L’OPINIONE / Carlo Guccione: «Calabria laboratorio nazionale di saccheggio della sanità»

di CARLO GUCCIONEAvevamo visto giusto nella conferenza stampa del 5 luglio quando  avevamo definito la transazione dell’Asp di Cosenza con banca Bff un atto  inquietante. Il direttore de l’Espresso, Emilio Carelli, nell’editoriale in  edicola questa settimana definisce “il metodo Calabria fa scuola, dietro al  caos gestionale dei conti della sanità calabrese si profila non solo una  inefficienza sistematica ma anche una deliberata volontà di favorire  l’intermediazione di aziende private”. Possiamo dire, senza vantarci, che  avevamo visto giusto.

L’aspetto più inquietante di questa vicenda riguarda i documenti in nostro possesso. In particolare la richiesta del direttore generale, tramite Pec, alla direttrice facente funzioni dell’Uoc  Affari legali dell’Asp di Cosenza. La richiesta che ha come oggetto “richieste determinazioni a note protocollo numero 139.276 – 139.229 – 139.336 – 139.520, tutte emesse il 18/12/2023. Badate bene, non è  indifferente, la transazione viene firmata a Milano il 16 dicembre 2023 tra  i rappresentanti di Bff e il direttore generale dell’Asp di Cosenza e come si  legge nella transazione vengono allegati i file della circolarizzazione inviati  da Bff Bank spa. Elenco dei titoli esecutivi, elenco dei giudizi pendenti,  fatture Althea Italia spa esclusi dal presente accordo.

Qui si assiste al  paradosso che in materia di finanza pubblica si può anche definire  diversamente. Perché a transazione firmata l’Asp chiede all’ufficio legale  di determinarsi? Tant’è che “l’ufficio legale con riferimento alle note  indicate in oggetto, con le quali si è trasmesso l’atto transattivo stipulato  con Bff Bank e gli allegati correlati perché si proceda per quanto di  competenza si chiede un chiarimento in merito a quali sono gli  adempimenti che questa unità operativo deve porre in essere. 

L’Asp firma la transazione, post mortem chiede all’ufficio legale di  determinarsi e questo risponde che tipo di determinazione visto che il più  è fatto. Sempre l’ufficio legale chiede “nell’ipotesi in cui gli adempimenti  richiesti consistano nell’abbandonare i giudizi in corso si procederà in  accordo con i legali di controparte a fare estinguere le procedure in atto. Nell’ipotesi in cui invece l’adempimento richiesto si sostanzi  nell’emissione di un parere o osservazioni, si chiedono i seguenti  chiarimenti: nella bozza di transazione trasmessa all’ufficio legale nel  pomeriggio del 15 dicembre con cui la scrivente comunicava la possibilità  di inviare i dati mancanti relativi al contenzioso in essere mentre risultava  inesigibile la verifica nel merito delle obbligazioni di pagamento  prospettate considerata anche la circostanza che detta richiesta era stata  inviata nel pomeriggio di venerdì con termine perentorio di riscontro  entro le ore 17 parrebbe non corrispondente in toto all’accordo  transattivo stipulato con banca Bff Banca spa in data 16/12/2023. 

Tra le tante domande che l’ufficio legale rivolge al direttore generale,  sempre dopo la stipula dell’accordo transattivo chiede “nel calcolo degli  interessi e degli accessori si sono considerate le sentenze di seguito  riportate? Il tribunale di Cosenza con 4 sentenze del 2023 e una del 2022  (nessuna neppure citata dall’atto transattivo) ha ritenuto non dovuta la  sorte capitale e dunque gli accessori per mancanza del fondamento  contrattuale. Il tribunale di Milano con una sentenza del 2022 ha respinto la domanda di pagamento di 2.443.112,85 a titolo di mora avanzata da Bff. 

Il quadro che emerge, se va bene, delinea un caos amministrativo generale. Se va male, il caos diventa inquietante  perché non è per niente chiaro come mai si è proceduti così in fretta,  fretta che ha acceso i fari della procura di Milano. Il quadro poi diventa  nebuloso se si pensa che i bilanci 2022 dell’Asp di Cosenza e di Reggio  Calabria sono stati approvati da una legge prevista nel decreto Calabria  che solo nella nostra regione prevede che si possano approvare senza  avere quelli precedenti.

Che per l’Asp di Reggio significa non avere  approvato i bilanci 2013, 14,15,16,17,18,19,20 e 21. Per l’Asp di Cosenza  2018,19,20 e 21. La stessa legge prevede che li dovranno approvare tutti  entro il 31 dicembre di quest’anno. Qualcuno già pensa di prorogarli per  un altro anno. Sarebbe veramente grave, per 2 Asp che hanno un bilancio  di circa 2,5 miliardi, su un trasferimento per l’intero sistema calabrese di  3,5 miliardi, se venisse consentito di mettere sotto il tappeto 9 anni a  Reggio e 4 a Cosenza di contabilità da orale a finanza creativa. (cg)

[Carlo Guccione è componente della direzione nazionale del PD] 

L’OPINIONE / Giusy Caminiti: Villa ha bisogno di certezze, non può consegnarsi al dubbio di un’incompiuta

di GIUSY CAMINITI – L’Amministrazione continua a lavorare, senza sosta, per tutelare il territorio e i luoghi che potrebbero essere interessati dall’opera ponte: abbiamo, infatti, deliberato il nuovo programma di valorizzazione di forte Beleno, a poche centinaia di metri dal sito del blocco di ancoraggio del ponte.

Una delibera che abbiamo annunciato all’amministratore della stretto di Messina, dottore Pietro Ciucci e che presto, non appena pubblicata, verrà trasmessa a tutte le amministrazioni competenti. Riprendendo un’attività cominciata da oltre un decennio, oggi la città di Villa san Giovanni vuole ripartire dalla sua storia e dopo l’apposizione del vincolo a Torre Cavallo, dopo la memoria dei Premi Villa, dopo la valorizzazione di Fontana Vecchia e delle filande, bisogna riprendere il progetto di sdemanializzazione di forte Beleno.

Sappiamo bene che la richiesta che porteremo avanti con il ministero della Cultura ed avendo seduti al tavolo tutti gli attori protagonisti, in un momento storico in cui il forte si gioca la sua stessa sopravvivenza, è di quelle che rendono l’obiettivo assolutamente sfidante.

Ma tante cose sono cambiate dal 2020: il Comune ha ottenuto un finanziamento di 1,5 milioni di euro per la sistemazione dell’area esterna del forte propedeutica all’acquisizione dello stesso; il Mic, il comitato borgo di piale e non da ultimo il Comune di Villa san Giovanni hanno posto al Mase tante e tali di quelle richieste per tutelare forte Beleno e conservarlo per la fruizione, che abbiamo creduto sia proprio questo il momento di dare un forte messaggio politico di appartenenza e riconoscimento dell’identità culturale della nostra città.

L’incontro con il dottor Ciucci, per il resto, non ha elementi di novità. Abbiamo ribadito all’amministratore delegato della Stretto di Messina, alla presenza dei consiglieri comunali di minoranza, la posizione espressa chiaramente nei due documenti presentati il 12 e il 13 ottobre scorso. Una posizione peraltro rappresentata nei due ultimi consigli comunali (cinque quelli tenuti sul tema ponte nel 2024) il 9 e il 23 ottobre: riteniamo che la mozione deliberata dal gruppo di maggioranza Città in Movimento (e dallo stesso presentata) sia in modo inequivocabile la posizione che tutti noi abbiamo declinato in mesi e mesi di impegno sul tema ponte e con chiunque abbia richiesto la nostra presenza.

Non siamo mai mancati a nessun tavolo, abbiamo chiamato assemblee cittadine, consigli comunali aperti, deliberati consiliari (sempre approvati da questa sola maggioranza) per dire che le carte progettuali in nostro possesso non ci consentono un giudizio di merito al Mase men che meno un parere al Mit sull’opera ponte. Il deposito degli atti da parte della Stretto di Messina il 12 settembre scorso non ha inciso sulla determinazione già assunta: manca un progetto definitivo per la Città perché manca la progettazione delle interferenze e il progetto di cantierizzazione.

Al dottore Ciucci abbiamo chiesto di anticipare a questa fase tutto ciò che la Stretto di Messina intende approfondire in fase di progettazione esecutiva. La città ha bisogno di certezze e non può consegnarsi al dubbio di un’incompiuta e tale dubbio resta fintanto che non saranno eseguiti gli studi specifici e di dettaglio che questo ente ha richiesto a tutela di Villa san Giovanni.

Da ciò muove la richiesta ai Ministeri deliberata in consiglio comunale il 23 ottobre scorso: richiesta di sospensione della conferenza istruttoria davanti al ministero delle infrastrutture dei trasporti fino al parere della commissione Via; richiesta di sospensione della conferenza davanti al ministero dell’ambiente per la valutazione di impatto ambientale fino al deposito degli studi e dei progetti specifici per villa San Giovanni; richiesta al Cipess di sospendere la dichiarazione di pubblica utilità dal momento che non è possibile individuare esattamente

l’area da espropriare che, certamente, (a progetto esecutivo redatto) sarà differente da quella attualmente individuata solo sulle carte. Adesso i tempi sono maturi per un deliberato consiliare chiaramente politico ma che abbia la forza tecnica e giuridica a sostegno di richieste accoglibili.
Al dottore Ciucci abbiamo spiegato nuovamente l’unica ragione che muove questa maggioranza consiliare: tutelare la città di Villa san Giovanni e garantire i diritti dei villesi ed a maggior ragione di ciascun espropriando. Nella misura in cui l’Ente riuscirà ad incidere in fase di conferenza dei servizi, riuscirà di conseguenza a rappresentare al meglio una comunità che, a prescindere dal sì o dal no al ponte, non vuole vedere morire la sua città. (gc)
[Giusy Caminiti è sindaca di Villa San Giovanni]

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Il Sin di Crotone è un sito di interesse nazionale

di EMILIO ERRIGOIl Commissario Straordinario delegato dal Governo ha come mandato istituzionale quello di tutelare e far rispettare i diritti sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

In particolare, si fa riferimento ai diritti legati all’ambiente, alla biodiversità e agli ecosistemi (art. 9), al diritto alla salute degli esseri umani e degli altri esseri viventi (art. 32), nonché al diritto all’iniziativa economica privata, alla sicurezza dei cittadini e alla dignità umana (art. 41).

Il Governo e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dopo mesi di intenso impegno per portare a termine le complesse procedure amministrative, stanno concentrando tutti gli sforzi necessari per garantire la rapida e urgente realizzazione della bonifica e riparazione nel Sito di Interesse Nazionale di Crotone – Cassano e Cerchiara di Calabria.

Gestire questa emergenza, aggravata dalla complessità di eventi storici e ambientali dannosi, richiede una costante attenzione e un richiamo ai valori fondamentali della Costituzione, compiti che il Commissario Straordinario prova ad assolvere operando esclusivamente per la sicurezza e il benessere di Crotone e dei suoi abitanti.

Le divergenze di opinione, legittime in un sistema democratico, hanno caratterizzato sin dalle prime fasi, il dialogo costruttivo tra Enti territoriali, Regione Calabria, Provincia e Comune di Crotone, Ministero dell’Ambiente e Commissario Straordinario. Tuttavia, sebbene tali divergenze possano essere comprensibili sul piano politico – istituzionale, non possono essere giustificate quando si parla della sicurezza sanitaria dei cittadini. 

Il diritto alla salute e alla vita dei cittadini e abitanti di Crotone deve prevalere su ogni altro interesse.

Le varie posizioni espresse riguardo al rifiuto di conferire i residui dei processi produttivi industriali pericolosi – presenti da oltre 30 anni – delle aree Sin di Crotone e ancora depositati sulla fascia costiera marittima presso l’impianto Sovreco S.p.A. di Cotone, (costruito a norma di legge, autorizzato dalla Regione Calabria e in pieno esercizio nel territorio di Crotone), si contrappone all’indifferenza tenuta rispetto all’arrivo, nel medesimo impianto, di rifiuti speciali della stessa categoria e pericolosità, da altre parti della Calabria e da altre Regioni d’Italia.

Siamo in attesa dei risultati e gli accertamenti riguardanti la disponibilità e la capacità ricettiva di impianti esteri e ci auguriamo di ricevere al più presto notizie positive; resta aperta per la Regione Calabria, la Provincia e il Comune di Crotone la possibilità, come previsto dal Decreto Direttoriale n. 27 del 1 agosto 2024, di segnalare in dettaglio, potenziali siti di conferimento al di fuori della Regione, anche in territorio estero.

La Struttura Commissariale ha avviato le procedure amministrative necessarie per garantire l’attuazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale. Questo processo permetterà alla società pubblica di ingegneria ambientale Sogesid Spa., in collaborazione con Ispra-Snpa e Arpacal, di caratterizzare le aree del Sito di Interesse Nazionale (Sin) che non sono ancora state analizzate e attuare opere permanenti di bonifica e messa in sicurezza dei siti, dove sono state riscontrate significative quantità di Conglomerato Idraulico Catalizzato (Cic).

Parallelamente, sono in atto le procedure tecnico-amministrative per aggiornare e verificare la reale contaminazione e compromissione dei fondali marittimi, nonché delle risorse ittiche e biologiche marine.

La presenza in città del direttore Generale della Direzione Generale Economia Circolare e Bonifiche del Mase, Ing. Luca Proietti, non è stata, come sostenuto da taluni, una semplice passerella, ma al contrario, i due giorni di intensi incontri istituzionali, relazioni sociali, dialogo costruttivo e confronti liberi con i Presidenti e componenti delle Associazioni di Volontariato, Rappresentanze Sindacali, Movimenti di pensiero e Comitati sono serviti a ricordare anche fuori dalla nostra regione, che il Sin di Crotone è un sito di interesse nazionale.

Se qualche comitato si è sentito escluso o non rappresentato potrà esporre, in un confronto leale, costruttivo, dettagliato e particolareggiato, le proprie idee qualora ne faccia richiesta ufficialmente; insieme possiamo progettare il futuro della città e della provincia. 

Un pensiero particolare voglio dedicarlo al movimento “Crotone ci mette la faccia” e a Tina De Raffaele, orgogliosa guerriera che, attraverso il suo costante agire per l’esclusivo bene dei malati di tumore, tiene alta ogni giorno l’attenzione sui tanti morti che la città ha già pianto.

La coerenza, la ragionevolezza, la sicurezza ambientale e il diritto alla vita devono guidarci verso una vera, rapida e necessaria bonifica delle aree ex industriali pubbliche e private e di tutte le altre zone contaminate del territorio marittimo, portuale e terrestre di Crotone.

Sono fiducioso che, unendo le forze e ragionando con serietà e libertà di pensiero, senza slogan o appartenenze politiche, potremo ancora ricercare e individuare soluzioni condivise per il benessere economico, sociale e ambientale dei cittadini di Crotone. (ee)

[Emilio Errigo è commissario straordinario per gli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara]

L’OPINIONE / Candeloro Imbalzano: Il masterplan di Reggio una modesta operazione di lifting amministrativo

di CANDELORO IMBALZANOLa presentazione da parte dell’Amministrazione Comunale, con enfasi eccessiva, del  Masteplan  della città di Reggio, impone quale breve riflessione ed un paio di inevitabili domande.

È largamente noto che qualsiasi maggioranza  in qualunque istituzione  lavora per  predisporre un documento strategico di medio – lungo termine all’inizio di una consiliatura.  A maggior ragione, come in questo caso, trattandosi di un documento di programmazione territoriale e di reale valutazione nell’utilizzo delle risorse disponibili, aggiornandolo progressivamente sulle base delle risorse successive  o di eventi che ne impongano l’adeguamento.

Chiediamo al sindaco ed all’Amministrazione, con quale pretesa immaginate, alla probabile fine   del vostro ciclo, in una città  la cui condizione è sotto gli occhi di tutti, uno scenario così lontano, addirittura dal 2030 al 2050? 

Ma veramente pensate che i reggini abbiano l’anello al naso dopo aver subito tante vostre omissioni e scelte totalmente disancorate dalle reali esigenze, riducendola costantemente  agli ultimi posti della qualità della vita nel Paese, grazie alla vostra conclamata incapacità ad affrontare anche l’ordinaria amministrazione?

A prescindere  dal fatto che questo documento strategico, relativamente volontario e  quasi imposto oggi dall’Obiettivo “Policy 5” della politica di Coesione Europea, appare, purtroppo e ad essere benevoli, un modesto lavoro, perché si  ignorano  le scelte e le conseguenze pratiche irreversibili adottate in questi anni dall’Amministrazione in qualunque comparto ed i cui risultati, al centro come nei popolosi ed abbandonati  quartieri  satelliti, si toccano con mano.

D’altra parte si presenta  solo  a fine ottobre 2024, dopo ben sei anni e mezzo,  un Documento in generale assai  importante, quando già il 16.6.2016, nel Patto per lo Sviluppo della Città, veniva approvato ed inserito l’intervento per la redazione del Masterplan, il  20.2.2017  veniva  nominato il Responsabile del procedimento e, nell’atto  modificativo dello stesso Patto sottoscritto il 27.2.2018, veniva reiterata  la redazione definitiva del Masterplan.   

Nelle more, allegramente  e per fare solo qualche esempio eclatante , veniva stoppato nientedimeno che  il Museo del Mare, salvo recuperarlo dopo più di 5 anni, si cancellava la nuova Fiera Campionaria  progettata  dall’archistar Vittorio Gregotti, i cui elaborati erano stati approvati quasi definitivamente dagli organi tecnici anche  regionali,  ed i cui circa 10 milioni di euro  venivano  dirottati per il completamento di un Parco Lineare ancora oggi  non fruibile e comunque finanziabile diversamente.  Con la motivazione risibile ed ufficiale  che il commercio ormai si fa on line, scambiando gli acquisti  al  dettaglio con i grandi Eventi fieristici, generatori di sviluppo e  turismo d’affari, mentre l’area di Arghillà, sede dell’opera, continua a rimanere  catastroficamente degradata.

Ma veramente avete ancora  la pretesa di disegnare il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti, alla luce di questa fallimentare esperienza amministrativa, con centinaia di milioni non spesi o spesi in scelte illogiche e senza produrre un solo posto di lavoro definitivo, sacrificando anche comparti come quello delle “Manutenzioni stradali, fognarie ed idriche”, come abbiamo sempre sostenuto in questi anni? Rassegnatevi! Ci penseranno i reggini  tra circa un anno a scegliere bene!  Sarà il Centrodestra a voltare pagina, con un reale coinvolgimento delle associazioni economiche e produttive e  di quelle sociali  per delineare il futuro a breve – medio e lungo termine di una città così bella ed accogliente.

Sarà un nuovo, illuminato Masterplan ad individuare le scelte più oculate in tema di utilizzo del suolo, risorsa fondamentale  per l’equilibrio dell’Ecosistema e del recupero della Biodiversità, per contrastare veramente i fenomeni di dissesto, di degrado del territorio e di garanzia per una vera sicurezza  idraulica delle fiumare, al centro come in periferia, da Catona a Pellaro, del tutto abbandonate.

Penserà il Centrodestra ad utilizzare virtuosamente le imponenti risorse regionali, nazionali ed europee da anni disponibili, per creare occupazione duratura ed uno sviluppo sostenibile  a fronte dell’attuale desertificazione economica e sociale della città, che può ambire, al contrario,  a ridiventare un invidiabile punto di riferimento per il Paese e l’intero Mediterraneo. (ci)

[Candeloro Imbalzano è già  assessore e vice sindaco di Reggio, nonché Presidente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e  Fondi Comunitari”, del Consiglio Regionale]

L’OPINIONE / Giusy Iemma: Si faccia chiarezza sul futuro dell’Umg

di GIUSY IEMMA – Il dibattito scaturito nelle scorse ore sull’Università Magna Graecia, leggendo le dichiarazioni del Rettore e di quello che è stato uno dei docenti più rappresentativi della facoltà di Medicina, ha riproposto l’urgenza di fare chiarezza sul ruolo e sul futuro che si vuole far ritagliare per l’Ateneo di Catanzaro. Al netto delle motivazioni strettamente personali che riguardano i percorsi lavorativi dei singoli, emerge il bisogno di fare chiarezza sulla visione d’insieme attorno all’Università, affinché i percorsi di crescita dell’offerta formativa e, al contempo, di integrazione con la città possano davvero avere un seguito realizzabile.

Un dato di fatto è inequivocabile: nessuno può permettersi di far naufragare il sogno UMG partorito dal compianto Salvatore Venuta, né tantomeno disperdere il patrimonio di conoscenze e di esperienze maturato dalla scuola di Medicina in tutti questi anni. Una facoltà che ha visto formarsi generazioni di medici e ricercatori, riconosciuti a livello nazionale ed internazionale, e che oggi si trova davanti al rischio concreto di perdere il proprio ruolo di riferimento. In tempi non sospetti, avevamo dedicato interventi relativi alla necessità di garantire la diversificazione dell’offerta formativa, rafforzando, fuori dai provincialismi, la funzione ed il ruolo di primo piano dell’Umg in ambito regionale, relativamente alle sue specificità, così come degli altri atenei in una ottica di crescita delle Università calabresi.
A questo, si aggiunge la questione inerente l’integrazione delle aziende ospedaliere, con la nascita dell’Azienda unica Dulbecco, che nei propositi avrebbe dovuto garantire una struttura di ricerca, formazione ed assistenza innovativa ed in grado di rappresentare l’hub più grande della Calabria per numero di posti letto.
Alla luce di tali ragioni, oggi non sono più tollerabili ulteriori ritardi e tutta la città pretende trasparenza e provvedimenti immediati, a salvaguardia del diritto allo studio e del diritto alla salute dei catanzaresi. Fuori dalle logiche di campanile o di partito, urge un confronto istituzionale per dire a tutti, con chiarezza, quale futuro si immagina per l’Università Magna Graecia, in un rapporto di leale collaborazione, chiamando alla responsabilità tutta la classe politica cittadina e regionale. Occorre sgomberare il campo da sospetti ed insinuazioni che fanno male alla città. (gi)
[Giusy Iemma è vicesindaca di Catanzaro]

L’OPINIONE / Flavio Stasi: La Zes Unica è fallita

di FLAVIO STASI – Dell’onorevole Alfredo  Antoniozzi ho sempre apprezzato, seppur quasi mai da posizioni condivise, l’attenzione e soprattutto l’onestà, così è toccato a lui dire ciò che tanti pensano: il problema non è il Comune, ma sono i soldi.

È un tema che non mi appassiona, ma se davvero fosse come afferma il vicecapogruppo alla Camera di Fdi, sarei profondamente turbato.

Significherebbe che tutti, ma proprio tutti, sono consapevoli del fatto che la procedura sia viziata, anzi del tutto mancante, ma che tale procedura non si possa fare a norma di legge perché… si perderebbero i soldi della Zes 2023, “accontentandosi” della Zes 2024 (qualche decina di milioni in meno) e provando, senza pudore, a scaricare le responsabilità sul Comune. Non posso credere si arrivi a tanto, anche perché amministrando si può sbagliare, ma non si può sbagliare apposta.

Certo è che fino ad oggi nessuno aveva mai azzardato una ragione per la quale, a questo punto dal primo gennaio 2024, non è stata convocata una banalissima conferenza dei servizi in un normale procedimento per l’autorizzazione Zes.

Per questo ho sempre definito questo aspetto un vero e proprio “mistero”. Quanto sostenuto dal numero due del maggiore partito di Governo alla Camera dei deputati rappresenta, ad essere onesto, l’unica spiegazione plausibile.

Da sindaco ed amante della mia terra, sono troppo idealista per credere una cosa del genere, ma se così fosse – al contrario di ciò che hanno raccontato tante “statue su poltrona” in queste settimane – questa vicenda rappresenterebbe uno spot eccezionale per la Calabria e, nel nostro piccolo, per la nostra città, capovolgendo la narrazione di una terra “torbida” e raccontando una terra dove ci sono istituzioni imperturbabili, attente, coraggiose, competenti, ligie al dovere. Una Calabria straordinaria.

Di certo resta un dato acclarato: in questa vicenda l’unico Ente che ha posto in maniera trasparente dei problemi (trasparenti) con le relative soluzioni, dimostrando di avere a cuore gli investimenti ed il futuro del Porto e della Calabria, è stato il Comune di Corigliano-Rossano.

Inoltre, il fatto politico, emerso chiaramente, è che la Zes Unica – che ha sostituito la Zes Calabria, fortemente voluta dal Governo Meloni col beneplacito di tutti i “Signor Si” calabresi a partire dalla Giunta Regionale – è già fallita prima di nascere. Lo certificano loro stessi e si tratta dell’ennesimo scippo al sud, alla Calabria ed al nostro territorio. Con questo colpo di genio, ai 15 milioni Pnrr bruciati dalla nuova governance Enel si aggiungono i milioni bruciati dalla Zes. I posti di lavoro non si contano.

A questo punto, oltre all’appello a convocare la doverosa conferenza dei servizi per provare a recuperare l’investimento (almeno quello privato), credo sia necessario che il Governo nazionale lavori immediatamente alla riforma della Zes garantendo la copertura finanziaria necessaria almeno per i contributi della “vecchia” Zes Calabria. Restituiscano il malloppo.

Alla giunta regionale, che fin da subito si è dimostrata ferocemente favorevole a questo “investimento”, lancio una sfida: se il problema sono i soldi Zes, finanzi lei, ferocemente, gli interventi nel nostro Porto, da Nuovo Pignone alla Banchina Crocieristica. Faccia come se fossero 20 anni di Vinitaly.

Si dimostri chi ama la nostra terra, chi ne vuole lo sviluppo e chi ci tiene a creare posti di lavoro, senza patetici tentativi di scarica barile che, prima o poi, inesorabilmente, vengono a galla. (fs)

[Flavio Stasi è sindaco di Corigliano Rossano]

L’OPINIONE / Tonino Russo: Rivedere alcuni aspetti della manovra di Bilancio

di TONINO RUSSOLa manovra di bilancio per il 2025 va per alcuni aspetti incontro alle richieste formulate dalla Cisl; per altri, che valutiamo in modo critico, è necessario continuare il confronto con le forze politiche perché ci sono i margini per un miglioramento in fase di discussione e approvazione da parte delle Camere.

Scontiamo, sicuramente, i limiti finanziari imposti dal Patto europeo di stabilità. Tuttavia, per quasi due terzi, cioè circa 17,5 miliardi di euro, la manovra contiene misure che vanno incontro a cittadini e famiglie; misure per le quali possiamo esprimere soddisfazione anche perché accolgono proposte formulate dalla Cisl.

Pensiamo, ad esempio, alla conferma dell’accorpamento delle aliquote Irpef per sostenere i redditi bassi e l’estensione del taglio del cuneo contributivo-fiscale, reso strutturale ed applicato fino a 40mila euro. Pensiamo alla continuità della defiscalizzazione per i salari di produttività e welfare contrattuale per il triennio 2025-2027 e della detassazione sui fringe benefit allargata anche a nuove platee.

Importante la stabilizzazione della decontribuzione per le lavoratrici madri e, per quanto riguarda il Sud del Paese, il rifinanziamento per il prossimo triennio degli incentivi alle assunzioni per giovani, donne, lavoratori svantaggiati. 

Per le famiglie, è importante la conquista dell’assegno di 1.000 euro per i nuovi nati e il prolungamento dei congedi parentali all’80% per tre mesi, come pure l’esclusione dell’Assegno Unico dal calcolo dell’Isee per il bonus asilo nido.

Per quanto riguarda la sanità, l’incremento di 2,3 miliardi, di cui 1,3 aggiuntivo e il restante a legislazione vigente, deve essere finalizzato al rafforzamento della medicina territoriale e alla riduzione delle liste d’attesaInoltre, riteniamo che le  risorse debbano essere  ulteriormente aumentate per favorire assunzioni e stabilizzazioni del personale sanitario.

Un valore rilevante rivestono, per la Cisl, sia la conquista dello stanziamento di 5,5 miliardi per i rinnovi contrattuali del settore pubblico nel triennio 2025-2027sia l’impegno del Governo di recuperare risorse anche per il ciclo 2028-2030: vengono così assicurati il diritto alla contrattazione e l’incremento delle retribuzioni.

Il ripristino dell’indicizzazione delle pensioni all’inflazione, secondo le norme introdotte dal Governo Draghi, è un passo rilevante che la Cisl invocava da un anno. Bene per l’introduzione di un primo contributo di solidarietà da parte di banche e assicurazioni, auspicando che questo strumento sia esteso ad altri settori, come logistica, digitale, energia e farmaceutico.

Ci sono poi per la Cisl aspetti critici da rivedere perché siano migliorati: l’incremento delle risorse per le pensioni minime e per la non autosufficienza, il rafforzamento degli sgravi fiscali per il ceto medio. E devono essere respinti sia l’ipotesi di un taglio strutturale degli organici nella scuola, sia il blocco parziale del turnover nella PA, nell’università e nella ricerca.

La Cisl chiede, inoltre, la riapertura del confronto su una riforma organica della previdenza e un maggiore impegno nella lotta all’evasione fiscale quale elemento cruciale per finanziare il welfare e le politiche attive per il lavoro, il rinnovo di tutti i contratti pubblici e privati scaduti, l’accelerazione della messa a terra delle risorse del Pnrril rilancio delle politiche industriali ed energeticherisorse adeguate per l’evoluzione partecipativa delle relazioni industriali, secondo quanto previsto dall’Articolo 46 della Costituzione.

Il confronto con il Governo e le forze politiche, dunque, deve continuare, secondo lo stile del nostro sindacato che privilegia a tutti i livelli la corresponsabilità e il dialogo, la concertazione e la partecipazione, senza escludere, quando necessarie azioni di protesta determinate e incisive. In Calabria, in coerenza con quanto la Cisl farà in tutta Italia, promuoveremo assemblee e iniziative sui luoghi di lavoro sia per spiegare le conquiste registrate nella manovra di bilancio nonostante i ristretti limiti di azione sul piano delle risorse, sia per valutarne gli aspetti critici, sia per rilanciare, oltre la manovra 2025, le nostre proposte su crescita economica, lavoro, coesione sociale, salute e sicurezza, salari e fisco, politica dei redditi, innovazione contrattuale, democrazia economica.

La Segreteria regionale è disponibile ad essere presente in tutti i territori della Calabria per accompagnare questa fase». (tr)

[Tonino Russo è segretario generale Cisl Calabria]

L’OPINIONE / Pasqualina Straface: Su Baker Hughes fallimento personale e politico del sindaco di Corigliano Rossano

di PASQUALINA STRAFACE – Sull’evidentissimo fallimento personale e politico che lo ha visto protagonista assoluto, solitario ed esclusivo di quello che sarà ricordato come il più odioso atto di prepotenza, di presunzione e di arroganza demagogica della storia istituzionale della Calabria, il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, adesso sfiora persino il ridicolo.

Da una parte, infatti, egli continua a non assumersi l’unica responsabilità, gigante e sotto gli occhi di tutti, di avere chiuso le porte in faccia, senza aver mai coinvolto il Consiglio Comunale e la Città, ad uno dei più grandi investitori privati mai approdati nella Sibaritide.

Dall’altra, ormai isolato sul piano politico ed istituzionale territoriale, regionale e nazionale, Stasi pensa di dover e poter studiare di notte per inventare e buttare il mattino seguente in pasto ai media, ricostruzioni fumettistiche su quanto accaduto, solo per cercare improbabili difese allo sfacelo prodotto.

Ci viene da ridere per non piangere, a leggere, ancora a distanza di settimane dalla rinuncia formale all’investimento comunicata pubblicamente dalla Baker Hughes, le piroette di chi, come Stasi, continua a far finta di non sapere che l’unica motivazione del ritiro della multinazionale statunitense, una delle più grandi aziende nel suo settore ed operante come Gruppo in oltre 120 nazioni del mondo, così come dalla stessa dichiarato sui media per iscritto e senza alcuna necessità di ulteriori interpretazioni, è stata e resta l’inutile, inopportuno, ostruzionistico e distruttivo ricorso straordinario del Comune di Corigliano-Rossano al Presidente della Repubblica. Punto.

Solo per pietà e per compassione, ma soprattutto per rispetto dell’opinione pubblica e del senso delle istituzioni democratiche, evito di ripetere tutte le censure che abbiamo già ampiamente illustrato nell’ultimo consiglio comunale monotematico, finalmente concesso alle opposizioni che lo aveva richiesto da mesi.

In quella sede che doveva essere la sede principale per affrontare sin dall’inizio ogni confronto nel merito del progetto oggi fatto fallire, abbiamo smontato, una ad una, tutte le presunte ed inesistenti irregolarità, anomalie, illegittimità ed addirittura le illegalità dalle quali Sindaco e Amministrazione Comunale ci avrebbero tutelati; gli stessi auto-nominati paladini del diritto e della pianificazione che però pare non abbiano più tempo neppure per difendersi in tutte le sedi competenti nelle quali vengono portati, sistematicamente, da denunce e ricorsi per violazioni di ogni natura; e lo stesso Sindaco che non sa neppure cosa sia e cosa comporti la parola pianificazione, non avendo egli pianificato alcunché nel corso del primo quinquennio., come ammette nelle sue stesse linee di mandato. Altro che istituzioni impermeabili, coraggiose o ligie! Ma di cosa parla?

E, tuttavia, al netto del fantasma Occhiuto che evidentemente non fa dormire sonni tranquilli a Stasi che sogna il Presidente della Regione persino impegnato a telefonare la minoranza nel corso dei consigli comunali, almeno su una delle tante aberrazioni sentite in questi giorni voglio ritornare. E voglio farlo sia perché lo stesso Stasi continua a sostenerla, sia perché essa sintetizza emblematicamente l’odio di questo sindaco e della sua coalizione per tutto ciò che è impresa, privato, mercato e sviluppo.

Mi riferisco alla mancata richiesta di sospensiva nel ricorso al Capo dello Stato, rivendicata dal Sindaco anche nella sua replica in assise civica senza mai accorgersi o meglio senza mai ammettere, glielo dobbiamo ripetere, che neppure nella Repubblica della Banane, un investitore decide di continuare nella sua impresa, che già di per se stessa costituisce un rischio, avendo in aggiunta sulla testa la Spada di Damocle rappresentata da un ricorso contrario presentato dalla istituzione pubblica locale che invece dovrebbe accoglierlo e governarne ogni dinamica nel solo interesse dello sviluppo locale.

Ma ciò che oggi porta dall’errore imperdonabile commesso a danno della Città, del territorio e della Regione al ridicolo è l’ultimissima arrampicata di Stasi sugli specchi, gli ultimi specchi, con un’altra delle sue fantomatiche ricostruzioni: questa volta quella delle Zes e della paventata riduzione di agevolazioni fiscali italiane che avrebbe indotto, sentite sentite, un colosso imprenditoriale da 54.000 dipendenti in tutto il mondo e con di 20,5 miliardi di dollari a ritirarsi per micro-valutazioni economiche dal Porto di Corigliano-Rossano.  Evitiamo di continuare ad offendere l’intelligenza di tutti.

E prendiamo atto definitivamente che per unica responsabilità di questi amministratori inadatti al governo della più grande città della Calabria, qui perdiamo non solo i 200 posti di lavoro base previsti per l’avvio dell’investimento, ma gli stimati 800-1000 posti di lavoro derivanti in tutta l’area e la regione dall’indotto incrementale e progressivo che insediamenti come quello della Baker Hughes avrebbero prodotto, come tanti altri casi analoghi confermano; e che a perdere in credibilità come terra capace di attrarre e moltiplicare investimenti straordinari è l’intera Calabria, che grazie a Stasi oggi si presenta nel mondo come area ostile alle imprese, al privato, al lavoro ed alla crescita. (ps)

[Pasqualina Straface è consigliera regionale e comunale]

L’OPINIONE / Giovanni Cugliari: Su obbligo assicurativo imprese troppe ombre

di GIOVANNI CUGLIARI – Non sappiamo ancora i costi, a quanto ammonteranno le franchigie e se ogni impresa in virtù del rischio del territorio pagherà di più. Un elemento non da poco che graverà su un momento economico già difficile come deterrente negli investimenti in alcune aree del paese. Di fatto è diventata una nuova tassa.

L’obbligo è contenuto nella manovra finanziaria 2024 e prevede che le aziende si mettano in regola entro il 31 dicembre 2024. Qualora il provvedimento risultasse disatteso ne verrà tenuto conto nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche e verrà comminata una sanzione amministrativa pecuniaria da cento a cinquecento mila euro.

A rischio ci sono diverse aree meridionali, territori nei quali gli eventi catastrofici avvengono anche più volte l’anno. Cosa accadrà allora? I costi per le imprese raddoppieranno? L’assicurazione coprirà ogni evento o si blinderà dietro parametri e clausole che ancora non conosciamo? 

Le domande che ci poniamo sono diverse e, come rappresentanti delle imprese, ci corre l’obbligo di farle presenti per sensibilizzare ed allertare le istituzioni sulle ombre di uno strumento che, al momento, non ci sembra affatto idoneo ci pare più che altro uno strumento per fare cassa. (gc)

[Giovanni Cugliari è presidente Cna Calabria]

 

L’OPINIONE / Giovanni Muraca (PD): Il Governo regionale continua a ignorare l’emergenza del comparto psichiatrico

di GIOVANNI MURACAIl comparto psichiatrico calabrese continua ad essere in grave sofferenza, così come lo è nel complesso il sistema sanitario regionale, senza che il governatore e Commissario Occhiuto faccia nulla per risolvere la situazione. Non è bastata neanche l’ultima sentenza del Tar per arrivare all’adozione di provvedimenti in grado di dare risposte ai malati e alle loro famiglie.

Qualche giorno fa ho depositato a Palazzo Campanella una interrogazione con risposta scritta per chiedere al presidente della giunta “Quali provvedimenti vorrà adottare per autorizzare il tempestivo accreditamento e contrattualizzazione delle Cooperative sociali, previa verifica dei requisiti minimi di funzionamento e se provvederà, nell’ambito delle strutture di cui sopra e di concerto con l’Asp 5, all’immediato sblocco dei ricoveri”.

Si tratta di risposte che devono arrivare con urgenza, perché stiamo assistendo a un aumento esponenziale della migrazione sanitaria che pesa sulle casse regionali e mette in ulteriore difficoltà le famiglie già provate dal dovere fronteggiare un problema assai complesso com’è quello della malattia psichiatrica.

A questo problema, che attiene il diritto fondamentale alla salute e all’assistenza per le famiglie dei malati, si affianca anche quello dei lavoratori delle Cooperative che operano da decenni nel settore con risultati più che lusinghieri in termini di qualità dell’assistenza, e che si trovano a vivere in uno stato di assoluta incertezza. Una vera e propria bomba sociale che non possiamo consentirci di fare esplodere in una Regione già fragile sia nel suo tessuto economico che socio-sanitario.

L’interrogazione presentata si pone l’obiettivo di sollecitare il governatore per fare in modo che si possa fare in fretta, rispettando anche le intese a suo tempo siglate con i sindacati, e si proceda con rapidità all’accreditamento delle Cooperative sociali che hanno i requisiti per garantire le cure specializzate ai malati psichiatrici e dare sollievo ai loro familiari. (gm)

[Giovanni Muraca è consigliere regionale del PD]