La Ferrovia Silana è tra le 26 tratte ferroviarie ad uso turistico che saranno finanziate

La Ferrovia Silana storica Cosenza- San Giovanni in Fiore è tra le 26 tratte ferroviarie ad uso turistico gestite dalla Rete Ferroviaria Italiana e che potranno tornare in servizio o essere maggiormente utilizzate valorizzando i relativi territori, anche grazie ai fondi del Piano complementare al PNRR.

È quanto è stato deciso dalla Conferenza Stato Regioni, che ha dato il via libera al decreto del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile.

Legambiente si è più volte mobilitata a tutela della Ferrovia Silana: nel 2013 per evitarne lo smantellamento previsto dalla Regione Calabria e nel 2014 attraverso una petizione popolare, con la raccolta di oltre 4mila firme, per chiederne la messa in esercizio e garantire un sistema di trasporto ferroviario locale sostenibile e stabile, in sostituzione dell’attuale sistema di trasporto pubblico stradale. Abbiamo, infine, proposto alla Regione Calabria di inserire la Ferrovia Silana tra le opere prioritarie da finanziare attraverso il PNRR per realizzare una rete di trasporto ferroviario regionale moderna e per superare l’isolamento del territorio calabrese.

E la decisione della Conferenza Stato-Regioni di oggi, ci fa sperare di poter raggiungere l’obiettivo: non solo un servizio ferroviario turistico stagionale, ma il ripristino dell’intera tratta da Cosenza a San Giovanni in Fiore per garantire un servizio viaggiatori e pendolari durante tutto l’anno ed anche per ridurre l’isolamento delle aree interne silane.

Il Treno della Sila non è per noi una operazione di nostalgia, ma un serio investimento sulla mobilità sostenibile che aiuti in maniera concreta lo sviluppo socio-economico del territorio e riduca i rischi e l’isolamento.

Per queste ragioni, chiediamo al Presidente Roberto Occhiuto di definire con urgenza il percorso per il finanziamento definitivo attraverso le risorse del Fondo Complementare del PNRR e il ripristino del collegamento ferroviario stabile tra Cosenza e San Giovanni in Fiore. (rcs)

In Cittadella regionale la quarta edizione dell’Ecoforum Calabria sui rifiuti di Legambiente

Domani mattina, alle 9.30, nella Sala Verde della Cittadella regionale, si svolgerà la quarta edizione dell’Ecoforum Calabria sui rifiuti di Legambiente Calabria.

L’evento è organizzato dall’Associazione per fare un focus su Esperienze, proposte ed idee per una Calabria libera dai rifiuti. Nell’occasione, sarà presentato il Dossier “Comuni Ricicloni Calabria”e saranno premiate le amministrazioni virtuose.

La raccolta differenziata è in aumento, ma la Calabria è ancora lontana dagli obiettivi fissati dalla normativa vigente. La gestione dei rifiuti a livello regionale deve basarsi sulle normative comunitarie e nazionali che definiscono come prioritari gli obiettivi della prevenzione e del riciclaggio, in un’ottica di economia circolare che può essere attivata sul territorio tutelando l’ambiente e la salute e creando occupazione, anche grazie alle risorse economiche del Pnrr. In Calabria il futuro può essere diverso, migliore ed ecosostenibile.

L’evento si terrà nel rispetto delle disposizioni governative anti-covid e sarà trasmesso anche in diretta sulla pagina Facebook di Legambiente Calabria https://www.facebook.com/legambientecalabriaaps e sul sito de La Nuova Ecologia: http://www.lanuovaecologia.it/(rcz)

Il programma 

9:30 SALUTI: Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria

9:40 I SESSIONE POLITICHE DI ECONOMIA CIRCOLARE IN CALABRIA

Modera: Daniela Amatruda, giornalista

Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria

Roberto Occhiuto, presidente Regione Calabria

Giuseppina Princi, vicepresidente Giunta Regione Calabria

Gianfranco Comito, dirigente generale dipartimento ambiente e territorio regione

Francesco Sicilia, direttore generale Unirima

Domenico Pappaterra, direttore generale Arpacal

Fabio Costarella, responsabile area progetti territoriali speciali Conai

Carmine Pagnozzi, direttore tecnico Biorepack

Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente

11:15 II SESSIONE SPAZIO ALLE ESPERIENZE INNOVATIVE E ALLA GESTIONE VIRTUOSA DEI RIFIUTI

Modera: Laura Brambilla, responsabile nazionale di “Comuni ricicloni” di Legambiente

Crescenzo Pellegrino, Calabra Maceri -amministratore unico Waste to Methane s.r.l.

Salvatore Procopio, fisico sanitario

Monica Nardi, Università Magna Graecia di Catanzaro

Enrico Ambrogio, presidente Ecotyre

Buone pratiche dal territorio: Pasqualina Tripodi (Pasly artdesign), Flavia Amato (Malìa Lab), Roberta Caruso (Project manager Home 4 Creativity)

12: 15 III SESSIONE PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO E PREMIAZIONE DEI COMUNI RIFIUTI FREE 

Introduce e coordina: Caterina Cristofaro, direttrice Legambiente Calabria

Presentazione dossier: Emilio Bianco, curatore Dossier Comuni Ricicloni

Intervengono i sindaci premiati

Menzione speciale Eurosintex.

Legambiente: Al via monitoraggio fauna nella Riserva Naturale regionale “Valli Cupe”

Al via, nella Riserva Naturale Regionale delle “Valli Cupe”, un monitoraggio della fauna, in modo da realizzare, così, una banca dati delle specie presenti, con particolare riferimento a quelle prioritarie e di interesse conservazionistico. Sarà incentrato principalmente su erpetofauna, ornitofauna e mesocarnivori.

La conservazione, la tutela e la valorizzazione della biodiversità della Riserva rappresentano i principali obiettivi di Legambiente Calabria, quale ente gestore. La fauna selvatica presente all’interno della Riserva, dal più piccolo microrganismo all’animale più grande, svolge un ruolo determinante all’interno del territorio.

L’incarico, a conclusione del bando indetto dalla Riserva, è stato affidato alla Società Cooperativa Greenwood che svolgerà le proprie indagini in diverse fasi e attività, secondo metodologie standard ben definite e sulla base delle indicazioni fornite da ISPRA. Tutti i dati raccolti saranno poi informatizzati in un database e georeferenziati cartograficamente. Al termine del progetto, che avrà la durata di un anno, i risultati ottenuti saranno illustrati e presentati ai calabresi.

«Quella del monitoraggio della fauna – ha spiegato Antonio Falcone, direttore della Riserva – è solo una delle tante attività di tutela del territorio che abbiamo predisposto per consentire una più adeguata conoscenza dello stato dei luoghi e delle specie viventi presenti. Questo censimento ci consentirà dunque di comprendere tutto l’ecosistema e di intervenire con azioni mirate per la sua salvaguardia».

«Stiamo mettendo in campo una serie di interventi, a medio e lungo termine – ha dichiarato Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria – per preservare tutte le specie floristiche e faunistiche presenti nell’area protetta. L’attività di monitoraggio avviata, tramite una società cooperativa specializzata, ci consentirà di dotare la Riserva di un censimento digitalizzato aggiornato al fine di garantire la gestione degli ecosistemi e di consentire una fruizione turistica ancora più corretta e rispettosa degli habitat naturali».

Riduzione plastica monouso, Legambiente Calabria: elemento di svolta anche per la nostra regione

Da domani, entra ufficialmente in vigore, anche in Italia, la direttiva europea Sup che si pone come obiettivo quello di ridurre l’uso della plastica monouso, non biodegradabile e non compostabile. Per Legambiente Calabria si tratta di una «svolta dal punto di vista ambientale anche per la nostra regione».

Le novità principali riguarderanno il divieto di vendere posate, piatti, cannucce ed altri prodotti in plastica anche “oxo-degradabile” (ovvero le materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti), i bastoncini cotonati (cotton fioc), agitatori per bevande, aste da attaccare a sostegno dei palloncini, alcuni specifici contenitori per alimenti in polistirene espanso, contenitori e tazze per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi.

Le scorte dei prodotti potranno essere smaltite dai venditori purché possano comprovarne l’effettiva immissione sul mercato in data antecedente al 14 gennaio 2022. Per chi immetterà sul mercato o venderà prodotti non conformi sono previste multe che andranno da 2.500 a 25.000 euro.

Il decreto, emesso in attuazione della direttiva 2019/904/Ce, introduce riduzioni del consumo e restrizioni all’immissione sul mercato di plastiche con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento da plastica presente nei mari e negli oceani. Per come risulta dalle indagini di beach litter effettuate da Legambiente, il 42% del totale dei rifiuti monitorati è costituito proprio da quei prodotti usa e getta al centro della Direttiva.

Agire direttamente sui rifiuti marini e prevenirne la dispersione, avrà conseguenti benefici per l’ambiente marino e ridurrà, per come è stato calcolato, le emissioni di gas serra di circa 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti.

«La direttiva comunitaria in oggetto – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – che avrebbe già dovuto essere recepita mesi fa, porterà, progressivamente, a ridurre l’enorme quantità di plastica che purtroppo si trova  sulle nostre  spiagge e nei nostri mari, con grave danno per l’ambiente e per la salute. Con la pandemia, oltretutto, è aumentato l’uso degli oggetti di plastica usa e getta con conseguente aumento dell’inquinamento».

«Un tassello importante, quindi – ha proseguito – al quale devono seguire, in Calabria, quelle politiche di gestione effettiva ed efficace del sistema di gestione dei rifiuti che Legambiente invoca da anni con le proprie iniziative, proposte e campagne. La direzione obbligata da seguire è quella indicata dall’Europa e basata sui concetti chiave della riduzione dei rifiuti alla fonte, della raccolta differenziata, del riciclo e del riuso. Ribadiamo che, nella nostra Regione serve realizzare impianti della filiera del riciclo con le migliori tecnologie disponibili».

«E, al riguardo – ha concluso – ricordiamo all’Amministrazione regionale che gli obiettivi del Green Deal europeo sono una delle priorità del Pnrr. Sarebbe necessario destinare il 37% delle risorse finanziarie ad azioni di lotta al cambiamento climatico e per l’economia circolare». (rcz)

Legambiente Calabria: Serve svolta radicale nella gestione dell’area marina protetta “Capo Rizzuto”

Per Anna ParrettaAntonio Nicoletti, rispettivamente presidente di Legambiente Calabria e responsabile nazionale aree protette e biodiversità dell’Associazione, «la gestione dell’area marina protetta “Capo Rizzuto” deve cambiare passo, deve invertire la rotta e puntare su un modello improntato a una maggiore trasparenza, e capace di garantire la tutelare della biodiversità anche attraverso l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza».

«Dopo trent’anni – hanno spiegato – il territorio crotonese deve ritrovare le ragioni per credere nel rilancio dell’Area marina protetta come strumento partecipato di tutela e di sviluppo sostenibile della costa, di presidio di legalità e di democrazia in un contesto sociale ed economico caratterizzato da una profonda crisi e influenzato dalla presenza oppressiva della ‘ndrangheta».

«La presenza dell’Area marina protetta – hanno proseguito Parretta e Nicoletti – ha comunque garantito la tutela del territorio (non osiamo pensare cosa sarebbe accaduto senza la sua presenza), ma deve puntare a diventare più forte nel contrasto alle illegalità e all’abusivismo edilizio a partire dal caso emblematico di Capo Colonna che deve essere completamente liberato dall’abusivismo edilizio e riportato alla fruizione sostenibile come sta già in parte accadendo grazie all’azione meritoria della procura di Crotone».

«Occorre puntare – hanno evidenziato – alla reale valorizzazione della costa finalmente liberata dal cemento illegale, fatto di moli che si protendono in mare, porticcioli, fabbricati, muri di recinzione, piattaforme in cemento armato, porticati. Bisogna affrontare e risolvere il problema dei pozzi presenti sul promontorio e delle piattaforme che sfruttano i fondali dell’Amp e sono incompatibili con la tutela della biodiversità marina oltre che con la scelta di decarbonizzare la nostra economia. In tutti questi anni, tranne gli spiccioli delle royalties, le comunità locali non hanno ottenuto nulla di buono e nemmeno una rete di monitoraggio per registrare i danni provocati dalla attività estrattiva».

«In prospettiva – hanno concluso – l’Area marina protetta Capo Rizzuto deve avere l’ambizione di diventare un laboratorio di sperimentazione avanzata sulle politiche della transizione ecologica e climatica per il mare in Calabria e nel Mediterraneo, e un ambito territoriale in cui l’utilizzo sostenibile e legale della fascia costiera favorisce la crescita del turismo sostenibile. Ma per fare questo serve un deciso salto di qualità nella tutela dello spazio costiero dove dovrà nascere un’area protetta terrestre per garantire la tutela integrata dell’enorme patrimonio di terre pubbliche occupate, usurpate e degradate. Su questi presupposti e con questi obiettivi Legambiente si misurerà nei prossimi mesi con chi vuole contribuire al rilancio dell’Amp e del territorio crotonese».

L’area marina protetta “Capo Rizzuto”, infatti, è stata istituita il 27 dicembre 1991 e da quella data la gestione è stata affidata, su delega dell’ex Ministero dell’Ambiente, alla provincia di Crotone che svolge questa funzione d’intesa con i due comuni interessati: Crotone e Isola Capo Rizzuto. La scelta di affidare all’allora nascente provincia di Crotone è stata fortemente sostenuta anche da Legambiente sebbene, alla luce dei 30 anni trascorsi, consideriamo la scelta superata, limitante per una adeguata tutela del territorio che necessita di una governance più efficace.

La nascita della Amp Capo Rizzuto è stato il frutto di una fin troppo breve stagione di politiche ambientali virtuose che hanno interessato la costa crotonese. La presenza della Amp però, anche se fondamentale, non è servita a frenare il degrado di un territorio, interessato da una forte presenza criminale che ha favorito l’aggressione edilizia della costa e la crescita di una economia turistica predatoria. Un’Amp che ha dovuto prima convivere con l’industria chimica pesante che ha lasciato scorie e inquinamento, e ora deve fare i conti con le attività estrattive incompatibili con la tutela della biodiversità marina.

«Basta questa breve sintesi – si legge in una nota di Legambiente Calabria – per comprendere come il modello gestionale pensato, fosse debole fin dalle origini. Negli anni l’Ente gestore si è manifestato in tutta la sua inadeguatezza soprattutto perché basato sulla sola presenza degli enti territoriali (provincia e comuni) dove a prevalere sono stati gli equilibrismi politici, non sempre trasparenti, a discapito della capacità di visione e di sana gestione che doveva garantire un ente (la provincia di Crotone) che ha perso ruolo, competenze, risorse e personale». (rkr)

 

Legambiente Calabria alla Regione: Ripristinare fondi per gestione Riserva Naturale Regionale “Valli Cupe”

La Regione ponga «rimedio al ingiustificato taglio dei fondi necessari per il funzionamento della Riserva naturale regionale “Valli Cupe, gestita dall’associazione ambientalista provvedendo al loro ripristino per come previsto dalla stessa legge istitutiva della Riserva». È l’appello lanciato dalla presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, spiegando che nella scorsa legislatura il contributo è stato decurtato del 50% per l’anno 2021, e azzerato nei bilanci previsionali degli anni 2022 e 2023.

«Appare evidente – ha spiegato la presidente Parretta – che il contributo regionale, previsto dalla legge, è assolutamente essenziale per la gestione della Riserva naturale regionale “Valli Cupe” che, con i suoi sentieri, le cascate ed il canyon, costituisce uno dei luoghi più suggestivi della Calabria. La sua grande bellezza, costituente un prezioso scrigno di biodiversità da ammirare e salvaguardare, nel solo 2021, superati i vincoli più stringenti della pandemia da Covid 19 ha portato sul territorio, oltre 10.000 visitatori».

«La Riserva è simbolo e fulcro del possibile sviluppo eco-sostenibile della zona e dell’intera regione – ha proseguitoed è pertanto incomprensibile la stranezza di non consentirne l’effettiva tutela e salvaguardia. Legambiente Calabria si rivolge al Presidente Occhiuto ed ai vertici dell’Amministrazione regionale chiedendo di risolvere l’anomalia, probabile frutto di errore, essendo evidentemente impossibile il funzionamento della Riserva senza l’attribuzione di fondi, nell’interesse dell’intera collettività calabrese».

«Se oggi l’Italia è leader in Europa nell’impegno per la tutela della biodiversità, la presenza e diffusione di specie e habitat di interesse comunitario sul territorio e per la qualità delle aree e dei paesaggi protetti – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazione di Legambiente – il merito è certamente della legge 394/91 che ha saputo “regolare” le esigenze di conservazione della natura con quelle di crescita sostenibile di un complesso sistema di ambiti territoriali protetti».

«Trent’anni fa – ha spiegato – noi di Legambiente avevamo visto giusto nel chiedere con forza la creazione di un sistema di aree protette nel Paese e di scommettere sui parchi per tutelare e creare sviluppo, per alimentare quella rete di piccola imprenditoria fatta di produttori agricoli e artigianali di qualità, guide ed educatori ambientali, operatori del turismo slow e quanti altri hanno presidiato anche in questi anni complicati, territori tanto straordinari quanto difficili e marginali. Ora è importante continuare a percorrere questa strada che si è intrapresa, ricordando che la transizione ecologica passa anche da qui».

«Per questo – ha evidenziato – sarà fondamentale coinvolgere i territori, a partire dalle aree interne, e le comunità locali. Non dimentichiamo che la rete dei parchi ha garantito la tenuta fisica di tanta parte del nostro territorio, nella lotta alle frane e al dissesto idrogeologico, ma anche la tenuta sociale, quel livello cioè di coesione fatto di piccole comunità che continuano ad abitare e a rendere produttivi i luoghi più belli del nostro Paese».

Numeri aree protette: La superficie protetta in Italia è il doppio della media europea e conserviamo la gran parte del patrimonio di biodiversità (1/3 della fauna e il 50% delle specie floristiche del continente europeo, in territori che non sono wilderness ma contengono oltre 800 mila imprese che operano nei settori dell’agricoltura, pesca, zootecnia, foreste e turismo (bioeconomia). La nostra Penisola in totale conta 871 tra parchi e riserve (nazionali, regionali e locali) e aree marine con oltre 5milioni di ettari di territorio protetto a terra e a mare, e copre una percentuale dell’11% del territorio nazionale, coinvolge tutte le regioni e 2.500 comuni (la gran parte piccoli o piccolissimi) con una popolazione complessiva di 10 milioni di cittadini residenti.

Aggiornamento della legge 394/91: La modifica e l’aggiornamento della legge 394/91 è una necessità evidenziata da più parti, dalla fine degli anni ’90, e un obiettivo che negli anni si è provato a raggiungere ma senza risultati positivi: la discussione sulla riforma organica della legge è iniziata nel 2009 ma è fallita nel 2018, nel mentre per l’associazione ambientalista ci sono stati parziali aggiustamenti fatti autonomamente del Governo e del Parlamento, con modifiche non sempre coerenti e senza nessun coinvolgimento o dibattito nella società, in particolare la governance, che ha visto la riduzione da 12 a 8 i componenti del consiglio direttivo, e la modifica della procedura di nomina del presidente e del direttore, ma senza toccare i nodi veri utili a sanare alcune mancanze della legge dovute al tempo che passa.

Per Legambiente è fondamentale aggiornare la normativa che risente del tempo e delle nuove competenze che si vogliono affidare ai parchi (le funzioni che avevano le province nelle politiche di area vasta, la gestione dei siti natura 2000, la sorveglianza dopo l’accorpamento del Corpo Forestale dello Stati nell’Arma dei Carabinieri ad esempio), per poter gestire al meglio i successi nel campo della conservazione della biodiversità (si salvano dall’estinzione i camosci ma cresce anche la presenza di cinghiali e di altre specie invasive), per promuovere l’agricoltura biologica e frenare il consumo di suolo e produrre beni e prodotti agricoli riducendo le emissioni in atmosfera e il consumo di risorse naturali.

Un capitolo particolare dovrà essere dedicato alle aree marine protette, colmando un gap d’attenzione già presente nella formulazione originaria della legge quadro. Non dimentichiamo che l’Italia oggi dispone della più importante e più estesa rete di aree marine protette del Mediterraneo, con una varietà di ambienti e di eccellenze che spazia dal parco archeologico sommerso di Baia e Gaiola alle ultime dune dell’Adriatico, dai graniti paleozoici e le praterie di Posidonia di Tavolara al coralligeno di Porto Cesareo. Infine in questo processo di aggiornamento della normativa sarà fondamentale garantire una partecipazione e un dibattito pubblico attraverso la terza Conferenza nazionale delle aree protette che chiediamo da anni di realizzare.

«La riforma della legge – ha spiegato Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente– deve ripartire da qui: riconnettere le comunità locali con la natura, la bellezza e la biodiversità, sentendosi allo stesso tempo protagoniste dell’enorme sforzo nazionale e globale che l’Italia e l’intera umanità devono compiere per impedire l’estinzione di massa della biodiversità e il riscaldamento del pianeta, per salvare la casa comune della quale le aree protette sono le fondamenta sempre più indispensabili. Altra sfida importante riguarda l’istituzione di nuove aree protette, come ci chiede da tempo la scienza e l’Europa, per raggiungere l’obiettivo di tutelare il 30% del territorio e del mare entro il 2030».

«Più biodiversità contro la crisi climatica – ha spiegato – è un obiettivo raggiungibile e alla portata del nostro Paese, a condizione che si vada oltre le enunciazioni di principio e si proceda in maniera concreta e con la convinzione necessaria. Per questo oggi Legambiente in molte regioni d’Italia ha organizzato una serie di flash mob territoriali proprio per chiedere ciò. Inoltre l’11 dicembre, saremo a Scerni, in provincia di Chieti, con il Forum Appennini per parlare del ruolo strategico che la dorsale appenninica riveste e della road map da mettere in campo da qui ai prossimi anni».

Infine in occasione del 30ennale della legge 394, Legambiente con la sua campagna Unfakenews, realizzata insieme a Nuova Ecologia, smonta tre bufale ambientali ricordando che: 1) Non è vero che i parchi nazionali impediscono lo sviluppo economico. Nei 24 Parchi nazionali italiani, che interessano circa 1,5 milioni di ettari, pari al 5,1% del territorio nazionale, sono presenti 328mila imprese, di cui il 13,1% sono imprese giovani (under 35) e il 26,8% imprese femminili.

Queste realtà sono una parte importante delle imprese della green economy, che impiegano oltre 3 milioni di lavoratori e generano un valore aggiunto di oltre 100 miliardi di euro, pari al 10,6% dell’intera economia del nostro Paese. 2) Non è vero che nessuno vuole i Parchi nel proprio territorio.

I comuni dei soli Parchi nazionali sono 550, per una popolazione di 706.058 abitanti. Di questi nessuno preme per uscirne, mentre ci sono Parchi che hanno allargato i loro confini. 3) Se nasce un Parco non si potrà più fare agricoltura. Falso. 752.400 ettari di territorio dei Parchi nazionali (il 50,9% del totale nazionale) è interessato da attività agricole con 55.000 occupati diretti e una diffusione di imprese agricole del 21,4% (a livello nazionale è il 13%). L’agricoltura dei Parchi è un modello di efficacia e competitività per i piccoli produttori che hanno saputo rispondere alla nuova richiesta dei consumatori, i quali sempre di più preferiscono produzioni biologiche e a basso impatto. (rcz)

Festa dell’Albero, le iniziative in Calabria di Legambiente

Al via oggi, in Calabria, le iniziative organizzate da Legambiente Calabria in occasione della Festa dell’Albero 2021, organizzata da Legambiente e giunta alla 26esima edizione.

La campagna di quest’anno è dedicata al contributo degli alberi nella lotta alla crisi climatica e all’insostituibile ruolo che svolgono per la tutela dell’intero ecosistema e della biodiversità. L’edizione 2021 si svolge, infatti, nell’ambito del Life Terra, un progetto europeo di cui Legambiente fa parte e che si prefigge l’importante obiettivo di piantare 500 milioni di alberi in Europa entro il 2025, di cui 9 milioni in Italia.

Tante ed appassionate le iniziative organizzate dai  circoli di Legambiente Calabria in collaborazione con scuole, imprese, cittadini ed altre associazioni al termine delle quali saranno piantumate piante ed alberi.

Venerdì 19 novembre

ore 9:15 incontro nell’Istituto comprensivo “G. Guzzo” di Tiriolo a cui parteciperanno i plessi della scuola dell’infanzia e primaria;

ore 9:30 incontro nella scuola primaria di Pratora a cui prenderà parte il direttore della Riserva naturale regionale Valli Cupe, Antonio Falcone. Sarà inaugurato il “Giardino a scuola”.

ore 9:30 all’Istituto comprensivo Don Milani-Sala di Catanzaro. Previsto l’intervento della presidente regionale Anna Parretta;

Istituto comprensivo Cropani-Simeri  Crichi

ore 9:30 Istituto comprensivo di Sellia Marina

Sabato 20 novembre

ore 9:30 passeggiata nei sentieri del Monte Reventino danneggiati dagli incendi

ore 10:00 incontro all’I.I.S.S “M.Hack” di Cotronei;

ore 17 piazza “Bernardino Le Fosse”a Corigliano Rossano;

ore 10:30 istituto “Lombardi Satriani” di Petilia Policastro;

domenica 21 novembre

ore 17  piazza Salotto;

Lunedì 22 novembre:

ore 9,00 a Belsito (Cs) con l’istituto comprensivo “Mangone-Grimaldi”, in località Chiusi;

Martedi’ 23 novembre

ore 19,00 “Il giglio da amare” via web;

venerdì 26 novembre: 

9:30 pineta di Tropea

«La Festa dell’Albero 2021 – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – è un evento di sensibilizzazione molto importante per la  Calabria sul cui territorio insiste un preziosissimo patrimonio boschivo caratterizzato da un alto tasso di biodiversità  da tutelare, proteggere e salvaguardare ben più di quanto si è fatto negli scorsi anni, come insegnano i drammatici incendi di questa estate».

«La Festa – ha aggiunto – ricade il 21 novembre nella Giornata nazionale degli alberi, istituita dal Ministero dell’Ambiente con legge n. 10/2013 ed è finalizzata alla promozione della tutela ambientale, alla riduzione dell’inquinamento e alla valorizzazione del verde urbano. Si tratta di una manifestazione simbolica che ci ricorda valori e comportamenti che noi esseri umani dobbiamo mettere in pratica tutti i giorni dell’anno ricordando che gli alberi svolgono funzioni fondamentali per la nostra vita sul Pianeta». (rrm)

Ponte sullo Stretto, Legambiente Calabria al presidente Occhiuto: Si pensi ai problemi reali, non a cattedrali nel deserto

«Pensare ai reali problemi, non a cattedrali nel deserto». È l’appello lanciato da Legambiente Calabria al neo presidente della Regione Roberto Occhiuto che, nei giorni scorsi, aveva ribadito la necessità di realizzare il Ponte sullo Stretto.

Appena pochi giorni fa, infatti, Legambiente Calabria, nell’augurare buon lavoro al neo presidente, auspicava che il nuovo governo regionale volesse «stare dalla parte giusta della storia» e, nel sottolineare la gravità della crisi climatica ed ambientale, chiedeva una visione strategica sul futuro per realizzare una reale transizione ecologica.

«Per risolvere i tanti e gravi problemi della Calabria – ha commentato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – occorre un deciso cambio di rotta rispetto al passato. La nostra associazione ha più volte ribadito che la politica deve smetterla di pensare a costruire costose cattedrali nel deserto senza affrontare le vere questioni. È indispensabile agire con concretezza nella direzione di uno sviluppo eco-sostenibile della Calabria».

«L’ipotetico Ponte di cui si parla da decenni, oltre a posizionarsi in una  zona ad alto rischio geotettonico e sismico – ha spiegato – metterebbe a rischio la conservazione di ambienti marini, costieri ed umidi protetti e di eccezionale bellezza. Inoltre il Ponte sullo Stretto, progetto che ha già sprecato tanti fondi, utilizzerebbe ingenti risorse pubbliche che potrebbero avere ben altra destinazione rischiando, oltretutto, di creare circuiti illegali senza attivare reale sviluppo, tantomeno sostenibile e green».

«Le risorse pubbliche – ha concluso Anna Parretta – vengano utilizzate per  creare occupazione e lavoro duraturo mediante una efficace economia circolare a partire dal ciclo dei rifiuti e dalla realizzazione degli impianti del riciclo ed attraverso politiche di tutela dell’ambiente che agiscano prioritariamente nei settori della depurazione, del dissesto idrogeologico e della mobilità sostenibile». (rcz)

Legambiente Calabria: Nuovo Governo regionale abbia visione strategica sul futuro

Legambiente Calabria, nell’augurare al neo presidente della Regione, Roberto Occhiuto e agli eletti un buon lavoro, ha chiesto che la nuova Giunta regionale abbia «una visione strategica sul futuro per prevenire i rischi che incombono sulla società calabrese combattendo il cambiamento climatico ed il consumo delle risorse del territorio».

Per affrontare le fragilità della Calabria – si legge in una nota – che si tramutano in crisi economica e disoccupazione, e realizzare una reale transizione ecologica, è necessario un dialogo effettivo tra la Politica e la società civile che includa le generazioni più giovani e che metta in campo idee e proposte  innovative».
Legambiente Calabria, insieme ad altre importanti associazioni ambientaliste, ha proposto, durante la campagna elettorale,  a tutti i candidati, il documento in dieci punti Vota al posto mio, chiedendo impegni precisi sui temi ambientali.
«Oggi, ad elezioni concluse – continua la nota – Legambiente ribadisce che in Calabria è vitale un cambio di paradigma e reitera le proprie richieste, elaborate anche in un documento sul Pnrr, in materia di gestione del ciclo dei rifiuti e di economia circolare, di depurazione, di dissesto idrogeologico, di agricoltura, di risparmio energetico, di energie da fonti rinnovabili, di infrastrutture della mobilità sostenibile, di tutela della biodiversità, di incentivazione delle aree protette e tanto altro».
«Non c’è più tempo – ha dichiarato Anna parretta, presidente di Legambiente Calabria –. La nuova Amministrazione regionale ha ed avrà una enorme responsabilità nei confronti di tutti i cittadini calabresi. La nostra regione ha grandi potenzialità su tutti i piani a partire da quello  ambientale, ma occorre  sviluppare una reale economia circolare ed agire nell’ottica del bene comune». (rcz)

Puliamo il mondo, a Gioia Tauro Legambiente e EcoTyre raccolgono oltre 200 pneumatici

Sono oltre 200 i pneumatici che i volontari di Legambiente CalabriaEcoTyre hanno raccolto nella prima tappa, nella spiaggia di Gioia Tauro, resa possibile grazie anche alla disponibilità e alla collaborazione della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, dell’Autorità portuale di Gioia Tauro e del Comitato 7 agosto di San Ferdinando.

Una partnership, quella tra Legambiente ed EcoTyre, che si rinnova per il decimo anno consecutivo e che ricade nel più ampio progetto di EcoTyre “PFU Zero”, che nasce con lo scopo di informare i cittadini sul funzionamento della filiera e sensibilizzare sulle corrette modalità di gestione dei PFU. In 10 anni sono stati realizzati oltre 200 interventi, eliminando dall’ambiente quasi 2,5 milioni di PFU avviati a recupero.

In occasione di Puliamo il Mondo, il più grande appuntamento di volontariato ambientale del globo, infatti, Legambiente ed il consorzio EcoTyre hanno dato il via al primo di una nuova serie d’interventi straordinari per liberare diverse aree dai PFU: la sigla sta per Pneumatici Fuori Uso, rifiuti speciali, il cui abbandono nell’ambiente costituisce una questione annosa e di complessa risoluzione, sia in termini economici che operativi e logistici.

I Pfu raccolti saranno opportunamente riciclati e reimmessi in un ciclo virtuoso: non tutti sanno che come per il vetro o per la carta anche da un vecchio pneumatico può rinascere una gomma nuova. EcoTyre, il Consorzio che si occupa della gestione dei PFU in Italia, infatti, ha investito e creduto nel progetto di Ricerca & Sviluppo “Da Gomma a Gomma”, convinto che si potesse chiudere il ciclo della circolarità del pneumatico. I risultati sono stati sorprendenti: impiegando gomma devulcanizzata, direttamente derivante da PFU, si possono realizzare nuove mescole di gomma utilizzabili per la produzione di pneumatici e altri prodotti.

«L’abbandono dei pneumatici – ha dichiarato la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta – oltre a costituire un reato, comporta gravi conseguenze ambientali sotto vari aspetti : i materiali di cui si compongono  gli pneumatici non sono biodegradabili o più precisamente per la loro biodegradabilità, occorrono oltre 1000 anni. Inoltre, l’abbandono crea ingenti danni alla salute umana sia per il rischio infezioni sia perché gli pneumatici, se bruciati, sprigionano gas tossici nell’atmosfera. A ciò si aggiunge il danno economico dal momento che la loro rimozione è a carico delle casse comunali».

«Mediante il corretto smaltimento ai sensi di legge – ha aggiunto – ed il conseguente riciclo i Pfu possono diventare, da rifiuto, una nuova  risorsa.  Nel quadro della grave crisi climatica ed ecologica che stiamo attraversando, l’unico futuro possibile per la Calabria va nella direzione della tutela dell’ambiente a partire dall’enorme problema della gestione dei rifiuti. Occorre un impegno forte e concreto di tutte le Amministrazioni competenti a partire dal nuovo governo della Regione Calabria per prevenire le illegalità e controllare il territorio salvaguardando l’ambiente ed il benessere della collettività». (rrc)