L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Le nuove infrastrutture autostradali opportunità di sviluppo

di GIACOMO SACCOMANNO – La Calabria si prepara a un importante cambiamento nel suo sistema viario, grazie alla realizzazione di nuove strade eautostrade che promettono di migliorare significativamente i collegamenti e i tempi di percorrenza nella regione. Questi progetti, che saranno in gran parte realizzati durante la costruzione del ponte sullo stretto, rappresentano un’opportunità di sviluppo e connessione per la Calabria.

Sviluppo delle nuove infrastrutture autostradali

I lavori sono già in corso tra Sibari e Roseto, e presto prenderanno il via anche tra Catanzaro e Crotone. Inoltre, si sta completando la tratta tra Vibo e Soverato. Questi interventi, che prevedono la realizzazione di due corsie di marcia da 3,75 metri per direzione, permetteranno spostamenti più veloci e confortevoli rispetto alla situazione attuale.

Costo e finanziamento

I fondi per la realizzazione delle nuove autostrade (Cat. A/B) in Calabria vengono diluiti negli anni e iniettati progressivamente. Attualmente, l’Italia sta investendo più di 300 miliardi di euro all’anno per le sole infrastrutture, su una spesa totale di circa 1000 miliardi di euro. Questo dimostra che l’Italia, una delle più importanti potenze economiche del pianeta, può tranquillamente permettersi di costruire strade e ferrovie nel corso degli anni.

Il ruolo della Lega e di Matteo Salvini

Questi interventi sono fortemente voluti dalla Lega e dal Vice Premier e Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. La loro determinazione nel promuovere lo sviluppo delle infrastrutture in Calabria dimostra l’attenzione del governo verso le esigenze del territorio e la volontà di migliorare la qualità della vita dei cittadini calabresi.

Benefici per la regione

Le nuove infrastrutture autostradali rappresentano un importante investimento per il futuro della Calabria. Non solo favoriranno la mobilità dei cittadini, ma contribuiranno anche allo sviluppo economico della regione. Infatti, una migliore connessione stradale permetterà un più agevole trasporto delle merci e favorirà lo sviluppo del turismo, settore fondamentale per l’economia calabrese.

Le nuove opere autostradali in Calabria rappresentano un importante passo avanti per la regione, offrendo maggiori opportunità di sviluppo e connessione. Grazie a questi interventi, i cittadini calabresi potranno godere di spostamenti più rapidi e confortevoli, mentre l’economia locale beneficerà di una migliore accessibilità e di nuove opportunità di crescita. (gs)

[Giacomo Saccomanno è commissario regionale della Lega]

Rizzo (Uil RC): Potenziamento infrastrutturale della Calabria non può ridursi solo al Ponte

Il segretario generale di Uil Reggio Calabria, Giuseppe Rizzo, ha ribadito come «il ragionamento sul potenziamento infrastrutturale della Calabria non può ridursi al solo Ponte sullo Stretto, un’opera che trova da sempre il nostro favore, ma che non può rappresentare l’unica opera di cui il nostro territorio ha bisogno prioritario».

«La nostra regione ha bisogno urgente del concreto ammodernamento della Strada statale 106 – ha ricordato – del completamento dell’A2 del Mediterraneo, della realizzazione dell’Alta velocità ferroviaria, del raddoppio con relativa elettrificazione della linea ferrata ionica e del potenziamento del trasporto aereo».

«Ma non solo – ha aggiunto –. La città di Reggio Calabria aspetta il completamento del Cedir e non può assolutamente rinunciare all’aeroporto, per il quale lo ribadiamo, ancora una volta, che va garantita la continuità territoriale: unico strumento in grado di dare al Tito Minniti lo spazio che merita nel piano di rilancio dei trasporti provinciali e regionali. La Calabria, la provincia di Reggio Calabria, vuole avere certezze sulla tenuta produttiva ed occupazionale del porto di Gioia Tauro, uno scalo centrale nell’area del Mediterraneo che macina record su record nella movimentazione di container ma la cui crescita è messa a repentaglio da scelte sbagliate maturata lontano dalla Calabria. Vorremmo capire quale sarà il destino della Zes Unica Sud. Come la stessa possa integrarsi con le Zes regionali o se le stesse saranno alternative o sovrapposte».

«È, infine, considerata la riunione di ieri (mercoledì 10 ndr) avuta dal ministro Raffaele Fitto con i commissari, se la stessa verrà potenziata e resa operativa, se l’accentramento delle decisioni a Roma, cosa peraltro che non abbiamo condiviso e che per noi porta con se alcuni dubbi primo fra tutti quello sulla possibile convivenza di esperienze territoriali e di esperienze centralizzate, possa rappresentare un pesante vincolo allo sviluppo dell’area che ancora aspetta il potenziamento del suo retroporto».

«Siamo stati molti attenti ai quesiti posti dal presidente di Confindustria Reggio Calabria Domenico Vecchio al vice ministro Edoardo Rixi, con il quale abbiamo avuto modo di scambiare qualche riflessione sulle vertenze che attanagliano il territorio – ha spiegato — ma altrettanto attenti alle risposte che riteniamo alquanto vaghe. Soprattutto per quanto attiene il territorio della provincia di Reggio Calabria. È vero, il vice ministro ha parlato dei fondi messi a disposizione per l’ammodernamento della Strada statale 106, che sono pochi sul piano regionale e praticamente nulli per quanto attiene il tratto che dovrebbe condurre da Catanzaro alla città dello Stretto, per il quale non si hanno notizie certe e la cui mancata messa in sicurezza pregiudica le attese di moderna ed efficiente mobilità di una grossa fetta del territorio calabrese e reggino in particolare».

«Quella dell’infrastrutturazione viaria e ferroviaria della provincia di Reggio Calabria – ha ribadito – è un tema fondamentale per la crescita economica e sociale del territorio. In questo senso è la vicenda della galleria della Limina a offrire degli spunti di riflessione, quanto sta accadendo sul valico fra il territorio della Piana e quella della Locride, infatti, ci insegna che per togliere dall’isolamento fette importanti del territorio provinciale sia necessario un piano di investimento, supportato dalle giuste risorse, per la messa in sicurezza delle arterie secondarie, la realizzazione di nuove trasversali e l’ultimazione di quelle i cui cantieri sono fermi da troppo tempo».

«Ancora oggi, poi, non ci sono risposte per quanto riguarda la trasformazione in una impresa portuale della Port Agency di Gioia Tauro necessaria al mantenimento dell’occupazione – ha concluso –. Noi siamo sempre stati convinti che Gioia Tauro non è concorrente ai porti nazionali anzi, con il pieno sviluppo del porto di Gioia Tauro l’intero paese chiamato Italia può diventare il più grande retroporto del mondo». (rrc)

Infrastrutture, il viceministro alle infrastrutture Rixi: Bisogna fare sistema per sviluppo del Paese

«Le opere pubbliche non si fanno  schioccando le dita, ma gestendo i cantieri in maniera che non si creino situazioni di opacità. La scommessa  sul Ponte sullo Stretto non è di una forza politica, né di un Governo. È la scommessa del Paese. Per la strada  statale 106 Jonica, nella legge di Bilancio abbiamo destinato circa 3 miliardi di euro». È quanto ha dichiarato Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture nel corso di un incontro svoltosi nella sede reggina di Confindustria, dedicato alle infrastrutture e sviluppo del territorio.

«È evidente che, dal niente  a tutto, c’è di mezzo il lavorare. Se gli appalti si fanno e le aziende lavorano – ha spiegato – si rispettano i tempi, oppure è  chiaro che questi problemi non li risolveremo mai. Sull’aeroporto di Reggio Calabria il Mit è impegnato per  dare risposte concrete in tempi brevi. Enav ed Enac stanno elaborando una apposita procedura di  avvicinamento pista da testare sia al simulatore, sia in volo».

«Un iter in linea con quanto detto dal Ministro Matteo Salvini. Se i test daranno gli esiti positivi che auspichiamo – ha concluso – si potrà consentire una migliore operatività e  capacità dello scalo, a fronte della complessità tecnica per l’orografia del territorio».

«Ciò di cui abbiamo bisogno, non è una politica di assistenzialismo, ma  una politica che accompagni la crescita del nostro territorio», ha esordito Domenico Vecchio, presidente di Confindustria Reggio nell’introdurre la discussione. Vecchio, infatti, ha ricordato che «la Città Metropolitana di Reggio Calabria  ha il secondo porto più importante d’Europa, Gioia Tauro, uno dei più  importanti attrattori di investimenti».

All’attenzione del ministro, dunque, è stata portata la volontà di «dare sviluppo al territorio – ha detto Vecchio – e dare una dignità ai nostri giovani,  affinché trovino lavoro e possano rimanere qui nella loro terra, per sviluppare le bellezze e tutte le potenzialità  che questo territorio offre».

Al tavolo presente anche il Presidente di RFI, Dario Lo Bosco.

«Il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane è felice e  disponibile – ha ricordato – a realizzare quelle infrastrutture necessarie ad ottimizzare la crescita sostenibile del sud del paese, e con esso dell’Europa. Il corridoio Palermo/Helsinki, finalmente vede il sud protagonista, la Sicilia, la Calabria, ma anche le altre regioni del Mezzogiorno d’Europa. Il sud diventa strategico nel Mediterraneo, ed il porto di  Gioia Tauro, leader nel sistema infrastrutturale della logistica integrata».

«Fondamentale, quindi – ha concluso – lavorare, affinché anche le aree interne, possano essere prospettiva di sviluppo sostenibile integrato digitale». (rrc)

Trasporti e politiche sociali, Staine: Quest’anno ottenuti risultati importanti

«In questo anno abbiamo ottenuto importanti risultati, di rottura con il passato, sia nelle politiche sociali che nei trasporti. Siamo in un periodo storico ed economico di transizione dalla crisi verso nuove povertà e abbiamo lavorato rispondendo nel modo più coerente, veloce ed efficiente possibile». È quanto ha dichiarato l’assessore regionale ai Trasporti e Politiche Sociali, Emma Staine, facendo un bilancio del 2023.

Nelle politiche sociali il risultato più rilevante è certamente la modifica al regolamento 503/2019, concernente i requisiti organizzativi e organici delle strutture socio assistenziali e il valore delle rette. Le modifiche più rilevanti hanno riguardato la qualità dei servizi e la compartecipazione alle rette. In particolare, per determinare le nuove quote per le strutture, è stata garantita una copertura dei costi degli standard richiesti, a livello organizzativo e strutturale/gestionale.

Sarà così assicurata la forma migliore dei servizi nel rispetto del diritto di assistenza sociale per i cittadini bisognosi. Inoltre, è stata approvata la programmazione regionale per la non autosufficienza, triennio 2019/2022, che prevede una dotazione finanziaria complessiva di oltre 67 milioni di euro per interventi di assistenza domiciliare di carattere socio-assistenziale a favore di persone non autosufficienti. Qualche settimana prima è stato approvato in Giunta il Piano di contrasto alle povertà e per l’inclusione sociale che prevede una dotazione finanziaria complessiva di oltre 76 milioni di euro nel triennio 2021-2023.

La Regione ha messo a disposizione 375.277,39 euro per contribuire alle spese di progettazione dei Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli spazi e negli edifici pubblici e, sotto costante impulso dell’assessore Staine, ha programmato e ripartito i fondi inerenti allo sviluppo di progetti volti alla promozione del benessere e della qualità della vita delle persone con spettro autistico in un contesto più ampio di inclusione sociale, per un importo complessivo di oltre tre milioni di euro per l’anno 2022. Inoltre, sono stati pianificati gli interventi a sostegno dei caregiver di persone in condizione di disabilità grave e gravissima, per un ammontare di oltre 840 mila euro per l’anno 2022 e deliberati “Interventi a favore di pazienti oncologici affetti da alopecia”.

In riferimento al settore trasporti, sono stati rimodulati oltre 100 milioni di euro provenienti da fondi di Programma di Azione e Coesione (PAC) Infrastrutture e Reti 2014/2020, che dovevano essere necessariamente spesi entro il 2026 e che altrimenti sarebbero andati perduti. In tal modo è stato possibile attribuire al Comune di Reggio Calabria venti milioni di euro per un piano di mobilità sostenibile. Oltre 46 milioni di euro sono stati impegnati per l’acquisto di nuovi treni, ibridi ed elettrici, per potenziare i servizi di trasporto pubblico regionale e migliorare i collegamenti sul territorio reggino; venticinque milioni di euro saranno destinati a politiche del lavoro; sette milioni di euro saranno investiti sugli aeroporti e un milione e mezzo sulle ferrovie turistiche. In occasione del Capodanno Rai, sono stati incrementati servizi di trasporto ferroviario aggiuntivi.

In particolare, da Sibari, Lamezia Terme e Catanzaro verso Crotone. Inoltre, sono stati programmati dei collegamenti turistici integrativi su gomma da e per Crotone, passando per Camigliatello, Lorica e San Giovanni in Fiore. Confidando in una stagione invernale che porti neve sulle nostre montagne, saranno istituite, in via sperimentale, navette da Cosenza per Camigliatello e Lorica nei weekend invernali, per consentire a sciatori e turisti di raggiungere le piste in modo agevole e sostenibile, spingendo in tal modo a limitare l’utilizzo di mezzi propri. Nel 2025 la Regione sarà servita da un totale di tredici treni Blues e quattordici Pop. Sulla tratta jonica calabrese è in servizio il primo treno Blues alimentato esclusivamente con HVO in purezza, un biocarburante fornito da Eni Sustainable Mobility che può contribuire alla riduzione di oltre l’80% delle emissioni di CO2.

«Il lavoro da portare a termine – ha poi aggiunto l’assessore Staine – è ancora tanto, ma è mia intenzione non perdere nessuna occasione e intercettare tutti i fondi a disposizione per portare a termine il mandato, che onoro con l’impegno più autentico verso tutta la comunità calabrese. Sono circondata da validi dirigenti e funzionari e condivido l’obiettivo di migliorare la Calabria con eccellenti colleghi di Giunta, spronati a fare sempre meglio dal presidente Occhiuto, che ringrazio».

«Gli obbiettivi che mi sono posta sono molti, complessi – ha concluso –, ma indispensabili e ho intenzione di raggiungerli tutti, tenendo sempre informati i cittadini calabresi, a quali auguro un buon 2024». (rcz)

Il presidente Mancuso: Serve sforzo per dotare la Calabria di infrastrutture efficienti, sicure e sostenibili

Proprio il ricordo di quel dramma, disastro della Fiumarella di Catanzaro nel 1061, dove morirono 71 persone, «deve spingerci a intensificare gli sforzi, al di là delle differenze politiche e di orientamento culturale, per dotare finalmente la Calabria di infrastrutture efficienti, sicure, sostenibili e moderne». È quanto detto dal presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, intervenendo alla commemorazione (“Il valore della memoria, il sapere dell’identità”) del più grave deragliamento ferroviario italiano (avvenuto sul viadotto della Fiumarella di Catanzaro il 23 dicembre 1961), promossa dal “Comitato 23 dicembre 1961” nella Sala Verde della Cittadella regionale.

«Il disastro sul viadotto della Fiumarella di Catanzaro nel 1961, che ha azzerato (morirono 71 persone) quasi completamente un’intera generazione dell’entroterra catanzarese – ha spiegato – ha provocato un dolore incancellabile per parenti e amici, lasciando un vuoto immenso nelle comunità e in quanti ne conserviamo ancora oggi la memoria. Tutti abbiamo il categorico dovere di fare in modo che tragedie come quella non si ripetano e, nello stesso tempo, che venga conservata la memoria di quelle vittime innocenti che su quel treno, quotidianamente, riponevano la speranza di un domani migliore».

«Il sacrificio di quelle giovani vittime – ha detto ancora – deve essere da monito per le Istituzioni, che devono impegnarsi per assicurare servizi pubblici efficienti e sicuri, in una terra ferita da atavici problemi come l’emigrazione, lo spopolamento delle aree interne e le diseguaglianze sociali che portano alla fuga i nostri giovani e che, per la Calabria, vuol dire l’impoverimento del capitale umano, ossia l’elemento fondamentale per qualsivoglia possibilità di riscatto economico e sociale».

«Mi preme in questa occasione sottolineare l’impegno e il percorso intrapreso dalla Regione Calabria – ha sottolineato – nell’assicurare, alle nostre popolazioni, servizi e mezzi di trasporto più adeguati, attraverso l’ammodernamento del parco vetture, su rotaia e su gomma. Un impegno che ha trovato, finalmente, risposte dal gruppo Ferrovie dello Stato che ha da poco annunciato un poderoso piano di investimenti pari a 13,4 miliardi di euro. Il rinnovamento del sistema ferroviario e, parallelamente, del comparto stradale e autostradale non è un mero annuncio ma procedure o, in alcuni casi, lavori già avviati poiché una significativa quota dei progetti sono finanziati dal PNRR e quindi saranno realizzati entro la scadenza del 2026». (rcz)

Russo (Cisl): Occhiuto istituisca tavolo con Rfi e Anas per accelerare realizzazione di infrastrutture

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, «istituisca con urgenza un tavolo con Rete Ferroviaria Italiana e Anas perché si acceleri la realizzazione di fondamentali opere infrastrutturali: alta velocità, elettrificazione della rete ferroviaria ionica, messa in sicurezza dell’A2, S.S. 106 con i tre miliardi già stanziati e tutto ciò che è necessario per collegare i nostri territori all’interno e verso il resto del Paese». È quanto ha chiesto Tonino Russo, segretario generale di Cisl Calabria, ribadendo l’importanza e la necessità di un «confronto e valutazione nel merito» delle opportunità di sviluppo per la regione. Nello specifico, si tratta del Porto di Gioia Tauro e il progetto di un polo industriale al Sud per l’eolico offshore.

«Su Gioia Tauro – ha spiegato Russo – la Cisl ha evidenziato più volte le prospettive che un nuovo e sicuro impianto di rigassificazione può aprire per la Calabria nell’area del Mediterraneo sul piano energetico, per la valorizzazione del retroporto, per la possibilità di realizzare una “piastra del freddo” destinata allo stoccaggio delle produzioni agroalimentari. Ora queste prospettive acquistano concretezza».

«È, inoltre, di grande interesse – ha proseguito ancora il Segretario generale della Cisl calabrese – l’idea dell’eolico offshore, in alto mare, per quanto riguarda le energie rinnovabili. Si tratta, leggiamo sulla stampa, di fondi (420 milioni di euro) che non rientrano nel Pnrr, da investire tra il 2024 e il 2026 in due porti del Mar Mediterraneo. È una strada da valutare con grande attenzione per la ricaduta positiva che potrebbe avere per il nostro territorio; strada da valutare sicuramente anche sul piano dell’impatto ambientale, di fronte alla quale è bene, comunque, non avere dei “no” pregiudiziali che bloccherebbero ogni ipotesi di impianto in Calabria. Così come non si possono dire dei “no” pregiudiziali all’investimento proposto per il porto di Corigliano Rossano e a Vibo da un’azienda leader mondiale nel campo del servizio all’industria dell’energia come la Baker Hughes».

«Vale la pena di sottolineare – ha detto ancora Russo – che, nella prospettiva di una Zes unica per l’intero Sud Italia, è importante rendere attrattiva la Calabria per gli investitori ed evitare che si orientino verso altre regioni».

«È, insomma, il momento – conclude il Segretario regionale della Cisl – di guardare con attenzione a tutto ciò che può rappresentare opportunità di crescita, per dire no ad un assistenzialismo che perpetua la dipendenza, per il futuro della Calabria, per quei giovani che in questa regione vogliono restare senza essere costretti a fuggire via». (rcz)

NELLE INFRASTRUTTURE LA CALABRIA NON
È COMPETITIVA: IL GAP È SEMPRE PIÙ GRAVE

di ANTONIETTA MARIA STRATI – La Calabria non è competitiva a livello infrastrutturale. Non è una novità ma, a certificare questo pesante gap, il recente Rapporto dell’Osservatorio di Confcommercio Trasporti presentato all’8° Forum Conftrasporto-Confcommercio, assieme a uno studio sulle infrastrutture realizzato da Svimez per Conftrasporto.

La nostra regione, infatti, ha perso cinque posizioni rispetto al 2019, posizionandosi 139esima con un modesto 73,8. Un dato che deve far preoccupare, se si considera che l’indice di competitività delle regioni europee è un indicatore di benchmark europeo basato sul criterio di funzionalità delle reti. Esso, infatti, misura l’accessibilità alle infrastrutture, la capacità di ridurre le distanze effettive per spostamenti di persone e merci piuttosto che la pura dotazione.

Si tratta, dunque, dell’ennesima dimostrazione del grande limite, a livello infrastrutturale, di cui la Calabria è “vittima”. Strade difficili da percorrere, aree interne sempre più isolate e pochi collegamenti con i treni. Un insieme di criticità che, nel loro insieme, delineano un quadro sconfortante. Nè deve consolare che, nel report, l’Italia stessa, rispetto al 2019, ha perso quattro posizioni.

Nella sua relazione il direttore della Svimez, Luca Bianchi, ha parlato di una «sotto-dotazione al Sud e di una congestione al Nord».

«In rapporto alla superficie, la dotazione del Sud è superiore al Centro-Nord per strade di interesse nazionale (13,2 km/100 km2, 6,5 per il Nord e 9,3 per il Centro), allineata per strade regionali e provinciali, ma molto inferiore per rete autostradale (1,87 km/100 km2, 3,29 al Nord e 2,23 al Centro)».

«Fanno relativamente meglio Campania, Abruzzo, Molise (non per autostrade), Puglia e Sicilia. Sottodotate Sardegna (nessun km di autostrada) e Basilicata (autostrade marginali)», ha detto ancora Bianchi, tornando a parlare del divario Nord-Sud: «c’è una sottodotazione di binari nel Mezzogiorno, specialmente nell’alta velocità».

Nel Mezzogiorno, infatti, sono solo stati sviluppati 5.717 km su una lunghezza complessiva dei binari di 7.528 km contro gli 11.046 km sviluppati nel Centro-Nord e i 16.032 km di binari. Male anche nell’alta velocità: al Sud ci sono solo 181 km, di cui il 21,4% sono linee fondamentali e linee di nodo, mentre il 58,1% è la rete elettrificata e il 31,7% p la rete a doppio binario. Inutile dire che, al Centro Nord, i valori sono ben superiori. Solo per citarne una, al Centro Nord l’80% della rete è elettrificata.

Solo la Campania, ha rilevato Bianchi, si avvicina agli standard del Nord. Il resto delle regioni, invece, evidenziano un grave gap infrastrutturale che, invece di diminuire, si allarga.

Per il direttore della Svimez è necessario una inversione di rotta. E, per farlo, si potrebbe valutare la «regionalizzazione» catene del valore in continuità con le risposte osservate durante la pandemia, ossia:  ripiegamento della globalizzazione e reshoring/nearshoring internamente all’EU (automotive, settori high-tech); Aumento degli scambi intraeuropei».

Nella sua analisi, Bianchi ha evidenziato come «fatta eccezione per l’asse Italia–Svizzera, la magior parte delle merci viene movimentata con il trasporto stradale. Al confine con l’Austria, inoltre, passa circa il 40% del traffico merci che entra ed esce dal Nord-Europa». Per il direttore della Svimez, dunque, sarebbe auspicabile uno shift modale gomma-ferro e l’apertura di altri passaggi, come autostrade del mare.

Bianchi, poi, rilancia il potenziale del traffico marino che, dopo il calo generalizzato a causa della pandemia, è tornato ai livelli pre-covid.

Nel 2022, infatti, per i cargo mare ha raggiunto i 490 milioni di tonnellate, con 380 mld di euro, un 36% totale movimentato di merci, un +11% rispetto al 2019 e, non meno importante, un +2% rispetto al 2021, con un +1,1% nel Mezzogiorno e 2,7% nel Centro Nord.

Per quanto riguarda i cargo mare Ro-Ro (ossia i cargo rotabili), si sono calcolati cira 120 milioni di tonnellate (+57,2% rispetto al 2009, -1,4% rispetto al 2021 di cui: -5,4% nel Mezzogiorno e +3,1% nel Centro Nord); per i cargo mare container, invece, 119,5 milioni di tonnellate, con un +26,7% rispetto al 2009, +2,2 % rispetto al 2021 di cui: +4,9% nel Mezzogiorno e -0,1% nel Centro Nord).

Il buon andamento delle merci movimentate nei container è stato possibile anche grazie all’exploit dello scalo di Transhipment di Gioia Tauro.

Spazio, poi, alla “vecchia” Zes, per cui sono previsti 630 mln che si aggiungono all’1,2 mld che il Pnrr riserva a interventi sui principali porti del Mezzogiorno. Con questi fondi, si dovrebbe intervenire sul collegamento di “ultimo miglio”, digitalizzazione e potenziamento della logistica, urbanizzazioni green e lavori di efficientamento energetico e ambientale nelle aree retroportuali e nelle aree industriali appartenenti alle ZES; potenziamento resilienza e sicurezza per l’accesso ai porti. Ma qual è il problema? Che c’è una frammentazione eccessiva degli interventi. Per fare un esempio, in Calabria, sulla Jonica sono previsti 108,1 mln di euro, ma sono previsti solo due interventi per l’ultimo miglio, 7 per la logistica e nessuno per la resilienza dei porti, mentre per tutta la regione, invece, oltre a essere previsti 11,7 mln, sono programmati 7 interventi sull’ultimo miglio, nessun intervento per la logistica e solo 3 per la resilienza dei porti. La Sardegna, per citare un altro caso, prevede solo un intervento per l’ultimo miglio e un importo di solo 10 milioni, mentre la Campania, invece, ha ben 136 milioni e 10 interventi, tra ultimo miglio (5) e logistica (4).

Una frammentazione che, in teoria, si dovrebbe risolvere con la Zes Unica (che entrerà in vigore a gennaio 2024). Bianchi, dunque, suggerisce le condizioni per rendere efficace questo strumento per il Sud e il Paese, ovvia con la fiscalità di vantaggio e la sburocratizzazione e un piano strategico.

Nel primo caso, si tratterebbe di introdurre un credito di imposta investimenti, proroga della decontribuzione Sud e lo sportello unico, che potrebbe rappresentare un’occasione per rendere le tempistiche più omogenee tra i territori. Per quanto riguarda il piano strategico, si devono definire le priorità produttive e specializzazioni strategiche, esaltare le specificità produttive, valorizzare i legami funzionali e strategici con le infrastrutture, come i porti collegati alla rete Ten-T.

In questo modo, si può rendere «il Mezzogiorno attrattivo per investimenti e talenti», realizzare una «logistica meridionale integrata nel sistema Paese e internazionale» e, infine, una «integrazione del Mezzogiorno e del Paese nelle filiere strategiche europee».

Bianchi, poi, fa il punto sullo stato dell’arte sugli interventi infrastrutturali per i trasporti: Infrastrutture di trasporto prioritarie: costi per 131 miliardi (Relazione su stato di attuazione, 2022); Finanziamenti acquisiti (101 miliardi) e Fabbisogni residui (29.5 miliardi) e quasi il 75% delle risorse destinate alle infrastrutture ferroviarie. 

Da questi dati, è emerso un forte ritardo del Mezzogiorno: il 56% delle opere, infatti, sono ancora in stato di progettazione contro le 36% del Centro Nord. Ci sono, poi, pochi lavori in corso: sono il 13% contro il 34% del Centro Nord.

Spazio, poi, al Ponte sullo Stretto, il cui costo sarà di circa 15 miliardi. Esso dovrebbe prevedere 2560 mila addetti in 7 anni, con una media di 40 mila all’anno), 35,5 mld di produzione e 14,6 mld di valore aggiunto (10,4 mld al Sud, ossia il 3,4% del Pil) e 4,2 mld al Nord, con lo 0,26% del Pil).

Nonostante questi numeri, il direttore Bianchi ricorda le criticità geologiche e tettoniche per realizzare l’infrastruttura:

  • Attesa completamento dell’AV  Palermo-Messina e Reggio Calabria/Salerno per il collegamento con Roma (Roma-Palermo: 7 ore tot.)
  • Sostenibilità ambientale: 2 Zone di Protezione Speciale: Costa Viola (RC) e Monti Peloritani (ME); 11 Zone Speciali di Conservazione (possibile violazione direttiva Comunitaria Uccelli/impatti sull’ecosistema marino)
  • Sostenibilità economica: costo superiore dall’AV Torino-Milano e triplo del Fondo nazionale TPL che finanzia trasporto su gomma e ferro

Importante, poi, il ruolo delle politiche. Servono, infatti, «azioni di policy tese a potenziare la dimensione quantitativa e qualitativa delle infrastrutture nel Paese hanno un valore strategico fondamentale, consentendo di: 

  • raggiungere gli obiettivi europei al 2030 e 2050: trasferire il 30% del traffico stradale (> 300 km ) su modalità alternative (il 50% nel 2050); Green Deal | Fit for 55, col taglio 55% emissioni / riduzione del 47,2% delle emissioni nel settore dei trasporti italiano
  • migliorare la dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno, quale pre-condizione per promuovere un percorso di sviluppo industriale lungo le nuove direttrici strategiche: green e digitale
  • sostenere grandi opere di collegamento ma solo coerentemente a un progetto infrastrutturale sistemico per tutto il Paese (collegamenti interni e attenzione alle aree marginali)
  • ridurre la pressione sulle infrastrutture del Nord (specialmente sui valichi) che presentano elevate criticità sotto il profilo della saturazione e, a questo proposito, sono auspicabili azioni di potenziamento (seconde canne per Monte Bianco e Frejus) e potenziamento della dotazione ferroviaria per promuovere lo shift modale gomma-ferro
  • sfruttare il potenziale del «mare»:  le rete ferroviaria presenta vincoli strutturali (in termini di capacità di trasporto). Le autostrade le mare possono rappresentare una soluzione complementare allo shift gomma-ferro, nonché un settore economico di interesse e di traino per l’economia del Mezzogiorno. 

«I dati evidenziano come sia urgente investire in infrastrutture, e mettono in luce il divario tra Sud, con un difetto strutturale di connessioni, e il Nord Italia, con un alto indice di saturazione, soprattutto in relazione ai valichi – dichiara il presidente di Conftrasporto Pasquale Russo –. La situazione che emerge, ancora una volta, dimostra come sia stato sbagliato, nelle scelte compiute in passato, non aver finanziato le infrastrutture fisiche stradali.  Per quanto riguarda il Pnrr, è positivo, necessario, aver previsto fondi significativi per la ferrovia, ma la mobilità delle merci e del Paese deve utilizzare il sistema infrastrutturale in maniera integrata: è controproducente aver lasciato autostrade e aeroporti fuori dalla programmazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza». (ams)

 

Falcomatà: «Al Ministro Salvini un dossier sulle infrastrutture necessarie a collegare la Calabria con l’Italia»

«Ritengo che noi dobbiamo approfittare della presenza dei rappresentanti del governo sul territorio, per porre questioni di interesse generale che riguardano lo sviluppo della nostra area metropolitana e la risoluzione di questioni annose. Siamo in un momento di grandi cambiamenti per il nostro Paese, con grandi risorse da mettere al servizio dei territori e dei cittadini. Credo che la Calabria non possa sprecare questa occasione e che la Città metropolitana di Reggio Calabria non debba perdere una chance per mettersi al passo con le grandi metropoli europee». Così il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà a margine dell’incontro avuto con il ministro dei Trasporti ed infrastrutture Matteo Salvini, al quale è indirizzato il dossier sulle priorità che riguardano il suo dicastero per il territorio reggino.

«Siamo anche in una fase di spinta decisiva del governo sulla l’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto, stando a quanto ha detto il ministro Salvini – ha aggiunto il primo cittadino – ecco perché le infrastrutture di collegamento e di passaggio che mettono in correlazione non solo Calabria alla Sicilia, ma la Calabria con il resto del Paese e l’Italia con il resto dell’Europa, debbano essere ammodernate».

«Il tema in generale delle infrastrutture – ha evidenziato Falcomatà – deve essere affrontato in maniera integrata, quindi all’interno di questo dossier ci sono i problemi relativi alla portualità, al rilancio dell’aeroporto dello Stretto. Naturalmente abbiamo chiesto al ministro Salvini anche maggiore chiarezza sugli investimenti generali rispetto a tutta la Statale Jonica 106 in Calabria, perché da quello che abbiamo sentito da Anas questa SS 106 sembrerebbe fermarsi a Catanzaro. Naturalmente questo non va bene l’ottica di unire il Paese».

«Abbiamo chiesto una parola di chiarezza rispetto anche al tracciato dell’Alta velocità ferroviaria – ha affermato – consegnando la richiesta al governo di dare mandato ai tecnici di lavorare sul tratto più semplice e diretto. Perché se di alta velocità si parla, non possiamo sacrificare questa opportunità rispetto a interessi locali che invece, in questa fase, dovrebbero essere messi da parte».

«Sul fronte della viabilità interna al territorio – ha ricordato Falcomatà – i sindaci dell’area metropolitana reggina, hanno messo in evidenza alcune criticità di tratti di strade di competenza Anas, tutto nell’ottica di una proporzionalità di investimenti che deve avvenire fra le varie province della Calabria. Se si vanno a vedere i dati degli investimenti, sul sito del governo Open Coesione, vi renderete conto che ad oggi il territorio della Città metropolitana di Reggio Calabria è evidentemente sacrificato rispetto agli altri investimenti nelle altre province».

«Naturalmente – ha concluso Falcomatà – non vogliamo che si sottraggano fondi a Catanzaro, a Cosenza piuttosto che a Castrovillari, a Crotone, a Vibo Valentia o a Lamezia Terme, ma vorremmo che la stessa attenzione fosse riservata al nostro territorio». (rrc)

Firmato protocollo di legalità per potenziamento collegamento Lamezia-CZ-Dorsale Jonica

È stato firmato, tra la Prefettura di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Rete Ferroviaria Italiana e le organizzazioni sindacali di categoria, il protocollo di legalità per gli interventi di potenziamento del collegamento ferroviario Lamezia Terme-Catanzaro Lido-Dorsale Jonica”, con lo scopo di prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata in materia di appalti, servizi e forniture pubbliche.

Il progetto suddiviso in tre lotti funzionali: “Velocizzazione, mediante rettifiche di tracciato, della tratta Lamezia Terme–Settingiano, ed elettrificazione della tratta Lamezia Terme–Catanzaro Lido”; “Elettrificazione della tratta Sibari–Crotone”; “Elettrificazione della tratta Crotone–Catanzaro Lido”, di cui i primi due sono già in gara, permetterà una migliore interconnessione tra i centri urbani di Lamezia Terme, Crotone, Catanzaro Lido e le aree del litorale ionico a forte vocazione turistica, creando le condizioni per nuove opportunità di servizio con le dorsali Tirrenica, Jonica e Adriatica.

I Protocolli prevedono la collaborazione tra le Prefetture e RFI per vigilare sul pieno rispetto della legalità nei contratti pubblici, sviluppando, in aggiunta agli standard richiesti dalla normativa, ulteriori forme di controllo, scambio di informazioni e procedure che ne garantiscano la trasparenza. I documenti sottoscritti riguarderanno tutta la filiera delle imprese affidatarie dei lavori che a qualunque titolo saranno impegnate nella realizzazione delle opere.

L’attività rientra fra le iniziative intraprese dal Gruppo FS Italiane, con il coordinamento di FS Security & Risk, per tutelare la realizzazione di opere e la prestazione di servizi di interesse pubblico da ogni tentativo di infiltrazione da parte della criminalità organizzata.

L’intervento complessivo, dal valore di circa 438 milioni di euro, è finanziato anche con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e la sua attivazione è prevista per fasi entro il 2026. Per il completamento dell’opera è stato nominato come Commissario Straordinario di Governo, Roberto Pagone. (rcz)

Occhiuto da Salvini per parlare di infrastrutture

Non solo Ponte, ma anche e soprattutto i lavori per la statale 106 e il definitivo completamento dell’Autostrada Mediterranea (A2). L’incontro tra il presidente della Regione Roberto Occhiuto con il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini è stato proficuo ed è servito per fare il punto dell’agenda politica sulle opere necessarie e ormai improrogabili per la Calabria.

Dopo l’incontro con il Presidente della Regione Sicilia Schifani, il ministro Salvini ha voluto incontarre il governatore calabrese per delineare un programma operativo di massima di quelle che sono le prosisme scadenze che vedranno coinvolto il suo dicastero.

Stranamente, non si è parlato dell’Alta Velocità, oggi al centro di una forte disputa sul tracciato originario, quello modificato e quello che, alla fine, dovrà essere il definitivo. Com’è noto, l’attuale linea (tradizionale) è di 393 km tra Reggio e Battipaglia e, secondo la stima più diffusa dovrebbe diventare di 350 km se si seguisse la linea retta Battipaglia-Reggio. Invece, a seguire l’ultimo tracciato proposto, con la deviazione Praia-Tarsia-Cosenza-Lamezia, si arriverebbe a 440 km. In pratica, un aumento dei tempi di percorrenza in controtendenza all’Alta Velocità che ha l’obiettivo di ridurli. 

Peraltro Salvini è convinto – e lo ha ribadito in più occasioni che – l’Alta Velocità ferroviaria è direttamente collegata al Ponte.

Oggetto dell’incontro è stata invece la statale 106 per la quale è prossima l’apertura dei cantieri, già finanziati dalla legge di Bilancio 2023 con 3 miliardi di euro per l’asse Sibari-Catanzaro. Il Presidnete Occhiuto ha sollecitato il ministro a indire le gare già ai primi mesi del 2024. Si è parlato anche dell’Autostrada Mediterranea che continua a essere un’incompiuta: una delle priorità è la variante Altilia-Grimaldi – Cosenza ( è di competenza Anas) e dell’elettrificazione della linea ferroviaria jonica.

Per Salvini tutte opere necessarie per poter rispettare l’apertura dei cantieri del Ponte nell’estate del 2024. Del resto, in assenza dell’Alta Velocità e dell’ammodernamento delle strade in Calabria e Siciliail Ponte servirebbe a poco. Forse è la volta buona che i calabresi e i siciliani vedranno njuovi cantieri destinati a non fermarsi a metà dell’opera, ma a completare i progetti nell’ambito di un grande piano infrastrutturale che l’Europa ci chiede e non è più rinviabile(rrm)