frutto del grande lavoro portato avanti dalla Vice Presidente Princi insieme al Dipartimento Istruzione e redatte in sinergia con i sindacati e gli esperti del settore, che serviranno ai comuni e alle Province per redigere i rispettivi piani di dimensionamento scolastico la cui consegna è prevista rispettivamente per il 30 settembre e per il 15 ottobre che dovranno poi concorrere a formare il Piano Regionale che abbiamo l’obbligo di approvare entro il 30 di novembre».
«Grazie ai criteri contenuti nelle linee guida – ha proseguito – che ricordiamo vanno nella direzione indicata dall’allora governo Draghi di cui il Partito Democratico era forza di maggioranza, abbiamo dato a comuni e province gli strumenti per approntare dei piani che possano andare incontro alle esigenze dei piccoli comuni e dei territori in cui siano presenti problematiche legate alla dispersione scolastica, all’isolamento, alle carenze di trasporti, alle minoranze linguistiche, a difficoltà di vario genere. Quello del Piano di Dimensionamento Scolastico è un obbligo cui bisogna conformarsi nei tempi prestabiliti, per evitare che qualcun’altro lo faccia al posto nostro, e la Regione ha fatto tutto quanto in suo potere, come del resto altre Regioni come la Campania, la Puglia e la Sicilia, per affrontare il tema della perdita di autonomie che avrebbe potuto essere meno drastico se negli scorsi anni si fosse messo mano al sistema invece di ignorare completamente le problematiche del territorio».
«Già in Consiglio Regionale – ha ricordato – avevo chiesto di lasciar fuori dalla polemica politica la scuola, e invece a quanto pare è un tema che all’opposizione interessa solo per fare demagogia e populismo. Al Partito Democratico suggerisco di aiutare i comuni e le province ad evitare di indebolire i piccoli comuni, anziché invocare piazze che non esistono, e aiutare gli amministratori a gestire bene i piani intervenendo nelle aree a rischio con gli strumenti che abbiamo fornito loro».
«Questo vuol dire agire in nome e per il bene delle comunità – ha concluso – e difendere il diritto allo studio dei ragazzi calabresi, il resto è solo propaganda che su un tema così delicato e in cui ci sono così evidenti responsabilità non dovrebbe nemmeno essere presa in considerazione». (rrc)

L’APPELLO / Lucia Anita Nucera: Su dimensionamento scolastico il presidente Occhiuto tenga conto delle minoranze linguistiche

di LUCIA ANITA NUCERA – In una lettera indirizzata al Presidente Occhiuto avevo chiesto un’ integrazione ai criteri previsti dalle Linee guida per  il dimensionamento scolastico,  per le aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.

Inoltre, avevo anche suggerito di  prevedere che  le istituzioni scolastiche sovradimensionate, dovrebbero limitare il numero delle iscrizioni in entrata tenendo conto della capienza massima dei locali e degli spazi disponibili in base alle vigenti norme in materia di sicurezza, così da evitare rotazioni o doppi turni o dilatazioni artificiali del tempo scuola a discapito della qualità dell’offerta formativa.

Il territorio della Regione Calabria è caratterizzato da ben tre minoranze linguistiche riconosciute dalla legge attuativa dell’art. 6 della Costituzione 482/99, e di seguito riporto la normativa a supporto della salvaguardia delle aree geografiche in cui sono presenti specificità linguistiche rispetto al dimensionamento scolastico.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha previsto, tra gli obiettivi, la riorganizzazione del sistema scolastico mediante la riforma della disciplina del dimensionamento, intervenuta con la Legge 29 dicembre 2022, n. 197 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.

La legge, riformando l’art. 19 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, inserendo i commi 5-quater, 5-quinquies e 5-sexies, adegua l’organizzazione del sistema di istruzione agli sviluppi demografici, che prevedono che il numero degli iscritti alle scuole diminuirà nei prossimi anni a causa della denatalità, comportando una riduzione della necessità di personale scolastico. La norma tiene conto, a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, del parametro della popolazione scolastica regionale indicato per la riforma 1.3 prevista dalla missione 4, componente 1, del citato Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché della necessità di salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, anche prevedendo forme di compensazione interregionale.

Bisogna precisare che contro tale riforma, in data 28 febbraio 2023  è stato presentato ricorso per illegittimità costituzionale (Reg. Ric. n. 7 del 2023, Parte 1, pubbl. su G.U. del 22/03/2023 n. 12) contro il Presidente Del Consiglio Dei Ministri, mostrando come le disposizioni legislative statali debbano ritenersi costituzionalmente illegittime per violazione di importanti norme costituzionali sostantive, in via diretta ai sensi dell’art. 127 della Costituzione, conformando in modo profondo e pervasivo le competenze regionali in materia di istruzione, sia di tipo legislativo che amministrativo.  L’udienza pubblica per il ricorso è stata fissata per il 21/11/2023.

Come previsto al suddetto comma 5-quater, a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA sono definiti su base triennale, con eventuali aggiornamenti annuali, con decreto del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia, previo accordo in sede di Conferenza unificata. Sullo schema di decreto non è stato raggiunto l’accordo in sede di Conferenza Unificata e, ai sensi di quanto previsto al comma 5-quinquies, il contingente organico e la sua distribuzione tra le regioni sono stati definiti con decreto del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia.. Pertanto, con decreto interministeriale n. 127 del 30/06/2023 sono stati definiti i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA aa.ss. 2024/2025, 2025/2026, 2026/2027. In particolare, i criteri comportano che il contingente non possa essere superiore a quello determinato mediante l’applicazione dei precedenti parametri indicati dall’articolo 19, commi 5 e 5-bis del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, secondo i quali è assegnato un DS con incarico a tempo indeterminato e un DSGA in via esclusiva solo alle istituzioni scolastiche con almeno 600 alunni (400 nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche).

Secondo la nuova disciplina, il contingente organico dei DS e dei DSGA è stato determinato sulla base di un coefficiente, non inferiore a 900 e non superiore a 1000, stabilito annualmente in maniera tale da rendere minima la differenza a livello nazionale tra il numero di sedi attivabili con la nuova disciplina e quello prevedibile applicando il parametro dimensionale 600 (400). I criteri tengono conto del numero degli alunni iscritti nelle istituzioni scolastiche statali e dell’organico di diritto dell’anno scolastico di riferimento, integrato dal parametro della densità degli abitanti per chilometro quadrato, ferma restando la necessità di salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, nonché da parametri perequativi.

Confido nella sensibilità e nell’esperienza politica del Presidente Occhiuto affinché venga tenuto conto delle minoranze linguistiche intervenendo, ove fosse necessario, per ottenere da parte dei ministeri competenti delle deroghe sul numero massimo delle autonomie previste  per la Regione Calabria. (lan)

[Lucia Anita Nucera è assessore comunale di RC all’Istruzione]

Dimensionamento scolastico, Princi: Importante sinergia a tutela dei territori

Giusi Princi, Vicepresidente della Giunta regionale con delega all’Istruzione, si è detta soddisfatta del clima positivo riscontrato nel corso dell’incontro, in Cittadella, con gli Enti Provinciali per discutere del dimensionamento scolastico.

All’incontro hanno preso parte i presidenti delle quattro Amministrazioni provinciali calabresi ed il Delegato del Sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, con i rispettivi dirigenti di settore, ed a cui hanno partecipato anche il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, i coordinatori degli Ambiti Provinciali ed i dirigenti del Dipartimento Istruzione della Regione Calabria.

Contestualmente, la vicepresidente Princi ha invitato i vertici del Dipartimento Istruzione ad accogliere l’istanza avanzata dalle province di differire al 15 ottobre i termini di presentazione dei rispettivi piani, permettendo così agli enti di avere più tempo per procedere con una lettura territoriale più approfondita, legata anche alle varie interlocuzioni con le parti.

In merito, il Vicepresidente ha esortato le Province ad avvalersi dell’Osservatorio per il diritto allo studio, quale importante strumento per un’analisi georeferenziata dei vari contesti (indici di disagio, dispersione, collegamenti.) Nel corso della riunione, è stato ricordato che i plessi non verranno chiusi, ma rimarranno attivi con il personale docente e ausiliario già previsto in base ai numeri degli studenti iscritti; il dimensionamento scolastico, infatti, lascerà invariata la geografia dei plessi, interessando piuttosto l’organico dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi. Dall’incontro in Cittadella è emerso l’obiettivo comune, previsto dagli indirizzi regionali, di tutelare le aree interne e le aree disagiate, ivi prevedendo le autonomie, ovvero il mantenimento della dirigenza scolastica, optando, invece, per gli accorpamenti nei grossi centri.

I Direttori generali Maria Francesca Gatto ed Antonella Iunti, richiamando a livello tecnico le prerogative dei Comuni e delle Province nelle operazioni di predisposizione dei piani di dimensionamento e dell’offerta formativa, tramite l’interrogativo posto dal Consigliere delegato della Città metropolitana Rudi Lizzi, hanno chiarito che anche riguardo le minoranze linguistiche non sono più previste deroghe numeriche specifiche, come avveniva nel passato. Con i nuovi parametri ministeriali, infatti, non esiste più un tetto minimo o massimo di studenti: ogni realtà provinciale (purché garantisca il numero delle autonomie calcolato sulla base della popolazione scolastica) può determinarsi motivatamente individuando le aree in cui mantenere le dirigenze.

Da Giusi Princi è anche arrivato l’invito alle province a lavorare su poli liceali, tecnici, su un sistema e su un’offerta formativa che preveda l’attivazione di indirizzi scolastici funzionali alle vocazioni produttive dei territori di riferimento.

«Prezioso supporto alle realtà locali saranno i tavoli tecnici, che si insedieranno nei giorni 18,19 e 20 settembre, coordinati dal dirigente regionale Anna Perani – ha spiegato la vice di Roberto Occhiuto – e per i quali ogni ente ha già indicato un proprio referente tecnico. Raccomando, inoltre, che i piani provinciali siano condivisi con i sindacati di categoria, che hanno da tempo indicato i loro rappresentanti territoriali».

La riunione si è conclusa con i migliori auspici legati ad un sempre maggiore e costruttivo confronto, determinato da una classe politica e dirigenziale a servizio dei bisogni dei territori e del diritto allo studio, che deve essere sempre più centrale nel governo regionale.

La vicepresidente, poi, ha chiarito, sempre in merito al dimensionamento scolastico, che «i piani scolastici sono una prerogativa degli Enti Provinciali».

«A tal proposito, ricordando che la data di presentazione dei piani provinciali è stata differita dal 30 settembre al 15 ottobre – ha proseguito – invito tutti i Sindaci dei comuni calabresi a confrontarsi con i rispettivi enti provinciali a cui sottoporre le proprie istanze. Dall’incontro avuto in Cittadella con gli enti, è emersa la massima disponibilità da parte dei Presidenti di Provincia e dei rappresentanti della Città Metropolitana a promuovere conferenze di ambito per riorganizzare al meglio la rete scolastica, partendo dai bisogni dei territori».

«Sono certa – ha aggiunto – che si lavorerà con responsabilità e pragmatismo, perché nessuno meglio di chi amministra e vive quotidianamente le province può conoscere la geografia ed i bisogni di ciascuna realtà. Come già specificato dalla parte tecnica nel corso della riunione, tengo inoltre a ribadire che non sono più previste deroghe numeriche specifiche per l’individuazione di autonomie scolastiche, come invece avveniva in passato».

«Con i nuovi parametri ministeriali, infatti – ha concluso – non esiste più un tetto minimo o massimo di studenti: dai criteri regionali, ogni realtà provinciale (purché garantisca il numero delle autonomie calcolato sulla base della popolazione scolastica) può determinarsi motivatamente (sulla base di indici di disagio socio-economico, dispersione scolastica, difficoltà nei collegamenti, etc) individuando le aree in cui mantenere le dirigenze, salvaguardando magari quelle realtà interne che altrimenti rischierebbero di avere soppressa l’autonomia». (rcz)

DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO, REGIONE
NON SI DIMENTICHI DELLE AREE INTERNE

di GUIDO LEONE – Nei giorni scorsi la vicepresidente della giunta regionale con delega all’istruzione ha scritto ai presidenti delle Province e alla Città metropolitana di Reggio Calabria perché provvedano ad approvare, entro il 30 settembre 2023, il Piano di dimensionamento della rete scolastica e l’offerta formativa 2024/25, previa costituzione di appositi tavoli tecnici per ogni realtà provinciale con le rappresentanze di tutte le componenti interessate.

Ora in una fase di accresciuta complessità dei compiti attribuiti alle scuole, a partire dall’attuazione delle riforme previste dal Pnrr, la scelta di accorpare gli istituti aumentando il numero complessivo degli alunni per plesso non è certo la soluzione più indicata per dare centralità alla scuola, migliorare la qualità dei processi formativi e combattere la dispersione, obiettivi che il ministro Valditara proclama di voler conseguire.

Negli ultimi anni la provincia di Reggio Calabria, come il resto della regione, ha scontato la miopia con cui si è agito, la logica spesso campanilistica o semplicemente politica delle scelte in questi ultimi anni effettuate. I piani di dimensionamento della rete scolastica spesso sono stati frutto non di un percorso condiviso tra tutti i soggetti interessati – dirigenti, scuole, docenti, famiglie, istituzioni – né trasparente e, di conseguenza, equi nelle scelte, laddove invece gli stessi piani dovevano e devono essere il risultato di una attività conoscitiva e valutativa dei bisogni dell’utenza che va garantita nel suo pieno diritto all’istruzione e al successo formativo con uguali opportunità per tutti gli allievi.

La nuova politica scolastica, invece, sembra ritenere che le scuole dei piccoli centri aspromontani e preaspromontani siano dei rami secchi da tagliare, che contraddice peraltro le tanto insistite politiche della famiglia. Fino ai dodici anni il diritto alla scuola nel luogo dove si abita dovrebbe essere un diritto inalienabile. Fra l’altro la politica europea che tende a ripopolare le zone di montagna e i paesini dell’entroterra cozza contro questa preoccupazione tutta economica di chiudere ciò che a occhi miopi risulta non produttivo. Sto parlando della provincia reggina montana dove sono state chiuse o ridimensionate anno dopo anno le scuole con l’argomento che a servirsene sono in pochi. Questa ossessione del risparmio che si esercita sui più deboli, sui più piccoli, a me pare insensata.

Ho già avuto modo di ribadire in più circostanze che, in particolare, in questa provincia una buona metà della popolazione scolastica superiore non gode della piena offerta formativa che la scuola propone perché tagliata fuori dalla indisponibilità del trasporto pubblico negli orari pomeridiani e serali che impedisce agli allievi provenienti dall’entroterra di rientrare nei loro paesi.

Sicché le attività complementari che la scuola svolge, compresa l’attività di recupero e le altre iniziative mirate a rafforzare la frequenza scolastica e quindi ad impedire la dispersione scolastica, non possono essere fruite.

Per non parlare, poi, delle strutture e delle infrastrutture scolastiche, dei laboratori, delle equipe medico-psico-pedagogiche (ci attendiamo molto in tal senso dai comuni e dalle aziende sanitarie locali), che, se adeguate e presenti consentirebbero alla stessa scuola di essere veramente un centro di comunità educante permanente aperta a tutte le fasce sociali con programmi di iniziative flessibili con una ben chiara doppia valenza: prevenzione, socializzazione e integrazione con la formazione scolastica.

Fa bene, a questo punto, la vicepresidente Princi a porre l’attenzione sulla salvaguardia delle aree interne della regione per il contrasto della dispersione e dell’insuccesso scolastico anche se credo che i margini di manovra sono più che ristretti dai parametri ministeriali.

Certo, ci saremmo attesi che la Regione Calabria si fosse unita alle altre regioni meridionali nel ricorrere alla Corte Costituzionale avverso l’ultima legge di bilancio nella parte relativa al dimensionamento scolastico a partire dall’anno scolastico 2024 /2025.

Atteso, peraltro, che la stessa Regione Calabria dal provvedimento risulta essere dopo la Basilicata la più penalizzata in termini di riduzione percentuale delle autonomie scolastiche con il 23,3%.

Mi auguro che i prossimi tavoli tecnici nei prossimi giorni attivati per il nuovo piano dimensionamento operino con una visione innovativa prevedendo plessi polivalenti in grado di seguire il processo formativo dalle scuole dell’infanzia alla media di primo grado. Innovazione significa ripensare la scuola non più come singolo edificio ma come il nodo di una rete di formazione che si estende non solo alla singola comunità, ma ad aree intercomunali.

È indispensabile un progetto integrato d’area del territorio per realizzare azioni comuni tra le diverse istituzioni sulla base di una regia organica rivolta a sostenere l’innovazione nei processi formativi e nelle strategie d’accoglienza agli studenti.

Quanto detto significa che il sistema educativo deve essere costruito a livello culturale – educativo, ma anche a livello politico e organizzativo.

A livello politico l’ente locale deve ancor più rappresentare il promotore del raccordo tra le risorse educative presenti nel territorio rivestendo il ruolo di promotore nella costruzione del sistema educativo integrato.

Bisogna passare dal Pof della singola scuola alla elaborazione di un Pof territoriale come proposta educativa di un territorio e nello spirito di una istituzione scolastica intesa come comunità educativa permanente.

Certo il banco di prova sarà costituito dalla capacità di integrare tra Comuni viciniori strutture e servizi, secondo le prospettive delle intese e degli accordi di programma nei settori strategici del sistema formativo (infanzia, post-obbligo- istruzione professionale, orientamento, handicap, centri di risorse, ecc.) con l’esigenza di un preciso quadro di riferimento e di riscontri sul piano dei risultati.

Mi rendo conto che il panorama che si intravede all’orizzonte dal punto di vista economico imporrà dei sacrifici e delle scelte, ma proprio per questo occorre prepararsi a fronteggiare tali ristrettezze lavorando insieme enti locali e amministrazione scolastica nella individuazione delle scelte.

Si pone, tuttavia, il problema di una nuova governance, che valorizzi il ruolo intelligente delle periferie, di forme orizzontali di responsabile autogoverno, non singole scuole, velleitariamente autarchiche e in competizione isolata, ma un sistema di scuole autonome che interagiscono tra di loro e con la comunità di riferimento, capaci di costruire un vero e proprio “patto educativo territoriale” che coinvolga in genere i Comuni (singoli o associati) e le scuole (associate in rete) su scala cittadina e/o su base comprensoriale.

Sono convinto che la linea culturale vincente è quella che tende ad un rapporto nuovo scuola-territorio, all’uso didattico del territorio.

Si tratta di piegare a dimensione etica e pedagogica l’economico, il politico, il sociale, l’amministrativo, il culturale con consapevolezze e responsabilità diverse. (gl)

(Il professor Guido Leone è stato dirigente tecnico Usr Calabria)

Orrico (M5S): Sia garantito diritto allo studio in tutte le aree interne

Sia garantito il diritto allo studio a San Luca come a Decollatura ed in ogni comune delle aree interne e marginali calabresi. Non prevalgano logiche economiche né campanilistiche, a discapito della qualità dell’istruzione». È l’appello che la deputata del M5S, Anna Laura Orrico, ha rivolto alla vicepresidente della Regione, Giusi Princi, in merito al dimensionamento scolastico.

«Il taglio indiscriminato che il governo Meloni ha effettuato sul numero degli istituti scolastici – ha denunciato – con l’ormai tristemente conosciuto dimensionamento scolastico ha già determinato le prime conseguenze negative in Calabria: incertezza, mancanza di dirigenti in contesti sociali fragili, competizione tra sindaci e comuni».

«Nella nostra regione – ha spiegato Orrico –, solo nel 2024, saranno soppresse 79 autonomie scolastiche, cioè 79 scuole vedranno privarsi di dirigenti scolastici e personale amministrativo, diventando dei gusci vuoti, riempiti ancora per poco dagli studenti e dai docenti che dovranno affrontare un anno scolastico avendo i riferimenti dirigenziali presenti a scuola a giorni alterni».

«Ad esempio – ha detto ancora – nell’area interna del Reventino, dove il reddito medio pro capite è di 15mila euro, l’incidenza degli studenti svantaggiati è del 3,4 per cento e le infrastrutture viarie sono carenti come il trasporto pubblico, l’Istituto comprensivo Costanzo, che ha 400 studenti, molti dei quali pendolari provenienti dai paesi limitrofi, rischia di essere accorpato a scuole più grandi del centro urbano più vicino, con la perdita di tutto il personale amministrativo e le conseguenze che ne deriveranno sulla qualità dell’organizzazione ed efficienza amministrativa e didattica».

«A peggiorare il quadro – ha proseguito – la contesa tra sindaci per evitare l’accorpamento facendo valere il proprio peso politico, perché la Regione Calabria ha preferito delegare alle Province e ai Comuni la scelta di quale scuole tagliare e quale no».

«Allo stesso tempo – ha concluso – il dimensionamento ha impedito l’immissione in ruolo di nuovi dirigenti scolastici: per quest’anno, infatti, la scuola di San Luca, piccola comunità nota alle cronache, purtroppo, non potrà avere un proprio dirigente scolastico ma dovrà accontentarsi di un reggente. Anche in questa circostanza a pagarne le conseguenze saranno gli studenti e le famiglie, il personale scolastico e un’intera comunità che avrebbe bisogno di maggiore attenzione da parte dello Stato». (rp)