Cgil, Cisl e Uil Calabria: Governo intervenga concretamente per infrastrutture

I segretari nazionali e regionali di CgilCislUil CalabriaA Maurizio LandiniLuigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, Angelo SposatoTonino RussoSanto Biondo, hanno ribadito come «ritengono decisivo per il futuro del Sud che il Governo intervenga concretamente per la riqualificazione e la realizzazione di quelle opere infrastrutturali prioritarie che sono determinanti per la ripartenza economica e la sostenibilità sociale del territorio meridionale».

L’ammodernamento delle infrastrutture, infatti, per i sindacati sono un punto fondamentale per il rilancio del Mezzogiorno e del Paese, per questo hanno chiesto al Governo «di dare continuità alle decisioni assunte dal precedente Esecutivo e prevedere nella legge di bilancio l’intervento previsto per l’opera pubblica denominata Strada statale 106 che, attraverso quanto previsto dal Documento di economia e finanza, è stata definita un’opera strategica con investimenti congrui e finalizzati al completamento dei tratti cantierizzati, alla esecuzione dei restanti e al finanziamento degli studi progettuali dei tratti necessari alla realizzazione di questa infrastruttura su tutto il territorio regionale interessato fino a Reggio Calabria».

«Cgil, Cisl e Uil – hanno concluso – ricordano al Governo che l’ammodernamento e la completa realizzazione della Strada statale 106, un’arteria letale che è stata ribattezzata come famigerata “strada della morte”, rappresenta il punto fondamentale della “Vertenza Calabria” aperta tra Cgil Cisl Uil Calabria e Governo regionale calabrese, sostenuta dalle scriventi, che prevede, tra le altre questioni, la richiesta di adeguamento strutturale e ammodernamento di questa opera strategica». (rcz)

Superbonus, Perciaccante (Ance Calabria): Stop immediato al 110% penalizza le fasce deboli

Il presidente di Ance Calabria, Giovan Battista Perciaccante, ha dichiarato «cambiare le regole del superbonus in sole due settimane significa penalizzare in maniera sostanziale gli interventi che sono partiti per ultimi e che riguardano in particolare le aree del Sud».

«Chi è partito più avanti – ha continuato il presidente dei costruttori calabresi – lo ha fatto perché ha avuto bisogno di tempi più lunghi e costretto dalle necessità, soprattutto, in relazione della possibilità di vedere interamente coperti gli interventi dal punto di vista finanziario. Proprio per questi motivi ad essere colpite saranno soprattutto le fasce meno abbienti maggiormente localizzate nelle periferie e nelle aree più deboli del Paese».

«Siamo consapevoli del fatto che in questo particolare momento il Governo abbia necessità di tenere sotto controllo la spesa – ha aggiunto Perciaccante – ma, nello stesso tempo e nella stessa misura è indispensabile non vanificare e non disperdere gli effetti positivi che la misura ha prodotto e sta continuando a produrre in termini di crescita del PIL, dell’occupazione, dell’efficientamento energetico e della qualificazione sostenibile degli immobili».

Per quanto riguarda lo sblocco dei crediti incagliati, a giudizio del presidente di Ance Calabria, «è da apprezzare l’attenzione mostrata dal Governo, ma si attende di capire quale sia la soluzione messa a punto per evitare che tante imprese falliscano per mancanza di liquidità provocando a catena un costo sociale ed economico insostenibile per la collettività».

«Come hanno avuto modo di evidenziare anche le organizzazioni sindacali – ha detto ancora il presidente dei costruttori calabresi Perciaccante – l’effetto combinato delle modifiche al superbonus e della mancata monetizzazione dei crediti fiscali acquisiti genererà un aumento della disoccupazione ed effetti depressivi sul Pil con ovvie ricadute anche sui conti dello Stato».

«A questo punto – ha concluso il presidente di Ance Calabria – l’auspicio è che il Governo dia vita ad un tavolo tecnico con le categorie interessate in maniera tale da mettere a punto una soluzione che risulti efficace ed efficiente». (rcz)

Occhiuto: Spero che questo Governo possa davvero cambiare passo su infrastrutturazione del Sud

«Il mio auspicio è che questo governo possa davvero cambiare passo sull’infrastrutturazione del Mezzogiorno». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nel corso dell’intervista a Tagadà su La 7.

Stiamo a vedere, questo governo ha appena cominciato, io darei tempo a un governo che finalmente ha  una maggioranza omogenea  e le cose forse può farle meglio che in passato» ha detto Occhiuto, ricordando che «quando si doveva  fare l’Autostrada del Sole, molti dicevano: “ma pensate all’autostrada quando non ci son le strade di collegamento tra un paese e un altro”. Siccome si fece l’autostrada, poi si fecero anche le strade di collegamento».

«A volte le grandi infrastrutture sono attrattori – ha ribadito –. Poi, io governo una regione che ha al suo interno il primo porto d’Italia e il terzo dell’Europa, Gioia Tauro. In questi mesi è cresciuto moltissimo, oggi si fanno 3,6 milioni e mezzo di container, più di quelli di Genova e Trieste messi insieme. Il Mediterraneo sta diventando davvero centrale: allora se vogliamo fare del Mezzogiorno l’hub dell’Europa nel Mediterraneo una infrastruttura così importante diventa strategica. È chiaro che servono anche le altre cose. Io ho chiesto a Salvini di fare un grande investimento sulle altre strade importanti, come la Statale 106 ionica che è definita la strada della morte da 20 anni».

«Ponte distrazione di massa? Lo vedremo – ha proseguito –. Di Battista è un abile opinionista, ma mi pare che si iscriva a quel gruppo di persone che vorrebbero che nulla di facesse, che tutto fosse impossibile. Io ho visto il ministro Salvini molto determinato. Ho chiesto a Salvini di fare un gruppo di lavoro con i presidenti delle Regioni su tutte le infrastrutture che servono alla Calabria e alla Sicilia».

Sull’autonomia differenziata, Occhiuto ha ricordato che «è una tendenza che è praticata sia a destra sia a sinistra e in ogni parte d’Italia: “non nel mio giardino”, sostanzialmente. È una vera e propria sindrome. Il modo migliore per sconfiggere questa sindrome è quello di legare il beneficio degli investimenti nelle rinnovabili al territorio e ai cittadini di quel territorio».

«La mia regione produce il 42% di energia da fonti rinnovabili, la Lombardia il 13%, il Veneto il 16% – ha detto – se io aggiungo quello che si produce in Calabria, dall’idroelettrico e altre fonti non fossili,  in Calabria si produce molta più energia di quanto non se ne consumi, però i cittadini calabresi pagano la stessa bolletta dei cittadini veneti o lombardi».

«Io – ha rilevato Occhiuto – questo lo spiego anzitutto al governo, che è il mio governo e sta lavorando benissimo, e vorrei che il mio governo legasse gli investimenti nelle rinnovabili ai benefici per i cittadini di quel territorio. A esempio, io tra qualche settimana dovrei incontrare un gruppo che vuole fare un impianto di eolico offshore nella mia regione, lo incontrerò e magari gli dirò che lo aiuto a farlo, ma non posso dire alle popolazioni che ospiteranno questo impianto che avranno beneficio a ospitarlo. Se si facesse questo, allora i territori avrebbero gli effetti negativi, che vanno compensati, sia quelli positivi legati alla fiscalità che rimarrebbe sul territorio, allora si incentiverebbero davvero gli investimenti nell’energia rinnovabile».

Sul tema dell’immigrazione, il Governatore ha ricordato che «quest’anno  abbiamo accolto 11mila migranti. C’è un Comune bellissimo, Roccella, che è stato interessai da 66 sbarchi. Non abbiamo mai fatto  polemica, abbiamo fatto l’accoglienza con i prefetti e gli altri livelli istituzionali, perché la Calabria è una regione che negli anni ha subito l’emigrazione».

«Quando emigravano i calabresi però l’emigrazione in quei paesi era governata. Il tema oggi è che nel nostro Paese l’immigrazione non è più governata – ha evidenziato –. È un anno che sono presidente, ogni volta che sono arrivati immigrati non ho mai polemizzato, ho chiesto al governo di aiutarmi, l’ho fatto anche in silenzio, però è giusto che l’Italia si faccia sentire. È un negoziato difficile con l’Europa, m non si può dire che l’Europa abbia aiutato l’Italia che è frontiera nel Mediterraneo».

«Trovo singolare – ha concluso – che ci siano esponenti politici che addirittura festeggiano quando ci sono dichiarazione ime quel francesi. Ebbene, noi dovremmo essere tutti unti, al di là del colore politico del governo, nel sostenere le ragioni dell’Italia, perché se siamo i primi a dire che l’Europa ha ragione quando non si impegna ad aiutare l’Italia non stiamo facendo un bel servizio al nostro Paese». (rrm)

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Al Governo devono andare i migliori che hanno dimostrato di esserlo

di GIACOMO SACCOMANNO – La gravità della situazione economica e sociale dell’Italia merita la massima attenzione. Il prossimo Governo dovrà affrontare sfide epocali e in poche settimane, non potendo oltre perdere tempo, non avendo l’attuale esecutivo assunto quelle misure urgenti che tutti attendevano.

Saranno giorni decisivi per rimettere in piedi la nostra Nazione e per cercare di salvare il salvabile. Ecco la indispensabile necessità che il Governo sia rappresentato dalle migliori risorse umane e professionali. Uomini che hanno dimostrato nella propria vita di saperci fare, di essere competenti, di essere capaci, di essere determinati e di non avere alcun possibile condizionamento. Persone che devono pensare alla nostra Italia senza se e senza ma! Così come, la ripartizione deve interessare l’intero territorio in modo tale che tutte le regioni possano essere adeguatamente rappresentate.

Le innumerevoli istanze dei cittadini devono passare attraverso i propri rappresentanti in modo tale che possano raggiungere quegli obiettivi che finora sono rimasti solo nelle parole di una veloce campagna elettorale. Il popolo ha premiato il centrodestra e da questo vuole essere amministrato.

Un Governo politico che sappia cogliere le esigenze esistenti e sappia assumere iniziative forti che a volte non sono comprese dai cosiddetti tecnici. Ed in tale direzione è di rilevante importanza l’appello dei vescovi al nuovo governo “Tenga a cuore le sorti della Calabria”. (gs)

Saccomanno (Lega): Governo sospenda distacco di luce e gas a famiglie ed imprese

Il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, ha lanciato un appello al Governo affinché proceda alla sospensione del distacco di luce e gas a famiglie e imprese.

«La situazione “bollette” – ha spiegato Saccomanno – si sta aggravando sempre più: da una parte aumenti vertiginosi e dall’altra la impossibilità per famiglie ed imprese di poterle pagare. Nel frattempo, un cambio di governo che allungherà i tempi di insediamento del nuovo e una condizione economica che, forse, impedisce e impedirà lo scostamento di bilancio».

«Allo stato, pertanto, a parte il sostegno temporaneo, ma non sufficiente – ha proseguito – non pare che vi siano iniziative che possano, in qualche modo, affrontare concretamente questa pesante crisi. Interventi strutturali necessitano di tempi lunghi, nel mentre anche le azioni più immediate non risolvono radicalmente il problema. Si tratta, infatti, di conseguenze che vengono da lontano e che hanno impedito all’Italia di poter costruire una propria autonomia energetica. Il divieto voluto dalla sinistra del nucleare e dell’estrazione del gas nell’adriatico e mediterraneo, con chiusura di oltre 170 pozzi funzionanti, sono alla radice il fallimento della programmazione energetica in Italia».

«Ed oggi a distanza di molti anni – ha detto ancora – la nazione ed i cittadini stanno pagando queste decisioni scellerate. Ed allora, nell’immediatezza, vi è una sola via d’uscita, per come indicato dal presidente della Cicas Italia Giuseppe Mazzullo: sospendere i distacchi di luce e gas almeno per un anno, in attesa delle misure che si riterranno di adottare».

«Un provvedimento legittimo e consono alla situazione di urgenza in cui vivono famiglie ed imprese –  ha concluso – che potrà dare, senza scostamenti di bilancio, un risultato immediato e che non potrà, sicuramente, essere osteggiato dai player energetici Eni, Enel e Snam che non solo sono partecipate, ma hanno incassato somme rilevanti da un’evidente speculazione in atti». (rrm)     

Cuzzupi (Ugl): Prossimo Governo faccia della Scuola l’officina per il futuro

Ornella Cuzzupi, segretario nazionale di Ugl Scuola, ha chiesto che il prossimo Governo faccia della Scuola l’officina per il futuro.

«L’anno scolastico appena iniziato – ha spiegato – è l’emblema di tutto ciò che avrebbe dovuto esser fatto e non è stato fatto. L’attuale ministero ha completamente fallito gli obiettivi dimostrando come anche le cose più banali, e pensiamo ad esempio all’aereazione forzata nelle classi, non si sono realizzate per dare priorità a interessi di parte che con la missione della scuola hanno poco o nulla a che vedere. E in questo caso torna alla mente la Scuola di Alta Formazione e i suoi esorbitanti costi. Il tutto mentre la confusione regna sovrana e, nonostante tutto, ci troviamo ancora in presenza di lacune ed errori macroscopici come quelli registrati sulle nomine dei supplenti e sulle errate valutazioni delle ammissioni nei concorsi a cattedra, oggi riviste dai tribunali».

«Il nostro augurio d’inizio anno scolastico, terzo della pandemia, è quello di trovarci presto al cospetto di un Parlamento che comprenda come sia necessario e fondamentale per il Paese mettere la scuola al centro dei programmi – ha proseguito –. Il nuovo ministero, chiunque sarà a sedere sulla sedia di responsabile del Dicastero, dovrà essere capace di dare risposta ai problemi e scendere nel terreno della concretezza, ascoltando tutte le forze sociali. Non servono ideologi e filosofi di sofisticata portata, serve qualcuno che conosca bene la scuola, le sue dinamiche e, soprattutto, le difficoltà in cui si dibatte».

«Un qualcuno che abbia chiaro come la scuola – ha detto ancora – fondamentale per lo sviluppo del Paese, deve essere strettamente legata al territorio e strutturata in maniera qualitativamente elevata dal nord al sud. Questo per ogni tipo di scuola, siano esse pubbliche o private. Ai dipendenti tutti deve essere riconosciuto il ruolo che meritano, ai docenti il rispetto dovuto deve nascere proprio dallo Stato prima che da altri».

«Quest’anno dovrà essere per l’Istituzione scolastica un punto di partenza – ha concluso –. Noi come UGL Scuola saremo ancora più presenti sui territori, dando una mano e difendendo a spada tratta chiunque voglia contribuire a costruire una scuola vera e funzionale. Non ci tireremo indietro su nessun punto. L’obiettivo per noi rimane e rimarrà quello di costruire una vera officina del futuro. I politici parlino di scuola in modo serio e già oggi chiediamo, a tutti coloro che formeranno il nuovo Parlamento, l’impegno a lavorare e confrontarsi con le forze sociali non in maniera lobbistica, ma diretta, senza ideologismi di sorta e, soprattutto, con la volontà di dare alla realtà scolastica un domani funzionale e concreto». (rrm)

MEZZOGIORNO, STRATEGIA FALLIMENTARE
TOLGONO AL SUD PER LE REGIONI RICCHE

di GIOVANNI MOLLICA – Negli ultimi giorni, Calabria.live, ha ospitato una perfetta rappresentazione dell’incapacità di questo Governo di comprendere l’urgenza di cambiare la pluridecennale e fallimentare strategia adottata per interrompere il degrado sociale ed economico dell’estremo Sud e la perdita di competitività del Paese.

Lo spunto iniziale è venuto dall’articolo nel quale Roberto Di Maria stigmatizzava lo spreco di denaro pubblico derivante dal velleitario tentativo di ristrutturare la Logistica del glorioso porto di Genova, al fine di renderlo competitivo con gli scali del Mare del Nord.

Gli addetti ai lavori non condizionati da interessi diretti sanno bene che la Lanterna ha ormai ben poco da offrire al Paese. 

Doveroso modernizzarne le dotazioni, ma aspettarsi che possa produrre ricchezza analoga a quella di altre realtà mediterranee e anseatiche è una pericolosa illusione. O uno studiato inganno. Serve solo a togliere risorse a Gioia Tauro, Augusta e Taranto che rappresentano il vero futuro del Paese.

A tale riflessione si sono contrapposte le dichiarazioni del Ministro Giovannini che, al Meeting di Rimini, ha ribadito la validità del modello di portualità nazionale fondato sugli scali liguri e dell’Alto Adriatico. 

L’ottusa protervia del Ministro nel sostenere un’idea di sviluppo vecchia e ampiamente fallita non è passata inosservata: sia il direttore di Calabria.live, Santo Strati, che il segretario della Uiltrasporti Calabria, Giuseppe Rizzo, hanno contestato con durezza le parole di un ministro che mostra di ignorare il ruolo della Logistica nel mondo globalizzato, ma anche temi come la coesione nazionale e la Questione meridionale. 

Il che è ancora più grave. Triste dimostrazione della totale e acritica adesione alla stantia teoria del trickle down (gocciolamento) che concentra sulla parte ricca del Paese più risorse possibili nella convinzione che anche la parte povera, in qualche modo, ne trarrà beneficio. Quel “Put the money where the mouth is” (metti i soldi dove c’è la bocca) di thatcheriana memoria, espressione di un’iniqua cultura ultra liberista che tante ingiustizie ha causato nel mondo. Respinta da leader come Xi Jinping e Biden e in contrasto con le direttive europee sulla politica di coesione per uno sviluppo sostenibile, equilibrato e inclusivo. 

È veramente incomprensibile come Draghi, europeista per antonomasia, accetti senza reagire esternazioni che contraddicono platealmente il suo meritorio impegno. 

Spiace anche il prudente silenzio elettorale della Cgil e, soprattutto, della Cisl il cui segretario confederale, Luigi Sbarra, da calabrese, avrebbe dovuto reagire di fronte a quest’ennesima mortificazione dell’estremo Sud. 

Alle suddette denunce si è aggiunto – il 28 agosto, sempre su Calabria.live –  l’articolo di Pietro Spirito che, dando al tema un’interpretazione ancora più ampia, ha deplorato l’inadeguatezza del governo e delle forze politiche nell’affrontare un tema che determinerà gli assetti economici planetari dei prossimi decenni. 

Una mancanza di attenzione figlia di una visione della Logistica a trazione settentrionale sostenuta da forze politiche inadatte a guidare il Paese intero.

A questa situazione quasi disperata, si aggiungono i limiti della classe politica meridionale che, invece di coalizzarsi verso obiettivi comuni – neanche il leader di partito più ignorante può oggi credere che la Logistica e le sue derivazioni possano essere concepite su scala locale e non su modelli sovraregionali se non euromediterranei –, preferisce tentare di arraffare un consenso locale fragile quanto transitorio.

Sul quali moderne teorie di Economia dei Trasporti – e/o realtà di consolidato successo -, il ministro basi le sue balorde ricette non è dato sapere. Certo è che è ignora sprezzantemente l’autorevolissima schiera di tecnici, economisti ed esperti che hanno elaborato e continuano a divulgare solidi programmi neo meridionalisti che, oltre a uno sviluppo equilibrato e sostenibile, favoriscono quella coesione che, incredibilmente, sembra essere il meno importante obiettivo dei governi italiani.

È ormai evidente che avere Giovannini come interlocutore è assolutamente inutile. Resta la speranza di suscitare l’attenzione del Premier, ultima dea per un Meridione il cui voto potrebbe dare risultati inattesi. 

Come nel 2018. Se ciò accadesse, si può essere sicuri che alcuni partiti accuseranno i cittadini del Sud di “avere sbagliato a votare”. (gmo)

Il Comune di Vibo chiede al Governo di aderire al “Patto Salva Città”

È «un’occasione straordinaria per uscire dal dissesto continuando a garantire tutti i servizi», quella rappresentato dal Patto Salva Città, che permetterà a Vibo Valentia di uscire dalle secche del dissesto e guardare al futuro con rinnovata fiducia.

Per questo, il Comune, guidato dal sindaco Maria Limardo, ha presentato al Governo la richiesta di aderire al Patto, ovvero il complesso di misure per il riequilibrio finanziario previste dal decreto legge 50/2022 che implicano la sottoscrizione di un accordo per il ripiano del disavanzo.

L’amministrazione ha spiegato come il disavanzo del Comune sia causato «principalmente dalla riduzione dei trasferimenti erariali – ha spiegato la Giunta comunale – non compensata dall’aumento del prelievo fiscale locale. Nonostante un costante sforzo di contenimento delle spese, per mantenere inalterato il livello dei servizi erogati il Comune ha dovuto fare ricorso alle anticipazioni di liquidità, con conseguente appesantimento della spesa annuale per la quota di rimborso del capitale e interessi passivi».

«L’adesione al Patto – hanno precisato dall’amministrazione Limardo – non è obbligata, bensì è il risultato di una ponderata valutazione di convenienza». 

Ora, in sede di conversione del decreto legge, sono in corso di discussione gli emendamenti proposti dall’Anci che prevedono lo stanziamento di un contributo complessivo di 350 milioni di euro per il periodo 2022-2031 per il ripiano del disavanzo dei Comuni che aderiscono al Patto.

«Tale opportunità – ha rimarcato il sindaco Limardo – consentirebbe al Comune di impostare un percorso di riduzione del disavanzo con impatto minimo sui cittadini».

Il piano presentato dall’Ente accoglie tutte le misure previste dal Patto.

«Ci si propone di agire, in particolare, sul lato delle entrate, attraverso lo sviluppo della digitalizzazione, il rafforzamento della riscossione, la valorizzazione del patrimonio, e, sul versante delle uscite, attraverso la riduzione delle spese che non incidono sulla quantità e qualità dei servizi al cittadino, la riorganizzazione degli uffici, l’efficientamento energetico». 

In buona sostanza, si interverrà per efficientare la macchina amministrativa senza intaccare i servizi erogati al cittadino, in un’ottica di razionalizzazione delle spese.

«Benché il decreto conceda ai Comuni aderenti la possibilità di incrementare l’addizionale comunale all’Irpef oltre i limiti di legge e l’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale per passeggero – ha inoltre sottolineato il primo cittadino – l’Ente ha ritenuto di non avvalersi di tale facoltà per l’anno in corso, prevedendo soltanto come estrema ratio l’aumento dell’addizionale Irpef  dal 2023 in poi. Nel caso in cui il contributo Anci venga concesso l’ente rimodulerà il piano agendo prioritariamente sulla riduzione dello sforzo fiscale per i cittadini». (rvv)

Disabilità, alla Calabria quasi 4 milioni per assunzioni assistenti

Sono quasi 4 milioni di euro la somma di cui è destinataria la Calabria, per l’assunzione di 3087 assistenti all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità.

La somma fa parte dei 100 milioni che il Governo ha destinato a Regioni, Province e Città Metropolitane dal Fondo istituito dalla Legge di Bilancio, «che si aggiungono ai 100 milioni che abbiamo già destinato ai Comuni per un totale di 200 milioni per l’assunzione di figure fondamentali per l’inclusione», ha spiegato la ministra Erika Stefani all’Ansa.

Nello specifico, alla Provincia di Catanzaro arriveranno 607.000 euro, alla Provincia di Cosenza 1.600.000 euro circa, alla Provincia di Crotone 214.000 euro, alla Provincia di Vibo 320.000 euro e alla Provincia di Reggio oltre 1 milione e mezzo.

Soddisfazione è stata espressa dal deputato della LegaDomenico Furgiuele, che ha ringraziato la ministra con delega, proprio alla disabilità, «per l’ottimo lavoro svolto e per aver recepito le indicazioni che mi ero premurato di fornirle nei vari incontri che abbiamo avuto».

«In quelle occasioni – ha spiegato – avevo ribadito l’istanza da più parti avvertita di dare nuova linfa ad un settore, quello degli assistenti alla disabilità, che bisogna non solo tutelare ma anche irrobustire in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico e delle prossime delicate sfide».

«Certo, c’è ancora molta strada da fare – ha concluso – ma la ripartizione su base provinciale del finanziamento mi porta a dire che è stato imboccato un percorso virtuoso». (rrm)

Ecco “Il Patto per Reggio”, «una straordinaria opportunità»

«Il Patto per Reggio, una straordinaria opportunità che rimette il Comune di Reggio Calabria sul binario della sicurezza finanziaria». È così che l’assessore al Bilancio, Irene Calabrò, ha definito la nuova misura finanziaria speciale firmata dal presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi.

Il Patto, infatti, «attraverso un percorso guidato – ha spiegato – costituito da una fitta interlocuzione con i vertici del Ministero dell’Economia e delle Finanze e che ancora una volta pone la nostra città quale esempio virtuoso capace di fare da apripista a tanti Comuni italiani che in questi anni hanno sofferto di problemi legati al bilancio e alla condizione di dissesto o predissesto».

Alla conferenza stampa di presentazione, hanno preso parte anche il Direttore Centrale per la Finanza locale presso il Dipartimento degli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno Antonio Colaianni e l’Ispettore Capo del Ministero dell’Economia e delle Finanze Salvatore Bilardo.

L’assessora Calabrò ha, poi, illustrato attraverso una serie di enunciazioni tecniche, quali saranno gli effetti e tutti i dettagli dell’accordo sottoscritto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, enucleando gli impegni del Comune di Reggio Calabria riguardo la valorizzazione delle Entrate attraverso la ricognizione e l’utilizzo produttivo del patrimonio, piani di valorizzazione e alienazione dei beni, miglioramento del livello di riscossione, razionalizzazione degli spazi occupati da uffici pubblici e riduzione della spesa per interessi passivi sull’anticipazione di tesoreria. Obiettivi per i quali è  prevista l’assunzione, in quota parte, di personale dedicato allo svolgimento delle attività previste dal piano. 

«È una grande opportunità per il nostro Comune e si inserisce sulla traccia di un percorso avviato da tempo e che stiamo portando avanti con passione e determinazione. Su quel foglio – ha affermato Irene Calabrò –  ci sono due firme, ma ce ne sarebbe dovuta essere un’altra: quella del sindaco Falcomatà che più di tutti e da lungo tempo ha lavorato per raggiungere questo importante obiettivo». «D’altronde – ha spiegato ancora l’assessora – forse pochi conoscono la fatica e le battaglie che stanno dietro questo percorso, avviato già tempo addietro con il famoso Decreto Agosto e poi proseguito, lo scorso anno, con l’avvio di quello che è oggi uno degli strumenti normativi più importanti degli ultimi anni per ciò che riguarda la finanza degli Enti locali in tutta Italia». 

Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco facente funzioni Paolo Brunetti che nel corso del suo intervento ha ringraziato gli uffici di Palazzo San Giorgio ed i responsabili ministeriali per la proficua interlocuzione che ha prodotto l’importante risultato. 

«Spiace per qualcuno che in queste settimane sembrava quasi gioire del fatto che il nostro accordo non fosse ancora stato firmato – ha affermato Brunetti – la verità è che le cose fatte bene hanno sempre un lieto fine». 

«Ed in questo caso – ha proseguito – credo sia importante riconoscere il merito all’assessora alle Finanze Irene Calabrò, per la tenacia che ha dimostrato, ed al sindaco Falcomatà per aver creato le condizioni attraverso il suo lavoro perché fosse raggiunto questo obiettivo». 

«Ricordo all’inizio della prima consiliatura – ha aggiunto – come ci guardavano ai Ministeri, Reggio Calabria era sempre considerata solo un problema. Adesso il clima è diametralmente cambiato, frutto della credibilità acquisita in questi anni da una classe dirigente, con in testa Giuseppe Falcomatà, che ha fatto comprendere gli sforzi ed il lavoro che è stato compiuto, soprattutto per ciò che riguarda il profilo finanziario». 

«Personalmente – ha detto ancora  non ho fatto altro che seguire il percorso che era stato tracciato, che è servito a ristabilire corretti rapporti istituzionali con i vertici ministeriali e che ha fatto da apripista a questo risultato». 

Un chiarimento infine il sindaco ff lo dedica alle polemiche strumentalmente sollevate nelle scorse settimane da alcuni consiglieri di opposizione. 

«Non ci sarà alcun aumento delle imposte comunali – ha spiegato Brunetti – chi afferma questo sa che dice una falsità, appositamente pronunciata per offuscare il risultato raggiunto». 

«Ed è chiaro – ha concluso Brunetti – che invece questi fondi saranno fondamentali anche sul piano dell’erogazione dei servizi. Basta guardare bene le carte per capire come questo contributo è in grado di liberare risorse che il Comune potrà utilizzare per l’erogazione dei servizi al cittadino». (rrc)