Coldiretti Calabria: Altopiano della Sila invaso dai cinghiali, i selecontrollori scendano in campo

Il presidente della Sezione della Coldiretti di Parenti, Fiore Gualtieri, si fa portavoce della grave problematica relativa ai cinghiali che causano danni alle colture agricole, e con il presidente Regionale di Coldiretti CalabriaFranco Aceto, chiedono, con forza, l’intervento da subito dei competenti Enti Territoriali, con la necessità di una discesa in campo dei selecontrollori formati dalla Regione per predisporre al più presto una serie di interventi volti al controllo numerico delle popolazioni di cinghiali presenti.

«Oramai – si legge in una nota – è un continuo e abnorme proliferare di cinghiali che provocano gravissimi danni a coltivazioni, biodiversità e ambiente, minacciando anche sicurezza e salute pubblica. Le segnalazioni di aziende che subiscono ingenti danni alle produzioni si susseguono, così come le richieste di intervento per arginare questo fenomeno che imperversa ormai tutto l’anno. Ancor di più, in questo periodo, in cui sono maggiori la pressione e la presenza di questo selvatico sul territorio. Molte aree e troppe aree stanno soffrendo e vedono compromessi o, addirittura, già distrutti i raccolti delle colture estive, o estivo-autunnali. Un esempio è la drammatica situazione in cui versano i territori dell’altopiano Silano che vedono giorno per giorno danneggiati i terreni coltivati a Patate della Sila Igp e questo indebolisce sicuramente il tessuto produttivo».

«Gli agricoltori – ha detto il presidente Aceto – vogliono solo poter legittimamente fare impresa, senza essere costretti a vigilare anche di notte sulle proprie colture. Proprio per far fronte una volta per tutte ad un problema la cui risoluzione necessita di una svolta improrogabile, per questo ci rivolgiamo  a tutti i portatori di interesse che hanno a cuore il nostro sistema produttivo, al pari della sicurezza della comunità». (rcs)

Legambiente Calabria: Nidi tartarughe “Caretta Caretta”, Regione fermi uso delle ruspe per pulizie delle spiagge

Legambiente Calabria, ha chiesto alla Regione Calabria di fermare l’uso delle ruspe per la pulizia delle spiagge, e incentivi l’utilizzo di tecniche sostenibili, in modo da preservare e tutelare i nidi delle tartughe “Caretta Caretta”.

«In vista della stagione estiva – viene spiegato in una nota – e dell’avvio delle attività turistiche in spiaggia, gli interventi di pulizia vengono spesso avviate, da molti Comuni, senza prestare la dovuta attenzione, utilizzando pesanti trattori e persino bulldozer cingolati che sconvolgono la struttura del suolo e le comunità animali e vegetali presenti. La spiaggia e la duna non sono un mucchio di sabbia inabitato, bensì rappresentano un prezioso ecosistema in cui vivono, e si riproducono, specie protette ed emblematiche come la tartaruga marina Caretta carettae il Fratino Charadrius alexandrinus».

«In riferimento a queste specie – continua la nota – stigmatizziamo il comportamento della Regione Calabria che è pronta a fregiarsi, in molte occasioni, del successo annuale di tante ovodeposizioni che si registrano sulle nostre coste, ma che poi non dimostra altrettanta prontezza quando occorre invece proteggerle attivamente, in particolare attraverso l’applicazione delle numerose leggi e regolamenti, nazionali e comunitari, che si stratificano a loro tutela. La tartaruga marina Caretta Caretta si riproduce in Calabria più che in ogni altra regione italiana e, stante ai numeri forniti dall’Associazione “Caretta Calabria Conservation”, che si occupa del monitoraggio e della tutela dei nidi della specie in tutta la regione, non meno di 50-100 deposizioni all’anno interessano le nostre coste. Sebbene il maggior numero di nidiate si rinvengono lungo la costa ionica della provincia di Reggio Calabria, il fenomeno interessa tutte le spiagge della regione, senza alcuna esclusione».

«Proprio nel rispetto dei nidi di Tartaruga marina – ha spiegato Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità – la gestione delle spiagge da parte dei comuni dovrebbe quindi essere più attenta, evitando in primis la pulizia meccanica degli arenili che, oltre a distruggere le covate eventualmente presenti, turba l’equilibrio chimico fisico delle spiagge, rendendole meno accoglienti per le femmine di Carettache annualmente vi ritornano sperando di trovarla intatta e ospitale come quando da cuccioli, appena emersi dal nido, la lasciarono per la prima volta almeno 25-30 anni fa».

«Facciamo appello – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – a tutti i sindaci dei comuni rivieraschi calabresi e alle altre istituzioni che sovrintendono alla gestione del demanio marittimo, affinché il fragile confine tra terra e mare sia preservato. La Regione intervenga in maniera efficace nel definire i criteri e le linee guida da seguire, facendo in modo che i Comuni possano ricevere risorse regionali solo nei casi di gestione manuale e sostenibile degli arenili; ampli le aree non idonee e il periodo di non utilizzo dei mezzi meccanici per la pulizia delle spiagge; verifichi che i comuni seguano le linee guida previste e  la coerenza delle operazioni  pulizia delle spiagge e metta a disposizione dei cittadini, infine, un numero verde per denunciare abusi e cattiva gestione degli arenili». (rcz)

SERSALE (CZ) – Inaugurata la sede della Riserva “Valli Cupe” di Legambiente

«La Riserva ha finalmente una sede, luogo dove far incontrare le realtà e le esigenze ambientali del territorio della Riserva e soprattutto le volontà e le sollecitazioni di tutti coloro che hanno a cuore lo studio e la tutela della biodiversità» ha dichiarato Antonio Falcone, direttore della Riserva “Valli Cupe” di Sersale, dove è stata inaugurata la nuova sede di Legambiente Calabria.

È con il consueto taglio del nastro che è stata inaugurata la nuova sede, un gesto simbolico per suggellare la ripartenza delle attività che Legambiente Calabria, quale nuovo ente gestore, intende realizzare per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio naturalistico. Un nastro inaugurale che per l’occasione è stato scelto di colore verde a simboleggiare la natura, la vita e la speranza per un futuro sempre più rigoglioso per una Riserva che merita di essere tutelata, rispettata e amata a tutti i livelli: dalle istituzioni ai tanti visitatori che ogni anno popolano i suggestivi sentieri, il canyon, le cascate, le gole e i monoliti. Anche la data scelta per l’inaugurazione della sede, quella del 22 maggio, non è un caso, ma nasce dalla precisa volontà di farla coincidere con la Giornata mondiale della Biodiversità, per celebrare la bellezza della Riserva.

I locali di via Roma che ospitano gli uffici della Riserva sono stati concessi in comodato d’uso gratuito dal Comune di Sersale, in attesa dei lavori di ristrutturazione della sede definitiva.

A causa delle restrizioni anti covid, la cerimonia inaugurale si è tenuta in forma ristretta alla sola presenza del dirigente del settore territorio ed ambiente della Regione Calabria, Giovanni Aramini; la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, quale ente gestore; il direttore della Riserva Antonio Falcone; i sindaci Salvatore Torchia di Sersale, Domenico Gallelli di Zagarise e Fabrizio Rizzuti di Cerva.

Al termine della cerimonia, i rappresentanti istituzionali hanno fatto visita al centro informazione turistica (Cit) della Pro Loco di Sersale, a cui è stata rinnovata la convenzione per l’affidamento della promozione turistica della Riserva. Al Cit sono giunti anche alcuni rappresentanti dei circoli calabresi di Legambiente che, pur non potendo partecipare all’inaugurazione, hanno voluto far sentire la loro vicinanza per questa importante sfida che coinvolge tutta l’Associazione ambientalista e la Calabria intera.

«La perdita di biodiversità – ha dichiarato Aramini – costituisce l’emergenza ambientale di maggiore rilevanza con numeri drammatici di specie animali e vegetali a rischio di estinzione. La Regione Calabria, a fronte di un capitale naturale importante che comprende quasi il 30% di aree protette, sta portando avanti una strategia di medio periodo finalizzata alla tutela della biodiversità e alla valorizzazione del capitale naturale attraverso il rafforzamento del turismo sostenibile. Un percorso che intendiamo affrontare attivando tutte le possibili sinergie, a partire dalle Associazioni ambientaliste che ci stanno supportando nella gestione delle nostre Riserve regionali».

Nel corso della giornata, Aramini ha annunciato che saranno incrementati i fondi da destinare alle cinque aree protette della Calabria.

«La nostra regione, tra i territori più ricchi di biodiversità in Europa – ha spiegato la presidente Parretta – è chiamata a fare la sua parte in termini di efficacia ed efficienza nella gestione del sistema delle aree protette e nella difesa delle specie a rischio e per il ripristino ecologico. In questo quadro la Riserva “Valli Cupe” assume un ruolo strategico per l’importanza degli ecosistemi naturali da proteggere ed incentivare. Abbiamo assunto l’onore e l’onere della gestione della Riserva avendo a cuore la valorizzazione e la promozione di questo bellissimo e prezioso scrigno di biodiversità. Il nostro compito come tutori e controllori dell’ambiente, è quello di unire nell’obiettivo comune di proteggere la natura e consentire uno sviluppo ecosostenibile dell’intero territorio. Affinchè il nostro compito possa essere assolto nel modo migliore, però, è essenziale il supporto di tutti gli attori istituzionali a partire dalla Regione Calabria».

«Dal 2016 la Riserva delle Valli Cupe – ha spiegato ancora Falcone – è diventata zona protetta per legge, pertanto, come tale, va trattata e gestita. Ma la tutela dell’ambiente non deve essere intesa come preclusione alla scoperta ed al godimento dei suoi benefici. Per tale motivo, stiamo mettendo in campo delle iniziative per garantire una corretta fruizione delle indiscutibili bellezze naturalistiche di questo tratto della Presila catanzarese».

Nel corso dell’evento, attraverso piattaforma web, è intervenuto per un saluto anche il presidente nazionale Stefano Ciafani: «Oggi è per noi un grande giorno – ha dichiarato – perché con l’inaugurazione della sede della Riserva, possiamo premere l’acceleratore delle attività di questo tesoro di biodiversità e bellezza che la Regione può vantare. Legambiente Calabria, come ente gestore, darà il massimo per valorizzare al meglio quei territori come nella migliore tradizione della nostra Associazione in tutto il Paese».

«Con Legambiente e la nuova governance della Riserva – dice il sindaco di Sersale Torchia – abbiamo da subito avviato una collaborazione all’insegna della cordialità e della correttezza dei rapporti con il solo ed unico obiettivo di continuare nella tutela e nella promozione dei nostri gioielli naturalistici ai quali da quasi venti anni dedichiamo impegno, amore e passione accompagnati dalla bandiera della lealtà e dell’onore, mai ammainata. A tutti noi, artefici e protagonisti del “fenomeno Valli Cupe”, l’augurio di proseguire nel solo ed esclusivo interesse dello sviluppo sostenibile delle nostre comunità, dei nostri giovani, dei nostri operatori turistici e commerciali, di una comunità che, dopo il tempo del disorientamento e della delusione, dovrà riprendere il cammino».

«L’inaugurazione della nuova sede della Riserva Valli Cupe – ha spiegato il sindaco di Cerva, Rizzuti – è l’inizio di un percorso per il rinnovamento della Riserva naturale, che riprende, finalmente, un percorso di valorizzazione del nostro patrimonio ambientale con una nuova proposta turistico innovativa. Tuti gli Enti coinvolti devono iniziare a lavorare per programmare la ripresa del processo di sviluppo dell’intera zona. Vedere valorizzata questa importante area cercando di renderla sempre più attrattiva, è un motivo di grande orgoglio. Tutela ambientale e sviluppo possono e devono viaggiare di pari passo».

«Dopo le polemiche legate alla legge regionale 41/2016 ed alla sua modifica relativamente all’individuazione dell’ente gestore – ha affermato il sindaco di Zagarise, Gallelli – oggi finalmente si può partire con pari dignità e senza la mortificazione di nessun comune coinvolto. La riserva “Valli Cupe” nell’autorevole e qualificata gestione di Legambiente Calabria e del direttore Antonio Falcone, oltre che dell’impegno di tutti i soggetti coinvolti, ha bisogno di risorse certe e storicizzate, partendo dallo stanziamento nel bilancio regionale, per poter programmare l’attività di conservazione, di valorizzazione ambientale e con essa di promozione turistica dei nostri comuni». (rcz)

SERSALE (CZ) – Legambiente inaugura la nuova sede Riserva “Valli Cupe”

Sabato 22 maggio, a Sersale, Legambiente inaugura la nuova sede della Riserva naturale regionale delle “Valli Cupe”, sita a Sersale in via Roma, locale concesso in comodato d’uso gratuito dal Comune di Sersale.

Al taglio del nastro prenderanno parte il dirigente del settore territorio ed ambiente della Regione Calabria, Giovanni Aramini; la presidente di Legambiente Calabria Anna Parretta, quale ente gestore; il direttore della Riserva Antonio Falcone; i sindaci Salvatore Torchia di Sersale, Domenico Gallellidi Zagarise e Fabrizio Rizzuti di Cerva. È stato invitato a partecipare anche l’assessore regionale all’ambiente Sergio De Caprio. La cerimonia si svolgerà in forma ristretta a causa delle restrizioni anti Covid.

«La scelta di inaugurare la sede il 22 maggio – viene spiegato in una nota – nasce dalla volontà di celebrare la grande bellezza della Riserva “Valli Cupe” nella Giornata mondiale della Biodiversità indetta dalle Nazioni Unite, proprio in questo giorno, per esaltare la ricchezza della vita, a livello di ecosistemi, specie e geni, sul nostro Pianeta». (rcz)

Al via la campagna di sensibilizzazione di Legambiente “Spiagge e fondali puliti 2021”

Anche in Calabria sono in programma diverse iniziative nell’ambito della campagna di volontariato ambientale Spiagge e fondali politi 2021 promossa da Legambiente, il cui slogan è Fai anche tu la tua parte: per contrastare la presenza dei rifiuti che vedi sulle spiagge e che finiscono in mare, ogni tua scelta quotidiana è importante e può fare la differenza.

Dopo i monitoraggi di beach litter già effettuati sugli arenili di Isola Capo Rizzuto, Cariati ed altre spiagge calabresi, le iniziative di pulizia programmate al momento dai circoli locali di Legambiente sono previste nelle giornate di venerdì 14 e sabato 15 maggio sulle spiagge di Santa Domenica di Ricadi e di Nicotera e nella giornata di sabato 23 maggio a Stalettì sulla spiaggia di Caminia e ad Isola Capo Rizzuto sulla spiaggia dei Gigli. Altri appuntamenti che si aggiungeranno, saranno comunicati sulla pagina facebook di Legambiente Calabria.

La campagna 2021 sarà anche caratterizzata da un contest fotografico attraverso il quale Legambiente inviterà tutti a condividere su Instagram le foto del “bottino” di rifiuti con gli hashtag #CiPiaciUnSacco e #SpiaggeFondaliPuliti e taggando l’associazione ambientalista nei tuoi post! Le foto più simpatiche vinceranno una shopper in tessuto “Ci Piaci un sacco!”

«La campagna spiagge e fondali puliti – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – è particolarmente importante nella nostra regione perché oltre alla rimozione dei rifiuti, si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sul grave fenomeno dell’abbandono dei rifiuti nell’ambiente».

«Si tratta – ha spiegato – di una battaglia di civiltà perché chi abbandona un rifiuto nell’ambiente non solo commette un atto illegale, ma sta avvelenando il territorio, i corsi d’acqua ed il mare e sta pregiudicando la nostra salute. Basterebbe anche solo pensare che i rifiuti spiaggiati che arrivano in mare attraverso i fiumi o dagli scarichi non depurati, sono composti prevalentemente da plastica, uno dei principali nemici del mare e della biodiversità.Le specie marine minacciate direttamente o indirettamente dalla plastica nel Mediterraneo sono circa 260, senza contare che le plastiche, degradate a microplastiche, vengono ingerite dai pesci ed entrano nel nostro ciclo alimentare».

Top Ten dei rifiuti spiaggiati

Anche quest’anno si confermano al primo posto nella top ten dei rifiuti spiaggiati, gli oggetti e i frammenti di plastica o di polistirolo non identificabili, che insieme rappresentano circa il 29% dei rifiuti registrati. Al terzo posto imozziconi di sigarette (l’8,7% dei rifiuti rinvenuti), seguiti da tappi e coperchi in plastica (8,3%), cotton fioc in plastica (5,4% dei rifiuti monitorati). Questi ultimi sono il simbolo per eccellenza di maladepurazione (spesso infatti vengono gettati nel wc) e in Italia sono al bando in favore di alternative più sostenibili e compostabili. Al sesto posto troviamo le bottiglie e contenitori in plastica per bevande (4,3%), seguiti dalle stoviglie usa e gettain plastica (bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica) con il 3,8%. All’ottavo posto reti o sacchi per mitili o ostriche (3,2%), seguite da materiale da costruzione (calcinacci, mattonelle, tubi di silicone, materiali isolanti) con il 2,5%. A chiudere la top ten oggetti e frammenti in plastica espansa (non polistirolo) (2,3%) ritrovati soprattutto presso la foce dei fiumi Uniti a Ravenna. (rrm)

LAMEZIA – Legambiente Calabria: Sarà costituito un circolo sul territorio

Legambiente Calabria ha annunciato che a breve, a Lamezia Terme, nascerà un circolo locale di Legambiente «l’obiettivo di porsi come presidio e simbolo della lotta agli ecoreati».

egambiente Calabria rivolge un plauso ai finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, unitamente ai carabinieri del Comando per la Tutela ambientale e transizione ecologica – NOE di Catanzaro, al Nucleo operativo di Polizia ambientale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia e alla Sezione P.G. – aliquota Ambiente della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, per l’attività d’indagine coordinata dal Procuratore di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, e dal Sostituto Marica Brucci, che ha portato alla denuncia di quattro persone responsabili di molteplici violazioni ambientali e al sequestro di uno stabilimento nell’area industriale di Lamezia Terme del valore complessivo di circa due milioni di euro.

Inoltre, da una verifica effettuata da personale tecnico dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, intervenuto alle operazioni, è stato accertato che le società scaricavano i reflui industriali prodotti direttamente nella rete consortile dell’area industriale di Lamezia Terme, senza sottoporli ad alcun processo di depurazione.

«Quanto accaduto, purtroppo non ci stupisce, ma allo stesso tempo non può e non deve essere un fatto a cui i calabresi devono abituarsi» ha dichiarato la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, spiegando che l’Ente si costituirà parte civile.

«Ci auguriamo – ha concluso – che siano tanti i cittadini che accoglieranno il nostro invito a partecipare attivamente alle battaglie legambientine per un territorio più green e più sostenibile, libero dagli inquinatori seriali che ogni giorno attentano alla salute della popolazione e al decoro delle città». (rcz)

Legambiente diffida il Comune di Catanzaro per il degrado ambientale del Porto

Legambiente Calabria ha diffidato il Comune di Catanzaro per la grave condizione di degrado ambientale in cui versa il Porto di Catanzaro marina, chiedendo immediati e non procrastinabili interventi a tutela della salute e dell’ambiente.

Nella lettera di diffida, l’associazione ambientalista, difesa dall’avv.Marialuisa Mancuso del Ce.a.g. ( Centro di Azione Giuridica) di Legambiente, ha segnalato la nascita di discariche abusive nel piazzale del molo Foromeo, accanto al muro di cinta che costeggia la banchina A del Porto e la presenza massiccia di rifiuti, anche potenzialmente pericolosi, abbandonati e nascosti senza riserve, all’interno di ogni masso della scogliera del Porto.

Come si legge nell’atto di diffida: «Il Porto di Catanzaro marina è in un mare di rifiuti. La condizione di precarietà ambientale all’interno dell’area portuale rappresenta un rischio concreto ed effettivo di inquinamento del suolo, del mare e dell’aria, con ingenti danni per gli ecosistemi esistenti in ogni elemento, e non ultimo per l’economia locale, considerata oltretutto la vocazione turistica del porto di Catanzaro Marina».

Legambiente Calabria ha diffidato il Comune di Catanzaro, affinché vengano rispettate ed applicate nell’area portuale i provvedimenti presi a livello regionale, nazionale ed europeo, a tutela dell’ambiente per affermare una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile, come indicato dall’Agenda 2030 e sostenuto, anche con risorse finanziarie, dal Recovery fund.

Gli ambientalisti nel proprio atto di denuncia sollecitano il sindaco, Sergio Abramo, a predisporre con rapidità, un intervento straordinario di pulizia per rimuovere tutti i rifiuti abbandonatiall’interno dell’area portuale, anche dotando il Porto, non ancora ultimato, dei dovuti e specifici servizi che lo completano, al fine di eliminare la probabile minaccia imminente per la salute e/o per l’ambiente.

Viene, altresì, richiesto al Comune di attivare una campagna di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti, coinvolgendo le associazioni, per vivere e proteggere la bellezza della natura che ci circonda.

«La diffida – ha dichiarato Anna Parretta, Presidente di Legambiente Calabria – è un atto dovuto. La pulizia e la cura dei luoghi che abitiamo e respiriamo sono imprescindibili per una società che voglia definirsi “civile”. I riflessi negativi di un ambiente sporco e colmo di rifiuti sulla salute dei cittadini ed anche sull’economia del territorio, a partire dal turismo, sono pesantissimi».

«Legambiente – ha prosegue la presidente Parretta – anche attraverso le proprie campagne come “Puliamo il Mondo”, edizione italiana di Clean up the World, il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo, coinvolge ogni anno migliaia di volontari per ripulire dai rifiuti spazi urbani e aree verdi, spiagge, sentieri. Le attività di volontariato sono importanti e preziose, ma non dobbiamo dimenticare che sono le Amministrazioni pubbliche ad avere l’obbligo di procedere alla manutenzione del territorio, di prevenire le azioni criminali di chi sversa rifiuti nell’ambiente e di bonificare il territorio. Particolare attenzione dovrà essere posta dall’Amministrazione comunale di Catanzaro nella pulizia del porto, della pineta e di tutte le aree fronte mare dove a volte insistono vere e proprie discariche abusive per la contiguità con i delicati ecosistemi costieri e marini».

Nella lettera di diffida l’associazione ambientalista ha evidenziato che, le operazioni richieste sono improcrastinabili oltre che indispensabili ancora di più in ragione dell’emergenza in corso, e nel rispetto delle misure anti-covid-19, come già quelle ordinarie che il Comune è tenuto ad avviare per la manutenzione delle spiagge e della pineta del Lido della città.

Legambientechiede, pertanto, l’immediato intervento del Comune preposto, della Guardia Costiera e della Capitaneria di Porto competente, del Comandante Generale della Capitaneria di Porto, della Regione, della Prefettura, dell’Arpacal di Catanzaro, perché in prima linea, tutte le Amministrazioni, a diverso titolo coinvolte, pongano in essere gli opportuni accertamenti finalizzati al contrasto dei reati ambientali nel Porto di Catanzaro Marina, interessando, non per ultima la Procura della Repubblica per gli accertamenti ritenuti necessari ed opportuni a tutela della salute pubblica, dell’ambiente e dell’impegno delle risorse pubbliche nel porto di Catanzaro Marina. (rcz)

CALABRIA, ALLARME ECOSISTEMA SCUOLA
LEGAMBIENTE: DARE PIÚ SICUREZZA AL SUD

Al Sud, ma sopratutto in Calabria, non c’è solo l”emergenza sanitaria provocata dal coronavirus e dal rischio idrogeologico, ma anche quella legata alla manutenzione delle Scuole. Come rilevato dal report di Legambiente Ecosistema Scuola, giunto alla 21esima edizione, nei capoluoghi del Sud vengono richiesti interventi di manutenzione urgente delle scuole per il 31,5% degli edifici, con una media per edificio di circa 41 mila euro.

Come rilevato, infatti, «ancora oggi, meno di un edificio su due dispone del certificato di agibilità (42,1%) e di collaudo statico (47,6%). Dati che rispetto alle diverse aree del Paese tendono spesso ad essere molto distanti tra loro, come nel caso del certificato di agibilità, di cui dispone il 57,5% degli edifici del Nord ma solo il 18,9% di quelli del Sud e il 19,6% delle Isole».

Per Legambiente,  «molto lavoro c’è, quindi, da compiere, soprattutto al Sud e nelle Isole, per ridurre il gap con il resto d’Italia ma soprattutto per mettere in sicurezza le scuole» sopratutto se si considera che «gli edifici in cui risultano effettuate negli ultimi 5 anni sono il 23,8%, interventi di messa in sicurezza dei solai vi sono stati sul 13,9%. Indagini che i Comuni del Centro hanno realizzato in 1 edificio su 3 mentre nelle Isole in 1 su 10. Minori sono state le indagini effettuate al Sud ma, dove sono state realizzate, maggiore è stata la necessità di intervenire visto che in 1 edificio su 4 sono stati compiuti lavori di messa in sicurezza».

Catanzaro, nel report, viene indicata come il Comune che, insieme ad Avellino, Brescia, Campobasso, Cesena, Chieti, Enna, Gorizia, L’Aquila, Macerata e Rimini, posto in zona sismica 2, hanno effettuato la verifica di vulnerabilità sismica in tutti gli edifici. Inoltre, il nostro capoluogo rientra tra i Comuni che, negli ultimi cinque anni, hanno edificato scuole nuove.

Per quanto riguarda, invece, la spesa di manutenzione straordinaria e ordinaria, viene evidenziato che c’è «una crescita della spesa» «a, da parte dei Comuni capoluogo del Centro e del Sud Italia. La spesa media per la straordinaria dei Comuni del Centro risulta di circa 13mila euro a edificio contro i circa 10mila del quinquennio precedente», mentre «al Sud invece, sia per la manutenzione ordinaria che per la straordinaria, la spesa scende rispetto alla media del quinquennio precedente: dai 10.849 spesi negli ultimi cinque anni, si è passati, nel 2019, a 8.207.

Per quanto riguarda, invece, gli edifici con impianti per lo sport, al Sud sono il 44,8% , mentre quelli che necessitano di interventi di riqualificazione urgente sono, sempre al Sud, il 27,9% (superiore, quindi, alla media nazionale che è del 27,4%) e gli impianti per lo sport, in cui sono stati realizzati interventi nel 2019 sono il 5,0%.

Cosenza, insieme a Bari, L’Aquila, Perugia e Rimi, è la città che dichiarano di somministrare pasti 100% bio: «Rispetto ai pasti somministrati, la media di biologico nei pasti è del 56,9%; le mense che privilegiano prodotti a Km/0 sono l’86,5%; quelle in cui vengono serviti pasti con prodotti Igp, Dop ecc. sono l’81,5%, con una media di prodotti di questo tipo nei pasti somministrati del 31,7%».

Giardini e aree verdi fruibili sono una realtà presente in più dell’80% delle scuole del centro-nord, ma mediamente solo in una scuola su quattro del sud e delle isole. Molte amministrazioni meridionali stanno cercando di colmare questo divario, ma l’accumularsi di problematiche trascurate nel tempo come la manutenzione ordinaria e straordinaria, rende necessari oggi interventi più radicali e fondi più cospicui.

È urgente, inoltre, rivedere i servizi pubblici a disposizione delle scuole, per riequilibrarne le opportunità di accesso nelle diverse aree del Paese e garantirli a tutti i cittadini. Sono elementi strutturali fondamentali per affrontare sperequazioni e povertà educative, così come la gestione del tempo scuola. Convivono, infatti, nelle classi, fra famiglie e fra territori, tante forme di disuguaglianza e povertà educativa che la pandemia ha messo in luce: evidenze che erano lì da tempo, ma che non sono state affrontate.

Anzi, investimenti su servizi essenziali sono stati ridotti, come quelli per il trasporto pubblico scolastico. Gli anni di indagine di Ecosistema Scuola mostrano come il servizio di scuolabus sia passato, dal 2010 al 2018, dall’interessare quasi il 33% degli edifici al 23%, senza lo sviluppo di una mobilità alternativa casa-scuola, le cui pratiche ecocompatibili rimangono al palo come il pedibus (6% delle scuole) e il servizio di bicibus (0,1% e solo al nord). Differenze territoriali enormi anche rispetto alle classi a tempo pieno, praticato quasi in una scuola su due secondo la media nazionale, ma con il 67,8% di scuole con classi a tempo pieno nel centro Italia, quasi il 40% nel nord, il 9,5% nel sud e il 18,4% nelle isole.

«La consapevolezza dell’importanza di investire in giovani, istruzione ed educazione è ormai condivisa da tutti; stanno arrivando risorse, ma prima di tutto serve un nuovo piano di governanceper superare le emergenze e i divari – ha dichiarato Vanessa Pallucchi, vicepresidente di Legambiente –. I 6,8 miliardi previsti per l’edilizia scolastica nell’ultima stesura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vanno letti in un’ottica di priorità di interventi, con la forte attenzione all’individuazione degli ostacoli da rimuovere perché le risorse disponibili diventino miglioramenti effettivi delle nostre scuole e non si perdano nelle inefficienze di percorso».

«L’edilizia scolastica e i servizi – ha aggiunto – che girano intorno all’ecosistema scuola devono essere ripensati e rilanciati in una dimensione di sostenibilità ambientale e sociale: sono le gambe su cui poggerà la possibilità di successo ed efficacia della transizione ecologica, che ha fra i suoi obiettivi principali il superamento della povertà educativa».

«È il momento di rimettere la scuola al centro delle comunità e dei territori  – ha sottolineato Claudia Cappelletti, responsabile scuola Legambiente – come leva di emancipazione sociale e crescita collettiva e, per questo, di fare in modo che ogni investimento sia parte di questa visione complessiva e non solo una spesa per ‘riparare’ quello che non va. La Fondazione Agnelli, sulla base dei dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, ha quantificato in circa 200 miliardi i fondi necessari per ristrutturare e rinnovare le scuole italiane: una cifra importante che ci può fare da punto di riferimento per andare a comporre un quadro di risorse che saranno sempre parzialmente sufficienti se non gestite con un cambio di passo della governance dell’edilizia scolastica». (rrm)

Il 13 febbraio il 3° Ecoforum di Legambiente Calabria

È in programma, per sabato 13 febbraio, alle 10, in diretta streaming sulla pagina di Legambiente Calabria, la terza edizione dell’Ecoforum Rifiuti Calabria, dal titolo L’economia del futuro in Calabria: dalla teoria alla pratica.

Inoltre, nel corso dell’evento, sarà presentato il  Dossier regionale “Comuni ricicloni” 2021 e verranno premiati i comuni che si sono particolarmente distinti nella raccolta differenziata. Spazio anche alle buone pratiche di economia circolare con la testimonianza di aziende, cooperative e semplici cittadini.

La situazione rifiuti in Calabria è periodicamente al collasso tanto che quella che viene definita emergenza è, nella realtà, una problematica strutturale. La transizione verso un’economia circolare, indispensabile per la risoluzione del problema, sposta l’attenzione sulle tre “r” della raccolta differenziata: riuso, riduco, riciclo.

I rifiuti, da problema, possono trasformarsi in una preziosa risorsa, generando anche possibilità occupazionali. Sono necessari però la partecipazione e l’impegno di tutti: amministrazioni, imprese e cittadini. In Calabria occorre uscire dalla logica degli inceneritori e delle discariche e costruire impianti per la filiera del riciclo a partire da quelli di digestione anaerobica e compostaggio, da realizzare in ogni provincia calabrese. L’economia circolare non è un’utopia e con le scelte giuste, come dimostrano le tante realtà già esistenti, la Calabria potrà avere un futuro diverso, migliore ed ecosostenibile.

Si parte con l’introduzione a cura di Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria. Modera la giornalista Daniela Amatruda.

Intervengono Giuseppe Zanardi, progettista impianti Calabra Maceri e direttore esecutivo ricerca e sviluppo per Waste to Methane Srl, Francesco Sicilia, direttore generale Unirima, Paola Gazzolo, promotrice della prima legge regionale in Italia sull’economia circolare, Domenico Pappaterra, direttore generale Arpacal, Sergio De Caprio, assessore regionale all’Ambiente, Fabio Costarella, responsabile area progetti territoriali speciali Conai e Stefano Ciafani, presidente Legambiente.

Su Buone pratiche per l’economia circolare, intervengono Maria Teresa Celebre, responsabile comunicazione Calabria Maceri e servizi Spa, Alessio Di Addezio, coordinatore progetto Ecco Legambiente, Vincenzo Linarello, presidente Goel – Gruppo Cooperativo, Maria Angela Costantino, agriturismo Costantino e Rocco Vitaliano, giovane artigiano e stilista. Modera Laura Brambilla, responsabile nazionale di Comuni Ricicloni.

Per la presentazione del Dossier Comuni Ricicloni 2021, intervengono Annalisa Lazzari, amministratore delegato Eurosintex Srl, Angelo Catapano, sindaco di Frascineto, Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro e Giovanni Greco, sindaco di Castrolibero. Modera Caterina Cristofaro, direttrice Legambiente Calabria. (rrm)

Protocollo tra Legambiente e Goel per la sostenibilità ambientale e sviluppo economico

Protocollo di partenariato e collaborazione tra Gruppo CooperativoLegambiente per rafforzare e potenziare le azioni in materia di tutela e prevenzione ambientale, di lotta comune contro la ‘ndrangheta e contro tutte le mafie, nonché una visione nuova dell’economia dove etica, sostenibilità ambientale e sviluppo economico siano sinergici e diventino fattori competitivi.

Diversi i progetti e le azioni già in preparazione che vedranno presto le due organizzazioni insieme, a livello nazionale e a livello regionale in Calabria.

«La collaborazione tra Legambiente e Goel  – Gruppo Cooperativo ha radici profonde, che partono dal nostro impegno associativo sul territorio grazie a Legambiente Calabria e ai nostri circoli locali – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – in cui si saldano l’impegno comune per la promozione di una nuova economia, green, inclusiva e circolare, capace di generare nuove opportunità di lavoro, che è il vero antidoto al degrado, economico, sociale e ambientale generato, in Calabria e non solo, dalla ‘ndrangheta e dalle sue reti collusive, nelle politica e nelle imprese. A unirci, insomma, è una forte condivisione di valori, principi e, soprattutto, di impegno quotidiano per affermare e diffondere un’autentica cultura della legalità».

«Goel – ha dichiarato Vincenzo Linarello, presidente di Goel – ha già da tempo assunto la sostenibilità ambientale come connotazione basilare di ogni propria iniziativa o attività. In Goel tutto è bio, non solo i prodotti agroalimentari, ma anche la nascente linea di biocosmesi, così come il turismo responsabile e financo la moda etica di cangiari (con la certificazione biologica Gots)».

«In ambito agricolo – ha aggiunto – stiamo costruendo una perfetta filiera di economia circolare e tenderemo per il futuro al residuo zero. Ma stiamo predisponendo anche importanti progetti tecnologici di monitoraggio ambientale che vedranno Legambiente al nostro fianco. Etica, sostenibilità ambientale, integrazione sociale, equità e sviluppo economico, sono sinonimi della stessa visione di futuro che GOEL vuole rappresentare».

«Il futuro possibile della Calabria – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, è strettamente connesso a realtà concrete e positive come quella di Goel con cui Legambiente Calabria condivide obiettivi e valori e collabora da tempo. Nella costruzione di una Regione più verde, più equa e più giusta dobbiamo essere in grado di mettere insieme, con grande capacità di visione l’immaginario ed il reale di questa terra così bella  e difficile. Il percorso che abbiamo intrapreso segue questa direzione». (rrm)

In copertina Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria