di FRANCO BARTUCCI – Amare il proprio territorio sul quale si è nati ed amare la vita come missione di affermazione di valori umani e sociali, oltre che di crescita culturale, è il senso e la motivazione principe del libro scritto da Giuseppe Saullo e pubblicato da Editoriale progetto 2000, Il mio impegno per Parantoro, che sarà presentato giovedì 31 marzo, alle ore 18,30, presso la Casa delle culture di Montalto Uffugo.
Oltre all’autore ne parleranno, introdotti da Demetrio Guzzardi, editore del libro, per un intervento di saluto istituzionale il sindaco di Montalto Uffugo Pietro Caracciolo, con l’assessore comunale alla cultura, Gianfranco Bria, ed il missionario Ardorino, padre Eraldo Garrafa; mentre il programma, come relatori, prevede dei contributi ad opera: dei docenti dell’Università della Calabria, Giuseppe Antonio Ranieri e Pietro Brandmayr; del giornalista Franco Bartucci; del Presidente dell’Accademia Inculti di Montalto Uffugo, Luciano Romeo, e del già Sindaco del territorio montaltese, Franco Saullo.
Il libro in 176 pagine, comprendenti cinque Capitoli integrati, oltre che dal racconto della storia personale di vita dell’autore, da numerose fotografie a colori a testimonianza dei fatti raccontati e copia di vari articoli pubblicati dai giornali calabresi, viene pubblicato nel 22° anniversario della “Universitas Vivariensis” (28 marzo 2020/28 marzo 2022), di cui l’Editore Demetrio Guzzardi ne è padre fondatore ed animatore delle tante iniziative per lo studio e la valorizzazione del patrimonio culturale calabrese, compresa la manifestazione di presentazione del libro di Giuseppe Saullo.
Ha detto bene Luciano Romeo nella sua introduzione al libro che trattasi di un “viaggio nella memoria” che offre spunti e riflessioni di un “tempo ormai trascorso, che non merita l’oblio, a che dissodato per bene, può diventare memoria di un piccolo borgo qual è la frazione di Parantoro di Montalto Uffugo, con la sua gente e le sue tradizioni”.
In cinque capitoli Giuseppe Saullo apre il cassetto dei ricordi e racconta ai lettori la sua vita e l’impegno profuso nella politica, nel sindacato, nel lavoro e nello sport, per effetto del suo mandato lavorativo all’interno dell’Università della Calabria, dal 1975 al 2012, facendone parte della pianta organica nell’ambito del dipartimento di chimica.
La parte più corposa del volume di Saullo è quella dedicata alla difesa della montagna di Parantoro, la frazione di Montalto Uffugo, che lo ha accolto fin dalla sua nascita, interessata nel mese di gennaio 2009 da smottamenti franosi legati a un’ampia area comprendente la fascia montana che dai comuni di San Marco Argentano si estendevano fino al territorio del vicino comune di San Vincenzo La Costa.
Una situazione grave che lo ha portato, sollecitato dagli stessi cittadini del territorio di Parantoro, a costituire un Comitato, assumendone la carica di presidente, con il compito di tenere desta l’attenzione delle istituzioni e degli organi d’informazione sulla problematica del dissesto idrogeologico di quel territorio, che ancora oggi per le disavventure raccontate nel libro non è stato messo in sicurezza e risanamento, per come veniva indicato in una relazione tecnica elaborata dal prof. Pasquale Versace, del dipartimento di difesa del suolo dell’Università della Calabria e direttore del Laboratorio di Cartografia Ambientale e Modellistica Idrogeologica (CAMILAB) della stessa Università.
All’Università della Calabria è dedicato il quarto capitolo, dopo i primi tre in cui Giuseppe Saullo racconta la sua infanzia e adolescenza nell’antico borgo di Parantoro, la sua formazione e militanza politica nel Partito Socialista, nel PdS e oggi nel Partito Democratico, per finire con i vari momenti di vita sociale, religiosa e sportiva trascorsi nei luoghi caratteristici della montagna considerata come “propria casa” di appartenenza, affetti e ricordi.
L’Università della Calabria luogo di lavoro per trentotto anni di servizio, presso il dipartimento di chimica, che lo hanno visto svolgere dei ruoli significativi quale rappresentante del personale tecnico- amministrativo nel Consiglio del dipartimento, dirigente del sindacato aziendale della Uil per un decennio, rappresentante del personale nel Senato Accademico dell’Ateneo per un biennio, componente del Nucleo Universitario Socialista (NUS).
L’Università che diviene luogo di formazione, conoscenza e rapporti sociali in crescita ed è bello che il libro, come la manifestazione pubblica di presentazione, vengono entrambi resi noti all’indomani del quindicesimo anniversario della scomparsa del prof. Beniamino Andreatta (26 marzo 2007), primo Rettore della nostra Università, che trova spazio nel racconto di Saullo.
Un capitolo in cui l’autore parla inoltre della visita del Presidente Sandro Pertini all’Università della Calabria nella giornata del 6 marzo 1982, coincidente nel decennale della nascita; della proposta istitutiva della nascita della Facoltà di Medicina, che solo lo scorso anno ha trovato fattibile il progetto con un accordo raggiunto con l’Università “Magna Grecia” di Catanzaro; di alcuni punti di eccellenza nel campo della ricerca scientifica a livello mondiale; delle prospettive di sviluppo dell’Università, che ancora oggi non ha trovato la giusta dimensione come previsto dal concorso internazionale del progetto Gregotti con la realizzazione nell’area di Settimo di Montalto Uffugo del villaggio dello Sport e della stazione ferroviaria sul tracciato Paola Cosenza Sibari, con capolinea della metro Settimo, UniCal, Rende, Centro storico di Cosenza, asse portante dell’unica grande nuova città pensata dai padri fondatori dell’Università nell’area della Valle del Crati.
Un capitolo particolare che si chiude con la presentazione di alcune attività sportive, organizzate in campo nazionale, dal Centro Universitario Sportivo (Cus), per finire con l’inizio della “Notte dei Ricercatori” e con i festeggiamenti del suo pensionamento attuati nel 2012 con la comunità di docenti, non docenti e studenti del dipartimento di chimica.
È un libro che fa apprezzare la missione sociale e culturale di un uomo come Giuseppe Saullo e costituisce un promemoria utile per le nuove generazioni da utilizzare nel futuro per portare a compimento progetti significativi ben noti come la tutela e salvaguardia del territorio e del suo ambiente naturale; ed infine per la nascita della grande unica città il cui nome è noto come “la grande Cosenza”, che in tanti hanno definito come un “sogno” e che invece con il buon senso e l’amore verso questo territorio può divenire realtà. Basta crederci e lavorarci seriamente non più a parole ma nei fatti. (fb)